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Sabato 3 Dicembre 2016
11
Se non viene contrastato diventa un forsennato produttore di norme spesso anche deliranti
Il burocrate non possiede freni
La Regione Lombardia e gli appartamenti in affitto
DI
GIORGIO SPAZIANI TESTA*
L
a Regione Lombardia
ha deciso che un privato cittadino che voglia
esercitare il suo diritto
di proprietà su un appartamento (dandolo in affitto, come
il Codice civile gli consente da
alcuni decenni) può farlo solo se
la casa ha i «requisiti minimi
obbligatori» elencati in un allegato di tre pagine pubblicato
all’interno di un regolamento di
una ventina (n. 7/2016).
Facciamo qualche esempio, per chiarire di che cosa
stiamo parlando.
In ogni «unità abitativa»
deve essere presente la seguente dotazione: «1 batteria
di pentole da cucina, 2 coltelli
da cucina, 1 zuccheriera, 1 caffettiera, 1 scolapasta, 1 mestolo, 1 insalatiera, 1 grattugia, 1
spremiagrumi, 1 apribottiglie/
cavatappi, 1 bricco per il latte, 1
bollitore elettrico per te (scritto
così) e tisane, 1 pattumiera con
sacchetti, 1 adattatore elettrico
universale, 1 tovaglia, 2 canovacci da cucina».
Per ciascuna persona «ospitabile» devono poi esserci: «2
coltelli, 2 forchette, 2 cucchiai,
2 piatti piani, 1 piatto fondo,
2 bicchieri, 1 tazza, 1 tazzina»
(hanno dimenticato le posate
per il dessert, ma interverrà
certamente un provvedimento
correttivo).
In bagno devono essere
presenti, fra l’altro: «lavandino», «doccia o vasca», «tazza»,
«bidet» («in caso di impossibilità
tecnica» – precisa però il regolamento con non comune tolleranza – «è ammessa la deroga»),
«chiamata di allarme», «tappeto
da bagno», «carta igienica con
riserva» (da apprezzare la
visione lungimirante del legislatore regionale), «sacchetti
igienici», «cestino rifiuti»,
«specchio e contigua presa per
energia elettrica», «mensola»,
«scopettino», «asciugacapelli». Fra le dotazioni generali,
è previsto il televisore, ma solo
«preferibilmente», e poi «scopa, paletta, secchio, spazzolone e straccio per pavimenti» e
tanto altro.
Poiché l’ospite non va
lasciato solo, il regolamento lombardo prevede anche
l’obbligo per il proprietario
di fornirgli «documentazione di informazione turistica»
in italiano e in inglese. Tale
materiale – precisa il provvedimento regionale – «deve
essere messo a disposizione
in formato cartaceo e può
essere messo inoltre a disposizione anche in formato
elettronico».
Tutti i dispositivi e le
attrezzature devono essere
«in condizioni impeccabili», e
«il servizio di assistenza deve
essere garantito con un intervento risolutivo in tempi ragionevolmente compatibili con
il termine di permanenza degli ospiti nell’appartamento»
(se l’idraulico tarda, insomma,
son dolori).
Le regole riassunte, e molte
altre ancora, si applicano «agli
alloggi o porzione degli stessi
dati in locazione per finalità
turistiche per una durata non
superiore ai 30 giorni» (per un
affitto di 31 giorni, chissà perché, la Regione consente che in
casa manchi lo spremiagrumi
o che la persona «ospitabile»
abbia una sola forchetta anziché due). A parte la palese
illegittimità di queste norme,
viene da chiedersi: ha un senso
tutto ciò?
*Presidente
di Confedilizia
DIBATTITO
Perché Papa Bergoglio non corregge
(o non fa correggere) i travisamenti?
Antonino D’Anna, vaticanista acuto e
col senso della notizia, ieri rispondeva su ItaliaOggi a Pino Nicotri il quale, aveva letto
nelle parole di Papa Bergoglio in chiusura
dell’Anno santo, «uno sdoganamento dell’aborto». Nel farlo, D’Anna tracciava una serie di
situazioni in cui le parole di Francesco sono
state non comprese e travisat dai media. Sul
perché accada, il vaticanista individua lucidamente le cause: l’essere il Papa «confuso e
confusionario»e usare un linguaggio «spesso
ambiguo». Tuttavia non si spinge a ipotizzare
perché la sua «capacità di comunicare, che non
ha eguali in giro», diventi improvvisamente
fallace in materia di temi etici.
Se Bergoglio è infatti così straordinariamente efficace nel parlare al mondo, specialmente ai lontani dalla Chiesa, perché sugli
ex-valori non negoziabili non ha la forza di far
capire come la pensa effettivamente? E per-
ché l’interpretazione, talvolta errata delle sue
parole, non viene corretta subito e con forza?
Non che i mezzi gli manchino: tutto si può dire,
furoché il suo pontificato debba fare i conti con
una stampa avversa e ostile, come per esempio, per lunghi anni, toccò a Giovanni Paolo
II finché, impossibile da piegare e ammalato,
divenne un eroe per quei giornali che l’avevano
attaccato senza tregua. O si deve pensare che,
se il papa Francesco lo volesse, non sarebbe in
grado di far passare la correzione di un concetto che gli viene attribuito?
In molti cristiani, invece, si va facendo largo l’impressione che, essendo proprio
il Papa un formidabile comunicatore, se certi
fraintendimenti non vengono minimamente
corretti, è perché così voglia fare. E che, per
qualche imperscrutabile motivo, ritenga che il
consenso possa venire prima della verità.
Bonifacio Borruso
ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI
Nell’Horse Grand Prix, l’Assemblage ètèroclite si ferma al 49,7%
DI
M
MARIO SECHI
eno due. Il 5 dicembre ci
sarà un’Italia nuova? È la
domanda che tutti si pongono a due giorni dall’alba del giorno dopo. Per abbozzare
una risposta, bisogna prima mettere
insieme un po’ di pezzi sparsi qua e
là per avere uno scenario compiuto.
Quali pezzi? Proviamo a fare un’analisi di stile anglosassone con un po’
di strumenti da mandrakata, corse
di cavalli, bookmakers, poi due o tre
numeri presi dai mercati, infine i
dati Istat su clima di fiducia tra le
famiglie e le imprese. E’ il laboratorio
alchemico dell’analista politico non
convenzionale, divertimento totale,
fase PlayStation.
Corse di cavalli. I sondaggi
sono off? Nessun problema, ci sono
le corse di cavalli. Antesignani della disciplina del trotto e galoppo
partitante sono Andrea Mancia
e Matteo Bressan con il loro blog
Right Nation. È gente in gamba, virtuosamente fuori dall’establishment
giornalistico, e si è fatta le ossa con
le elezioni americane, il vero campo
di battaglia per chi ama le campagne
elettorali. Andiamo al punto: come
vanno le corse nei vari ippodromi
del Belpaese? Ecco la sorpresa scodellata da Mancia e Bressan: l’ultima
voce dalle scuderie (molto autorevole) dice che Truie Blessée fa 50,3% e
vince per distacco al fotofinish contro
Assemblage Hétéroclite che si ferma
a 49,7%. Traduzione: vince il Sì per
un’incollatura. La prosa delle corse
clandestine è uno spasso, eccone un
brano. Lavorate con l’immaginazione
sui nomi che si nascondono dietro i
cavalli e le scuderie e avrete una delizia da delibare:
«Assemblage Hétéroclite (sostenuto dalle scuderie Groom de Bootz,
Varenne, Frères Tricolòr, Société
Genérélle de l’Energie, Gauche Passé,
Igor Brick e dagli oppositori interni di
Fan Idòle) è partito subito fortissimo
ed è rimasto al comando nelle prime
due curve del tracciato. Già alla terza
curva, però, Truie Blessée (sostenuto
dai fedelissimi di Fan Faròn in Fan
Idòle, Ipson de le Scipiòn e Petit Vert)
è riuscito a colmare il gap, rimanendo
appaiato all’avversario fino al rettilineo finale».
Bookmakers. Andrà davvero
così? Il titolare di List prima della
corsa finale ha fatto un salto a Londra per piazzare un paio di puntate
dai bookmakers: in generale, le quote
su una eventuale vittoria del No sono
a 1.29 mentre il Sì viene dato a 3.50. Il
No è ancora favorito, ma c’è un’ascesa
del Sì e la conferma arriva dall’analisi di altri flussi provenienti da altri
mondi.
I rumors online. Bussiamo alla
porta di Predata, azienda fondata da
analisti, trader e ingegneri, che analizza i flussi delle campagne digitali.
Secondo questa analisi (la più interessante tra quelle che ha visionato il
titolare di List) la campagna digitale
per Renzi ha fatto il sorpasso e il Sì è
in vantaggio. Cosa cercano gli elettori
online? Informazione neutrale (pagine di Wikipedia), articoli e video che
spiegano perché votare Sì, e il video del
rapper BelloFigo, un fenomeno musicale da seguire nella sua solo apparentemente squinternata composizione.
Sintesi dell’analisi di Predata: Renzi
ha accelerato. Questo non significa
che vincerà, ma il risultato non è più
scontato come appariva qualche settimana fa.
Mercati. E la Borsa? Il rendimento del Btp a 10 anni nell’ultima
settimana fa l’altalena, ma la curva
non è più in fase skyrocketing, i mercati stanno prendendo le misure e
stimano lo scenario con prudenza. Il
rendimento del Btp è un buon indicatore sulla febbre pre-referendum, ma
bisogna tenere conto che è influenzato
da potenti fattori esterni, in particolare l’andamento di Wall Street dove è in
corso un accelerato e intenso cambio di
strategia degli investitori che stanno
passando dall’investimento in titoli di
stato americani al mercato azionario.
L’effetto Trump ha fatto balzare i rendimenti del Tresaury note a 10 anni al
massimo degli ultimi 17 mesi (2.444
per cento) e il mercato globale del debito sovrano è sotto pressione.
Sintesi finale sul referendum.
Assisteremo a un altro epic fail come
nel caso della Brexit e di Trump? E’
sulla scorta di questa tragica esperienza di forecasting che il titolare di List
da tempo fa analisi usando anche altri
strumenti considerati (a torto) esoterici rispetto al canone classico dei sondaggi. Tutti questi dati dicono che il
Sì ha guadagnato terreno e l’ultima
fase della campagna del premier è
stata di grande intensità.
Basterà a Renzi per colmare il gap
iniziale, eliminare gli errori strategici e vincere? Di certo siamo di fronte
a un eccezionale caso elettorale da
analizzare. Attendiamo la mattina
del 5 dicembre, il risveglio. Meno due.
La storia sta correndo. Dove? Perbacco, dove, se non a Indianapolis?
Il Foglio.it – List