stessa_strada_VII_36 - Unità Pastorale Giudecca

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Anno VII, n. 36
Venezia, 15 ottobre 2016
XXIX Domenica
del Tempo Ordinario
Es 17,8-13
Sal 120
2Tm 3,14-4,2
Lc 18,1-8
Intenzioni delle S. Messe
A
SS. Redentore
Domenica 16, ore 18.30: def. Giordano
Martedì 18: deff. Esterina e Emilio
Mercoledì 19: def. Gina
Giovedì 20: def. Renata
Venerdì 21: def. Duilio
S. Eufemia
Sabato 15: deff. Ida, Giobatta, Carmen
Domenica 16: def. Bruno
Sabato 22: deff. Ilonka, Cornel, Aruel, Sorinel, Elisa e Tommaso
S. Gerardo Sagredo
Martedì 18: deff. Romana, Mafalda,
Mercoledì 19: def. Silvana
Venerdì 21: deff. Fam. Greco, Di Saverio,
Cavallerin
Sabato 22: deff. Emma, Franco, Clelia,
Bruno
AVVISI PARROCCHIALI
S. Eufemia
Domenica 16: ritiro dei bambini della
Prima Confessione al SS. Redentore, a partire dalle 11.30
Sabato 22, ore 15.30: celebrazione
delle Prime Confessioni
AVVISI DELL’UPG
Domenica 16, isola di Mazzorbetto: uscita dei “Passaggi” del Gruppo Scout VE7
Martedì 18, ore 21.00, patronato SS.
Redentore: riunione del Consiglio pastorale
Mercoledì 19, teatro dei Frari: spettacolo di Carlo e Giorgio sul tema della misericordia. Riservato ai ragazzi, già prenotati
Giovedì 20, ore 10.00, Palazzo Patriarcale: incontro del Patriarca con i sacerdoti
moderatori delle collaborazioni pastorali
Venerdì 21, ore 10.00, presso il Palazzo Patriarcale: incontro annuale dei diffusori di Gente Veneta
Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva ed efficace,
discerne i sentimenti
e i pensieri del cuore.
Alleluia.
PERCHÉ PREGARE?
Il Vangelo, in particolare quello secondo san Luca, ci presenta più volte
Gesù che prega. Altre volte Egli insegna a pregare, indicando le motivazioni.
Oggi l’insegnamento avviene attraverso
“una parabola sulla necessità di pregare
sempre, senza stancarsi mai”. Gesù,
con queste parole, non intende dirci
che dobbiamo recitare continuamente
preghiere, ma vuole far comprendere il
significato della preghiera del discepolo.
I due personaggi della parabola possono avere un valore simbolico. Il giudice disonesto, “che non teme Dio”,
rappresenta le situazioni di ingiustizia e
di male che sembrano trionfare nel mondo,
di malea scapito
che sembrano
dei più deboli,
trionfare
ricononel
scibili nella vedova che chiede insistentemente giustizia. La tentazione del
credente è quella di scoraggiarsi o di incattivirsi, fino a mettere in crisi la
propria fede. Gesù invita a perseverare nella preghiera, cioè a fidarsi della parola di Dio, senza lasciarsi cadere le braccia oppure innescando una catena
perversa che perpetuerebbe il male e l’ingiustizia. Lo sguardo del discepolo è
lo stesso del Maestro, che conosce il pensiero del Padre sul mondo e sulla
storia, e attende con fiducia e pazienza la realizzazione del suo progetto di
amore e di salvezza. Pregare è, allora, vivere in un atteggiamento vigile per
cogliere i segni attuali della risposta di Dio alle attese fiduciose dei credenti.
Papa Francesco invita a dire “al pessimismo sterile” che può contagiare
anche i cristiani: “La gioia del Vangelo è quella che niente e nessuno ci potrà
mai togliere (cf Gv 16,22). I mali del nostro mondo – e quelli della Chiesa –
non dovrebbero essere scuse per ridurre il nostro impegno e il nostro fervore. Inoltre, lo sguardo di fede è capace di riconoscere la luce che sempre lo
Spirito Santo diffonde in mezzo all’oscurità, senza dimenticare che “dove
abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia” (Rm 5,20). La nostra fede è sfidata a intravedere il vino in cui l’acqua può essere trasformata, e a scoprire il
grano che cresce in mezzo alla zizzania” (Evangelii gaudium, n. 84).
Fra Luciano
Pregare è anche questo
La parabola del giudice disonesto
e della vedova che chiede giustizia
suggerisce qualche altra riflessione.
Spesso, di fronte alle vicende tragiche della vita, siamo tentati di addossare la colpa a Dio, quasi rimproverandolo perché non interviene.
Papa Francesco, nell’udienza di
mercoledì 12 ottobre, ha richiamato
l’attenzione sulle nostre responsabilità di cristiani, chiamati a rendere
concretamente presente la misericordia del Padre. “Spesso sono le
persone più vicine a noi che hanno
bisogno del nostro aiuto. Non dobbiamo andare alla ricerca di chissà
quali imprese da realizzare. È meglio
iniziare da quelle più semplici, che il
Signore ci indica come le più urgenti. In un mondo purtroppo colpito
dal virus dell’indifferenza, le opere
di misericordia sono il miglior antidoto. Ci educano, infatti, all’attenzione verso le esigenze più elementari dei nostri “fratelli più piccoli” (Mt, 25, 40), nei quali è presente
Gesù. Sempre Gesù è presente lì.
“Predicate sempre il Vangelo e se fosse necessario
anche con le parole”
Inviati ad evangelizzare, al termine dell’Anno della Misericordia, i
catechisti e gli animatori, gli educatori e gli insegnanti di religione cattolica, gli operatori dei gruppi di ascolto della Parola e tanti fedeli anche molto giovani si sono ritrovati
in Basilica per ricevere il “Mandato”
istituito 40 anni fa dall’allora patriarca Luciani e rinnovato di anno in anno ad ogni inizio di anno Pastorale.
Invito alla preghiera
Gli Emeronitti sono un gruppo di
fedeli, riuniti in una Congregazione
che ha origini lontane nel tempo. La
loro spiritualità è incentrata sull’adorazione del Santissimo Sacramento.
Si incontrano la seconda domenica
di ogni mese presso il convento del
SS. Redentore, a partire dalle ore
9.00. Momento annuale particolare
sono le “Quarantore”, con l’adorazione eucaristica continuata dalla sera di venerdì 17 fino alla domenica
19 febbraio 2017 (di qui il nome dal
greco: emera e nykta), in coincidenza con i giorni di carnevale, per intercedere presso il Signore Gesù il
perdono per tutti quei cristiani e
non, che nel divertimento sfrenato
dimenticano la loro dignità di figli di
Dio. A questi momenti di preghiera
sono tutti invitati: ognuno è il benvenuto!
Anche un bel gruppo giudecchino
delle tre parrocchie dell’isola ha preso parte alla liturgia durante la quale
sono state date indicazioni per illuminare il percorso: leggere san Paolo, come anche meditare l’Evangelii
Gaudium. Cosa vorrà dire evangelizzare nel 2016? Benedetto XVI ha
detto: “La Chiesa non cresce per
proselitismo. Cresce per attrazione”.
E quello che attrae – ha precisato
Papa Francesco – è la testimonianza.
Dunque siamo tutti, in quanto cristiani inviati e invitati a testimoniare,
perché ciò che diciamo non siano solo vane parole disperse dal vento.
L’AISM ringrazia tutti coloro
che hanno contribuito alla raccolta fondi del 1 e 2 ottobre.
Orien … tarsi
Lo scorso mercoledì abbiamo
partecipato alla caccia al tesoro “ORIEN…TARSI”, cronometrata e
organizzata dall’ufficio catechistico
della diocesi.
Il ritrovo è stato presso la Scuola
Grande di San Marco da tutti noi
conosciuta come ospedale SS Giovanni e Paolo. Erano presenti molti
altri ragazzi della città accompagnati
dai loro catechisti; in tutto 14 squadre. Noi eravamo la squadra numero 9. Prima della partenza gli organizzatori hanno spiegato la storia
della Scuola Grande di San Marco e
il significato delle statue e dei bassorilievi che decorano la facciata. Il filo conduttore della gara è stata la
Misericordia.
Lungo il percorso da seguire ci
aspettavano prove di ascolto, di osservazione e individuazione di patere, fregi, lapidi, tabernacoli e capitelli
riproducenti simboli legati alla Divina Misericordia. Nessuno di noi si
sarebbe aspettato una caccia al tesoro così speciale, dove il tesoro non è
stato il classico sacchetto di squisiti
colorati dolciumi, ma scoprire tra
calli e campielli l’abbondante presenza della raffigurazione della Misericordia, testimonianza di fede e di
opere di carità dei nostri predecessori. La gara con il cronometro voleva essere un invito a spendere bene il tempo che si ha a disposizione,
ricordandosi di rendere una parte di
esso al nostro buon Dio. Dopo
un’ora e 57 minuti di gara, in uno
slalom tra i turisti, abbiamo raggiunto il traguardo presso la Scuola
Grande della Misericordia, sfiniti,
ma felici e all’interno ci attendeva un
meritato ristoro. Gli organizzatori ci
hanno informato che seguiranno altre iniziative per noi ragazzi, quindi
stiamo in campana e la prossima
volta vieni anche tu.