Mps, ok Bce al piano privato

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Mercati
Giovedì 24 Novembre 2016
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IERI SERA È ARRIVATO IL VIA LIBERA DELL’EUROTOWER AL PROGETTO DI SALVATAGGIO
Mps, ok Bce al piano privato
Oggi a Siena l’assemblea straordinaria sarà chiamata ad approvare l’aumento di capitale. L’intera
operazione di rafforzamento costerà 488 milioni. Sui bond attese conversioni per 1 miliardo di euro
di Luca Gualtieri
M
ps blinda il piano di Jp
Morgan e Mediobanca
come unica strada per
il salvataggio. Un piano sul quale proprio ieri sera, a
poche ore dal pronunciamento
dell’assemblea straordinaria,
è arrivato il via libera formale
della Bce. «Ad oggi non sono
allo studio operazioni alternative», ha fatto sapere la banca in
una nota in risposta ad alcune
puntuali domande di Consob,
smentendo formalmente le
speculazioni su un intervento
statale tornate a circolare sul
mercato nei giorni scorsi.
Oggi la palla passa agli azionisti
che a Siena dovranno approvare
la proposta di rafforzamento patrimoniale e la nomina di Alessandro Falciai alla presidenza
dopo il passo indietro di Massimo Tononi. Sull’appuntamento
non gravano particolari incognite
anche perché il raggiungimento
del quorum del 20% necessario
per la parte straordinaria appare
scontato. I chiarimenti richiesti
ieri da Consob vanno comunque
nella direzione di fornire ai soci
e al mercato un quadro più dettagliato dell’operazione. Tra le
informazioni diffuse dalla banca
c’è il costo lordo complessivo
del salvataggio: 448 milioni. La
nota precisa che i costi sono riferibili alla cartolarizzazione, alla
cessione dei crediti di leasing e
agli effetti derivanti dall’aumento di capitale, inclusa l’operazione di liability management. Per
quando riguarda la conversione,
Mps stima un’adesione all’offerta per un valore nominale
di 1,057 miliardi, pari al 25%
delle obbligazioni destinatarie
della proposta e meno degli 1,5
miliardi auspicati in origine. È
insomma probabile che questa sia anche la soglia che gli
advisor si propongono di raggiungere per dare attuazione
alle tappe successive del piano
In manovra 30 mln per la ricerca 4.0
Assonime, cautela sulle notizie di reato
a legge di Bilancio stanzia 30 milioni di euro per la costruzione
di centri di ricerca nell’ambito del piano Industria 4.0. Lo prevede un emendamento alla manovra approvato in commissione
Bilancio, che licenzierà il provvedimento entro domani. I fondi
saranno destinati a realizzare centri di competenza ad alta specializzazione, in partenariato pubblico privato, per fare ricerca
applicata, trasferimento tecnologico e formazione su tecnologie
avanzata. Il finanziamento sarà di 20 milioni per il 2017 e 10
milioni per il 2018, secondo modalità stabilite dal ministero per
lo Sviluppo economico di concerto con quello dell’Economia.
L’intervento rientra nelle misure per sostenere il passaggio alla
digitalizzazione del sistema industriale italiano, facendo leva su
incentivi per chi sostiene le startup e iperammortamenti al 150%
per chi investe in beni utili all’innovazione tecnologica. Intanto
per venerdì è attesa la richiesta del voto di fiducia del governo
sulla manovra. L’ok definitivo della Camera dovrebbe arrivare
lunedì, per poi andare in Senato in seconda lettura.
ssonime chiede maggiore cautela nella segnalazione ai
A
giudici di possibili notizie di reato in campo fiscale che
alla fine non si rivelano tali, nuocendo comunque alla reputa-
di rafforzamento patrimoniale, non performing; controlli di pricioè l’ingresso degli anchor in- mo, secondo e terzo livello relavestor e l’aumento di capitale. tivi alla valutazione del rischio
La banca ha inoltre confermato di credito. Subito dopo l’assise
che «sono in essere da diverse il cda si riunirà per esercitare la
settimane attività ispettive da delega e lanciare l’operazione
di liability maparte della Bce»
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analizzare il processo di credit dum costituzionale, che pende
risk management e il sistema di come una spada di Damocle sul
controlli di vario livello. L’ispe- salvataggio di Mps. I potenziali
zione ha per oggetto l’esame anchor investor aspetteranno di
della quasi totalità del portafo- conoscere l’esito del voto per
glio alla data del 31 dicembre sciogliere la riserva, anche se
2015 e si concentra, secondo tecnicamente le offerte potranquanto comunicato dalla Bce, no essere raccolte dai global
sui seguenti aspetti: classifica- coordinator solo dopo l’avvio
zione del rischio di credito per dell’aumento di capitale. Le inl’intero portafoglio-crediti del cognite che costellano il piano
gruppo; accantonamenti effet- di salvataggio sono insomma
tuati in relazione a detto porta- molte, anche se al momento
foglio; revisione dei valori dei questa è l’unica strada per Mps.
collaterali inerenti le esposizioni (riproduzione riservata)
Bpm: nessuna richiesta
di modifica al piano
L
zione delle società coinvolte. Il rilievo è contenuto nell’ultimo
studio sulle Imprese multinazionali stilato dall’associazione
delle società per azioni. Capita infatti che la Guardia di finanza dopo un’ispezione, ritenendo che un anomalia possa
determinare una notizia di reato, la comunichi al giudice e
che questo apra un fascicolo. A volte però la fattispecie del
possibile reato non è chiara e la segnalazione al magistrato è
soltanto «cautelativa». Per Assonime, quindi, la notizia andrebbe considerata «criminis» soltanto una volta accertato
dalle autorità fiscali ossia quando si ha la certezza che il
contribuente si è macchiato di gravi irregolarità «rilevanti sul
piano penale». In caso contrario, conclude, si danneggiano
le aziende operanti in Italia e si tengono lontane le multinazionali estere che vorrebbero insediarsi.
ulla base delle recenti discussioni con le autorità di Vigilanza,
S
«non sono emerse richieste di modifica del Piano Industriale,
che è stato alla base del rilascio dell’autorizzazioni per la fusione,
le cui assunzioni e previsioni anche in tema ammontare di crediti in
sofferenza e delle relative coperture restano quindi sostanzialmente
confermate». Lo precisa Bpm in risposta a un articolo pubblicato ieri
da un quotidiano. Bpm, che dopo una flessione iniziale ha chiuso ieri
in rialzo di un punto e mezzo a Piazza Affari, ribadisce in una nota «la
piena correttezza formale e sostanziale del processo che ha portato
all’approvazione del progetto di fusione da parte delle assemblee straordinarie delle due banche (la stessa Bpm e il Banco, ndr) lo scorso
15 ottobre». L’istituto ricorda il lavoro fatto dai diversi organi societari
«nel rispetto dei relativi ruoli e prerogative»; Bankitalia e Bce hanno
rilasciato le autorizzazioni sulla fusione; e l’assemblea straordinaria
dei soci il 15 ottobre 2016 ha approvato il progetto di fusione «ha ricevuto piena informativa sull’operazione». Con specifico riferimento
all’informativa ai soci circa i crediti deteriorati del Banco Popolare,
che secondo la ricostruzione dell’articolo potrebbero determinare
un rafforzamento patrimoniale tra 1 e 2 miliardi, Bpm sostiene che
in occasione dell’assemblea del 15 ottobre «gli organi della banca
hanno messo a disposizione dei soci tutte le informazioni disponibili
a quella data, ivi inclusa l’attestazione rilasciata dal Banco Popolare
in merito all’assenza di modifiche rilevanti degli elementi dell’attivo
e del passivo non contemplate nel piano industriale».
La precisazione di Bpm è arrivata dopo quella del Banco che ha
ribadito come «gli interventi straordinari sulle rettifiche, insieme
agli accantonamenti ordinari già previsti al fine di aumentare i
livelli di copertura, tengono conto dei colloqui con la Bce e non
comporteranno «sostanziali modifiche» alle previsioni del piano
strategico sulla fusione con Bpm.
Patuelli e Sbrizzi scrivono ad azionisti e clienti per ricordare una crescita che ha portato la raccolta da 627 mln a oltre 5 mld
Cassa Ravenna fa il bilancio di 25 anni da spa
A
venticinque anni dalla trasformazione in spa il presidente
Antonio Patuelli e il direttore
generale Nicola Sbrizzi del gruppo
bancario, privato e indipendente,
Cassa di Risparmio di Ravenna Spa,
hanno inviato agli azionisti e ai clienti
del Gruppo Cassa una lettera per ricordare i risultati ottenuti nei cinque
lustri passati e tracciare un bilancio.
«L’occasione del compleanno venticinquennale della “Cassa spa” stimola
una riflessione sulle strategie e i risultati finora conseguiti e sullo sforzo a
migliorarli sempre, pur in anni complessi», è scritto nella lettera, che pro-
segue ricordando che al
329 milioni di euro,
momento della trasforportando il patrimonio
mazione in spa «il capinetto a oltre 504 miliotale sociale della Cassa
ni di euro».
era di 77.468.534,86
«Nei 24 esercizi, dal
euro (150 miliardi di
1992 al 2015, «sono
vecchie lire), oltre a risempre stati distribuiti
serve per 23.814.780,64
ininterrottamente divieuro, per un patrimonio
dendi per un ammontanetto di 101.283.315,50
re totale addirittura sueuro. Il capitale sociaperiore a 289 milioni di
Antonio Patuelli
le è progressivamente
euro (circa 559 miliardi
cresciuto agli attuali
di vecchie lire), oltre a
174.660.000,00 euro, a cui si assom- 450 mila azioni assegnate negli ulmano le riserve annualmente accan- timi tre anni per libere scelte degli
tonate, che ora ammontano a oltre azionisti in alternativa al dividendo
in contanti, cifre molto importanti e
remunerative per gli azionisti».
La crescita, però, è stata anche dimensionale. Nel 1991 la Cassa operava con 47 filiali, con una raccolta
diretta di 627 milioni di euro e impieghi economici per 430 milioni di euro. «Oggi», ricordano ancora Patuelli
e Sbrizzi, «la Cassa guida un gruppo
bancario privato e indipendente (che
comprende la Banca di Imola spa e
il Banco di Lucca e del Tirreno spa)
con complessivi 140 sportelli bancari
e con una raccolta diretta di 5.102
milioni di euro e impieghi per 4.059
milioni di euro».