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04 novembre 2016 delle ore 17:09
Un amore di Russia
Dopo Gerard Depardieu un'altra vecchia star del cinema hollywoodiano diventa cittadino all'ombra
del Cremlino: ecco la storia di Steven Seagal, o di una diplomazia fragile come la celluloide
Che Vladimir Putin sia una sorta di stratega
delle relazioni pubbliche abbiamo qualche
dubbio, specialmente quando non gli vanno a
genio i "commensali". Ma che invece tenti in
tutti i modi di piacere all'esausto popolo russo
con azioni ben poco ammirevoli è cosa nota.
L'ultima grandiosa dimostrazione di accoglienza?
Al vecchio attore Steven Seagal, divenuto
celebre negli anni Novanta per i suoi film da
duro, dove a prenderle erano quei bastardi
comunisti. E invece oggi no; lo scorso agosto
l'attore è stato anche ospite del presidente
bielorusso Aleksandr Lukashenko, un altro
duro contro i nemici occidentali, che però ha
fatto orecchie da mercante di fronte alla
richiesta di "asilo" della vecchia gloria, così
come ha acconsentito Mister Putin. «Putin è uno
dei maggiori leader mondiali viventi. Ho
sempre pensato che gli Stati Uniti e la Russia
debbano essere alleati e amici e nonostante la
sfortunata propaganda oggi in corso lavorerò
senza sosta per questo fine», ha riportato
Seagal. Che sia una bella questione di
milioncini da salvare, come accadde all'altro
cittadino russo illustre Depardieu, nel 2013? Di
integrazione, ad "alti ranghi" in realtà se ne vede
sempre poca, d'altronde - comunisti o no - il
bicchiere è sempre pieno. E allora meglio
brindare in compagnia di chi suona la stessa
campana. (MB)
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