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ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Venerdì 9 Dicembre 2016
No della Corte costituzionale tedesca al genitore che vietava alla figlia il corso a scuola
Impari il nuoto come gli altri
Indossi il burkini se vuole ma lo sport è obbligatorio
da Berlino
ROBERTO GIARDINA
A
desso si dirà che i giudici si sono adeguati al
nuovo corso di Angela
Merkel sull’accoglienza: «Resta chi si integra e ci
rispetta, il burka non è tollerabile», anche se la cancelliera
si è espressa in modo più complesso e sfumato. Non è vero,
nonostante i luoghi comuni, in
Germania non si segue, o non
si segue più, la linea imposta
dall’alto. La Corte costituzionale ha deciso, senza aver bisogno
di obbedire a Frau Angela, e
ha respinto la richiesta di una
bambina islamica di undici
anni di non prendere parte alle
lezioni di nuoto insieme con i
suoi compagni maschi, «neanche con il burkini».
Ovviamente l’istanza era
stata presentata dai genitori,
e con più precisione dal padre.
I giudici hanno deciso che il
burkini sia sufficiente a tutelare le diverse esigenze della
bambina, comunque costretta
a tuffarsi in piscina tra ragaz-
zini con costumi ben più adatti a imparare a tenersi a galla.
La Germania è diversa dalla
Francia. Si cerca di dimostrare
tolleranza e comprensione, non
si eccede mandando i Polizisten
a multare le signore in burkini
sulla spiaggia, ma le regole scolastiche vanno rispettate.
Le lezioni di nuoto sono
obbligatorie e fanno parte del
programma, senza eccezioni,
come le ore di storia o di aritmetica. Se i genitori non mandano
i figli in piscina rischiano multe
pesanti e, se insistono, qualche
giorno di carcere. L’AfD, l’Alternative für Deutschland, il
movimento che si batte contro
l’euro e l’accoglienza, vorrebbe giungere all’espulsione: il
rifiuto sarebbe la prova che si
rifiuta l’integrazione. Ma se i
figli vanno a scuola vuol dire
che alla famiglia è già stato
concesso il diritto d’asilo, o il
permesso di soggiorno. Non
bisogna esagerare.
La bambina sconfitta alla
Corte costituzionale di Karlsruhe vive nella zona di Fran-
mandamenti sul velo islamico,
le donne potrebbero andare a
capo scoperto senza offendere
Maometto e Allah.
Una ragazza indossa il burkini a una festa in piscina
coforte. La scuola è regolata dai
Länder, le regioni, che hanno
sistemi diversi. A Lipsia, ad
esempio, il burkini non viene
tollerato. A Berlino si arriva a
concedere lezioni di nuoto separate per le ragazzine islamiche,
a cui sono invitate a partecipare anche le madri. In Assia si
è cercato un compromesso. Il
burkini copre il corpo, comprese
le mani e i piedi, lasciando scoperto solo il volto. Non basta?
Al padre severo dell’undicenne,
no. La figlia non si è presentata
in piscina e ha preso un 6 in
pagella, che equivale al nostro
uno (i voti vanno al contrario,
dall’uno per l’eccellenza, al sei
totale insufficienza).
I giudici hanno motivato
la sentenza: nell’Islam non si
trovano affatto regole precise
sui costumi da bagno, e anche
bagnato, il burkini è comunque
sufficiente a tutelare le esigenze morali della ragazzina, che
frequenta la prima media. E
nel Corano non si trovano co-
Tra ricorsi e appelli a livello locale, intanto, la bambina ha perso un paio d’anni.
La sentenza dovrebbe servire
a risolvere il problema a livello nazionale. Mancano ancora
dati precisi, ma in Germania
sono aumentati quest’estate i
casi di annegamento nei laghi
e nei fiumi, e le vittime sono in
maggioranza giovani profughi.
Le lezioni di nuoto sono necessarie, e ci sono corsi volontari
per gli adulti, a cui, com’era prevedibile, si iscrivono solo i maschi. Una bambina, o un’adolescente, inoltre, costretta a non
partecipare alle attività delle
sue coetanee, troverà qualche
difficoltà a integrarsi da adulta. In Italia, dove si esagera,
qualche dirigente scolastico
arriverebbe a obbligare tutti
i bambini, musulmani o no, a
indossare il burkini. Ma forse
è solo una battuta di cattivo
gusto, almeno lo spero.
© Riproduzione riservata
LA SOCIETÀ VUOLE DIVENTARE UNA PIATTAFORMA PER I VIAGGI
MA STAVOLTA SI LIMITERÀ AL SOFTWARE
Airbnb non solo case: 500 servizi
disponibili in varie grandi città
Apple è ritornata
sull’auto autonoma
esercita un controllo su queste offerte che
dovranno prima essere validate. La metà
irbnb non vuole più limitarsi ad af- delle attività proposte costano all’incirca
fittare camere e appartamenti per 189 euro a persona e su questa somma la sole vacanze. La startup california- cietà trattiene una commissione del 20%.
Non è la prima volta che Airbnb si avna coltiva l’ambizione di diventare
una piattaforma per i viaggi sulla quale ventura su questo terreno: la prima nel
sarà possibile acquistare un biglietto aereo, 2014 quando permise di mangiare presso
il proprio ospite.
noleggiare un’auto,
Inoltre, Airbnb ha
prevedere delle atpresentato anche
tività e anche fare
un altra sezione,
acquisti. Praticadenominata «Luomente tutto quello
ghi» dove vengono
che si fa in un viagr a d u n a t i c a f f è,
gio riunito in una
musei, ristoranti,
unica applicazione,
e altri punti di inha spiegato Brian
teresse raccomanChesky, il cofondadati dagli host
tore di Airbnb a Le
della piattaforma
Monde, giovedì 17
anticipate da guinovembre, all’aperde tematiche reatura del consueto
lizzate da esperti,
festival annuale a
per distinguersi
Los Angeles, che
Brian Chesky, cofondatore di Airbnb
dalla concorrenza
riunisce all’incirca
7 mila utilizzatori. Questa è la strada trac- di Google Maps o di Yelp.
È solo una prima tappa. Nei prossimi
ciata per il futuro di Airbnb. Già oggi Airbnb
ha ampliato la propria offerta di servizi per mesi Airbnb ha annunciato l’intenzione di
differenziare l’offerta turistica e oltre 500 proporre altri servizi, come una piattaforma
esperienze sono disponibili in una decina di di prenotazione ristoranti, ma anche per nograndi capitali, tra le quali Parigi, Londra, leggiare le auto o prenotare biglietti aerei.
San Francisco, Tokyo. E una quarantina di Servizi non necessariamente destinati ai
destinazioni si aggiungeranno l’anno pros- turisti, ma anche agli abitanti delle città
dove viene fornito il servizio. Un progetto
simo.
Questi servizi sono proposti dai privati: a lungo termine, sul quale ha investito un
ad esempio è possibile visitare un atelier miliardo di dollari (942 milioni di euro), a
di ricamo a Seul oppure cercare i tartufi in giugno, e sul quale a settembre ha raccolto
Toscana. Si tratta di esperienze che aggiun- 555 milioni di dollari (522,9 milioni di euro),
gono autenticità al viaggio e alla vacanza. ideato per differenziarsi dalle altre applicaDue i format: attività di qualche ora oppu- zioni di viaggio.
re programmi di tre giorni a tema. Airbnb
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pple è l’ultimo gigante della Silicon Valley a lanciarsi ufficialmente nell’avventura dell’automobile
a guida autonoma. L’ufficialità è arrivata da una
lettera inviata il 22 novembre scorso all’agenzia
americana per la sicurezza stradale (Nhtsa), fatta trapelare
dal Wall Street Journal e riportata da Le Monde. L’obiettivo
di Apple è sollecitare l’agenzia Usa a elaborare le linee
guida sulle vetture che si guidano da sole.
Apple è entusiasta
in merito alle potenzialità dei sistemi automatizzati in diversi settori, compreso
quello dei trasporti.
Si tratta, comunque,
di progetti iniziali e
quello di produrre
propri veicoli che si
guidano da soli per il
momento è in standby. Per ora il marchio della mela si concentrerà soltanto sul
software. Logico. Costruire un veicolo necessita di importanti
investimenti. I margini del settore auto sono da cinque a
dieci volte meno importanti rispetto a quelli dell’iPhone.
Intanto, Apple raffina l’algoritmo per la vettura senza conducente. È quello il cuore del veicolo, il valore del settore nel
futuro. Domani possedere la propria bagnarola sarà inutile
perchè in pochi secondi, attraverso il proprio smartphone,
sarà possibile comandare il proprio robot-taxi.
Apple entro il 2017 testerà la propria tecnologia con Didi,
l’Uber cinese, nel quale ha investito un miliardo di dollari
(942 milioni di euro). E se il risultato sarà positivo Apple
potrebbe diventare il leader mondiale per le tecnologie delle
auto senza conducente. Intanto, tutti, da Google, a Uber a
Tesla, nella Silicon Valley sono su questa linea. Google sta
collaborando con Fiat Chrysler per una piattaforma software. Uber ha proposto la propria a Volvo. General Motor
ha investito mezzo miliardo di dollari (471 milioni di euro)
nella piattaforma di trasporto Lyft e Volkswagen ha speso
la stessa somma con il concorrente Gett.
DI
A
ANGELICA RATTI
A
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