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25 novembre 2016 delle ore 02:05
Fino al14.II.2017
Liberty in Italia. Artisti alla ricerca del Moderno
Palazzo Magnani, Reggio Emilia
È una citazione del letterato Giovanni Papini, «
Un'arte più moderna, più acuta, più nervosa, più
libera dalle ieratiche presenze degli antichi», a
introdurre la ricchissima esposizione sulle
tendenze Liberty in Italia tra l'arte "floreale",
votata al decorativismo, e un'altra arte più
moderna, che vuole allontanarsi definitivamente
dal passato. Francesco Parisi e Anna Villari, i
curatori, nelle sette sezioni di Liberty in Italia
hanno voluto mettere in luce maggiormente la
seconda declinazione della corrente, presente
in tutta Europa ma con definizioni differenti
come "Art Nouveau" in Francia o "Secessione"
in Austria, esponendo nelle sale di Palazzo
Magnani più di trecento opere tra sculture,
dipinti, manifesti, progetti architettonici e
ceramiche. Di prezioso interesse è la sezione
L'illustrazione e il bel libro, conosciuta
all'epoca come arte del "Bianco e Nero", dove,
accanto a squisite illustrazioni incorniciate,
nelle vetrine trovano spazio rare edizioni di
raccolte poetiche come i Carmina di Giovanni
Pascoli o Isaotta Guttadauro ed altre poesie di
Gabriele D'Annunzio, illustrate rispettivamente
da Adolfo de' Carolis e Giuseppe Cellini.
Liberty in Italia: l'arte del manifesto.
Colpiscono la decisa e vivace scelta dei colori
dei grandi manifesti appesi alle pareti, dove
artisti quali Plinio Nomellini, Galileo Chini o
Aleardo Terzi, comunicano attraverso l'arte
grafica la volontà di diffondere i benefici e gli
stili di vita di una società moderna e in ascesa,
nella quale ci si può ancora specchiare.
Chiara Tonelli mostra visitata il 12 novembre
Dal 5 novembre 2016 al 14 febbraio 2017
Liberty in Italia. Artisti alla ricerca del Moderno
Palazzo Magnani Corso Garibaldi, 29 42121
Reggio Emilia Orari: dal martedì al giovedì
10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00 venerdì, sabato e
festivi 10.00 - 19.00 Info: 0522- 444446 – 0522/
444436 [email protected]
Le atmosfere che si respirano nella maggior
parte delle sale sono quelle del Decadentismo,
dove le luci sono cupe e le donne ritratte sono
creature tanto affascinanti quanto fatali, come
Salomè, personaggio femminile protagonista di
più opere, come quella di Emma Bonazzi, dove
l'influenza di Gustav Klimt è evidente. Le
donne sono le vere protagoniste dell'esposizione,
raffinate, elegantemente vestite e dagli sguardi
profondi, come la Signora con cappello nero di
Amedeo Bocchi del 1914, testimonianza non
solo della fortunata tipologia del ritratto
femminile "con cappello", ma anche della
fortissima influenza del decorativismo klimtiano,
qui più materico e dalle tinte tenui, che circonda
questa donna aristocratica dallo sguardo
melanconico. Accanto alle eleganti signore
dell'alta borghesia trovano spazio anche le
sensuali pose di nudo sia sulla tela, come Lisetta
di Camillo Innocenti, dipinta nella posa
dell'Olympia di Manet, e le sculture, come
Enigma di Attilio Selva. Se all'inizio del
percorso espositivo si rintracciano ancora molte
tendenze pittoriche, quali il Simbolismo, il
gusto preraffaellita (nella scelta di soggetti
come Ofelia), o classicista (numerose sono le
sculture che ritraggono ninfe), giunti all'ultima
sezione si coglie l'essenza più moderna del
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