Bonazzi, LONTANI DA CHI? LONTANI DA DOVE?

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Atlante digitale del '900 letterario www.anovecento.net

LONTANI DA CHI? LONTANI DA DOVE?

Attorno a Mauro Bonazzi, Con gli occhi dei Greci Roma, Carocci, 2016

Il libro

Con gli occhi dei Greci

di Mauro Bonazzi tratta di moltissimi argomenti fondamentali nelle nostre vite, come la felicità, l'amore, la morte, la giustizia, la fo r z a , l ' a m i c i z i a e l a n o s t a l g i a , descrivendoci il punto di vista dei Greci antichi che, come nessun altro popolo, hanno saputo affrontare qualsiasi problema esistenziale con libertà e una modernità ancora oggi attuale. Il capitolo II tratta il tema della ‘nostalgia’, intesa come una mancanza fortissima e straziante che può portare addirittura un uomo alla follia. L'autore inizia il capitolo con una citazione di uno dei versi più conosciuti del poeta Giorgio Caproni, vissuto nel '900: «Il mio viaggiare è stato tutto un restare qui, dove non fui mai», che trasmette un profondo senso di mancanza della propria patria. A s e g u i r e l 'A u t o r e s p i e g a l'etimologia della parola ‘nostalgia’, che deriva da

nostos

= ritorno e

algos

= dolore, quindi letteralmente ‘dolore del ritorno’; attraverso le origini della parola Mauro Bonazzi fa capire al lettore le tematiche che tratterà nel capitolo. Il termine ‘nostalgia’ venne usato per la prima volta nel 1678 dal medico Jean Jacques Harder per descrivere la sofferenza dei soldati svizzeri quando restavano troppo tempo lontani dai campi. Nella letteratura italiana si esprime in maniera forte e con grande dolcezza nei versi di Dante nel more».

Purgatorio

: «Era già l'ora che volge il disio / ai navicanti e 'ntenerisce il core, / lo dì c'han detto ai dolci amici addio;/ e che lo novo peregrin d'amore / punge, se ode squilla di lontano / che paia il giorno pianger che si Riflettendo più attentamente sulla nostalgia, ci si accorge che essa è una delle tematiche principali dell'

Odissea

; infatti Bonazzi dice, parlando del protagonista del poema di Omero che: «Ulisse non lo sa, perché gli mancava appunto la parola, ma è lui l'eroe della nostalgia», riferendosi spesso a questo grande sentimento provato da Ulisse nel corso del suo lungo viaggio lontano da casa. In seguito Mauro Bonazzi evidenzia www.anovecento.net

l'apparente incoerenza di Ulisse nel ripartire subito dopo essere tornato a Itaca, nonostante l'enorme nostalgia provata durante la propria lontananza; attraverso la tematica dell'incoerenza di Ulisse l'autore pone così al lettore una domanda: «Quando siamo veramente a casa, allora?». A partire da questa domanda fondamentale, Mauro Bonazzi ci descrive la nostalgia come un sentimento sfuggente, che può essere rivolto a qualcosa di concreto che ci manca davvero (come la patria lontana), ma può a n c h e r i g u a rd a re u n a m a n c a n z a indefinita, il desiderio di raggiungere qualcosa che neppure noi sappiamo esattamente cosa e dove sia. A questo proposito l'autore cita la filosofa e scrittrice Anna Harendt, che visse durante la seconda guerra mondiale e che racconta della propria nostalgia per l'Europa pre-hitleriana; molti non hanno compreso il punto di vista di Anna Harendt a causa del fatto che prova ancora nostalgia per la propria patria nonostante, successivamente alla fine della seconda guerra mondiale, abbia avuto la fortuna di ritrovarla, ma lei sostiene che la vera casa non è la patria ma la lingua. Perché noi tutti siamo fatti di parole e tramite esse riusciamo davvero ad esprimere cosa siamo e cosa proviamo, sentendoci finalmente al sicuro. Ecco quindi che il sentimento della nostalgia non sempre si rivolge ad un qualcosa di concreto e definito, ma esprime una mancanza forte per un non so che, che non riusciamo raggiungere dentro noi stessi. Alla fine del capitolo l'autore scrive, rivolgendosi al lettore:

«

La nostalgia non è dei luoghi ma di noi stessi: di quello che siamo, di quello che pensiamo di essere stati e di quello che vorremmo diventare». Con questa frase Mauro Bonazzi stravolge completamente l'idea che il lettore potesse avere della nostalgia come sentimento rivolto a qualcosa di esterno a noi stessi e che ci manca (la patria, la casa, un amore, ecc.) lasciandolo sorpreso e colpito, e potesse comprendere finalmente il perché Ulisse riparte da Itaca dopo aver tanto desiderato ritornarci; semplicemente perché il viaggio alla scoperta di sé stesso non era terminato ed aveva nostalgia di capirsi più in profondità.

Contributo:

Damiano Caroni e Lucia Ninu (classe I N, L. Cl. Virgilio, Roma) www.anovecento.net