testo di giovanni sias inaugurazione sabato 29

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Transcript testo di giovanni sias inaugurazione sabato 29

TESTO DI GIOVANNI SIAS
ORARI
Da martedì a venerdì ore 15-18
sabato e domenica ore 10-12 / 15-18
Per prenotazioni:
Giorgio Sovana 0332 212675
Vito Scamarcia 347 7833432
[email protected]
INAUGURAZIONE SABATO
29 OTTOBRE ORE 17
C
onosco Vito Scamarcia
da tantissimi anni, ho in
casa alcune sue opere,
ho già scritto sul suo
lavoro un paio di volte.
Posso dire di seguirlo quasi dai suoi inizi.
E lo trovo nello stesso
tempo, ogni volta, sorprendente e in linea con
una riflessione che porta
avanti da anni, da sempre, e che ha un timbro inconfondibile. La stessa cosa nell’infinita varietà delle sue
espressioni. Come se avesse una sola idea, che poi
non è altro che una interrogazione sul mondo, sulla
sua materia quanto le sua sonorità, espressioni che di
Oggetti volanti su fondo rosso
2016 - cm 110x210
O di quel capro (o vitello) che fa da base, da altare,
a una misteriosa, totemica divinità. Secondo studi recenti l’oro del vitello era destinato a costruire l’altare o
il basamento della potente divinità che Mosè avrebbe
portato al suo popolo dalla montagna. Gli uomini attendevano la rappresentazione di un dio, non potevano capire che Mosè portava solo le nuove leggi della
convivenza umana.
Appunti di viaggio / 2016
cm 110x210
produzione in produzione si fanno sempre più scarne,
con forme geometriche semplici e lineari e colori unici
e intensi (giallo, rosso, bianco, nero): richiami ai cieli,
pieni di materia, di esistenze in movimento, e sotto i
cieli la terra dove sono gli umani, esistenze ancor più
misteriose e inquietanti interrogate attraverso richiami arcaici, totem che permettono di scrutare il mistero della “presenza” sulla terra, dell’esserci attraverso
enigmatiche testimonianze. Sempre più Scamarcia
“toglie” senso alle sue opere, unico modo per conser-
senza di movimento temporale. Non esiste un prima
né un dopo, ma tutto è, sempre, contemporaneamente presente. Cosmo che è già da sempre, corpi che
sono già da sempre. Nulla cambia, il tempo non passa
come si pensa secondo la vulgata popolare o le occorrenze del calcolo scientifico. È tutto immediatamente
“presente”, non c’è distinzione tra passato e futuro che
riguardano solo la nostra immaginazione. Nella realtà,
ed è questa che i due autori ci mettono in evidenza,
quello che è lo è da sempre, e da sempre allo stesso
modo, e da sempre enigmatico e inquietante. L’arte
può restituirci questo sapere, che non di meno ci lascia
oggi il mito assolvesse a quella pulsione di sapere che
si apre proprio a partire dall’impossibile a conoscere.
Così ricrea quei totem che si dispongono intorno alla
casa, a semicerchio, a rappresentare e al tempo stesso a custodire l’enigma della presenza umana.
È in questi movimenti, fra lo storico e il mitologico che
Scamarcia muove le sue interrogazione, ed è sempre
in questo che il tempo precipita, fra i contemporanei
che ancora non sono in grado di convivere in assenza
di totem.
Forse è qui, in questa assenza di movimento temporale, o in questa totalità di tempo, che Scamarcia incontra Giorgio Sovana.
Un incontro fertile che dà luogo e forma alla mostra.
Ricalco del mio corpo / 2016
Acrilici su tela - cm165x250
opacità, il desiderio di renderla trasparente per poter
vedere dentro, togliere quanto conserva di misterioso
e che suscita la domanda sull’enigma dell’esistenza.
Sapere impossibile ma che apre il possibile della domanda in creazione d’opera tesa a sondare quanto c’è
di enigmatico. E anche nel caso di Sovana è arte che
“toglie”, dove via via la figura si fa più complessa e più
astratta. Rimanda a un corpo che vale solo in quanto
rappresentante linguistico, ovvero in quanto metafora dell’enigma che rappresenta. In fondo gli uomini si
sono dotati di un’anima perché non sanno darsi ragione del corpo. È qui che Sovana interviene lapidario,
quasi rabbioso a colpi di sega elettrica a modellare
corpi uguali e sempre diversi (proprio come tutti i corpi
umani) che rimandano a esistenze misteriose.
Corpi senza testa, nessun volto, proprio per precisare
che si tratta solo ed esclusivamente di corpi e che questi conservano in loro il mistero di un’esistenza capace
di creare l’inquietudine (forse l’angoscia) del vivere e
Profili gesso / 2016 - cm 90x90
nell’ignoranza del corpo e del cosmo, nell’impossibile
a sapere della nostra presenza e della presenza del
mondo. Solo a partire da una tale radicale ignoranza è
possibile avviare quelle domande che aprono possibilità conoscitive, costruzioni d’opera che interrogando il
mondo propongono interpretazioni.
Nessuna suggestione in questi autori, e nessuna concessione, ai residui romantici dell’arte per l’arte. Qui
l’arte è in funzione di una interrogazione, processo e
cammino della conoscenza.
Senza titolo / 2015
Legno scolpito dipinto
cm 82x22x24
Appunti di viaggio con meteore
2016 - cm 110x210
Ricalco del mio corpo / 2016
Acrilici su tela - cm 165x250
Ricalco del mio corpo / 2016
Gesso - cm 90x180
TESTO DI GIOVANNI SIAS
vare l’enigma, per eliminare il tempo, dando all’opera
pluralità di senso, aperture di possibilità interpretative,
esplorazione di linguaggi. Ma anche di togliere ogni
riferimento temporale, come richiamo a un tempo che
è già tutto il tempo, presente che contiene tutto il passato, senza passaggi, senza progressi, né prima né
dopo, ma dove tutto precipita ed è presente in ogni
singola composizione. Così Scamarcia tende sempre
verso l’origine, verso quel mito “originario” la cui origine, cioè, è sempre presente e che ancora oggi si rivela costitutiva dei racconti degli uomini, come se ancor
Con il patrocinio di
Idolo su fondo giallo / 2016 - cm 110x210
dell’impossibile a sapere. Il visibile contiene l’invisibile
e allo stesso tempo lo produce. Non posso mai vedermi, se non nella forma deformata dello specchio, così
come se guardo il palmo non posso vedere il dorso
che mi si nasconde e viceversa, oppure che mai posso
vedere la mia schiena o la mia testa che mi restano
in assoluto estranei e inconoscibili. E qui che giunge
Sovana con la sua interrogazione. Disegna corpi cercando aperture verso l’invisibile. Semplice disegno del
proprio corpo disteso per terra in diverse posizioni, disegnato, come fanno i bambini, ripercorrendo con una
matita il suo contorno. Prima di schiena, poi di petto,
figure accostate come se potessero essere colte nella loro immediatezza, tentativo di svelare l’enigma del
corpo, e della sua inquietante e angosciante presenza.
È qui che i due autori s’incontrano. L’enigma del cosmo per Scamarcia, l’enigma del corpo per Sovana. In
entrambi si avverte pervicace la sottolineatura dell’as-
Un ringraziamento per la collaborazione ad Andrea Prina
e all’ufficio cultura del comune di Castiglione Olona.
Ricalco del mio corpo / 2016
Acrilici su tela - cm 165x250
Sono opere, “costruzioni”, che necessitano, di lavoro
in lavoro, di uno svuotamento di senso compiuto, di
ogni riferimento a una realtà che si crede, si “allucina”
sia data. Che ciò che appartiene alla nostra realtà sia
diverso da ciò che si considera essere stata una realtà arcaica. Opposizione a un concetto romantico di
storia, che si divide per epoche in cui si suppone sempre che la contemporaneità sia diversa e migliore del
passato, sia cioè un “avanzamento”. Ma questi lavori
ci indicano che le domande degli uomini sono sempre
tutte ancora lì, sempre le stesse, presenti e formulate
con le occorrenze del linguaggio a disposizione mentre le risposte continuano a essere, come sempre, di
ordine narrativo, tese a costruire mitologie sia che si
tratti di un registro linguistico religioso, oppure filosofico, poetico o scientifico. Tutto procede dall’angoscia di
una “incomprensibile” esistenza, e i tentativi di risposta dipendono dal sintomo che è messo in rilievo dalla domanda, la cui domanda cioè non è che la punta
dell’icberg e dove le risposte non possono che essere
parziali, temporanee, frutto delle occorrenze sintomatiche che si producono dall’immagine inquietante della
totalità. Ma la montagna è sempre tutta benché invisibile e la sua punta resta sempre e solo una possibilità
di immaginare, di calcolare, di raccontare quel tutto
dell’invisibile.
Progetto Grafico di Chiara Roncari
Nei lavori di Giorgio Sovana sembra di avvertire un suo
percorrere nella storia dell’arte moderna e contemporanea. Ma a me sembra un equivoco, un gioco, quasi
una leziosità che serve a nascondere una domanda
inquietante che nasce dal corpo, un mistero insolubile,
la voglia quasi rabbiosa di togliere alla materia la sua