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PRIMO PIANO
Il cinepanettone del 2016, Natale in Senato.
Claudio Cadei
Sala triste per Sant’Ambrogio
Che sfortuna per Giuseppe Sala. L’uomo che ha portato
mezzo mondo all’Expo di Milano, che ha ricevuto tutti i
capi di Stato nell’evento dell’anno 2015, non è riuscito
a godersi la sua Prima (volta) alla Scala da sindaco. È
colpa del No, che gli ha scombussolato i piani e, soprattutto, i primi piani fotografici. Non c’era il presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella, non c’era il premier
Matteo Renzi con la first lady, la signora Agnese. E non
c’era il gotha del governo uscente. Pensare che bastava
spostare il Referendum di qualche giorno. Far finire il
ponte dell’Immacolata e tutto si sarebbe aggiustato. E
invece.... Che stecca, caro Sindaco
Andrea Montanari
Presentat-arm virtuale
Presentat-arm virtuale alla classe della più valida donzella
del circo magico etrusco...l’Agnese!
Giulio Farnese
Basta cambiare l’indirizzo
«Ferma! Non spedire quel regalo!», urla l’amministratore
delegato alla segretaria. «Adesso che Renzi se ne va da
Palazzo Chigi, aspettiamo prima chi sarà il prossimo
inquilino, e poi cambiamo il nome sul pacco prima di
inviarlo»: succede anche questo, con la crisi di governo.
Specie a pochi giorni dal Natale. E poi dicono che la riconoscenza esiste!
Gianfranco Ferroni
Ingolfamento da legge elettorale
Dopo il No, quale sarebbe la soluzione più logica? Andare
subito a votare. Peccato però che il No, bocciando la riforma costituzionale, ha lasciato in vita il Senato, per votare
il quale occorre una nuova legge elettorale, perchè non
ce n’è più una per Palazzo Madama (l’Italicum era stato
tarato come se il Senato non ci fosse più). Conseguenza?
Il parlamento dovrà prendersi il suo tempo per varare
una nuova legge elettorale, facendo così slittare il momento del voto se non alle calende greche, quantomeno
a maggio (Berusconi vorrebbe addirittura novembre...).
Meglio aspettare un altro po’ per sapere di che morte
dobbiamo morire, no?
Giovanni Scalcati
A Roma c’è l’aereo per Trump
Veto di Donald Trump ad un nuovo Boeing «Air Force One»
tradizionalmente a disposizione del presidente degli Stati
Uniti:costi eccessivi! Bisognerebbe suggerirgli e segnalargli
subito un mega quadrimotore seminuovo super accessoriato
che è in hangar a Fiumicino, hostess opzionali, inaspettatamente disponibili. Subito.
Demetrio Ranieri di Sorbello
Le cavallette a medio termine
I sondaggi circolavano da tempo. E chi opera sui mercati
conosce i sondaggi. Quindi dopo il Referendum è ovvio
che non ci fossero scossoni di Borsa. Signori, non è nel
breve termine ma nel medio che si misurano i contraccolpi. Non è nel breve, ma nel medio periodo che arriveranno le cavallette. Guardate alla Brexit: sul momento,
i mercati hanno brindato, ma oggi una sterlina vale un
euro. Valeva molto di più prima. Già in Italia si comincia
a vedere l’effetto no su Mps. Dopo il niet degli italiani
non c’è speranza che un fondo sovrano investa. Lo stato
interverrà, le perdite saranno socializzate e pagheranno
i contribuenti. Del resto, quale investitore potrebbe mai
puntare su un paese che per decenni denuncia le proprie
inefficienze e, nei momenti topici, rigetta ogni possibile
tentativo di autoriforma? Da noi si discetta di consultellum, fuori si vergano parole di piombo sull’Italietta
pavida e sclerotizzata. Ostaggio di rendite di posizione,
boiardi di stato e urlatori di professione.
Luigi Chiarello
Il solito sbadato
Uccide la moglie,il figlio e s’impicca. Il solito sbadato che
ha invertita la sequenza.
Arturo Sangemini
15
PERISCOPIO
COMMENTI
Il prossimo sarà il 64esimo governo in 70 anni. Tutti con
Alfano presente.
Filippo Merli
Giovedì 8 Dicembre 2016
DI
PAOLO SIEPI
Grasso che cola. Mattarella lo vuole a Palazzo
Chigi. Titolo di Libero.
Bisogna dire che quando c’è
da
d far cadere un governo del suo
partito,
D’Alema non sbaglia un
p
colpo.
Antonio Satta. MF.
c
Romano P
Prodi: «Il parroco non torna mai nelR
la sua ex parrocchia». I chierichetti potrebbero
riconoscerlo. Spinoza. Il Fatto.
Lodato sia Don Chisciotte! Che seppe, con
tanto anticipo di secoli, riconoscere un furibondo gigante sotto la maschera di un innocente
mulino. Gesualdo Bufalino, Il malpensante. Bompiani, 1987.
Berlusconi è altalenante: un giorno segue
Salvini, il giorno dopo cura i rientri a casa, da
Balotelli alla De Girolamo. Un giorno vuole il
Nazareno Bis, un giorno le elezioni anticipate.
Da quelle parti hanno poche idee, ma confuse.
Matteo Renzi. (Aldo Cazzullo). Corriere
della Sera.
La propaganda è l’unica tassa che si paga
regolarmente in Italia. Marco Travaglio.
Il Fatto.
Con i mattoni si costruisce, grazie alle radici
si cresce. Susanna Tamaro. Corsera.
Oggi prevalgono gli ideali.
Quanto alla morale, alla faticosa distinzione, caso per caso, tra
il giusto e l’ingiusto, il bene e il
male, il lecito e l’illecito, be’, quella
è una cosa da poveri e da sottosviluppati.
uppati Tanto
vale lasciarla al Terzo Mondo. Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Rizzoli, 1991.
La sinistra italiana non vuole seguire l’unica
strada che le potrebbe assicurare la sopravvivenza e che consiste nello svecchiare le idee,
fare i conti con i tabù del passato, confrontarsi
con la contemporaneità, aprire il proprio recinto
ideologico e avvicinarsi al futuro senza essere
ostaggio dei fantasmi del passato. Claudio
Cerasa. Il Foglio.
liamo degli Oscar e degli Emmy il discorso
si fa più complesso, perché negli Stati Uniti
la professionalità è un valore acquisito e, in
quanto tale, degno di essere gratificato. Aldo
Grasso,, Sette.
Nel caso degli artisti ideati da
Sorrentino,
in Youth, il problema
S
è meno la vecchiaia che il sentirsi
s ancor giovani essendo vecchi.
In
I sostanza sentirsi sempre prestanti
t i ed
d esser visti come rimbambiti da persone che non hanno nulla, salvo il tempo davanti.
Ogni decadenza propone questo confronto. La
capacità di Sorrentino, classe 1970, è di cogliere
l’ineluttabile senza diventare meccanico. I suoi
personaggi principali non sono, fin dall’Uomo
in più (Mostra di Venezia, 2001), prevedibili.
Maurizio Cabona @barbadilloit.
Milano era e, nonostante tutto, è, l’unica città
italiana che abbia una vocazione europea. Basterebbe vedere che l’unico movimento artistico
non autarchico, non provinciale, il futurismo, è
nato qui. E anche gli altri movimenti, sia d’arte
che letterari, dallo spazialismo al gruppo ‘63,
prima che pigliasse il vagone-letto, in fondo
era di radice lombarda, e milanese. Alberico
Sala, critico letterario in Gigi Moncalvo,
Milano no. Edizioni Elle, 1977.
Si vede nascere un odio cieco dalle conseguenza incalcolabili, tra Cavalleri e Badoglio.
Hanno alle spalle la stessa terra monferrina, lo
stesso realismo, la stessa ambizione all’aristocrazia e alla roba, la stessa esperienza di alti
comandi e di manovre di corridoio, gli stessi
appoggi nella grande industria. Saliti rapidamente verso il vertice della piramide che si
chiama carriera, Badoglio e Cavalleri sentono
che ormai lo spazio si fa piccolo, troppo piccolo,
per due ambizioni cosi grandi; cominciano a
temersi l’un l’altro. Italia Pietra, I grandi e
i grossi. Mondadori, 1973.
Uno dei compagni di scuola elementare di
Hitler, che poi divenne abate di Wilhering disse
che «Hitler voleva giocare alla guerra, sempre
solo giocare alla guerra, noi ragazzi ne avevamo
abbastanza, ma lui trovava sempre qualcuno,
specie più giovane, disposto a partecipare» Oltre a giocare alla guerra il giovane Hitler praticava a il suo sport preferito: sparare ai ratti
Hanno fatto eccezione, nella valanga dei No, del cimitero vicino alla casa paterna col fucile
i giovani che se ne sono andati dall’Italia e la- Flobert. Brigate Hamann, Hitler: gli anni
vorano all’estero. Molti di loro erano favorevoli dell’apprendistato. Corbaccio, 1988.
alla riforma, anche con i suoi difetti. La vittoria
del No li ha profondamente sconcertati e scoLa lingua dell’Italia fascista era una lingua
raggiati. All’estero, il loro, il nostro paese, è visto pluriaggettivale, inframmezzata di neologismi
come un posto in cui non si cambia mai nulla, avventurosi e tronfi, che trovano riscontro in
un paese inconcludente che si consuma in una una rappresentazione figurativa fatta di statue
litigiosa immobilità e che punisce chi prova a equestri, di labari e di simboli dell’antichità romodificare qualcosa. Il paese da cui, giustamen- mana. Luigi Preti, Giovinezza giovinezza.
te, sono fuggiti e che non li incoraggia a tornare. Mandadori, 1964.
Alfonso Berardinelli. Il Foglio.
Vladimiro era piccolo e piegato in due come
Direttore in un giornale. Biso- un povero. Sapeva leggere appena, ma nel fare
gna distinguere tra direttore re- le somme e le divisioni era velocissimo, e non si
g
ssponsabile che passa il suo tempo sbagliava mai. Marco Sant’Agata, Papà non
a palazzo di giustizia ogni volta era comunista. Guanda.
cche un redattore ha commesso
una provocazione, il direttore della
Guardò verso l’alto, le cime dei cipressi si
un errore o un
redazione che ha la responsabilità dell’equipe piegavano sotto le raffiche del vento. Il lago
giornalistica, il direttore della pubblicità che è era lucido, la luce cominciava ad affievolirsi.
incaricato di mettere fieno in cascina per man- Andrea Vitali, Dopo una lunga e penosa
dare avanti la baracca e il direttore finanziario malattia. Garzanti, 2008.
che, soprattutto nei periodi di crisi, fa ballare
tutti gli altri. Philippe Bouvard, Je crois me
Al Bar Margherita non si portano mogli, masouvenir... J’ai Lu, 2013.
dri, sorelle, figli, nipoti. Pupi Avati, Gli amici
del Bar Margherita. Garzanti, 2009.
Non sono la signora di buon cuore che si impegna in alcune scuole di periferia per insegnaSapete che cos’è il benessere in Urss? Beh, è
re canto e musica. Parto da una considerazione quando voi siete svegliati la notte dalla milizia
banale ma che sento molto: se la gente fosse più che dice: «È qui Ivan Ivanovich?». E voi potete
bella (intendo la bellezza della cose che si fanno rispondere: «No, è al piano di sopra». Coluche,
bene) vivremmo tutti meglio. Simona Marchi- Elle est courte. Le Livre de Poche, 2000.
ni, attrice (Antonio Gnoli), Repubblica.
Soltanto le intercettazioni teleI premi valgono qualcosa? Quando seguiafoniche
riescono a farmi sentire
f
mo quelli italiani, a cominciare dai David di
iimportante. Roberto Gervaso.
Donatello (per non parlare di quelli letterari),
IIl Messaggero.
qualche dubbio sorge. Quando invece par© Riproduzione riservata