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26/10/2016
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ALIMENTARE & LEGGI
Nuovi business: se l’avvocato finisce nel piatto
Secondo una ricerca di Foodcommunity.it il settore del diritto legato al cibo vale 30 milioni di euro
e può crescere ancora del 20%
di BARBARA MILLUCCI
Ricette gourmet e piatti
particolarmente prelibati sono a tutti
gli effetti un’opera creativa. Che in
quanto tale va tutelata sotto il profilo
legale, registrandola anche come
brevetto. Ne sanno qualcosa i food
lawyers, gli avvocati che scelgono di
specializzarsi in diritto alimentare. In
un mondo globalizzato, in cui
crescono i rischi legati alla sicurezza
di ciò che mangiamo, il settore
agroalimentare, che viaggia sui 135 miliardi di fatturato, necessita sempre più di
garanzie legali in grado di combattere la contraffazione, proteggere prodotti e marchi
Doc, ma anche di brevettare gusti e sapori.
Secondo un’analisi di Foodcommunity.it, il food law degli
studi legali copre mediamente tra il 5 e il 10% del fatturato complessivo e, delle
ventidue law firm interpellate, risulta che ben quattordici hanno un team dedicato
INVENTARE E GUSTARE
all’agroalimentare (64%). Si tratta di gruppi di lavoro nati negli ultimi sei anni, a
conferma che la domanda di consulenza in diritto alimentare — che oggi vale 30
milioni — cresce e che, sempre secondo i diretti interessati, è destinata a decollare
nell’ordine del 20%. Ecco qualche esempio. Oltre a seguire contenziosi in M&a e
banking finance, lo studio milanese Mdba brevetta ricette di chef stellati e torte e
cioccolatini d’autore di pasticceri come il celebre Ernst Knam, oltre alle creazioni di
food design di cuochi come i fratelli Massimiliano e Raffaele Alajmo. Il team di Mdba,
il cui 10% degli introiti arriva proprio dal food, ha affiancato Nestlé in un contratto di
distribuzione e il gruppo Zanetti in un’acquisizione nel settore del caffè in capsula.
Dal report, disponibile da oggi su legalcommunity.it, emerge che Dla Piper, presente
in quaranta paesi, ha il team più corposo: trenta persone. Tra le operazioni seguite
«l’acquisizione delle gelaterie Grom da parte di Unilever e quella che ha portato Fida
all’acquisizione dal gruppo Nestlé di un complesso aziendale per la produzione di
caramelle, tra cui Rossana» spiega Wolf Michael Kühne, country managing partner.
Altra operazione: il finanziamento di Rigoni di Asiago da parte di un pool di banche.
Dalle normative europee in materia di food security alle
problematiche inerenti l’etichettatura dei prodotti, dalla contraffazione alle transazioni
commerciali, le attività food di Lca pesano sul fatturato dello studio tra il 2­5%.
«Assistiamo H­Farm, di cui abbiamo seguito la quotazione, al fianco di Barilla,
Granarolo, Natura Sì e Calsberg — afferma Antonio Martino, responsabile del team
Food dello Studio —. A breve partirà un programma di accelerazione sul food, in
partnership con Cisco e una call for ideas per start­up su food delivery, nutrizione e
DA MILANO AL MONDO
http://www.corriere.it/economia/finanza_e_risparmio/16_ottobre_25/nuovi-business-se-l-avvocato-finisce-piatto-c16bc922-9a91-11e6-97ec-60bd8f16d4a5.shtml
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biologico». L’unico studio che dispone di un vero e proprio dipartimento specializzato
in diritto alimentare è invece Rödl Partner. Il team nato nel 2015 offre una
consulenza legale alle imprese alimentari su scala internazionale. Con studi a Roma
e Milano, ha un ampio know­how legato alle normative europee e internazionali. A
Milano, i 13 food lawyers di Eversheds assistono pmi e multinazionali (Starbucks) su
aspetti fiscali, di regolazione, labelling, sicurezza, corretta informazione ai
consumatori e pubblicità ingannevole. Bernard O’Connor è invece il partner di
riferimento di Nctm le cui attività, con un team da venti persone, spaziano dal diritto
alimentare agli accordi commerciali, dalla proprietà intellettuale alle misure sanitarie.
Il Financial Times ha indicato lo studio tra i più innovativi del 2016 per l’assistenza
fornita ai produttori turco ciprioti per la protezione della loro produzione di formaggio.
Nctm ha assistito anche il produttore di vino Masi Agricola nell’acquisto del 60% di
Canevel Spumanti. È invece dal 2015 che lo studio legale Maimeri Albano Ranalli, i
cui introiti per consulenze nel mondo della gastronomia e del buon cibo si aggirano
tra il 2­5%, seguono i diritti d’autore di chef, tra cui la spagnola Alba Esteve Ruiz
(Premio Gambero Rosso per Migliore Chef Emergente 2014). Secondo quanto
riporta la ricerca, ci sono anche studi che hanno scelto di non avere
un’organizzazione per focus team, ma hanno comunque soci con esperienza nella
gestione di operazioni food. È il caso di Pedersoli, il cui fatturato dipende per il 2­5%
da contenzioni nell’agroalimentare. Nell’ultimo anno ha chiuso quindici operazioni,
dal deal Campari­Grand Marnier alla vendita di Vietti. Anche lo studio Pirola Pennuto
Zei Associati non ha un team dedicato al food, ma il fatturato dei 110 clienti attivi in
questo settore incide per circa il 10% sul giro d’affari totale. La food law è
considerata strategica anche da Legance — Avvocati associati, i cui esperti sono
specializzati in legislazione alimentare, oltre che in capital markets e tax.
25 ottobre 2016 (modifica il 25 ottobre 2016 | 12:09)
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