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Venerdì 28 Ottobre 2016
PRIMO PIANO
La sindaca di Roma, Raggi, si è presa in giro da sola, evocando complotti che non ci sono
Ci mancavano solo i frigoriferi
Che sono deposti nelle strade solo per sua negligenza
invece quel che fa o dovrebbe
fare nel settore di competenza.
autolesionismo dei Similmente, della pratica legapentastellati capitoli- le svolta dalla Raggi neo laureni non finisce di stupi- ata presso lo studio Sammarco
re. Il complotto dei fri- può importare al direttore di
goriferi sembra una scientifica la Repubblica, ma la vicenda
trovata di Virginia Raggi per non fa un baffo ai romani, che
gettare nel ridicolo la propria si aspettano tutt’altro. Se poi
giunta, e nulla uccide più del arrivano segnali incerti sul deridicolo. Finire dileggiati per le stino delle partecipate oppure
Baf, «Brigate abbandona frigo», ci si oppone alle privatizzazioni o, ancora, si
non è proprio
insiste per tequanto possanere in mano
no auspicare i
pubblica aziengrillini romani.
de di dubbia
B e p p e
utilità, non
Grillo è pasi può restalesemente
re tranquilli.
insoddisfatto
Poco si esterdell’immagine
na sul debito
che il Campicapitolino e sul
doglio a cinque
connesso piano
stelle fornisce.
di rientro. AnVige sempre il
cor meno sulla
suo (fondato)
produttività
richiamo a un
dei dipendenti,
tagliando che
Virginia Raggi
sulle relazioni
sarà staccato a
gennaio. In effetti, sarebbe l’ora sindacali, sugli strumenti per
che sindaca e assessori (i diret- rendere efficienti le migliaia
torii sono stati accantonati) si e migliaia di persone che ladecidessero a tracciare un pro- vorano o dovrebbero lavorare
getto per la capitale e a venire in Roma Capitale e aziende
incontro a qualche consolidato connesse.
Ci sono, poi, tanti episodi
acciacco capitolino. Invece, o
non si vede gran che o quel che che non dipendono in alcuna misura dalla Raggi, ma che
si vede preoccupa.
I pentastellati si sono i romani le attribuiscono come
impiccati da sé ai possibili responsabilità, fatalmente apo reali problemi giudiziari di pannandone l’immagine. Da
Paola Muraro. Errore cosmi- mesi i lavori in piazza Venezia
co, perché che l’assessore sia intasano il traffico, che già non
indagata, rinviata a giudizio, è scorrevole, nel cuore della citsanzionata, non dovrebbe mi- tà, e dureranno fino all’anno
nimamente rilevare. Importa nuovo: più paralizzano la cirDI
INDISCREZIONARIO
MARCO BERTONCINI
L’
DI
PUCCIO D’ANIELLO
Francesco Rutelli, appena nominato presidente dell’Anica, l’associazione nazionale
dell’industria cinematografica, ha incontrato
l’ambasciatore di Francia in Italia, Catherine Colonna. Occasione, la presentazione
del nuovo libro di Massimo Nava, edito da
Mondadori: per l’evento si è addirittura scomodato, per giungere nella capitale, Ernesto
Mauri. Rutelli ha portato a Colonna una copia del catalogo della mostra “Rinascere dalle
distruzioni”, allestita nel Colosseo,
e voluta dall’associazione Incontro
di Civiltà, animata dallo stesso ex
sindaco di Roma.
gital Transformation “è un valido esempio
di come una struttura estremamente complessa e diversificata possa trarre vantaggio
dall’utilizzo intelligente, innovativo e tecnologico delle risorse, con innegabili benefici
per l’ambiente, il benessere dei dipendenti
e il miglioramento dell’esperienza di milioni
di clienti”.
*
*
*
Se l’Italia ha raggiunto gli obiettivi 20-2020 nell’ambito della diffusione delle energie
rinnovabili, non si può dire che abbia fatto altrettanto sull’efficienza
energetica. Eppure dal settore delle
costruzioni si può tentare di risollevare l’economia, non è un caso che
* * *
l’ecobonus sia stato inserito di nuovo nella legge di stabilità. Il settore
Poste Italiane ha ottenuto il Gredell’efficienza energetica però fatica
en Globe Banking 2016 Award,
a decollare, per questo il presidenil riconoscimento riservato ogni
te di Aicarr, l’associazione italiana
anno alle aziende del settore
condizionamento dell’aria riscaldabancario che stanno realizzando
Francesco
mento e refrigerazione, Livio de Sanle “best practice” più efficaci in
Rutelli
toli, dal Saie Building di Bologna
tema di sostenibilità. Il premio
ha scritto al ministro dello Sviluppo
è stato consegnato nel corso del
convegno Green Globe Banking Conferen- economico Carlo Calenda per chiedere che
ce, promosso ogni anno dall’Associazione il settore venga riordinato in ambito legiEuropea Sostenibilità e Servizi Finanziari, slativo e che l’efficienza energetica entri in
arrivato alla decima edizione, si è svolto a un piani di comunicazione ad hoc per gli
Milano presso il Centro Servizi Bezzi della utenti finali, per i condomini, per le famiglie
Banca Popolare di Milano. Poste Italiane è bisognose grazie anche a nuovi meccanismi
stata premiata perché il suo percorso di Di- finanziari.
colazione, più danni ne riceve
la giunta. Se piove, gli scarichi
continuano a non funzionare
in centinaia di chiusini (erano
stati compiuti censimenti incredibili per l’estensione del
fenomeno): ogni pozzanghera
è addebitata alla sindaca. I
manti stradali sono divisi fra
sampietrini sconnessi e buche
nell’asfalto: in molti fra coloro
che a giugno votarono la Raggi
albergava la speranza di qualche rappezzo.
Raggi & C. non possono
pensare di procedere ansi-
mando sui contenuti dell’avviso di garanzia per la Muraro
e sfidando i poteri forti perché
armati di materassi e frigoriferi che abbandonano nottetempo. I problemi romani, enormi
o infimi, sono altri.
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IN CONTROLUCE
Bersani, ossessionato dal pericolo della destra (che vede solo lui)
spera ancora in un’alleanza con i grillini, che l’hanno già distrutto
DI
C
DIEGO GABUTTI
ome s’è visto l’altra sera a
Omnibus, Pierluigi Bersani è di nuovo sul sentiero di
guerra. Non un’altra guerra,
la stessa; e neppure un altro sentiero,
il medesimo.
Umiliato, nella primavera di tre
anni fa, da un imbarazzante streaming con le più infime e improbabili
mezze pippe mai elette in parlamento
da un elettorato masochista; scampato al mezzo coccolone seguito al
disastro in cui s’era cacciato da solo,
Bersani è pronto a ripetere l’esperienza, anche a costo di rischiare
un’altra umiliazione. Ultima raffica
della Ditta berlingueriana, l’ex segretario del partito democratico, che giusto Cuperlo (e forse nemmeno lui)
vedrebbe volentieri reinsediato sul
trono, ha detto chiaro e tondo che a
dicembre, quando e se (un grosso se)
dovesse vincere il «no» al referendum
per la riforma costituzionale, l’unica
sarebbe restituire il partito dei giusti
e dei perfetti al perseguimento delle
buone cause dopo la... brrr, lunga e
odiosa parentesi renziana.
«Alternativo alla destra», ha
spiegato Bersani rabbrividendo
anche alla parola «destra», il partito democratico non è in guerra con i
pentastulluti, che in fondo sono più di
sinistra che di destra e di cui l’ex segretario riconosce e in parte persino
condivide le istanze di rinnovamento,
l’indignazione, gli scatti di nervi (e
forse anche un po’ l’allarme per i vaccini e per le scie chimiche, che com’è
noto possono provocare l’autismo e
pure di peggio).
Ci siamo, dice Bersani a Omnibus,
fingendo di non gongolare all’idea
che, battuto alle urne, Renzi potrebbe essere costretto a cedere il Martello di Thor alla minoranza «dem»,
di cui «Bersa» è il capo indiscusso (e
non D’Alema, comunque D’Alema
la pensi). Tempo due mesi e, sconfitto al referendum, come Bersani
spera e prega, il Boyscout potrebbe
farsi da parte e restituire alla Ditta
il maltolto, oppure potrebbe anche
restare a Palazzo Chigi fino alla fine
della legislatura, perché no, ma solo
a patto di sbarazzarsi degli Alfano e
dei Verdini e di tornare a proporre,
come nel 2013, nei bei giorni dello
streaming, un’alleanza cubista ai
sinceri democratici del Movimento
Mezza Pippa.
Va riscritta la storia, sembra
dire Bersani a Paolo Mieli, revisionista storico convinto. Tutti pensano,
per esempio, che sia stato lui, Bersani, a sbagliare ogni calcolo quando
ha tentato d’imbarcare la Grillo e
Casaleggio Associati nel governo del
paese, convinto com’era d’aver vinto
(o almeno non-vinto, e di sicuro nonperso) le elezioni, e d’impugnare così
il coltello dalla parte del manico,
mentre invece le elezioni le aveva effettivamente perse, boia d’un mondo.
Ma perse o vinte le elezioni, l’ultimo
dei segretari generali, aveva ragione
allora (e ha ragione adesso) quando
rifiutava ogni accordo con «le destre»
e ne cercava uno col Circo Barnum.
Prenda nota Paolo Mieli: non è
stato Bersani a sbagliare. A sbagliare sono stati i Progressisti 5 Stelle
quando hanno risposto con frizzi e
lazzi alle sue avances. Ma non si vive
né si sbaglia due volte. Quindi ades-
so Grillo accetterà di trattare, nolens
volens, è matematico, o meglio «storicamente necessario», come diceva
Bersani da giovane, quando militava
nei ranghi d’Avanguardia operaia, la
sua prima Ditta. E se i seguaci del
verbo grillita dovessero di nuovo rifiutare il ramoscello d’ulivo della minoranza «dem»? Be’, sbaglierebbero
di nuovo loro, e di nuovo Bersani si
farebbe sotto, sempre con la stessa
proposta: un governo di rinnovamento, alternativo alle «destre».
Post comunistoni e mezze pippe
contro tutti. In fondo, favoleggia
l’uomo che non smacchiò il leopardo
mentre Lilli Gruber e Paolo Mieli lo
ascoltano senza credere alle proprie
orecchie, anche la Grillo e Casaleggio
Associati è una costola della sinistra,
come a suo tempo lo furono le Canotte verdi del Senatùr.
È la politica dei viaggi nel
tempo. Si torna allo streaming, ma
volendo si potrebbe tornare anche al
compromesso storico, al fronte popolare, ai dieci giorni che sconvolsero
il mondo.
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