Non di Solo Pane

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Transcript Non di Solo Pane

Non di
solo
PANE
Sussidio di preghiera per la famiglia
Domenica 11 Dicembre 2016
III Settimana di Avvento
Anno XVIII - n°
Luce dei ciechi e forza dei deboli
Settimanale di preghiera
781
Offerta della giornata
“Pregare,
forse il
discorso
più urgente”
Sussidio
di preghiera
per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Dicembre 2016
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
Intenzioni mese di Dicembre
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.
Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le
azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore
del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi
nell’Eucaristia per la salvezza del mondo.
Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida
e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore.
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego
specialmente per le intenzioni che il Santo Padre
raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo
mese
Intenzione del Santo Padre
Perché sia eliminata in ogni parte del mondo la piaga
dei bambini-soldato.
le gioie e le sofferenze
Intenzione missionaria
di questo giorno,
Perché i popoli europei riscoprano la bellezza, la
bontà e la verità del Vangelo, che dona gioia e speranza alla vita.
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Intenzione dei vescovi
Perché, nei territori invasi dalla criminalità organizzata, le famiglie e la società civile riescano a sottrarre i ragazzi ai tentacoli delle mafie.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 2
III Domenica di Avvento
Le persone che vivono nel loro piccolo mondo
non riescono mai a godersi il mondo degli altri.
Domenica
11
Dicembre
III Settimana
del Salterio
Il santo del giorno:
S. Damaso I Papa
Spagnolo di origine,
ma probabilmente
nato a Roma, Damaso divenne Papa
nel 366, dopo la
pace costantiniana.
Si adoperò affinché
la catacombe non
cadessero in rovina
e non fosse perduta
la memoria dei
martiri. Man mano
che ne rintracciava
le tombe, le ornava
di poetiche epigrafi
di sua composizione. Ma non fu solo
archeologo e letterato. Agì con fermezza di fronte al
rappresentante del
potere civile, l'imperatore, e commissionò a san Girolamo la traduzione in
latino della Bibbia.
Morì nel 384.
Brano Evangelico: Mt 11,2­11
Agisci
Starò quanto più
tempo possibile in
adorazione eucaristica, in riparazione
delle offese contro
la pace.
Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle
opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: «Sei
tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?». Gesù
rispose: «Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I
ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono
guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è
predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di
me». Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Gio­
vanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una
canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere?
Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide
vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a ve­
dere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui,
del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
che preparerà la tua via davanti a te. In verità vi dico: tra i nati di
donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il
più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
Contemplo: Elia è già venuto
Giovanni il Battista, il Precursore,
che annuncia la venuta del Messia,
è il personaggio tipico dell'Avven­
to. Elia, «assunto in un turbine di
fuoco... designato a rimproverare i
tempi futuri» (Sir 48,9­10) è il rap­
presentante di tutti i Profeti. Gesù
afferma che il vero Elia dei suoi
tempi è Giovanni Battista. Dopo
Giovanni Battista e tutti i Profeti,
anche il Figlio dell'uomo dovrà
soffrire, ma per rinnovare e risu­
scitare: «Beati coloro che ti hanno
visto e si sono addormentati nell'a­
more!» (Sir 48,11).
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 3
P a g i n e
Il dubbio ci apre alla
speranza
di don Luciano Vitton Mea
Alzi la mano chi non ha
mai avuto un dubbio di
fede! Io ne ho avuti e, forse, è proprio grazie a questo che credo. Anche un
grande Papa come Paolo
VI, in una delle sue annotazioni, scriveva: "Il dubbio è la via alla verità".
Basta non nascondersi dietro di esso, dire: “Non troverò mai risposta”, allora
impediremmo alla Grazia
di lavorare, di smuovere in
noi il terreno sassoso fino
a farlo diventare fertile.
Anche Giovanni, così sicuro in precedenza, oggi è
attraversato dal dubbio.
La domanda è chiara: “Sei tu
colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”.
In apparenza, Giovanni sembra proprio un'altra persona,
più intimidita dagli eventi.
Non dimentichiamo che in
questa pagina lo troviamo imprigionato nelle carceri del re
Erode. Giovanni non è un
malfattore, ma uno che parla
delle cose di Dio, quindi il
suo è un dubbio importante,
di quelli che fanno riflettere.
Molte volte di fronte al male
del mondo anche noi coviamo
lo stesso dubbio: Sei proprio
tu colui che deve venire? Di
fronte ai problemi dell'umani-
b i b li c h e
tà: fame, guerre, divorzi,
suicidi, malattie... qual è la
risposta? 13 milioni di bambini orfani dell'AIDS, 40 milioni le persone infettate
dall'AIDS, 826 milioni di persone nel mondo sono malnutrite. Due miliardi di persone
soffrono di anemia per mancanza di ferro, dovuto ad
una scarsa alimentazione
30.500 bambini ogni giorno
muoiono per malattie facilmente curabili Nel Sud del
Mondo il 60% della Popolazione vive con 1 dollaro al
giorno. Più di 50 milioni di
persone soffrono di lesioni
cerebrali dovute alla fame.
In Cina un milione di operaie
lavora per più di 15 ore al
giorno. Sei proprio tu colui
che deve venire? La risposta
di Gesù è: “Riferite a Giovani (e a ciascuno di noi) ciò
che voi vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi
camminano, i lebbrosi sono
guariti…”. Sì, Gesù, la vita
con Te rinasce e nel mondo
si ricrea la speranza. Sei
proprio Tu colui che deve
venire.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 4
P a g i n e
Meditazione del giorno
La compassione è frutto
della solitudine
b i b li c h e
Preghiamo la
Parola
Signore Gesù,
forse il gusto che ancora
La compassione è il frutto della solitudine. Non sottovalutiamo quanto è difficile essere compassionevoli. La compassione è difficile perché richiede la
disposizione interiore ad andare con gli altri, laddove essi sono deboli, vulnerabili, soli e devastati.
Ma questa non è la nostra reazione spontanea alla
sofferenza. Ciò che desideriamo di più è eliminare
la sofferenza fuggendo da essa o trovando una cura
rapida contro di essa. Questo si cerca principalmente facendo qualcosa per dimostrare che la nostra presenza cambia effettivamente le cose. Così
non riconosciamo il nostro dono più grande, che è
la nostra capacità di entrare in solidarietà con coloro che soffrono.
È nella solitudine che questa solidarietà compassionevole cresce. Nella solitudine ci rendiamo conto
che niente che riguardi l'uomo ci è estraneo, che le
radici di tutti i conflitti, della guerra, dell'ingiustizia, della crudeltà, dell'odio, della gelosia e dell'invidia sono conficcate in profondità nel nostro cuore. Nella solitudine, il nostro cuore di pietra può
essere trasformato in un cuore di carne, un cuore
ribelle in un cuore contrito e un cuore chiuso in un
cuore capace di aprirsi a tutte le persone che sof­
frono in un gesto di solidarietà.
non abbiamo assaporato
è quello della vera libertà,
la libertà con cui tu
ci alleni alla pazienza
dell'attesa, la libertà
del nostro cuore
di uscire dalle proprie
attese e aprirsi
al tuo modo insolito
di donare la vita.
Donaci di gustare
il sapore di questa libertà
e noi potremo non
attendere altro
che la tua gioia.
(H.J.M. NOUWEN, La via del cuore, Brescia 1999, 37-39).
Non di solo pane ­ Numero 781­ Tempo di Avvento ­ pagina 5
III Settimana di Avvento
Le persone sentono ciò che pensi di loro.
Se vuoi cambiare il loro atteggiamento
nei tuoi confronti, cambia
l’atteggiamento negativo che hai verso di loro.
Il santo del giorno:
B. Maria Vergine
di Guadalupe
L'apparizione, il 9
dicembre
1531,
della
"Morenita"
all'indio Juan Diego, a Guadalupe,
in Messico, è un
evento che ha lasciato un solco
profondo nella religiosità e nella
cultura messicana.
L'evento guadalupano fu un caso di
“incultu ra zio ne”
miracolosa: meditare su questo evento significa oggi porsi alla scuola
di Maria, maestra
di umanità e di fe-
Lunedì
12
Dicembre
III Settimana
del Salterio
de, annunciatrice
e serva della Parola, che deve risplendere in tutto
il suo fulgore, come l'immagine misteriosa sulla tilma
del veggente messicano, che la
Chiesa ha di recente proclamato
santo.
Brano Evangelico Mt 21,23­27
Agisci
Cercherò di essere
sempre più degno
del nome di cristiano, senza mai compromessi
con
il
mondo.
Entrato nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi
sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità
fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose: «Vi farò
anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con qua­
le autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva?
Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se
diciamo: "dal Cielo', ci risponderà: "perché dunque non gli avete
creduto?''; se diciamo "dagli uomini', abbiamo timore della folla,
perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo perciò
a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro:
«Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Contemplo: Chi ti ha dato questa autorità?
Quante volte gli uomini si sono
interrogati sul concetto di autorità
e quante volte hanno abusato di
questo concetto.
La presenza autorevole ­ non auto­
ritaria ­ di Gesù tra gli uomini è la
risposta a tutte le confusioni. Dice
san Paolo: «Siamo tutti figli di Di­
o... non c'è più né giudeo né greco,
né schiavo né libero, né uomo né
donna, poiché tutti voi siete uno in
Cristo Gesù» (Gal 3,28). L'Amore
ci rende liberi servitori di tutti.
Ogni autorità viene da Dio, Dio
solo è autorità, perché è Amore.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 6
Meditazione del giorno
La conversione non è
frutto di volontà.
Vuoi essere veramente convertito? Vuoi essere trasformato? O vuoi continuare da un
lato ad attenerti al tuo vecchio modo di vita, mentre dall'altro chiedi alla gente di
aiutarti a cambiare?
La conversione non è certamente qualcosa
che puoi darti da solo. Non si tratta di forza
di volontà. Devi confidare nella voce interiore che ti mostra il cammino. Tu conosci
questa voce intima; ti volgi spesso ad essa.
Ma dopo aver udito con chiarezza quello che
ti si chiede di fare, cominci a porre domande, a sollevare obiezioni, a cercare l'opinione di chiunque altro. Diventi così prigioniero di innumerevoli e spesso contraddittori
Meditiamo la Parola
Una cattiva coscienza
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Nota la cattiva coscienza dei farisei: essi, che volevano cogliere in fallo Gesù,
in realtà si trovano scoperti nelle intenzioni maligne del loro cuore. Essi, che
per primi hanno rifiutato la parola del
nuovo Elia, come potranno accogliere
quella del Messia? Come potranno riconoscere nelle parole e nella persona di
Gesù il figlio di Dio? Per questo motivo,
il Cristo non risponde alle loro domande,
ma fa prendere loro coscienza dell'incongruenza delle loro richieste. Riconoscere il passaggio di Dio e della sua grazia nella nostra vita non è semplice: però, quello che possiamo fare è accoglierlo con retta coscienza. Questo ci mette
in sintonia con l'agire di Dio e ci rende
pronti a compiere la sua volontà. Altrimenti, egli si rifiuta di rispondere alle
nostre domande.
pensieri, sentimenti e idee, e perdi contatto col Dio che è in te. Finisci così per essere
dipendente da tutte le persone che hai riunito intorno a te.
Soltanto ascoltando costantemente la voce
interiore puoi essere convertito a nuova vita
di libertà e di gioia.
(H.J.M. NOUWEN, La voce dell'amore, Brescia 1997,19-20).
Preghiera
Signore Dio nostro, che ci hai creato capaci
di guardare oltre il velo opaco della realtà,
fa' che mai confondiamo il dono, nemmeno
il più bello, con il donatore. E quando, lungo la strada della vita, ci capiterà di non
poter godere dei doni né del donatore, rendi
il nostro occhio tanto penetrante da saperti
riconoscere come il Padre che, in Gesù, tutto e sempre vuole ancora donarci.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 7
Martedì
13
Dicembre
III Settimana di Avvento
L’amore e la fiducia sono come gemelli siamesi.
Non si può avere l’uno senza l’altra.
Il Santo del giorno:
Santa Lucia
La vergine e martire Lucia è una delle
figure più care alla
devozione cristiana. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la
persecuzione
di
Diocleziano
(intorno
all'anno
304). Gli atti del
suo martirio raccontano di torture
Agisci
Rafforzerò
stimonianza
più
antica del culto di
Lucia. Una devozione diffusasi molto
rapidamente:
già
nel 384 sant'Orso
le dedicava una
chiesa a Ravenna,
papa Onorio I poco
dopo un'altra a Roma. Oggi in tutto il
mondo si trovano
reliquie di Lucia e
opere d'arte a lei
ispirate.
Brano Evangelico: Mt 21,28­32
la
mia
fede pregando con
costanza,
atroci inflittele dal
prefetto Pascasio,
che non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Proprio nelle catacombe di Siracusa, le
più estese al mondo dopo quelle di
Roma, è stata ritrovata
un'epigrafe
marmorea del IV
secolo che è la te-
III Settimana
del Salterio
sperando
anche per chi non
riesce a farlo.
«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo dis­
se: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, si­
gnore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed
egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei
due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E
Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi
passano avanti nel regno di Dio. È venuto a voi Giovanni nella
via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prosti­
tute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto
queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli.
Contemplo: Si pentì e andò
nella vigna
Il tempo dell'Avvento è anche
tempo di «penitenza». Il concetto
di «penitenza» non è però quello
di castigo: il peccato stesso è già
un castigo. Gesù ci ha chiamati a
«cambiare mentalità».
Paenitere in latino significa esse­
re sinceramente insoddisfatto, noi
diremmo voler «ricercare la stra­
da giusta per fare il bene».
«Rivela la tua presenza / il tuo
splendore mi catturi la vista / solo
la tua bellezza vera / curerà il mal
d'Amore».
(san Giovanni della Croce)
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 8
Meditazione del giorno
di don Luciano Vitton Mea
Meditiamo la Parola
Non a parole, ma con i fatti.
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Non lasciamoci ingannare
dalla sua povertà
“Noi predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza
di Dio.
Come fa Dio ad essere sapiente e forte se ha scelto ciò che agli occhi degli uomini e stoltezza e
debolezza? Chi di noi definirebbe saggio uno che
lascia un palazzo rivestito d’oro e di pietre preziose per andare ad abitare in una spelonca? O
forte chi ha scelto di deporre le armi, non chiama
il proprio esercito a difenderlo, si lascia schernire, deridere e flagellare? Che strano Dio è il nostro che lascia le dimore celesti per diventare
uno di noi, anzi il più misero di tutti? Che logica
c’è nell’accentare di farsi giudicare da un procuratore in una sperduta provincia del grande impero romano? E’ san Paolo che indirettamente
risponde a queste domande, all’enigma stesso
dell’Incarnazione, nella sua lettera ai Romani:
“Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli
uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte
degli uomini”.
Platone, nel Simposio, definisce l’amore “follia”;
ecco perché, precisa, l’uomo null’altro è “che la
propria follia”. La ragione ci accomuna, la follia
ci caratterizza. Dio è sapiente e forte perché è
follemente innamorato della sua creatura e per
amore si abbassa per poterla incontrare e innalzare. E la sorte muta. Erode è debole perché teme di perdere il proprio potere, i dottori della
legge e gli scribi sono stolti perché presumono di
sapere e di sconoscere i misteri imperscrutabili di
Dio. Se voglia incontrare il Signore degli eserciti
doppiamo diventare pastori, lasciare il tepore dei
bivacchi, scendere i sentieri scoscesi, odorosi di
muschio fresco e di sterco, della Palestina , fino a
giungere in un povero rifugio di animali. Li incontreremo un Dio bambino. Non lasciamoci ingannare dalla sua povertà perché “la debolezza di Dio è
più forte degli uomini”.
Parroco di Gargnano
Davanti a Dio non è importante cosa si
dice, ma cosa si fa. Il primo figlio è immagine del popolo di Israele, il quale
con la bocca ha accettato l'alleanza con
Dio, ma poi, in pratica, l'ha rifiutata.
Invece, vi è una folla di persone fedeli
la quale, pur non appartenendo ufficialmente al popolo eletto, ha dimostrato
di avere maggior fede, in quanto ha
creduto alle parole del figlio di Dio.
Certo, è un popolo composto da personaggi alquanto particolari; sono pubblicani e prostitute, cioè peccatori pubblici lontani - almeno secondo la mentalità
dell'epoca - dalla grazia di Dio. Invece
essi hanno avuto un grande merito: hanno avuto il coraggio di credere nelle parole di Gesù e fidarsi della sua parola di
perdono e di salvezza. I farisei, invece,
non hanno accolto questa grossa opportunità.
Preghiera
Signore Gesù, tu non ci chiedi sacrifici né
devozioni, ma orecchi in ascolto, occhi aperti sulla bontà del reale, un cuore disposto a
battere al tuo ritmo d'amore. Ci chiedi di
voltare le spalle alla paura di fidarci di te
quando ci proponi l'impossibile. Guidaci
oltre il sentire, per sentire attraverso tutte le
cose che obbedire a te significa entrare nella
nostra verità.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 9
Pagine bibliche
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
La cintura inutilizzabile
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Signore mi parlò così: «Và a comprarti una cintura di lino e mettitela ai fianchi senza immergerla nell'acqua». Poi la parola del
Signore mi fu rivolta una seconda volta: «Prendi la cintura che
hai comprato e che porti ai fianchi e và subito verso l'Eufrate e
nascondila nella fessura di una pietra». Ora, dopo molto tempo, il
Signore mi disse: «Alzati, và all'Eufrate e prendi di là la cintura
che ti avevo comandato di nascondervi». Io andai verso l'Eufrate,
cercai e presi la cintura dal luogo in cui l'avevo nascosta; ed ecco,
la cintura era marcita, non era più buona a nulla.
(Geremia 13,1-11)
Dio rivela a Geremia un’altra
immagine sublime per farci capire dove porta l’infedeltà e il
tradimento all’alleanza d’amore
stabilita con Lui. La cintura di
lino marcita nella fenditura di
una pietra presso il fiume Eufrate è l’emblema della decadenza umana, quando si scivola nella malvagità, ci si rifiuta di ascoltare la Parola che salva, si
rimane chiusi
nell’anfratto
dell’egoismo e del proprio interesse. Lo stato di degrado e il
marcio
della cintura menzionata da
Geremia mi ricorda tanto la
depravazione in cui erano caduti i due vecchi giudici protagonisti dell’episodio narrato
nel capitolo tredicesimo del
Libro del profeta Daniele.
In preda alla passione spiavano
Susanna mentre faceva il bagno; non potendola possedere
l’accusarono ingiustamente di
adulterio e la fecero condannare a morte. Solo l’intervento
del giovane profeta evitò il
tragico epilogo: Susanna venne
scagionata e i due vecchi
condannati alla stessa pena.
Il profeta Daniele li definì
“invecchiati nel male”, cioè
marci dentro, divorati dal
fuoco delle passioni. La cintura di Geremia descrive non
solo il peccato ma la partita
del senso del medesimo.
Quando ci si abitua al male,
si è immersi nelle acque malsane dei vizi e delle passioni
le maglie della coscienza si
allentano, marciscono e non
distinguono più il bene dal
male. Quando una coscienza
è marcia si entra in una sorta
di coma profondo ed irreversibile. Geremia profetizza
contro un popolo ormai avvezzo agli idoli, lontano da
Dio, invecchiato nel culto
delle alture; ecco perché Dio,
tramite Geremia, pronuncia
parole terribili. “Poiché questo popolo malvagio segue
altri dei per servirli e per adorarli, diventerà come questa cintura, che non è più
buona a nulla …”
Non temo il peccato ma una
coscienza invecchiata nel male, imputridita e quindi inservibile. In questo tempo
d’avvento vigiliamo, prestiamo attenzione alla potente
voce di Dio e dei suoi profeti
affinché il nostro cuore, intorpidito ai tiepidi raggi
dell’effimero, sia pronto a
ricevere il “Signore che viene
a visitarci come sole che sorge”.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 10
Mercoledì
14
Dicembre
III Settimana di Avvento
Ogni esperienza
ha il fine di fortificarti
Il Santo del giorno:
S. Giovanni della
Croce
S a c e r d o t e
dell’Ordine
dei
Carmelitani e dottore della Chiesa,
che, su invito di
santa Teresa di
Gesù, fu il primo
tra i frati ad aggregarsi alla rifor-
Agisci
Cercherò di avvicinare giovani ed anziani i piccoli di
questo mondo, per
aiutarli a vivere nella Grazia di Dio nostro Padre.
III Settimana
del Salterio
ma dell’Ordine, da
lui sostenuta tra
innumerevoli fatiche, opere e aspre
tribolazioni. Come
attestano i suoi
scritti, ascese attraverso la notte
oscura dell’anima
alla montagna di
Dio, cercando una
vita di interiore
nascondimento in
Cristo e lasciandosi ardere dalla
f i a m m a
dell’amore di Dio.
A Ubeda in Spagna
riposò, infine, nel
Signore.
Brano Evangelico: Lc 7,19­23
E li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dob­
biamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dis­
sero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandar­
ti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». In
quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da in­
fermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi
diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò
che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zop­
pi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i
morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E
beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!».
Contemplo: Sei tu colui che
deve venire?
«Io sono il Signore e non c'è
alcun altro» (Is 45,5). Non dob
­biamo aspettare un altro,
perché uno solo è Dio e uno
solo il Mediatore fra Dio e gli
uomini, l'uomo Cristo Gesù
(1Tm 2,5).
Nella diversità dei doni, uno
solo è lo Spirito, uno solo è il
Signore, uno solo è Dio che
opera tutto in tutti (1Cor 12,4
­6). Non dobbiamo aspettare
un altro: Gesù è in mezzo a
noi, è con noi!
Non di solo pane ­ Numero 781­ Tempo di Avvento ­ pagina 11
Meditazione del giorno
Luce dei ciechi e
forza dei deboli
O mio Signore e mio Dio,
ascolta la mia preghiera;
la tua bontà appaghi il
mio desiderio. Non per me solo esso brucia
dentro di me, ma vuole giovare anche alla
carità fraterna: tu vedi nel mio cuore che è
proprio così. Dammi ciò che devo offrire
perché sono un mendicante bisognoso, tu
sei «ricco per tutti quelli che ti invocano».
Tu, libero da ogni necessità, ti prendi cura
di noi. Dio mio, luce dei ciechi e forza dei
deboli, ma anche luce di chi vede e forza di
chi è forte: prestami attenzione. Se le tue
orecchie non sono presenti anche nell'abisso, dove andremo? Verso dove volgeremo il
nostro grido? Se busso alla porta, non tenerla rinchiusa. Appaga l'amor mio, perché io
amo. E quest'amore me l'hai dato tu. Non
Meditiamo la Parola
Vivere la sua Parola, sempre ….
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Mai come oggi questa parola di Gesù è
attuale: quante persone, al giorno d'oggi, pur dicendosi cristiani si vergognano
delle sue parole? Soprattutto quando si
affrontano certi discorsi nei quali la parola di Gesù, attraverso la voce del Papa, viene ribadita con forza, molti cristiani si dissociano. A quel punto, sembra che si possa essere fedeli soltanto
ad alcune verità del Vangelo, quelle che
ci fanno comodo, costruendoci così una
religione a nostra misura. Invece, non è
questa l'idea di fedeltà che hanno avuto
i santi: molti di essi, per essere co­
erenti all'insegnamento del Maestro,
hanno pagato persino con la loro vita.
Non ti sembra che noi per primi dovremmo essere proprio quei credenti che non
si scandalizzano di Gesù, soprattutto
quando egli ci chiede di vivere la sua
parola in maniera autentica e totale?
lasciare nell'abbandono i tuoi doni, non disdegnare questo tuo filo d'erba assetato. Ti
scongiuro per il Signor nostro Cristo Gesù,
per mezzo del quale sei venuto in cerca di
Preghiera
me che non ti cercavo e m'hai cercato perché ti cercassi
(AGOSTINO, Confessioni, XI, 2).
0 Signore, tu sei l'unico che dice parole vere
di amore e le compie in gesti di cura, guarigione, consolazione, salvezza per noi, discepoli stanchi e sfiduciati. Tu sei l'unico che
davvero e in ogni circostanza si fa carico
della nostra debolezza perché diventi strumento di misericordia ricevuta e donata. Tu
sei colui che il nostro cuore attende, non altri.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 12
III Settimana di Avvento
In Paradiso le nostre lacrime verranno asciugate:
il dolore, la pena e l’angoscia della vita
saranno dimenticati come se fossero un sogno.
Il Santo del giorno:
S. Maria Crocifissa
di Rosa
Figlia di un imprenditore di Brescia,
Paola
Francesca
nacque nel 1813.
Rimasta orfana della madre, a undici
anni entrò in collegio e qui pronunciò
voto di castità. Non
acconsentì
quindi
alle proposte di matrimonio che il padre le procurava,
ma seguì la sua volontà andando a
dirigere una sua
azienda. Contemporaneamente si dedicò
con
sempre
maggiore dedizione
alla formazione delle fanciulle, all'assistenza di malati e
poveri, creando una
Giovedì
15
Dicembre
III Settimana
del Salterio
congregazione religiosa che venne
approvata nel 1851
con il nome di Ancelle della Carità.
Come religiosa prese il nome di Maria
Crocifissa e operò
ancora per pochi
anni, fino alla morte
avvenuta a Brescia
nel 1855. Fu canonizzata nel 1954.
Brano Evangelico: Lc 7,24­30
Agisci
Mi preparerò ad accogliere il Salvatore
che viene, offrendo
ogni sofferenza fisica e spirituale per
chi non crede.
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire
alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel
deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete anda­
ti a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che porta­
no vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei
re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e
più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando
davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te.
Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovan­
ni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il po­
polo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto
la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. Ma i farisei
e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso
vano per loro il disegno di Dio.
Contemplo:
Mando il mio messaggero
Gesù applica a se stesso le parole
del profeta Malachia che an­
nuncia l'Avvento di Dio: «Entrerà
nel suo tempio il Signore che voi
cercate» (Ml 3,1). Giovanni il
Battista è il suo messaggero.
Quante volte e con quanta discre­
zione Gesù ha cercato di farsi co­
noscere, e quanti messaggeri invia
ancora oggi! Cerchiamo di aprire
il cuore nell'ascoltare e nell'agire,
per non rendere vano in noi il di­
segno di Dio.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 13
Meditazione del giorno
di don Luciano Vitton Mea
Meditiamo la Parola
Una canna sbattuta dal vento
Meditazione di don Luciano Vitton Mea
Nel laboratorio di Dio
L’uomo è l’effige di Dio, la creatura fatta a sua immagine e somiglianza. Ma
anche i capolavori si deteriorano, sono soggetti
al lento logorio del tempo. Così è accaduto nella lunga storia dell’umanità, così accade nel
breve tratto della nostra storia personale.
L’umana esistenza è un alternanza di luci e di
ombre, di fughe e di ritorni, di fedeltà e tradimenti. Ora i caldi raggi del sole illuminano la
tela della storia, poi l’acqua scrosciate e
l’umidità della notte; le fibre si deteriorano,
l’affresco si riempie di muffe e microscopici
funghi. Abbiamo bisogno di essere restaurati,
di essere portati nel laboratorio di Dio per essere riportati agli antichi splendori.
In un bellissimo discorso di san Gregorio Nazianzeno, vescovo, leggiamo. «Il Principio che ha
origine dal Principio, la Luce che nasce dalla
Luce, la fonte della vita e della immortalità,
l'espressione dell'archetipo divino, il sigillo che
non conosce mutamenti, l'immagine invariata e
autentica di Dio, colui che è termine del Padre
e sua Parola, viene in aiuto alla sua propria immagine e si fa uomo per amore dell'uomo».
Gesù è il divino restauratore che facendosi uomo, assumendo la nostra povertà con tutte le
sue contraddizioni, eccetto il peccato, ridona
all’antico affresco del volto umano l’originario
splendore; nascendo in una grotta e morendo
sulla croce rende immortali le antiche tele della
storia umana. Dirà Gesù in un bellissimo passo
del Vangelo di Giovanni: “Non vi lascio più soli
ma vado a prepararvi un posto”. Nella grande
pinacoteca del Padre Gesù ha preparato un posto per l’affresco restaurato della nostra vita.
Parroco di Bovegno
Che cos’è l’uomo? Una canna sbattuta
dal vento, un arbusto che oggi c’è ma
che domani, come paglia, è disperso tra
le dune del deserto. Giovanni Battista
sembra dirci: Non temere piccolo arbusto, non avere paura, sta per arrivare
uno più potente di me, che non spezzerà la canna inclinata o spegnerà il lucignolo fumigante”. Quello che si leva dal
deserto di Giuda è una voce di speranza, un richiamo a preparare le vie al
Signore che viene. Ecco perché Gesù
definisce Giovanni “più che un profeta”, il più grande fra i nati da donna.
Il battesimo che amministra sulle rive
del fiume Giordano è un segno di rinnovamento interiore assolutamente necessario per accogliere la venuta del Messia. Anche noi ci mettiamo simbolicamente in coda per riceve l’invito pressate di
Giovanni alla conversione ed al cambiamento di mentalità.
Preghiera
Signore Dio nostro, nell'attesa infinita che ci
sembra di vivere, in cui sperimentiamo l'aridità e la debolezza della nostra umanità, non
sappiamo riconoscere la tua provvidenza e
la tua fedeltà. Tu che cori immenso amore ci
hai donato la vita e l'hai pensata così buona
da volerne rivestire la tua divinità, donaci di
custodire con speranza certa le tue promesse.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 14
III Settimana di Avvento
Non saprai mai quanto si può realizzare
finché non ci provi.
Venerdì
16
Dicembre
III Settimana
del Salterio
Il Santo del giorno:
Santa Adelaide
Figlia del re Rodolfo
II di Borgogna, nacque intorno al 931.
Dopo il breve matrimonio con Lotario II
re d'Italia, poi morto avvelenato, fu
perseguitata
dal
nuovo re Berengario
II. Si rifugiò presso
Agisci:
Ottone affrontò gravi intrighi di corte e
951 e con cui, nel
962, fu incoronata
si ritirò in Alsazia,
nel monastero di
imperatrice del Sacro Romano Impe-
Seltz da lei fondato.
Qui morì nel 999 e
ro,
dimostrandosi
sempre attenta alle
fu subito venerata
come santa. Fu ca-
vicende politiche e
solerte nell'assistere
i poveri e i bisogno-
nonizzata da Urbano II nel 1097. Viene raffigurata in a-
si. Dopo la morte dì
biti regali.
Brano Evangelico: Gv 5,33­36
Quando soffrirò a causa di contrattempi o
prove,
Ottone I di Germania, che sposò nel
mi
chiederò
che cosa il Signore
vuole insegnarmi attraverso di essi.
Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testi­
monianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo;
ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una
lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un
momento rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonian­
za superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha
dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testi­
moniano di me che il Padre mi ha mandato.
Contemplo:
Il Padre mi ha mandato
Gesù ci indica il modo per essere
certi che è proprio lui colui che
stavamo aspettando: «Le opere
che il Padre mi ha dato da com­
piere, quelle stesse opere che io
sto facendo, testimoniano di me
che il Padre mi ha mandato» (Gv
5,36). Riflettiamo su quanto egli
ha fatto per noi, e rendiamo grazie
per tanti suoi benefici, allora rico­
nosceremo in Gesù il nostro Sal­
vatore e Redentore.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 15
Meditazione del giorno
Meditiamo la Parola
Tu questo a Natale vuoi
da noi
Luoghi privilegiati
di K. BARTH
O Signore, tu ci prometti anche quest'anno d'andar incontro alla luce, alla festa e alla gioia del
natale, che mette davanti ai nostri occhi la realtà più grande che ci sia: il tuo amore, con il
quale hai amato il mondo fino a dare il tuo unico Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna.
Che cosa porteremo noi a te, che cosa ti offriremo? Quanta oscurità nei nostri rapporti umani e
nel nostro interno! Quanti pensieri confusi,
quanta freddezza e dispetto, quanta vanità e
odio! Quante cose, delle quali non puoi essere
contento, che poi ci dividono tra noi e non ci
sono di nessun aiuto! Quante cose, che sono in
stridente contrasto con il messaggio del natale!
Che farai tu di simili doni? E con simile gente,
quale noi tutti siamo? Ma proprio questo tu, a
natale, vuoi da noi, e vuoi strapparcelo - tutta
questa robaccia e noi stessi così come siamo -,
per donarci Gesù, il nostro Salvatore, e, in lui,
un nuovo cielo e una terra nuova, cuori nuovi e
nuove aspirazioni, una nuova chiarità e una nuova speranza per noi e per tutti gli uomini.
Sii tu stesso in mezzo a noi, in quest'ultima domenica che precede la festa, nella quale ancora
una volta ci riuniamo per prepararci a ricevere
tuo Figlio come dono! Donaci di parlare, di ascoltare, di pregare, qui, nello stupore e nella
gratitudine, per tutto quello che ci prepari, per
tutto quello che hai già deciso, per tutto quello
che hai già fatto! Amen
Meditazione a cura di don Carlo Moro
Parroco di Gargnano
Perché credere in Gesù? Perché adorarlo
come Dio e invocare da lui la salvezza? Di
fronte a queste domande, decisive per ogni
uomo, non c'è nulla da dimostrare; il mistero di Gesù semplicemente si mostra, si lascia soltanto intravedere in alcuni luoghi
privilegiati di testimonianza. Egli stesso,
nel Vangelo di oggi, indica questi luoghi di
testimonianza della sua divinità. Innanzitutto Giovanni Battista, acclamato come
profeta, che è venuto proprio a preparare
la strada al Signore. In secondo luogo la
testimonianza del Padre, di cui Gesù compie le opere che manifestano la venuta del
regno di Dio in mezzo a noi. Il tempo che
stai vivendo ti dà la possibilità di capire
che la tua vita ha senso solo se fissi
l’attenzione del tuo cuore sulla persona di
Gesù: è lui la rivelazione piena e definitiva
dell'amore del padre. Lasciati portare da
queste testimonianze ad adorare colui che
viene a salvarti.
Preghiera
Padre buono, tu ci correggi e ci chiedi obbedienza perché teniamo ferino lo sguardo e
ancorato il cuore alla meta di felicità del
nostro pellegrinaggio in questa vita. Rendici
pure stranieri a noi stessi, se questo è il sacrificio nel quale impariamo a percorrere
fino in fondo i nostri desideri e a lasciarci
recapitare nella vita del tuo Figlio, che si fa
uomo per noi.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 16
spiritualità
Gli approfondimenti di Non di Solo Pane
La stalla
di don Luciano Vitton Mea
«Diede alla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo
depose in una mangiatoia, perché
no n c’e r a po st o pe r lor o
nell’albergo».
(Luca 2, 7)
Gesù non nasce tra le mura
sacre del tempio, né in un
antico
palazzo
di
Gerusalemme o tra gli agi e il
calore di una delle tante case
della Palestina. Viene deposto
in una mangiatoia perché
nasce in un rifugio per animali,
in una stalla, nella penombra e
nella povertà di una semplice
capanna. Questo luogo, che
per ciascuno di noi diventa
santo, rientra nella logica e
nella provvidenza di Dio che
nulla lascia al caso. Perché
proprio in una stalla? Quando
ero bambino trascorrevo i
giorni delle vacanze estive e
natalizie presso le zie in una
piccola frazione di montagna
della provincia di Torino, tra
le meravigliose vette del
gruppo del Gran Paradiso. La
stalla delle zie, come quelle
dei vicini, era sempre
aperta, non era mai chiusa a
chiave.
Le
case
sono
sbarrate da un catenaccio,
la porta di una stalla basta
muoverla e lentamente,
cigolando, si apre con una
semplice spinta. Sulla soglia
avverti il tepore delle bestie
e il fieno ricorda i colori e i
profumi del prato. Tutti
possono entrare in una
stalla, senza eccezione,
ricchi e poveri, buoni e
cattivi. La stalla diventa un
vero e proprio “luogo
teologico”
dove
Dio
manifesta il desiderio di
incontrare tutti gli uomini,
anche quelli più soli ed
emarginati. I pastori non
sarebbero mai entrati nel
tempio di Gerusalemme
perché considerati ladri e
poco
credibili;
un
mendicante non avrebbe mai
osato entrare nella casa di
un benestante perché il
suo cattivo odore sarebbe
diventato imbarazzante;
un infermo o un lebroso
non
avrebbero
mai
varcato le soglie della
casa di una persona sana
perché la loro presenza
avrebbe generato paura e
timore. In una stalla
invece
tutti
possono
entrare, sentirsi a loro
agio, visitare il bambino,
rendergli omaggio con un
semplice
gesto
della
mano,
levandosi
il
cappello o con un piccolo
dono intrecciato con i
rami secchi di un vecchio
albero. Un tempo le
famiglie semplici e povere
di ritrovavano, durante le
lunghe
sere
invernali
nelle stalle; le donne
lavoravano a maglia e gli
uomini riparavano gli
utensili per il loro lavoro.
Si
parlava,
venivano
riferite le nuove del
giorno, si commentavano i
fatti che scandivano lo
scorrere del tempo. Dio,
per essere vicino agli
uomini, per diventare il
Signore dei cuori semplici
sceglie una stalla per
diventare bambino, per
diventare “uno di noi”.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 17
Sabato
17
Dicembre
III Settimana di Avvento
Un sorriso radioso
può scacciare le nubi dalla vita di qualcuno.
Il santo del giorno:
San Giovanni de
Matha Sacerdote
Nato in Provenza
nel 1155 circa e
divenuto sacerdote
e docente di teologia a Parigi, dopo
una visione comprese che la sua
missione era quella
di liberare gli schiavi cristiani in Africa.
Rinunciò
all'insegnamento per fondare un ordine religioso
consacrato
alla Santissima Trinità, da cui il nome
di trinitari. Ottenne
III Settimana
del Salterio
l'approvazione del
papa nel 1198. Giovanni morì a Roma
nel 1213 e il suo
culto venne approvato
nel 1666. È raffigurato con l'abito
bianco e la croce
dei trinitari.
Brano Evangelico: Mt 1,1­17
Agisci
Rifletterò su quanto
io mi affidi più alle
risorse materiali che
alla Provvidenza di
Dio.
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo
generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i
suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò E­
sròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb gene­
rò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab,
Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davi­
de. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa,
Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò A­
sàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò O­
zia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Eze­
chia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò
Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deporta­
zione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò
Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd
generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc ge­
nerò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar gene­
rò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo
sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di
tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Da­
vide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla
deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.
Contemplo :
Da Maria è nato Gesù
Gli antichi davano più importanza
di noi alle genealogie. Erano loro
più sensibili di noi alla bellezza
della famiglia? La genealogia in
Luca è differente da quella di Mat­
teo perché abbandona la linea di­
scendente dei re d'Israele, ma con
l'elenco dei padri risale ad Adamo
e a Dio. Le genealogie sono un
inno alla vita, alla nascita di un
individuo; un inno alla storia
dell'umanità, da cui Gesù ha as­
sunto la sua carne. Gesù è diventa­
to «la somma di tutte le generazio­
ni» il nuovo Adamo.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 18
Meditazione del giorno
di P. TEILHARD DE CHARDIN
Meditiamo la Parola
Nel Libro di Dio
Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea
Una lunga attesa
I lunghi e prodigiosi secoli che
precedono il primo natale non sono vuoti di
Cristo, ma penetrati dal suo potente influsso. Non scandalizziamoci più stupidamente
delle attese interminabili che ci ha imposto
il Messia. Non ci volevano niente di meno
che le fatiche spaventose e anonime
dell'Uomo primitivo, la durevole bellezza
egiziana, l'attesa inquieta di Israele, il profumo lentamente distillato dai mistici orientali, la saggezza cento volte raffinata dei
Greci, perché sul tronco di lesse e dell'Umanità germogliasse un virgulto e il Fiore potesse sbocciare.
Tutte queste preparazioni erano cosmicamente, biologicamente necessarie perché
Cristo mettesse piede sulla scena umana. E
tutto questo lavorio era mosso dal risveglio
attivo e creatore della sua anima in quanto
questa anima era eletta per animare l'Universo. Quando Cristo apparve nelle braccia
di Maria in lui si elevava tutto il mondo.
No, io non mi scandalizzo di queste attese
interminabili e di queste lunghe preparazioni. Le contemplo ancora nel cuore degli uomini di oggi che, di luce in luce, camminano
lentamente verso colui che è la luce. Camminano verso questa Parola che è stata detta, ma non udita ancora, un po' come lo
splendore delle stelle che impiega tanti anni per giungere ai nostri occhi
Parroco di Bovegno
Siamo di fronte a una delle pagine più belle
del Vangelo di Matteo perché questo brano
ci indica con chiarezza che Dio non rinnega
la storia degli uomini, non si vergogna di
noi. Infatti dietro questi nomi si nasconde
una storia ricca ed a volte contraddittoria,
nella quale la grazia di Dio spesso si adatta
alle scelte, spesso incoerenti e difficili, degli uomini. Gesù nasce proprio in questa
storia e non in un'altra: proprio nella contraddizione e nell'apparente lontananza da
Dio e dai suoi piani, si manifesta quella benevolenza del Signore che viene in mezzo a
noi nella pienezza dei tempi. I mezzi attraverso cui tutto questo si compie sono proprio l'umile Vergine di Nàzaret e il suo sposo Giuseppe. Sono proprio loro che, con la
loro rettitudine interiore, rappresentano la
pienezza ed il compimento dell'attesa dei
giusti di Israele. Unisciti all'attesa di Maria
e Giuseppe, in questo momento così particolare dell'anno liturgico, per godere della
grazia della venuta del Salvatore nella nostra storia e nella nostra carne.
Preghiera
O Sapienza che scendi dall'alto e ti
rivesti della nostra carne, solo tu puoi
illuminare la nostra mente e il nostro
cuore, solo tu puoi dissipare le tenebre che ancora ci avvolgono; apri i nostri occhi alla luce della tua parola e
guida i nostri passi sulla via della
salvezza.
Non di solo pane ­ Numero 781 ­ Tempo di Avvento ­ pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice
Fiorella Elmetti
Anno XVIII- n. 781
Domenica 11 Dicembre 2016
Redazione
don Luciano Vitton Mea,
don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti,
Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Chiuso il 07/12/2016
Numero copie 1350
Stampato in proprio
333/3390059
don Luciano
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da
don Luciano Vitton Mea
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità
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Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare)
I Santi del Giorno
Tutte le opere di San Agostino
I racconti di un pellegrino russo
L’Imitazione di Cristo
Ti aspetto ogni giorno su:
www.nondisolopane.it