quattro persone in ospedale dopo aver consumato un piatto di funghi

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Transcript quattro persone in ospedale dopo aver consumato un piatto di funghi

Asl Olbia: quattro persone in ospedale dopo aver consumato un piatto di funghi
OLBIA. Funghi velenosi trifolati, funghi consumati poco cotti e indigestione per un consumo
eccessivo: sono queste le cause che hanno portato quattro persone negli ospedali della
Gallura. Dopo una notte trascorsa in Pronto Soccorso, tutti hanno fatto rientro a casa e le
loro condizioni di salute sono buone.
Negli scorsi giorni una donna cinquantenne di Tempio Pausania è finita al Pronto soccorso
dell’ospedale “Paolo Dettori” dopo aver consumato un piatto di pasta con “Boletus Queletii”,
un fungo commestibile ma solo in seguito a prolungata cottura, se consumato invece quasi
crudo, come in questo caso, crea sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale, che hanno
costretto la donna a rivolgersi all’ospedale.
Nella serata di ieri all’ospedale di Olbia sono finite madre e figlia, originarie di Tempio
Pausania, ma domiciliate a San Pantaleo, nelle cui campagne hanno raccolto degli esemplari di
Omphalotus Olearius, scambiato per un “Gallinaccio” e consumato come contorno dopo averlo
trifolato. Le due donne, di 70 e 45 anni, intorno alle 19 sono finite all’ospedale, alcune ore
dopo aver consumato il piatto di funghi, con sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale,
come vomito irrefrenabile, dolori addominali violenti.
Sempre ieri sera, all’ospedale “Paolo Merlo” di La Maddalena, un uomo di 50 anni dell’Isola è
stato ricoverato con sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale. In questo caso l’uomo
aveva assunto delle dosi eccessive di funghi (consumati per tre giorni consecutivi, sia a
pranzo che a cena): si ricorda infatti che i funghi sono alimenti poco digeribili, che devono
sempre essere consumati in quantità moderata e in pasti non troppo ravvicinati.
Per tutti è stato seguito il protocollo da intossicazione alimentare.
I sanitari dei tre ospedali, con la consulenza dei Micologi dell’Azienda sanitaria, hanno
trattato i pazienti che sono rimasti in osservazione in ospedale per alcune ore.
Per evitare simili situazioni la Asl di Olbia consiglia di rivolgersi sempre al Micologo:
l’Azienda Sanitaria ha messo a disposizione della popolazione un esperto in grado di
classificare e fare una cernita esatta dei funghi. L’Ispettorato Micologico garantisce
attività di prevenzione, controllo e certificazione di commestibilità dei funghi freschi
spontanei destinati all’autoconsumo dei cittadini.
L’attività dell’Ispettorato Micologico è garantita nelle giornate di lunedì, mercoledì e
venerdì, dalle ore 09.00 alle ore 13.00:
A Olbia al piano terra della Palazzina all’ingresso del “San Giovanni di Dio”
A Tempio Pausania al piano terra nella palazzina dell’ex Caserma Fadda
A Badesi, al piano terra poliambulatorio di via Riu Balbaro (nei locali del servizio
veterinario)
Inoltre:
A Padru, in via Roma, nei locali della Biblioteca Comunale
Orario: il lunedì, dalle ore 09.00 alle 13.00
Alà dei Sardi, presso l’ambulatorio veterinario di Igiene degli alimenti di origine
animale, di via Roma (dottor Gilberto Bo)
Orari: martedì e venerdì, dalle ore 08.30 alle 10.00
Per ulteriori informazioni sul servizio è possibile contattare lo 0789/552153 – 114.
In un periodo in cui giornalmente si registrano casi di intossicazione legati al consumo,
errato, dei funghi, la Asl di Olbia, attraverso il suo Ispettorato Micologico, sostiene anche
attività di “prevenzione ed educazione alla salute”: in quest’ottica i micologi dell’Azienda
sanitaria saranno presenti domani a Telti alla “Festa del Fungo”, dove sarà possibile
partecipare all’VIII edizione della Mostra micologica organizzata e allestita
dall’Associazione per gli studi culturali e naturalistici della Sardegna (Ascunas) con la
collaborazione dell’Ispettorato micologico della Asl di Olbia.
Oltre alla mostra, allestita in Piazza Duomo a Telti, alle ore 11.00, è prevista una
conferenza di informazione sulle specie fungine del territorio, con un occhio di riguardo alle
più pericolose, ma anche a quelle che stanno maggiormente creando problemi, come l’Omphalotus
olearius.