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Dal CREA i dati sul boom dell’agricoltura
biologica
A cura dell’Ufficio Stampa
A Brescia è boom del biologico: volano
produzione e consumi
Il biologico non è più una nicchia: Brescia è seconda in Lombardia dietro Pavia per ettari
«bio»: in provincia sono 2.000. Crescono anche i consumi
Crescere a doppia cifra negli anni della crisi e in un mercato, come quello alimentare, soggetto a
una contrazione dei consumi. È questo il risultato che si registra, anche a Brescia, per le produzioni
e i consumi di biologico. La nostra provincia con oltre 2.000 ettari di produzioni agricole a
biologico si posiziona al secondo posto in Regione dietro solo a Pavia che di ettari «bio» supera i 14
mila.
Un trend inarrestabile. Negli ultimi sei anni la superficie destinata al biologico in Lombardia è
infatti aumentata in media di mille ettari ogni anno, passando dai 16mila del 2010 agli oltre 22mila
di quest’anno (+38%). Stessa tendenza anche per gli operatori che in Lombardia dal 2010 sono
passati da 1.221 a 2.133 con una crescita del 75%.
Nel 2016 consumi bio per 3 miliardi di euro
Una crescita che risponde alle nuove richieste dei consumatori sia per i cereali e la frutta, che per i
prodotti lattieri caseari e per la carne. La conferma arriva ancora una volta dai numeri che stimano
per il 2016 un consumo di prodotti bio per circa 3 miliardi di euro (+19%) il 3,1% del totale della
spesa alimentare con ben 13 milioni di famiglie (il 75%) che portano in tavola cibo biologico
almeno una volta a settimana. Un mercato interno quindi che vola anche grazie all’e-commerce.
Secondo un’analisi Coldiretti su dati Biobank, è cresciuto del 71% nel giro degli ultimi cinque anni,
mentre nello stesso periodo sono aumentate del 69% le attività di ristorazione bio. Aumentano
anche i negozi specializzati di alimenti biologici (+15%), gli spacci per la vendita diretta nelle
aziende agricole biologiche (+14%), gli agriturismi aperti da coltivatori bio (+13%), le mense
scolastiche che utilizzano materie prime biologiche (+12%). Ma non solo.
Il biologico continua a crescere
L’export di prodotti bio made in Italy è cresciuto del 408% rispetto al 2008 e del 16% se si
confrontano i dati del 2016 rispetto a quelli di un anno fa. Anche sul versante più strettamente
economico, il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) nel suo
ultimo BioReport segnala che già da due stagioni, le aziende biologiche sono diventate più
competitive di quelle convenzionali. A parità di estensione, il reddito netto di un produttore
biologico supera del 32% quello del suo omologo non bio mentre il fatturato lordo è superiore del
15%. Difficile quindi considerare ancora il settore come nicchia di mercato. Tra le motivazioni dei
consumatori ad acquistare cibo biologico si va dalla sicurezza (27%) al rispetto dell’ambiente e
della tutela della biodiversità (20%) per arrivare ai maggior controlli (14%) così come i più
propensi all’acquisto sono i consumatori con un elevato titolo di studio (81%) e con la disponibilità
di un reddito mensile familiare medio - alto.
Nel carrello bio ci va soprattutto l’ortofrutta (74%), l’olio extra vergine di oliva, le uova ma anche
marmellate, formaggi freschi e yogurt (41%). Il 32% sceglie in base alla provenienza italiana
mentre il 14% presta attenzione alla presenza ulteriore di un marchio Dop o Igp. Tra i canali di
acquisto prevale la grande distribuzione ma cresce la percentuale di consumatori che si rivolge a
negozi specializzati (il 28%) preferiti per l’ampiezza della gamma dei prodotti biologici proposti.