Infrazioni UE: l`Italia migliora, 49 in meno in 2 anni

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Infrazioni UE: l’Italia migliora, 49 in meno in 2 anni | 1
venerdì 09 dicembre 2016, 11:30
La situazione
Infrazioni UE: l’Italia migliora, 49 in meno in 2 anni
Dal 2014 ad oggi: da 119 a 70 infrazioni
di Redazione
L’Italia migliora la sua posizione per quanto attiene le procedure di infrazione alle regole comunitarie. Ieri la
Commissione europea ha avviato una nuova procedura nei confronti dell’Italia, ma ne ha chiuse ben sette.
Così, il numero d`infrazioni passa da 74 a 70: «il migliore risultato di sempre per l`Italia, che corona una riduzione
vertiginosa negli ultimi tre anni e che segna un record dopo l`altro inanellato dal Governo Renzi in Europa, su un tema critico
per i costi sostenuti dal Paese, per la sua credibilità e per la sua capacità attrattiva in termini di investimenti», ha
commentato il Sottosegretario Pd alla presidenza del Consiglio per gli Affari e le Politiche europee, Sandro Gozi. L'Italia
non ha attuato la sentenza della Corte di giustizia dell'Ue del 2012, che imponeva di mettersi in regola nella
gestione e lo smaltimento delle acque di scarico urbane. Per questo motivo la Commissione europea ha deferito
un'altra volta l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue, chiedendo il pagamento di una sanzione forfettaria di 62.699.421,40 euro,
più un sanzione giornaliera di 346.922 euro «qualora la piena conformità non sia raggiunta entro la data in cui Corte emette
la sentenza». Secondo l'esecutivo comunitario a distanza da quattro anni dai richiami della Corte, la questione della gestione
dello smaltimento delle acque reflue urbane «non è ancora stata affrontata in 80 agglomerati» sui 109 contestati. Questo
significa che complessivamente ancora oltre sei milioni di italiani vivono in centri dove mancano sistemi di raccolta e
trattamenti 'adeguati', una situazione che «pone rischi significativi per la salute umana». Intanto la Commissione ha
chiuso, tra le altre, la procedura di infrazione per la raccolta delle impronte digitali Eurodac. L'Italia paga
attualmente 300 milioni di euro l'anno di multe europee. Tanto costano al Paese le condanne in essere per
violazione delle regole comunitarie. Un fardello che pesa sui conti pubblici (il debito nazionale è il secondo dell'Ue,
in rapporto al Pil, secondo solo a quello greco), e che limita la spesa per gli investimenti. L'Italia ha deciso di porre un
rimedio, con una speciale guida che permettano alle amministrazioni di lavorare per evitare nuove multe. La condanna al
pagamento di multe è infatti il punto di arrivo delle procedure d'infrazione, i richiami della Commissione europea sul
mancato rispetto delle regole comune. L'esecutivo comunitario è obbligato dai trattati sul funzionamento dell'Ue a vigilare
sul rispetto e l'applicazione delle normative europee e, in caso di irregolarità, chiedere allo Stato membro di mettersi in
regola. Avviso, e poi lettera di messa in mora: con l'invio di questa si apre la procedure d'infrazione che, se non chiusa, può
portare a multe, in molti casi anche salate. A settembre 2008 l'Italia aveva a proprio carico 181 infrazioni, oggi ridotte a 70,
un numero più che dimezzato. Per fare ancora meglio la rappresentanza italiana a Bruxelles ha messo a punto un ‘Manuale
di risposta alle infrazione Ue’, uno speciale vademecum indirizzato alle amministrazioni locali per evitare di aprire nuovi
contenziosi e chiudere il maggior numero possibile di procedure aperte. Trentadue pagine per spiegare in modo chiaro e
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/infrazioni-ue-litalia-migliora-49-in-meno-in-2-anni/
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sintetico un materia complessa. La particolare guida rappresenta uno strumento per 'fare squadra' ed arrivare ad azzerare le
multe che oggi gravano sullo Stato italiano e ridurre i rischi, riducendo i contenziosi aperti, di dover pagare ancora di più.
Uno dei 'trucchi' per chiudere in fretta le procedure? Dare risposte scritte chiare e facilmente comprensibili.
Può sembrare scontato, ma non lo è, tanto che la guida ricorda l'importanza, tra le altre cose, di «rispondere punto per
punto, seguendo l'ordine della Commissione, in forma chiara e concisa». Evitare il più possibile di promettere materiale
aggiuntivo: piuttosto che far attendere Bruxelles, «sollecitare il contributo di un altro Ente» nei casi in cui un soggetto
rispondente abbia bisogno di informazioni da un altro soggetto. Proprio per questo, se la risposta ai rilievi della Commissione
necessita contributi di più amministrazioni ed enti, «accertarsi che la linea finale espressa nella risposta sia coerente» per
far capire qual è la posizione del governo senza doverla dedurre o farla ricostruire. Accorgimenti pratici e consiglio tecnicogiuridici in forma di domanda-risposta pensati per liberare l'Italia dal fardello delle procedure. A novembre il governo
italiano era il 20simo Stato membro su 28 per numero di procedure aperte (74), e solo quest'anno ha
abbandonato l'ultimo posto. C'è stato un aumento delle procedure chiuse e una diminuzione di quelle aperte
ex-novo, ma a Bruxelles l'imperativo della squadra Italia è migliorare ancora. Il 'Manuale di risposta alla infrazioni
Ue' è concepito per questo. «Al suo insediamento nel marzo 2014 il Governo Renzi», ha commentato ieri Gozi, «si è trovato
con una pesante eredità di ben 119 infrazioni a carico dell`Italia. Il percorso intrapreso, indicato dal Presidente del Consiglio
tra le sue maggiori priorità e frutto di un buon lavoro di squadra e di coordinamento interministeriale e della fondamentale
cooperazione con Camera e Senato, ci ha permesso di ottenere risultati storici. A dicembre 2014 il numero delle infrazioni è
calato per la prima volta al di sotto di quota 100, toccando le 98 infrazioni. Abbiamo confermato lo stesso risultato a
dicembre 2015, per poi calare ulteriormente ad 80 a fine aprile di quest`anno. Con il risultato record di oggi - 70 infrazioni - il
Governo dimostra con i fatti che il cambiamento oltre ad essere auspicabile è possibile, che per poter essere più esigenti nei
negoziati europei, e per cambiare le politiche Ue come abbiamo cominciato a fare in questi due anni, dobbiamo essere più
affidabili e credibili. E noi lo facciamo sempre nel rispetto degli impegni europei e per il bene dell`Italia. Per questo, siamo
passati dai record negativi di violazione del diritto Ue di inizio 2014 allo Stato membro con le migliori performance europee
nel 2016».
di Redazione
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