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25 novembre 2016 delle ore 20:05
La Pinacoteca Vaticana? Trasloca un po' a
Mosca. Ecco il grande accordo espositivo, e
politico, siglato tra Putin e Papa Francesco, che
apre alla galleria Tretyakov
Si sa, le opere vanno e vengono, si prestano: i
musei russi hanno prestato la meravigliosa
collezione Chtchoukind alla Fondazione Louis
Vuitton, sulla quale - ma non per diretta
conseguenza - i rapporti tra Putin e Hollande si
sono raffreddati, ora l'Ermitage di San
Pietroburgo firma un accordo con Pompei, e ora
il Papa "svuota" la Pinacoteca dei Musei
Vaticani per prestare alla Galleria Tretyakov
oltre quaranta tele che annoverano i nomi di
Bellini, Raffaello, Caravaggio, Guido Reni,
Guercino e Poussin. I disgeli, insomma, si
consumano anche con il favore delle opere e in
questo caso sono quelle della XII sala della
Pinacoteca Vaticana, che apre oggi all'ombra
del Cremlino e vi resterà fino a febbraio, sotto
il titolo di "Roma Aeterna". E una cosa, oltre a
questa, l'abbiamo intuita: che di questo grande
scambio se n'è parlato davvero poco. Un paio
di testate italiane, un paio straniere. Un velo di
silenzio su un affare "poco italiano". «Si è
prestato il 10 per cento dei capolavori della
Pinacoteca Vaticana, per mostrare l'arte italiana
e quella dello Stato Pontificio», ha dichiarato
Barbara Jatta, indicata come successore di
Antonio Paolucci. I preparativi sono durati tre
anni, con le "mani sante" della Fondazione Arte,
Scienza e Sport e del miliardario Alisher
Usmanov, che hanno aiutato nell'organizzazione
pratica. E ora chissà se arriveranno al Vaticano
i capolavori russi. Di certo tra Francesco, Kirill
e Putin, gli accordi e gli incontri, finora,
sembrano essere calzati a pennello.
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