Il Senato delle Regioni tagliati seggi e poteri

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-MSGR - 20_CITTA - 10 - 17/11/16-N:
10
Verso il 4 dicembre/-17 giorni alle urne
Primo Piano
Giovedì 17 Novembre 2016
www.ilmessaggero.it
La guida de Il Messaggero sul referendum: così può cambiare il Parlamento
PRIMA E DOPO LA RIFORMA
Come può cambiare il Senato
PRIMA
Composizione prevista dalla nuova legge costituzionale
NOMINATI
PER 7 ANNI
DAL PDR
CONSIGLIERI
REGIONALI
Il Senato vota
la fiducia al Governo
SINDACI
21
74
5
100
SENATORI
6+1
1+1
5
45%
dei seggi
dei seggi
eletti dai
X+1
Consigli regionali
X consiglieri + 1 sindaco
12
1+1
1+1
7+1
2+1
8+1
100
1+1
SÌ
SÌ
immunità
per i
senatori
SÌ
NO
indennità
per i
senatori
SÌ
NO
può essere
sciolto
dal PdR
SÌ
5+1
6+1
320
NO**
soglia di sbarramento
20%
coalizioni
liste non coalizzate 8%
3%
liste coalizzate
*salvo alcuni casi di leggi d’interesse territoriale o sui referendum **salvo riguardino l’appartenza dell’Italia alla Ue
LA RIFORMA
SEMPLIFICA
IL SISTEMA
POLITICO E NE
RIDUCE I COSTI
ELIMINANDO
IL 30% DEI
PARLAMENTARI
NO
vota su
amnistia
e indulto
TOTALE SEGGI
SENATORI
I vantaggi del nuovo Senato?
Soprattutto due: una politica più
semplice e una riduzione dei costi
della politica stessa. Secondo il
Comitato per il Sì, infatti, il nuovo
assetto istituzionale sarebbe molto
più razionale dell’attuale. Perché?
Intanto per ben 4 volte nelle ultime 6
elezioni il Senato ha registrato una
maggioranza diversa da quella della
Camera con il risultato di governi
deboli e di “traffici” talvolta
indecorosi intorno alle scelte
politiche di singoli senatori.
Eliminando la
parità di poteri fra
Camera e Senato si
elimina il
problema di due
eventuali
maggioranze
diverse. Inoltre
con la fine del
bicameralismo
perfetto l’Italia si
allinea ai sistemi
istituzionali di
Maria Elena Boschi Francia,
Germania, Spagna
e Gran Bretagna
dove una sola
Camera assicura la
fiducia al governo
mentre la seconda
ha compiti di
supporto oppure
rappresenta gli
enti locali.
Secondo il “fronte
del Si” la riforma
rende più
trasparente il
processo di formazione delle leggi
(non ci saranno più le valanghe di
decreti di questi anni) e riduce
notevolmente i costi della politica
eliminando il 30% dei parlamentari
nazionali. Infatti i 315 senatori attuali
sarebbero sostituiti da 100 esponenti
di Regioni e Comuni senza indennità.
Inoltre la riforma prevede
l’unificazione delle burocrazie di
Camera e Senato. Gli esponenti del Sì
respingono al mittente le critiche
sulla non democraticità dell’elezione
dei nuovi senatori perché una
apposita legge - che si può approvare
solo dopo l’esito del referendum consentirà ai cittadini di indicare i
consiglieri regionali che per 3/4 giorni
al mese andranno a Roma a
partecipare alle sessioni del Senato.
SÌ
2+1
I consiglieri regionali vanno eletti senatori
“in conformità alle scelte
espresse dagli elettori”
Le ragioni
del Sì
NO
dichiara
lo stato
di guerra
dei seggi
(in base agli abitanti
di ciascuna regione)
1+1
In base a Costituzione e legge elettorale vigenti
ALTRE LISTE
PER REGIONE
vota le leggi costituzionali
alla pari della Camera
RIPARTIZIONE
1+1
4+1
55%
1+1
5+1
soglia di sbarramento
3%
COALIZIONI VINCENTI
NELLE REGIONI
vota le leggi ordinarie
alla pari della Camera
prov. Bolzano
prov. Trento
1+1
13+1
6+1
SÌ
SÌ
1+1
1+1
A VITA
NOMINATI
DAL PDR
SÌ
SÌ
nell’elezione del PdR
32%
2ª carica dello Stato
ratifica
i Trattati internazionali
SÌ
SÌ
PdR=Presidente della Repubblica
Il Senato delle Regioni
tagliati seggi e poteri
IL DOSSIER
ROMA Il nuovo Senato è il cuore della riforma Costituzionale. A oltre 35 anni dai primi tentativi di modifica dei meccanismi parlamentari delineati dalla Costituzione del ‘48 il
prossimo 4 icembre quasi 50 milioni di italiani saranno
chiamati ad esprimere un proprio parere uscito dalle Camere dopo due anni di dibattito intenso e ben sei votazioni.
In sintesi la riforma prevede la fine del “bicameralismo
perfetto” ovvero l’esistenza di due Camere fotocopia. Atten-
zione non si vota sull’eliminazione del bicameralismo in
quanto tale perché il Senato resta ma, se passa il Sì, Palazzo
Madama non avrà più gli stessi poteri della Camera: non
darà più la fiducia al governo; esaminerà solo il 5/10% delle
leggi e rappresenterà Regioni e Comuni, un po’ come avviene in Germania col Bundesrat. La riforma prevede anche
l’unificazione delle costose burocrazie di Camera e Senato.
Anche qui salterebbero alcune poltrone doppione.
(2 - Segue)
Diodato Pirone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Costituzione modificata
Costituzione vigente
ARTICOLO 57
Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i
seggi assegnati alla circoscrizione Estero.
Il Senato della Repubblica è composto da novantacinque
senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da
cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica.
I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di
Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i
senatori fra i propri componenti e, nella misura di uno per
ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori.
Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei
quali eletti nella circoscrizione Estero.
Abrogato
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a due; ciascuna delle Province autonome di Trento e
di Bolzano ne ha due.
La ripartizione dei seggi fra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale
risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.`
La ripartizione dei seggi tra le Regioni si effettua, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall’ultimo
censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei
più alti resti.
La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati
eletti, in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i
candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge di cui al
sesto comma.
Con legge approvata da entrambe le Camere sono regolate
le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della Repubblica tra i consiglieri e i sindaci,
nonché quelle per la loro sostituzione, in caso di cessazione
dalla carica elettiva regionale o locale. I seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio.
Le ragioni
del No
I contrari alla riforma
costituzionale sostengono che le
norme relative al nuovo Senato sono
«confuse e pasticciate». Molti fra gli
esponenti del No, tuttavia, non si
dichiarano contrari all’abolizione
del bicameralismo perfetto, ovvero
alla necessità del voto favorevole di
entrambe le Camere per ogni legge,
ma ribadiscono che in futuro andrà
fatta un’altra riforma, scritta in
maniera diversa. Secondo il fronte
del No il Senato non viene abolito
ma bensì trasformato in una specie
di dopolavoro di
consiglieri
regionali e
sindaci. A molti
del No non piace
neanche il
sistema di
elezione degli
eventuali futuri
senatori che, com’
è noto, non
sarebbero eletti
direttamente dal
Gustavo Zagrebelsky popolo ma
indicati dai
cittadini sulla
scheda quando
vanno a votare
per le regionali.
Critiche anche al
funzionamento
del futuro Senato
così come
indicato nella
riforma perché su
alcune leggi non
sarebbe abolita la
navetta fra
Montecitorio e Palazzo Madama.
Secondo il No la riforma fissa
almeno 10 modi diversi per
consentire al Senato di duettare con
la Camera sul varo delle norme. Il
No, infine, è critico sulla possibilità
riservata ai neosenatori, consiglieri
regionali e sindaci in carica, di
ottenere l’immunità parlamentare e
smentisce le cifre fatte circolare dal
fronte del Sì di un risparmio di 500
milioni l’anno. Secondo gli
esponenti del No i risparmi massimi
sarebbero al massimo 50 milioni
derivanti dall’eliminazione degli
stipendi di 315 senatori. Ma poi
andrebbero conteggiati i rimborsi
spese dei 100 nuovi senatori per i
quali non è però previsto lo
stipendio.
IL NUOVO
TESTO
È CONFUSO
E NON ELIMINA
DEL TUTTO IL
BICAMERALISMO
I RISPARMI POI
SONO MODESTI
-TRX IL:16/11/16 22:51-NOTE: