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Giovedì 8 Dicembre 2016
13
Donald Trump ha vinto nel suo nome e contro i superfinanzieri che ora sono suoi consiglieri
Il ceto medio rimane sul pack
Chi conta, alla Casa Bianca, sono i tycoon di W.Street
DI
OFFRONO NUOVE OPPORTUNITÀ MA, IN MANI OSTILI O STUPIDE, POSSONO CAUSARE GRAVI DANNI
ANDREA GIACOBINO
D
avvero il ricchissimo
Zio Paperone salverà
lo squattrinato nipote
Paperino? Il paragone
fumettistico può servire per capire cosa sta succedendo negli
Stati Uniti con le prime scelte
fatte dal presidente nominato
Donald Trump in posti chiave
della sua futura amministrazione. «The Donald», infatti,
si è proposto nella campagna
elettorale come portavoce della classe media americana,
frustrata e impoverita dalla
Donald Trump
globalizzazione. E tuttavia le
persone che sta chiamando nella sua squadra sono quanto di
più lontano dalla classe media
si possa immaginare, tanto che
persino il «Wall Street Journal»,
l’autorevole quotidiano di proprietà di Rupert Murdoch,
certamente non attribuibile di
simpatie democratiche, li ha definiti «Trumps’s Money Men» in
un editoriale di pochi giorni fa.
Del tycoon Wilbur Ross
nominato segretario al commercio si è già detto così come
dell’ex top banker di Goldman
Sachs Steven Mnuchin approdato alla carica di segretario
al Tesoro. Il primo ha una ricchezza stimata in 2,5 miliardi
I droni sono un’arma a doppio taglio
È italiano il sistema capace di neutralizzarne il rischio
DI
JAMES HANSEN
L
a FAA-Federal Aviation Administration americana stima le vendite 2016 negli Usa dei piccoli
droni da diporto, chiamati «quadricotteri» in Italia, in oltre un milione di
pezzi. Se n’erano venduti quasi altrettanti
già nel 2015. È del tutto inevitabile che,
un certo numero di questi apparecchi,
finisca nelle mani di quegli individui
che le persone perbene chiamano generosamente «teste di cavolo». La stessa
FAA infatti riferisce di oltre cento «near
miss»(collisioni mancate per poco) tra jet
di linea e i piccoli droni sopra le piste d’atterraggio aeroportuali Usa l’anno scorso.
È un gioco, ma l’eventuale incidente grave
è quasi una certezza.
Alla fine di settembre i figli di
due immensamente ricche dinastie
industriali (lui israeliano, lei americana)
si sono sposati in sontuose circostanze a
Cap d’Antibes. Per proteggere gli sposini
e i 600 ospiti vip dai fotografi molesti, gli
organizzatori hanno assunto un falconiere (con i suoi rapaci addestrati in funzione
anti-drone) per abbattere gli
apparecchi e le macchine fotografiche
che spesso portano.
di dollari, il secondo possiede
titoli CIT che valgono almeno
100 milioni. Todd Ricketts,
vicesegretario al commercio,
vale 1,8 miliardi; Betsy Devos,
segretario all’educazione, gode
di una ricchezza della sua famiglia di 5,1 miliardi ed Elaine
Chao, segretario ai trasporti, è
figlia di un magnate della navigazione.
Ma un occhio di riguardo
va posto anche ai componenti
del nuovo Council of Strategic
Advisers, nominato tre giorni
fa da Trump e quasi ignorato
Se fosse tutto lì, tra matrimoni e incoscienti che giocano nel traffico aereo,
si tratterrebbe di un fastidio occasionale
e solo potenzialmente pericoloso. Però, anche i terroristi si sono accorti delle capacità dei piccoli velivoli. Isis ha condotto degli
esperimenti scagliandoli contro pattuglie
irachene con cariche di esplosivo a bordo,
pare senza conseguenze fatali finora.
Da luglio, i manuali dell’esercito americano avvisano i soldati sui rischi posti dai
mini-velivoli in zona di guerra. E se invece
(per tremenda ipotesi) un quadricottero
dovesse apparire sopra Piazza San Pietro
per volare poi verso il balcone del Papa?
Porterà la fotocamera di un ammiratore?
Di peggio? Come lo si deve fermare?
Dal punto di vista della sicurezza, è un
incubo (ed è assolutamente necessario essere in grado di intervenire sopra le piazze
gremite, sopra gli stadi di calcio, sopra le
piste di atterraggio e gli altri potenziali
bersagli sensibili) il tutto senza fare danni
a terra. Non si spara sotto la finestra del
Papa.
Il gruppo italiano Elettronica è
specialista (molto quotato in Europa e
nel mondo) di electronic warfare. Rifornisce le forze armate di 28 paesi con i suoi
prodotti difensivi. I suoi ingegneri e tecnici
dalla stampa italiana, dove troviamo una sequela di nomi pesanti di Paperoni. L’organismo
sarà guidato nientemeno che
da Stephen Schwarzman,
numero uno di Blackstone,
cioè il più importante fondo di
private equity americano e del
mondo. Pochi mesi fa Forbes ha
incoronato Schwarzman come
il personaggio più potente fra
i 40 della finanza globale. Assieme al «Master of Universe»
di Blackstone nel Council di
Trump ci sono altri due «re di
Wall Street»: Larry Fink che
lavorano da tempo sul problema e la loro
soluzione è pronta. Si chiama «Adrian»,
perché non esiste ingegnere capace di evitare la tentazione di inventare un acronimo caruccio e complesso per la sua trovata.
La sigla sta per «Anti Drone Interception
Acquisition and Neutralization».
Adrian avvista i piccoli droni
commerciali a «qualche chilometro» di
distanza dal possibile bersaglio (quanti
Esattamente, è segreto) e si impossessa
del controllo radiocomandato o, al peggio,
lo blocca e basta. Nel primo caso, può far
atterrare il velivolo in una zona di sicurezza per essere recuperato dagli artificieri.
Nella seconda e più estrema circostanza
(da evitare se non in situazioni di grave e
immediato pericol) fa semplicemente cadere l’apparecchio dal cielo. Il sistema, che
entra in un normale furgoncino, è anche in
grado di intervenire contro i quadricotteri
guidati in autonomia dalla navigazione
Gps, ma altri dettagli e capabilities devono
restare confidenziali.
I droni, come altre trovate tecnologiche, si rivelano sempre di più come
il fuoco, che da una parte riscalda, ma
dall’altra brucia. L’Italia però, almeno in
questo caso, pare avere già i pompieri in
casa.
guida BlackRock, il più grosso gestore mondiale di fondi e
James Jamie Dimon, chief
executive officer di JP Morgan
Chase, la banca d’affari più importante del pianeta.
A completare l’organismo
consultivo di 16 persone ci
sono fra gli altri Mary Barra
(ceo di General Motors), Ginni
Rometty (ceo di IBM), Jack
Welch (ex ceo di General Electric), Jim McNerney (ceo di
Boeing) e Bob Iger (ceo di Walt
Disney).
V’è da osservare che an-
che il presidente uscente,
Barack Obama, aveva dei super-ricchi al suo fianco come il
segretario al commercio Penny
Pritzker, erede della dinastia
proprietaria della catena alberghiera Hyatt, ma la collezione
di Paperoni messa insieme da
Trump è senza precedenti.
«Make America Great Again»
è stato lo slogan vincente di
«The Donald». Per ora gli
unici resi ancora più grandi
sono i re di Wall Street. E Paperino sta a guardare.
©Riproduzione riservata
BISOGNA PERÒ TENERE SOTT’OCCHIO I CONTI PUBBLICI E RISOLVERE LA CRISI DELLA BANCHE
Nel resto della Ue, lo choc per il No in Italia è stato assorbito da:
elezioni austriache, candidatura di Fillon in Francia, Brexit più cauta
DI
I
CARLO PELANDA
l mercato finanziario internazionale sta dando più peso
alla vittoria dei pro-europei in
Austria e ai dubbi sulla reale
attivazione della Brexit da parte di
Londra che alla sconfitta e alle minacciate dimissioni del Premier italiano. Il
punto di attenzione principale, infatti,
è la futura tenuta dell’Ue e dell’euro:
una Londra più arrendevole, un segnale che l’onda anti-europea sta trovando
limiti, la candidatura del centristagaullista Fillon con elevata probabilità
di vittoria alle presidenziali francesi di
primavera e, molto importante, l’apertura dell’Ue a un taglio del debito greco
per rimettere sul binario questa nazio-
ne deragliata, nonché la postura della
Bce come guardiano tranquillo, ma
attento, dell’euro, fanno prevedere al
mercato più stabilità che instabilità e
la non convenienza di speculare oltre
misura a seguito del disordine politico
italiano.
Infatti, il valore di cambio dell’euro non è crollato, anzi. La Borsa tiene bene. Il premio di rischio preteso dal
mercato per comprare debito italiano,
misurato come differenziale con quello tedesco (spread), è salito un po’, ma
molto meno di quanto avrebbe potuto
fare se il mercato avesse deciso di pesare di più gli eventi italiani. In parte,
ciò è accaduto perché il mercato aveva
già fatto molti guadagni speculando al
ribasso nei mesi precedenti. Ora, osservando che l’Europa «tiene», immagina
che questa proteggerà in qualche modo
l’Italia nonostante la sua governabilità problematica in una situazione di
enorme debito non bilanciato dalla
poca crescita.
Per tale motivo ha cominciato a rientrare dalla speculazione ribassista,
attraverso ricoperture tecniche, già
alcuni giorni prima del referendum
sulla base della dichiarazione di
Draghi che «il debito italiano è sostenibile», cioè che la Bce lo sosterrà
prolungandone il programma di acquisto, cosa di cui avremo conferma
l’8 dicembre.
In questo quadro, per non essere oggetto di ventate speculative
ribassiste o di abbandono da parte
del mercato finanziario, l’Italia deve
solo evitare di farsi percepire come
ingovernabile e troppo divergente
dall’Ue. Nel breve termine, ciò implica la rapida sostituzione del governo con uno che mantenga almeno una minima stimolazione fiscale
dell’economia e trovi un ragionevole
compromesso per aggiustare l’eccesso di deficit nella legge di bilancio
corrente senza peraltro strozzare la
stimolazione stessa. E che mostri la
capacità di gestire, direttamente e
indirettamente, la riparazione del sistema bancario, questo l’unico punto
veramente critico nelle contingenze.
www.carlopelanda.com
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