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Il caso Manet. E Torino perde (dopo il dominio dei libri) anche la signora dei musei, ovvero Asproni. Che lascia per incompatibilità con Appendino. Brutta aria sotto la Mole P. 14 Fondata da Antonio Gramsci nel 1924 Questo giornale ha rinunciato al finanziamento pubblico l €1,40 Anno 93 n. 280 Martedì, 25 Ottobre 2016 unita.tv cuore d’Europa Calais, lo sgombero nel Legge di bilancio, i giovani al centro MORIRE PER MOSUL? Staino Il Psoe vittima del proporzionale l I migranti saranno distribuiti in varie zone della Francia l L’Italia ha già salvato la vita a oltre 153mila persone l Oggi (si spera) il sì definito alla legge sui minori stranieri non accompagnati P. 2-3 Obiezione poco cosciente Henri Margaron M Stefano Ceccanti N y(7HD9B7*KKMKKT( +]!=!"!$!, Marco Leonardi a i giovani sono stati davvero dimenticati in questa legge di stabilità? Si sa, la politica è fatta di messaggi prima ancora che di numeri e indubbiamente il messaggio di questi mesi è che il governo e sindacato si sono riavvicinati e hanno prodotto un “patto” sulle pensioni che è finito dritto dritto in legge di bilancio con uno stanziamento di circa 6 miliardi in 3 anni e di 1.7 miliardi per il 2017. Da qui l’accusa di aver privilegiato gli anziani e dimenticato i giovani (paradossalmente anche da chi ha predicato per mesi la necessità agire sulle pensioni). Ma dopo i messaggi veniamo ai numeri. Per l’anticipo pensionistico (APE), per l’operazione sul cumulo gratuito (da domani chi ha i requisiti potrà cumulare pensioni da gestioni diverse senza dover ricorrere alle ricongiunzioni onerose), per le 14esime e per i lavoratori precoci, lo stanziamento complessivo per il 2017 è di circa 1.7 miliardi. Lo stanziamento per le misure che riguardano i giovani è altrettanto “pesante”; i giovani scontano solo il fatto che per loro il messaggio non sia stato altrettanto chiaro. Per i giovani sono rilevanti almeno tre poste della legge di bilancio, più una posta che è scritta nei patti con i sindacati e costituisce una promessa vincolante. Segue a pag. 5 Le battaglie dell’ottavo giorno Adriano Sofri da Erbil, racconta come l’Isis stia diversificando le sortite per allentare la morsa di iracheni e curdi P. 9 SALUTE Mattarella: basta menzogne sui vaccini Il Presidente: no a «guaritori» e scelte dettate dall’ignoranza P. 7 Renzi: i tecnocrati non cambieranno la manovra l In attesa delle raccomandazioni Ue il premier attacca: «La stabilità dei nostri figli vale più della stabilità delle regole europee» P. 4-5 on c’è dubbio che la scelta peggiore che avrebbe potuto compiere il Psoe (ma nessun dirigente responsabile l’avrebbe fatta) sarebbe stata quella di costituire un “Governo di cambiamento” con Podemos, con gli estimatori del regime venezuelano, e con gruppi secessionisti che attentano all’unità del paese anziché puntare a un decentramento compiuto. Tuttavia entrambe le altre due scelte possibili, l’astensione decisa domenica a maggioranza (che però vedrà una rottura inedita della disciplina dei deputati, con possibili scissioni) e il prendersi la colpa di terze elezioni, rappresentano un’alternativa tra la peste e il colera, già sperimentata dai socialisti greci, non a caso scomparsi. A prima vista si sarebbe tentati di dire che per un partito riformista è comunque meglio tollerare una soluzione non ottimale ma che fa funzionare il Paese alle terze elezioni. Non c’è dubbio che questa sia l’impostazione pragmatica dei dirigenti del Psoe, sostenuta da tempo da Gonzalez. Eppure i costi sono pesanti. Non tanto quelli per il partito che si troverà in una strettoia: se farà governare davvero il Pp sarà preso per collaborazionista e tutti si chiederanno perché non sia entrato direttamente al Governo; se si opporrà rendendogli la vita impossibile provocherà elezioni anticipate da cui Rajoy potrebbe uscire vincitore perché si presenterebbe come vittima. Segue a pag. 11 A l di là delle indagini giudiziarie ancora in corso, il dramma della giovane madre di Catania e dei suoi due gemellini ha messo in luce una realtà inquietante: in un ospedale pubblico italiano i medici possono permettersi di non ottemperare ad una legge dello Stato. Come se ciò non bastasse, dall’ospedale di Bari è arrivato un altro messaggio altrettanto preoccupante per la legge 194. Segue a pag. 10 LA LETTERA Separarsi è già una sconfitta Stefano Fassina S ergio Staino è uno dei maggiori intellettuali e artisti in giro. Ma non sta a me recensirlo per il suo ingegno e le sue opere. Per me, Sergio Staino è innanzitutto un compagno. Lo so, suona molto vetero, non va di moda nell’epoca dei 140 caratteri e della politica prêt-àporter. Lo so, ma per me, per noi voglio dire, di antiche e non recise radici comuniste, è cosi. Segue a pag. 10 Radar: il corpo del rock. Iggy Pop diventa un’opera d’arte e finisce in un museo. Ma non è il solo P. 12