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SUSSIDIO FORMATIVO
per Insegnanti - Educatori - Catechisti
sulla base della storia del
GABBIANO JONATHAN JUNIOR
Presentazione
UNA STORIA,
UN MESSAGGIO
Può la storia di un Gabbiano servire di esempio per raccontare la crescita umana e
cristiana nei bambini e nei ragazzi che vivono la preadolescenza?
Le favole sono frutto di fantasia. Ma spesso la fantasia si serve della favola per "narrare"
la vita. Dietro ogni favola è possibile leggere un aspetto della vita umana: dei suoi drammi,
delle sue gioie, dei suoi sogni, delle sue libertà o schiavitù, delle sue virtù o dei suoi
difetti, della sua crescita o del suo spegnersi. Ai ragazzi piacciono le favole, piacciono i
racconti, e ne sono maggiormente affascinati se possono ritrovarsi nei personaggi che
animano la vicenda favolistica.
Non è facile parlare ai ragazzi della loro vita in forma seriosa e concettuosa! I ragazzi
amano l'azione e il movimento, non la staticità.
Il racconto può essere una delle forme attraverso cui parlar loro della loro vita stessa.
La fantasia di Bruno Ferrero (l’autore del sussidio) nel delineare l'avventura vocazionale
di Jonathan Junior ha in mente soprattutto i ragazzi, i preadolescenti: le loro storie, le
loro incerte aspirazioni, la loro crescita, il loro modo di esprimere la voglia di vivere.
La preadolescenza è un'età di grandi migrazioni nella crescita della persona: il corpo, le
amicizie, la fede, dipendenza e autonomia, la famiglia, la scuola esprimono veramente
questi passaggi nella vita di un preadolescente. Dietro la storia di Jonathan c'è la storia di
ogni ragazzo: in particolare la sua voglia di vivere e il desiderio fortissimo di essere se
stesso fino in fondo, la voglia di darsi concretezza in un ideale ben preciso, la voglia di
dare uno scopo chiaro alla propria crescita. Perché esisto? Dove va la mia vita? Perché
sono qui? Quale richiamo ha Dio nella vita? A chi serve la mia vita? Quale missione deve
compiere? Come essere felici? Che senso hanno gli altri accanto a me? Sono questi alcuni
interrogativi che animano l'esistenza di ogni persona fin dalla preadolescenza, in modo
consapevole o meno. Far prendere coscienza di questi interrogativi, aiutare a "leggere" nel
quotidiano dell'esistenza, "leggersi" dentro un possibile progetto di Dio, leggersi in relazione e comunicazione utile con gli altri attraverso libertà di servizio e di carità: sono alcuni
obiettivi che il presente sussidio si pone.
"Chiamati a guardare in alto"
I ragazzi di oggi sono gli uomini di domani. Parrebbe una frase fatta: ma è carica di
verità. E non basta la retorica per giustificarla. È la storia dell'uomo che la giustifica. "Età
negata" è stata ancora definita la preadolescenza. Negata da chi? Ognuno può dare la sua
risposta.
Il sussidio è pensato per gli educatori, gli animatori, giovani o "esperti" che siano. Non
ha pretesa di essere esaustivo. È uno strumento al servizio di chi ama la vita e si rende
disponibile ad accoglierla sostenendone la maturazione, la formazione. E' uno strumento
per chi crede nell'educazione e nella sua scommessa attorno a valori umani e cristiani ben
precisi. È uno strumento per chi vuole fare "educazione" e nello stesso tempo aiutare a
percorrere un cammino vocazionale. A ispirare la favola è propria la lettera pasto-rale del
Vescovo di Torino: "Chiamati a guardare in alto", dove si parla di vocazione dall'inizio alla
fine. La storia di Jonathan Junior è la storia di una vocazione.
In Jonathan è il richiamo del cielo che provoca il suo desiderio di volare. È la consapevolezza di essere un "gabbiano" non un "pollo"! È il richiamo del mare e di orizzonti più
vasti ad alimentare in lui un netto rifiuto di continuare a vivere in un monte di spazzatura.
Ogni vita è vocazione.
Ogni persona si porta dentro una grande nostalgia di cielo: di tutto ciò che di bello, di
buono, di nobile, di alto, di degno, di santo che Dio ha consegnato alla nostra vita umana.
Compito di ogni educatore e animatore è aiutare i ragazzi a prenderne coscienza. Imparare a volare diventa imparare a crescere, il richiamo del mare è il richiamo dell'autenticità
della vita (autenticità che solo in Dio si chiarisce perfettamente!) e della sua verità; la
nostalgia del ritorno è la nostalgia della causa di Gesù (= salvare) che vuole per tutti la gioia
di vivere.
L'avventura continua
L'avventura di Jonathan Junior è ricca di messaggi. ma soprattutto è un crescendo di
vita. Più egli si conosce, più sviluppa le sue potenzialità, più si avvicina alla meta e più
cresce in libertà, in dignità, in gusto di vivere. Nessuna esistenza è inutile: Dio non ha
creato nulla di inutile. Per Jonathan Junior il ritorno al vecchio stormo costituisce il traguardo finale della sua avventura: "salvare" gli altri gabbiani, stimolarli a guardare in alto e
a far nascere in loro il gusto di volare.
Per i preadolescenti il tempo estivo, al mare o in montagna, in un campo-scuola oppure
nell'Estate ragazzi o nel GREST, ha il sapore stimolante di un'avventura. Viverlo in compagnia di Jonathan Junior è allargare le possibilità formidabili dell'avventura a tutta la vita.
Tornare al proprio quotidiano più consapevoli di sé e più desiderosi di rendersi disponibili
a casa, tra gli amici è dare un respiro vitale alla propria giovinezza. Aprirsi a vivere in
compagnia di Gesù e a consultarlo per confrontare con Lui il proprio cammino di vita e i
propri progetti è allargare i confini dei propri ideali. Come il ritorno di Jonathan, anche il
"ritorno" al quotidiano della famiglia, della scuola, degli amici, di Dio, della propria gente
ha il fascino per ogni ragazzo di vivere la vita immersi in una grande missione.
L'avventura continua.
SCHEMA di ogni TAPPA
a) Obiettivo educativo.
b) Parte del racconto di Jonathan Junior.
c) Idee formative evidenziate dal racconto.
d) Dal racconto alla realtà della vita (stimoli per approfondire il tema della tappa, personalmente e in gruppo,
attraverso tecniche di animazione appropriate).
e) Dalla vita al dialogo con Dio (una traccia per esprimere in preghiera la situazione di vita richiamata).
f) Vacanze nella terra dei gabbiani (giochi ispirati alla
situazione del racconto di tappa e della sua proposta
educativa).
g) Il mio domani fin da oggi (la proposta concreta di un
impegno immediato di vita).
WORKSHOPS
Sono suggeriti alcuni "minilaboratori". Alcuni consentono di
"lavorare" la storia e di esprimerla.
I. Elementi per ambientare la storia al mare, in montagna, in città, in paese.
II. Per recitare la storia di Jonathan Junior (mimi, danze,
scene...).
III. Il cuoio: lavoretti che si possono fare.
IV. Icone: una attività intelligente ed efficace.
V. Sassi, bottiglie, lattine: "Nulla è sprecato!" (così si
dice nella terra dei gabbiani).
FESTA DELL'ACCOGLIENZA
Ambiente: Cortile (oppure un grande salone) dove possano starci abbondantemente
tutti i ragazzi/e che vivono l'esperienza. Grande scritta e/o poster rappresentativo
della storia di Jonathan Junior.
Materiale: Simboli (patacche o adesivi, tipo quelli indicati più avanti nel sussidio,
foulards, berretti, ecc.) per i componenti dei vari gruppi, bandierine (con relativa
asta) tante quante sono i gruppi.
Guida - CIAO! BENVENUTI E BENTROVATI TUTTI!
Oggi cominciamo un'esperienza di vita affascinante. E siamo in tanti a viverla! È
stupendo! Ci attende un'avventura insieme a Jonathan Junior, un gabbiano formidabile, la cui storia può rappresentare la storia di ogni ragazzo/a della vostra età.
Ma in questo primo giorno vogliamo celebrare l'inizio della nostra storia: il nostro
incontrarci, il desiderio di condividere insieme quest'avventura della crescita.
Ascoltiamo intanto l'inizio della storia di Jonatian Junior e del suo stormo di gabbiani
Lettura:
Lo stormo
Simmenthal
(cf. storia della
prima tappa più avanti).
Guida - Lasciamo i gabbiani Simmenthal nella loro pappatoria (in seguito sapremo
cosa succederà e del modo di comportarsi di Jonathan, un gabbiano tutto pepe e
avventura!). il nostro risveglio è stato assai diverso. Però lo stormo Simmenthal ci
dà un'idea interessante: sappiamo chi sono e dove sono.
[la procedura seguente è pensata per gruppi oratoriani o parrocchiali o
catechistici.
Per una scuola se si ritiene di dover dividere la classe in gruppi per una
sana concorrenzialità tra di essi, basterà adattare simboli, formule ed
esortazioni ad una diversa tipologia]
Anche noi adesso vogliamo dare un'identità più precisa al nostro essere qui. Due
cose allora: la consegna dei simboli a ogni animatore di gruppo (o stormo) e la
formazione dei gruppi-stormi. Vengano avanti gli animatori [o i capi-gruppo].
A ciascuno il responsabile/guida dell’Oratorio, o sgruppo catechistico, o
classe, ecc., consegna la bandiera-stendardo dello stormo e i simboli per
ciascun componente. Per facititare le cose ed evitare discussioni, si
sorteggiano secondo i vari colori delle bandierine.
Formula di consegna: Ricevi questi simboli. Il tuo stormo li sappia tenere con
responsabilità e rispetto, segno di crescita e partecipazione all'esperienza di vita
che insieme iniziamo.
Segue l'appello dei ragazzi/e presenti. Viene fatto secondo la Suddivisione dei vari gruppi-stormo. Man mano che ognuno sente il suo nome e
quello dell 'animatore si reca da lui (ben in vista con la sua bandierina).
In gruppo: Breve conoscenza reciproca. Consegna del simbolo o segno
distintivo a ciascun ragazzo (se ne spiega brevemente il senso).
Ricerca di un nome per il gruppo e di uno slogan caratteristico (importante il riferimento alla storia e ai gabbiani).
Tornano ad essere tutti insieme.
Guida - Gli stormi si sono formati. A un mio cenno ogni stormo griderà il suo nome
e lo slogan che lo contraddistinguerà.
Segue la rassegna dei gruppi e loro slogan.
Preghiera (recitata da tutti, oppure da uno solo, a nome di tutti).
Signore, Dio della vita e della gioia,
grazie per il dono della vita e per il dono di questo giorno.
Grazie perché ci hai fatti incontrare.
A te affidiamo questa nuova avventura della nostra crescita
perché impariamo a conoscere di più noi stessi,
ad accogliere gli altri, a incontrarci con te,
con il tuo messaggio di vita.
Benedici i nostri gruppi e i nostri animatori [insegnanti].
Aiutaci a crescere insieme nel rispetto e nella lealtà,
nell'amicizia e nella bontà.
La tua Madre, Maria, guidi i nostri passi con amore materno.
Amen!
IMPEGNO DI VITA
Dalla giornata di oggi cercherò di salutare con rispetto e per nome i compagni di
gruppo [o di classe], i responsabili, gli animatori [i dirigenti e gli insegnati].
Settembre
Prima tappa
Gabbiani, non galline!
consapevolezza della propria situazione, imparare ad alzare lo sguardo
OBIETTIVO EDUCATIVO
Abituarsi a leggere la propria situazione di vita quotidiana
e i motivi che la animano: scoprire l’importanza di un
“amico grande” che faccia da guida e aiuti a cercare la
propria vocazione e la propria vera identità. Leggersi come
“ragazzo cristiano, chiamato a guardare in alto”.
IL RACCONTO
prima tappa,1
Fiotti puzzolenti e nauseanti scaturivano dalla montagna di rifiuti della discarica della Pubblica Nettezza Urbana. Era di primo mattino, e il sole appena sorto
luccicava tremolando sulle lattine schiacciate, e i brandelli dorati di carta da
cioccolatini.
Sulla tangenziale le auto correvano intruppate verso fabbriche e uffici, lasciando scie di fumo azzurrino.
L'autocarro carico di rifiuti appena raccolti imboccò la salita che portava alla
vetta della discarica. Era il segnale di sveglia dello Stormo.
Al grido di battaglia “Svegliamo l’appetito!” lo stormo di gabbiani si gettò avidamente sull'immondizia che veniva scaricata.Cominciava così una nuova piacevole giornata di allegra pappatoria.
prima tappa,2
Ma lontano di là, ai limiti della discarica,
vicino alla recinzione
metallica un vecchio
gabbiano spennacchiato osservava il
sorgere del sole. In
compagnia del vecchio
gabbiano c’era un
gabbiano giovanissimo e grassottello che,
si può veramente dire,
“pendeva dal suo becco”.
Il vecchio gabbiano si
era da tempo ritirato
dallo Stormo e viveva
in un fustino di detersivo vuoto. Era il motivo per cui tutti lo chiamavano Dixan. O più correttamente
"quel vecchio pazzo di Dixan".
"Alza gli occhi, Gei Gei - diceva Dixan - guarda il cielo: quello è il regno dei
gabbiani... ... non siamo nati per razzolare nella terra come le galline a caccia
di vermi o peggio... nell'immondizia. Volare senza confini...".
prima tappa,3
"Insegnami a volare, Dixie. Per piacere..."...
Jonathan pronunciò quelle parole tutte d'un fiato, arrossendo dalla punta del
becco alle penne della coda.
Era davvero molto giovane Jonathan e aveva paura a fare qualcosa di diverso
dalle leggi dello Stormo.
"I gabbiani non sanno più volare - diceva Dixan - Hanno scoperto il cibo facile.
Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta solo mangiare. Questi mucchi di rifiuti, vicino alle città, stanno cambiando
il nostro popolo. Vengono qui a migliaia, dal mare e poi restano qui... Svolazzano qua e là. Non "volano" più". "Io voglio volare", ribatté Jonathan.
Idee che emergono
- Conoscenza del proprio ambiente, delle attività quotidiane.
- Conoscenza delle proprie abitudini, della loro felicità o
tristezza.
- "Leggersi" al di là delle apparenze: cercare le motivazioni
ai gesti e alle situazioni quotidiane di vita, smascherare "le
montagne di immondezza".
- Le cose che "riempiono la giornata", il criterio di importanza di ciò che si fa o si vive.
- Importanza di un amico grande per capirsi e capire la
vita": il valore della saggezza e dell'esperienza al servizio di
chi cresce.
- Dialogo autentico tra adulti-ragazzi: rispetto, fiducia, stima, simpatia, gratuità, pazienza.
- Vocazione: la ricerca delle proprie "radici" di vita, ciò per
cui esisti.
- Vocazione: lasciarsi aiutare e guidare (da solo non impari
la vita).
- Vocazione: è accogliere il mistero della propria dignità.
"Sei più di ciò che sai, hai più di quanto dimostri". "Sei più
importante delle cose che possiedi!".
- Vocazione: matura "nell'amarsi dentro la vita"; si esprime
con un desiderio che diventa "volontà". E "sognare in grande"!
- Vocazione: "Guardare in alto. Voglia di volare alto". Scegliere in Dio e con Dio (in Gesù) le "cose" di Dio.
- La prima chiamata a una migliore vita cristiana, alla santità!
Per approfondire
1. Quali situazioni del racconto sornigliano alle tue
situazioni di vita?
2. Quali idee orientano le tue abitudini quotidiane?
(Sottolinea quanto corrisponde alla tua esperienza).
* Vivere e divertirsi.
* Vivere alla giornata, senza idee.
* L'accordo pieno con i tuoi
genitori.
* Evitare quanto è impegnativo,
faticoso.
* Conoscere tante cose della
vita.
* Fare ciò che piace a Dio.
* Correggere il tuo carattere.
* Stare senza far niente.
* L'accordo con i tuoi compagni.
* Far bene i tuoi doveri per sviluppare le tue doti.
* Cercare di primeggiare sugli altri nel gioco o la scuola.
* Aiutare chi è in necessità.
* Essere sempre se stessi.
Quali contraddizioni emergono tra le varie situazioni sottolineate?
3. La tua vita: si sgrana alla giornata oppure vuole aprirsi alla ricerca di ideali, soddisfazioni, "sogni più grandi e duraturi"?
4. Chi potrebbe essere accanto a te l'amico "grande" e saggio che mette a tua disposizione tempo ed esperienza per aiutarti a conoscerti e a organizzare i tuoi impegni? Chi
potrebbe essere il tuo "Dixan" (tuo padre, tua madre, un tuo insegnante, il prete della
parrocchia, dell'oratorio, il tuo animatore, il tuo allenatore/trice)?
5. Chi sono le persone "sagge e ricche di esperienza" accanto alla tua vita? Cosa apprezzi
in loro? Tengono per se stessi quanto "sono"?
6. "Ciò che voglio io o ciò che vuole Dio?".
Cosa vorrebbe Dio da te? (Sottolinea le risposte che condividi).
*
*
*
*
*
*
*
*
*
Che riuscissi bene a scuola.
Che non dessi troppo fastidio a genitori, insegnanti, animatore.
Che lo pregassi di più per capire la sua volontà.
Maggiore confidenza e docilità con l'animatore o con il sacerdote.
Che partecipassi di più al gruppo.
Che fossi una persona di successo.
Uno sforzo maggiore nei doveri.
Più disponibilità e generosità.
Che diventassi ricco per aiutare gli altri.
DALLA
VITA
AL
DIALOGO
CON
DIO
"Le scelte di Dio" raggiungono anche me: guardare in alto!
Lettura biblica: Dio sceglie il giovane Davide (1 Samuele 16,1-13)
NARRATORE - Dal primo Libro di Samuele.
In quel tempo il Signore disse a Samuele (giudice e profeta di Israele):
IL SIGNORE - Riempi d'olio il tuo recipiente di corno, e mettiti in cammino. Ti mando
a Betlemme, alla casa di lesse, perché mi sono scelto un re tra i suoi figli.
SAMUELE - Come posso partire? Saul, il re, verrà a saperlo e mi ucciderà.
IL SIGNORE - Prendi con te un vitello: dirai che sei andato per offrire sacrificio al
Signore. E inviterai lesse al sacrificio. Ti indicherò io ciò che dovrai fare: consacrerai
colui che ti indicherò.
NARRATORE - Samuele fece quello che il Signore gli aveva ordinato. Quando arrivò
a Beflemme, i capi della città gli andarono incontro e, ansiosi, gli chiesero:
CAPO - È di buon augurio la tua venuta?
SAMUELE - Sì, è di buon augurio. Sono venuto per offrire un sacrificio al Signore.
Purificatevi per il sacrificio e poi venite con me.
NARRATORE - Fece lui stesso il rito di purificazione per lesse e i figli e li invitò al
sacrificio. Quando essi arrivarono, Samuele vide Eliab e disse tra sé:
SAMUELE - Ecco davanti al Signore il re da lui scelto.
NARRATORE - Ma il Signore gli disse:
IL SIGNORE - Non lasciarti influenzare dal suo aspetto o dalla sua altezza. Non è lui
che ho in mente. Quel che vede l'uomo non conta. L'uomo guarda l'apparenza, ma il
Signore guarda il cuore.
NARRATORE - lesse chiamò quindi suo figlio Abinadab e lo presentò a Samuele. Ma
questi disse:
SAMUELE - No, non è lui che il Signore ha scelto.
NARRATORE - lesse presentò Samma, e Samuele disse:
SAMUELE - No, non è lui che il Signore ha scelto.
NARRATORE - Così lesse presentò a Samuele i suoi sette figli, ma Samuele gli disse:
SAMUELE - Il Signore non ha scelto nessuno di loro. Sono tutti qui i tuoi figli?
lESSE - No, rimane ancora il più piccolo: è andato al pascolo.
SAMUELE - Mandalo a cercare. Non ci metteremo a tavola prima del suo arrivo.
NARRATORE - lesse mandò a prenderlo: era giovane e con un bel colorito,
due begli occhi e di piacevole aspetto. il Signore disse a Samuele:
IL SIGNORE - È lui: consacralo re!
NARRATORE - Samuele prese il recipiente di corno pieno d'olio e lo versò sulla
testa di Davide per consacrarlo, di fronte ai suoi fratelli. Lo spirito del Signore scese
su Davide e, da quel giorno, fu sempre con lui.
(NB: il racconto può essere mimato, rappresentato come si crede. L'idea
di fondo è che il Signore sceglie chi vuole e chi si affida a lui fa davvero
strada nella vita. Comunque, Dio non guarda l'apparenza, ma sa accogliere quanto di buono c'è in ognuno. Basta aver voglia di "volare").
Guida - Come ha scelto Davide, Dio oggi sceglie ciascuno di voi. Per un'opera grande
insieme a lui a favore della vostra vita e di quanti incontrerete. Importante è non
contentarsi di "razzolare" nella mediocrità. Un altro ragazzo, tanto tempo fa, di
fronte ai suoi dodici anni ha maturato una scelta esplosiva. Ascoltiamo.
Lettura
"Mi aiuti a farmi santo", scrisse Domenico Savio in un bigliettino per don Bosco. Don
Bosco prese sui serio quella domanda.
Chiamò Domenico Savio e gli disse: "Ti
voglio regalare la formula della santità.
Stai bene attento.
Primo: allegria. Ciò che ti turba e ti
toglie la pace non viene dal Signore.
Secondo: doveri di studio e di pietà.
Attenzione a scuola, impegno nello
studio, impegno nella preghiera. Tutto
questo non farlo per ambizione, per
farti lodare, ma per amore del Signore
e per diventare un vero uomo.
Terzo: far del bene agli altri. Aiuta i
tuoi compagni sempre, anche se ti
costa sacrificio. La santità è tutta qui".
Guida - Dio ci ha affidato la vita, ma
non possiamo contentarci di riempirla
di spazzatura, come lo stormo
Simmenthal. Lo smog della pigrizia e
della superficialità mortificano ciò che
noi siamo. Dio ci invita a cose grandi.
Preghiamo perché, come Davide, siamo svegli di fronte al suo invito di percorrere
una strada di santità.
Invocazioni
G. La nostra giornata sia un terreno fertile che accoglie la parola di Dio:
T. Aiutaci, Signore, a portare frutti abbondanti nelle opere che compiremo.
G. La gioia di questo incontro sia donata con generosità ai fratelli:
T. Fa', o Signore, che riconosciamo in essi il tuo volto.
G. La nostra volontà non venga mal meno:
T. Rendici forti, o Signore, contro la pigrizia.
G. Le persone che oggi ci guidano nei nostri impegni trovino da noi sincera collaborazione:
T. O Signore, ricompensa con le tue grazie quelli che ci fanno del bene.
G. I giovani hanno bisogno di grandi ideali per i quali vivere la loro giovinezza:
T. Aiutaci, Signore, a fare nostro l'ideale di Domenico Savio: diventare santi!
G. Domenico Savio ha aperto una nuova strada alla santità: "Noi facciarno consistere
la santità nello stare molto allegri".
T. Fa', o Signore, che il peccato non ci tolga mai la gioia e la felicità di amare te.
G. La speranza di essere ascoltati da Dio ci ridona la gioia di appartenergli come
figli. Per questo, uniti a Cristo, diciamo:
T. Padre nostro...
IMPEGNO DI VITA
Nella giornata di oggi mi
sforzerò di partecipare attivamente alle varie iniziative
proposte e ad accogliere con
fiducia gli interventi dei
insegnanti, dei genitori e/o
dell'animatore.
GIOCHI NELLA TERRA DEI GABBIANI
Il gioco del vecchio gabbiano
- Ambientazione a piacere (si comincia dai
gabbiani che si fanno il nido sulle montagne di
spazzatura).
- Giocatori: un numero divisibile per quattro +
uno.
- Svolgimento del gioco:
I giocatori si tengono per mano a tre a tre formando un cerchio. Essi sono i nidi, in ciascuno
dei quali si trova come quarto il gabbiano.
Al centro del gioco c'è ancora un giocatore, il
Vecchio Gabbiano. Tutti i cerchi danzano secondo una qualsiasi melodia. Quando il Vecchio Gabbiano grida "DIXAN", tutti i gabbiani escono dai loro nidi e con il Vecchio Gabbiano formano un altro cerchio che danza. A un nuovo "DIXAN" del
Vecchio, tutti i gabbiani, compreso il Vecchio, corrono via a cercarsi un nido. Il
gabbiano che resta fuori diventa il Vecchio Gabbiano, mentre gli altri gabbiani
si scambiano con un giocatore che forma il cerchio del loro nido.
Il Gabbiano sfortunato
- Ambientazione: numerosi gabbiani che si buttano sui mucchi di spazzatura
per cercare "cibi prelibati".
- Materiali: fustini di detersivo o scatoloni di piccole o grandi dimensioni (dipende dalle possibilità: quelli grandi suscitano maggiore "spasso").
- Giocatori: da un minimo di sette a tanti quanti fustini si hanno.
- Svolgimento del gioco:
Disporre i fustini (o gli scatoloni) in cerchio. Tutti i giocatori (devono essere uno
in più dei fustini depositati per terra in cerchio) corrono al cerchio dei fustini (o
scatoloni). L'animatore fa suonare una canzone o musica qualsiasi, fermandosi
poi di botto: ognuno cerca di prendere uno dei fustini. Uno è sfortunato: è il
gabbiano infelice, che viene eliminato. Si prosegue con i giocatori rimasti in
gara e con un fustino in meno. Di nuovo lo stesso procedimento: fino a quando resta un solo gabbiano, quello felice ("becco intelligente"), vincitore.
Variante: i giocatori possono stare anche seduti in cerchio, e a un segnale devono cercare di afferrare oggetti posti al centro. In questo caso in un cerchio di
gabbiani ci possono essere alcune lattine vuote. L'animatore racconta una
storia di gabbiani che frugano in un mucchio di spazzatura: ogni volta che nomina la "buona latina" è il segnale di prendere una di quelle disposte in centro.
Naturalmente nel racconto si può anche trarre in inganno, inserendo per esempio la "buona marmellata (!)". Avere sempre l'avvertenza che gli oggetti siano
uno in meno dei giocatori che concorrono.
Una serata "Fruga nel pattume".
A ogni squadra viene presentato un sacchetto nero dell'immondizia chiuso,
contenente numerosi oggetti: con il solo tatto, in un tempo stabilito, i ragazzi
devono compilare la lista di tutto ciò che è stato messo dentro.
Vince la squadra che ne riconosce di più.