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PRIMO PIANO
Numeri. In Europa c’è chi li ha e c’è chi li da.
Claudio Cadei
L’Africa intera sta entrando in Italia
Un autorevole sismologo ha spiegato in tv che i terremoti che
tormentano e devastano l’Italia sono dovuti alla pressione della placca africana che si avvicina all’Italia e crea enormi forze
di compressione che poi sfogano la loro energia attraverso
l’aprirsi di faglie (linee di frattura) da cui originano i terremoti.
Si sbrigasse un po’ il movimento della placca, così non sarebbe
più necessario fare gli scafisti ( e salvatori?) di complemento di
profughi, che per il 96% profughi non sono. Tanto, come appare
evidente anche dalla tettonica, che l’Africa invada Italia ed
Europa è scritto nel destino e nella geologia.
Serena Gana Cavallo
Tafazzi esercita in Rai
Vorrei fare una domanda all’ad della Rai, Campo dall’Orto:
io capisco che, come dicevano i romani, pecunia non olet, ma
che senso ha far passare in continuazione la pubblicità di
Sky e di Netflix sulle reti Rai e sui siti internet della tv pubblica? Sono o non sono concorrenti, e quindi capaci, con i loro
programmi, di spostare gli share televisivi dai programmi
prodotti e pagati dall’azienda? Peraltro, non mi pare ci sia
reciprocità, tra Sky e Rai, cioè la tv di Murdoch non mi pare
faccia pubblicità alle tante trasmissioni della tv pubblica...
Sarebbe bello se l’ad della Rai rispondesse a questo quesito.
Carlo Olivi
Costretto con i deficienti
I muri della mia città sono tappezzati di scritte contro Renzi. Mi tocca di combattere una battaglia politica insieme
a dei deficienti.
Giuliano Cazzola
Crotone isolato di nuovo
L’Enac ha appena chiuso, a partire dal 1° novembre, l’aeroporto di Crotone per il fallimento della società di gestione.
Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria, che non
conosco, non si può non osservare che tutto questo accade
quando, per la prima volta nella sua storia (e forse per l’unica), il Crotone è in serie A. Ciò significa che le squadre che
dovranno andare a giocare allo Scida dovranno atterrare a
Lamezia e farsi due ore di pullman sulla mitica 106 Jonica,
meglio conosciuta come strada della morte, una statale indegna di un paese civile. Domenica scorsa contro il Napoli, a
due mesi dall’inizio del campionato, il Crotone ha esordito nel
suo nuovo stadio, tirato a lucido per la storica partecipazione
alla massima serie. Ho visto la partita per la simpatia che
nutro verso i rossoblu, per la curiosità di vedere all’opera il
loro allenatore (che è anche l’ex allenatore del Bari) e perché volevo scoprire il nuovo impianto. Era tutto tappezzato
di cartelli pubblicitari «Visitate la Calabria». Questi slogan
oggi, dopo aver letto la notizia della chiusura dell’aeroporto,
mi fanno sorridere amaramente. E la mia metà calabrese
esplode di rabbia. Per uno Stato a due velocità che lascia
una parte del Paese in un gap infrastrutturale scandaloso.
E promette ponti sullo Stretto non capendo che senza strade,
senza treni ad alta velocità e senza aeroporti, sullo Stretto è
già un miracolo arrivarci.
Francesco Cerisano
Una lunga garanzia
Pubblicità su un quotidiano di provincia: «Protesi dentale
990 euro, resina e metallo, di ottima qualità garantita nel
tempo. Fino al 17 novembre!».
Prospero Brizzolesi
Un giovane barbone creativo
Ho incontrato un giovane barbone creativo nell’ammezzato
della stazione metropolitana di San Babila, a Milano. Stava
rannicchiato attorno a un cappello di feltro (sdruscito, ovviamente) rovesciato per terra, davanti al quale aveva messo un cartello dove, con il lampostil, aveva scritto: «Cercasi
follower». Il mio euro se lo è guadagnato subito. Oh, yes.
Giovanna Soffientini
Questa sì che è cultura
Sentita sul Frecciarossa, qualche tempo fa: «Beh, sì, perché
non era Dante ad aver fatto il bucato nell’Arno?». Sì, e magari Alessandro Manzoni s’è fatto il bidè nel Po.
Antonino D’Anna
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PERISCOPIO
COMMENTI
Renzi risolve il problema del pil con l’Ue: «Vi do la segretaria di Caprotti».
Filippo Merli
Venerdì 28 Ottobre 2016
PAOLO SIEPI
se pensare il mondo non facesse parte del loro
compito. Per incoscienza noi stiamo dando le
In guerra sono tutti in pericolo, chiavi dell’avvenire agli americani e ai cinesi,
tranne
quelli che hanno voluto la a quelli che pilotano le nuove tecnologie e l’ecot
guerra.
Totò: parli come badi. nomia collaborativa. È un suicidio. Luc Ferry,
g
filosofo francese. Le Figaro.
Rizzoli,
1994.
R
DI
Scuole di giornalismo. La loro
proliferazione
conferma che un
p
tesserino
di giornalista costituit
sce
«Ricordami che devo comprare la pillola».
s sempre un utile specchio per
le
l allodole. Gli studenti si trova«Contro che cosa?». «Contro tutti». Massimo
no
n fra quelli dotati di una vera
Bucchi, scrittore satirico. Il Venerdì.
vocazione, fra
f gli scartati da altri filiere forGira la voce, visto che la leadership di Stefa- mative e fra i poveretti che ritengono, a torto,
no Parisi non decolla, che a capo di Fi potrebbe che questa professione assicurerà loro soldi e
essere messa Marina Berlusconi. Se così fosse notorietà. Philippe Bouvard, Je crois me
ci sarebbe da discutere. Non è scritto da alcuna souvenir. Flammarion, 2013
parte che i figli abbiano le stesse caratteristiThe Young People ricorda un altro regista
che dei padri. La vicenda di Caprotti insegna.
italiano, Nanni Moretti, non quello di HabeVittorio Feltri. Libero.
mus Papam, ma quello di Ecce Bombo: «Mi si
nota di più se vengo e me ne sto in disparte o
Il calcio è l’ultima rappresense non vengo per niente?». Paolo Sorrentino,
tazione sacra del nostro tempo.
regista di The Young Pope (Paola ZanutÈ rito nel fondo, anche se è evatini), Il Venerdì.
sione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa,
Paulo Roberto Cotechiño era disegnato su
sono in declino, il calcio è l’unica
rimastaci. Il
a rimastaci
calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro. un Maradona parodistico. In un certo senso mi
sento come un calciatore degli anni 80 anche
Pier Paolo Pasolini.
io. Uno che ha riempito gli stadi e a cui hanno
Che poi quello dei frigoriferi a Roma è un lasciato le briciole. I produttori si arricchivano,
problema antico. Fin dai tempi dei sette Rex. noi no. Alvaro Vitali, Pierino in molti film.
(Malcom Pagani). Il Fatto.
Antonio Satta.
L’inchino che si fa ai nani deve
essere molto basso. Stanislaw J. Lec.
Il Pd di oggi mi fa venire in
mente un melograno: un intem
gratore alimentare, vitaminico,
g
antiossidante, ringiovanente,
a
antirughe, contro il tumore. È
a
perfetto per il Pd che ha tanti acciacchetti, si
spacca da una parte, si spacca dall’altro ma non
si rompe, cresce ed è formato da tanti chicchetti
che tutti insieme si amalgamano. Se Matteo
Renzi fosse un fungo sarebbe una «mazza di
tamburo»: buono, buonissimo ma anche rigido.
Beppe Grillo invece sarebbe invece una loffa,
ossia un lycoperdon perlatum, un fungo che
quando lo acciacchi fa tanto fumo ma ha poca
sostanza. Bersani invece che ha dato tanto al
Pd e non credo che andrà mai via, sarebbe un
fungo persistente, uno di quelli che si attaccano
alle querce. Giuseppe Fioroni, deputato Pd
ed ex ministro della Pubblica istruzione,
Un Giorno da Pecora, Radio1.
D’accordo, l’M5s ha clamorosamente sbagliato la scelta del sindaco di Roma, una giovane
signora inadeguata e prigioniera di un pessimo
giro romano. Cose che capitano quando la selezione della classe dirigente è affidata al voto di
un condominio su internet. Curzio Maltese.
Il Venerdì.
L’accusa a Grasso di non avere salvaguardato
il Senato è palesemente infondata. Diverso dire
che, nonostante si sia dato da fare, il Senato è
comunque spacciato (referendum permettendo). Questo è mettere il dito sulla piaga. Infatti,
il prestigio di Grasso era troppo striminzito per
fare da scudo all’istituzione. Di fronte ai grandi
presidenti d’antan (i Merzagora, i Fanfani, gli
Spadolini), il Nostro è un quidam de populo.
Loro sì (dicono i funzionari di Palazzo Madama) che ce l’avrebbero fatta. Lui, proprio no. Di
qui, il soprannome di «Grasso superfluo» che
da un annetto accompagna il settantunenne ex
Procuratore di Palermo ed ex Capo dell’Antimafia. Giancarlo Perna. Libero.
L’Isis è una piaga aperta, una minaccia permanente, ma non è lo stato islamico che farà
il 21mo secolo. L’Europa ha conosciuto di peggio, l’hitlerismo (60 milioni di morti, la Shoah),
Stalin e Mao (120 milioni di morti, dei quali
70 milioni nella sola Cina), e se ne è usciti.
È la terza rivoluzione industriale, quella del
Gaga (acronimo di Google, Apple, Facebook e
Amazon ndr) che farà il 21mo secolo, non un
terrorismo medioevaleggiante. Ora, la maggior
parte degli intellettuali, come dei politici, sono
di un’incompetenza totale sull’islamismo, come
Non vanno più i soliti: «Canto la rabbia,
danzo l’ira, suono la collera, dipingo la bile,
scolpisco il fiele, fotovideo la stizza, architetto
il dispetto, scrivo e riscrivo il Furore e il Führer, mi faccio pagare carissimo il Terrore, ve lo
do io l’Horror...». Alberto Arbasino, La vita
bassa. Adelphi. 2008.
L’unica cosa che rinnego della mia vita è
il peso. Ho l’ossessione per il mio peso, il mio
pil (prodotto interno lardo). Sono nato che ero
secco come uno stecco del gelato, anche perché
da giovane ho fatto la fame. Poi, crescendo, ho
assunto questa forma da Buddha d’Occidente.
Lino Banfi, attore (Pedro Armocida). Il
Giornale.
I tram in curva a San Francisco facevano
lo stesse strida acute dei maiali prima che li
ammazzino. Luca Goldoni, Sempre meglio
che lavorare. Rizzoli, 1989.
In primavera la neve, ammucchiata ai lati
delle strade dei rari villaggi russi, si trasforma in un’immonda poltiglia che invischia gli
stivali, risucchia le ruote ai carri e inghiotte le
gambe dei cavalli. Piera Graffer, Caucaso.
LoGisma. 1999.
La tavola viene sparecchiata
in fretta. Grande la casa con
cornici ed intonaci costosi, ma
anche mobili di cattivo gusto e
i libri fortuiti che uno si aspetta
(Cuori neri di Tolkien, Il manuale della cucina della Clerici, un saggio sugli
angeli). Walter Siti, Il contagio. Mondadori, 2008.
Quando ero piccolo mia nonna mi portò a
mangiare in una trattoria all’aperto. Cominciò a piovere. Ci misi tre ore a finire il brodo.
Anonimo.
Un tizio arriva alla dogana con una renna.
Il doganiere gli domanda: «Chi è che tenete
al guinzaglio?». «È il mio cane». «È piuttosto
grande il vostro cane». «Beh, ce ne sono di tutte
le taglie». «Ma ha le corna». «La sua vita privata non vi riguarda proprio». Coluche, Elle est
courte. Le Livre de Poche, 2000.
A vent’anni, nessun sogno, ancche il più ardito, mi sembrava irrrealizzabile. Roberto Gervaso.
IIl Messaggero.
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