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TPP in bilico con Donald Trump | 1
giovedì 17 novembre 2016, 15:00
Trattato Trans Pacifico
TPP in bilico con Donald Trump
I Paesi firmatari -asiatici in primis- in forte dubbio circa il cambio di strategia USA nel commercio globale
di Francesco Tortora
Bangkok - I leader dei 12 Paesi che hanno sottoscritto il Trattato di Partnership Trans Pacifico TPP s'incontreranno secondo
calendario di attività nel corso di un meeting Asia-Pacifico che si terrà in Perù nel corso della settimana corrente, per
discutere e individuare una via di progresso dello sviluppo del commercio globale sull'onda delle novità
introdotte dai risultati delle recenti elezioni Presidenziali USA e la conseguente vittoria di Donald Trump. Lo
scenario geopolitico ma anche quello del commercio e dell'economia internazionale viene ovviamente a
ridisegnarsi profondamente dopo l'elezione di Donald Trump al posto di quella che si riteneva avrebbe potuto essere
il primo Presidente USA donna, Hillary Clinton ma anche e soprattutto per il fatto che con la Clinton -tutto sommato- vi
sarebbe stata una ideale prosecuzione delle politiche economiche introdotte dai predecessori, in special modo Barak
Obama. Questi, ad esempio, prima della conclusione del suo mandato presidenziale ha fatto spesso tappa in Sud Est Asia
ma non sempre è riuscito a mantenere in essere precedenti alleanze secondo lo status quo pre-esistente, come con il
Giappone o la Corea del Sud.
Nel caso delle Filippine, ad esempio, le critiche mosse verso il Governo di Rodrigo Duterte e la sua strategia di azione
contro i narcos filippini (che poi è diventata un'onda impetuosa e violenta nella quale si son verificate forse fin troppe morti)
hanno condotto l'ONU e gli USA a muovere critiche pesanti verso il Governo filippino, tanto che -sbottando- il Presidente
filippino Duterte ha bollato Barak Obama con un caustico “son of whore”. Le logiche d'azione ferrea di Duterte contro i
cartelli della droga, nonostante i “danni collaterali” in termini di morti e ferimenti non apertamente voluti nella popolazione
innocente, potrebbero persino risultare “simpatiche” a Donald Trump, il che potrebbe porre un subitaneo freno alla
recentissima linea di improvviso ed inaspettato riavvicinamento delle Filippine alla Cina (odiata per le annose questioni di
carattere territoriale, sconfinamenti ed azioni militari comprese nel cosiddetto Mar Cinese Meridionale), facendo tornare
tutto a “standard” diplomatici pre-esistenti tra USA e Filippine, da sempre alleato tra i più fidati nell'area asiatica e Sud Est
asiatica nello specifico.
Alan Bollard, Direttore Esecutivo del Segretariato della Cooperazione Economica Asia-Pacifico APEC dialogando coi media
ha riferito che la gran parte del tempo del meeting peruviano sarà dedicata alla rivisitazione delle proprie opzioni e
strategie di azione alla luce dell'elezione di Donald Trump nel ruolo di Presidente degli Stati Uniti. Ma tutto questo
avverrà ovviamente con l'attuale Presidente uscente Barak Obama. Il Segretario di Stato USA, John Kerry, domenica scorsa
ha espresso la sua speranza nella prosecuzione del TPP così come finora esso è stato disegnato e progettato, nonostante vi
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/tpp-bilico-donald-trump/
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possano essere variazioni ed emendamenti, ammissibili pur nel rispetto dell'iniziale idea di venire incontro alle
esigenze ed aspettative delle popolazioni dei Paesi firmatari del TPP stesso.
D'altro canto, lo stesso Kerry ha riconosciuto che vi è ancora tanto spazio per poter migliorare il quadro d'azione
complessivo del TPP, recentemente lo ha ribadito in una conferenza stampa successiva ad un ulteriore meeting tenutosi a
Wellington, Nuova Zelanda. Il TPP è visto piuttosto come un quadro di riferimento generale in ambito
commerciale dove è possibile definire meglio le regole del mondo del lavoro, i regolamenti che fissano gli
standard nel settore dell'Ambiente. Tutto questo oggi assume ben altra luce e connotazione, dopo l'elezione di
Donald Trump notoriamente avverso al TPP come ampiamente dimostrato in tutto il corso della sua campagna
elettorale dove non ha fatto altro che sottolineare il suo interesse a convergere tutte le energie verso l'interno e non verso
l'esterno degli Stati Uniti.
I 12 Paesi firmatari rappresentano di fatto il 40 per cento del commercio internazionale totale e può entrare in
vigore non appena venga siglato da almeno sei Paesi, questi sei però, debbono comprendere gli Stati Uniti ed il
Giappone. In Giappone la Camera Bassa ha già ratificato il Trattato che però ora attende approvazione presso la Camera Alta
dove -appunto- attualmente è in esame il testo. Alan Bollard ritiene vi sia ancora tempo per decidere bene sul da farsi circa
le strategie d'azione e che in effetti non sia mai stata fissata una vera e propria deadline in tal senso, ai fini della ratifica ma
obbiettivamente non vi può essere alcuna implementazione del discorso senza gli Stati Uniti, insomma -secondo Bollard“non vi è una data di scadenza”. Bollard è un ex Governatore della banca Centrale della Nuova Zelanda, quindi è persona
abbastanza abituata ad un certo pragmatismo. Dal suo punto di vista, accanirsi in un affaticamento da ri-negoziazione tra
tutti i 12 Membri firmatari potrebbe essere del tutto inutile a fronte delle attuali incerte condizioni dovute ai recenti
accadimenti internazionali, in primis il cambio della guarda alla Presidenza USA.
Ora tutto dipende dai Paesi firmatari, compreso il fatto che debbano fattualmente decidere se l'intero
progetto abbia ancora un senso o lo si debba considerare un progetto fallito. Il TPP è un patto commerciale tra
Singapore, Brunei, Cile e Nuova Zelanda finalizzato ad un maggior impulso per la liberalizzazione dei mercati
lungo tutta l'area del Pacifico, così come è parte del progetto continuare a cercare altri Paesi disposti a condividere il
Progetto per come esso è stato disegnato fino ad oggi ed implementarlo ulteriormente attraverso l'ingresso di altre Nazioni
che la pensino in egual modo. Può anche darsi che i Paesi firmatari decidano di proseguire per proprio conto ma effettivamente- senza la presenza fattiva e possente degli Stati Uniti il TPP ne verrebbe fuori notevolmente
minimizzato e persino monco nella sua stessa strutturazione. Gli Stati Uniti sono pur sempre la prima economia
mondiale ed il loro effetto traino è indiscutibile.
Il TPP prevede che maggior attenzione ora sarà dedicata ai 16 Membri della Partnership Economica Comprensiva Regionale
RCEP che coinvolge 10 Membri ASEAN più l'Australia, la Nuova Zelanda, la Cina, il Giappone, la Corea del Sud e l'India. Sette
Paesi TPP fanno parte del RCEP, in ogni caso, molti dei 21 Membri APEC vedono al proprio interno diventare sempre più forte
un certo spirito anti-globalizzazione e molti tra di essi si chiederanno dove si sta andando al prossimo vertice in Perù.
di Francesco Tortora
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