scarica il sussidio di ottobre

Download Report

Transcript scarica il sussidio di ottobre

Ottobre
Seconda tappa
Scuola di volo
Il tempo, ovvero fatica e allenamento
per crescere.
OBIETTIVO EDUCATIVO
Condurre ciascun ragazzo a riflettere sull’uso del proprio
tempo come momento ideale per prepararsi al “grande
volo” della vita: imparare a conoscere le proprie qualitàdoni di Dio, a svilupparle anche se costa fatica, sacrificio e
non si vedono subito i risultati.
RACCONTO
seconda tappa - 1
Jonathan,
senza
aspettare Dixan, decollò decisamente.
Si portò, annaspando
goffamente nell’aria, sulla cima del cipresso più
alto.
Si riposò un attimo poi
spiccò il volo verso l’alto.
Dopo qualche decina
di metri gli mancarono le
forze e stallò clamorosamente. Si trasformò in
una trottola di penne arruffate che piombò stridendo su uno strato di insalata marcia e bucce di patata che venivano dalla premiata
trattoria "La Vecchia Lanterna".
I gabbiani dello stormo che avevano assistito alla penosa esibizione scoppiarono a ridere. "Che razza di appetito, Gei Gei", sghignazzò il gabbiano Giorgio Battilala.
Jonathan si sentiva le ali sbrindellate, ma più ancora gli pesava il fallimento.
Aveva una gran voglia di piangere. "Volerò", si disse J.J. e scosse il marciume che gli si
era incollato alle penne.
Trascinando un’ala malconcia, ritornò da Dixan. Il vecchio gabbiano aprì un occhio, uno
solo, e bofonchiò: "Bah!".
Poi aprì anche l'altro occhio e brontolò: “D'accordo, ti insegnerò a volare”. “Devi cominciare a capire che volare non significa semplicemente sbatacchiare le ali come le
galline o le zanzare”. “Domani cominceremo con il volo orizzontale..."
Cominciarono dei giorni belli e faticosi per il gabbiano Jonathan Junior.
Appena il cielo si illuminava, lui era già al recinto che provava e riprovava.
seconda tappa - 2
Dopo qualche giorno riusciva a librarsi in aria con sufficiente padronanza delle ali.
Sbandava ancora nelle virate e spesso si spiaccicava ignominiosamente al suolo.
Dixan lo osservava di sottecchi e gli parlava con voce grave:
“Innanzi tutto devi renderti conto che un gabbiano è fatto a immagine del Grande
Gabbiano: è un'infinita idea di libertà, senza limite alcuno...”.
Intanto i muscoli di Jonathan si rinforzavano, il suo corpo si affilò: divenne più leggero e
aereodinamico.
Dopo un mese riusciva a picchiare con perfetta coordinazione e sfrecciava a novanta
km all'ora davanti al suo istruttore.
"Ricordati che ti chiami Jonathan", gli diceva spesso Dixan.
“Perché mi hanno messo questo nome, Dixie?"
seconda tappa, 3
“Jonathan Livingston è stato il più grande dei gabbiani. Tanti libri sono stati scritti su di
lui. Qualcuno pensa che fosse un pazzo, qualche altro il diavolo, ma i più pensano che fosse
il Figlio del Grande Gabbiano”.
"Che cosa diceva?"
"Parlava di cose molto semplici... Diceva che è giusto che un gabbiano voli, essendo
nato per la libertà... e che è suo dovere lasciar perdere tutto ciò che si oppone alla sua
libertà, sia superstizioni, sia antiche abitudini, sia qualsiasi altra forma di schiavitù
“Scavalcare anche la Legge dello Stormo?" chiese Jonathan con un po’di batticuore.
Da quando si era messo in testa questa idea di volare, aveva perso tutti gli amici e la
gente cominciava ad ammiccare verso di lui come si fa con gli strambotti e i pazzerelli.
“L’unica vera legge è quella che conduce alla libertà e all’amore dell’Universo - disse
Dixan -. Altra legge non c’è. Così parlava Jonathan Livingstone”.
Finalmente un giorno Jonathan Junior (portava con orgoglio quel Junior anche se di cognome, in realtà, si chiamava Orizzonti) alla fine di
un vertiginoso mulinello verticale si gettò in
picchiata... cabrò dopo aver sfiorato la vetta
della montagna di immondizia, e capì di non
aver più niente da imparare sul volo
Lo Stormo fu destato di soprassalto dalle
sue grida. Gridava a squarciagola da un’altezza
di più di 100 metri: “So Volare! Ehi, guardate!
So Volare!”
Per approfondire
Seleziona i gesti cbe riempiono il tuo quotidiano:
Cosa ti aiuta a crescere? Cosa è mortificante e frenante?
Come organizzeresti in modo ideale le tue "24 ore" giornaliere?
Quali le tue qualità migliori? Quali stai realizzando? Quali trascuri?
Quali sono le abitudini migliori che hai? Hai paura del sacrificio? Cosa
ti piacerebbe imparare a realizzare? Chi potrebbe guidare il tuo allenamento?
Idee che emergono
* Un dono prezioso che ognuno riceve quotidianamente: un sacchetto di
24 ore!
* Un impegno per vivere veramente: valorizzare il tempo e le sue attività.
Riempire i giorni di cose che costruiscono - E’ vivere!
* Le cose che valgono veramente costano fatica, esigono tempo, tenacia.
* Il tempo: è soprattutto al servizio di se stessi, per “trafficare" i propri
talenti, sviluppare le potenzialità che si hanno.
* Crescere: è allenamento quotidiano (non ti fai “per inerzia"), è sacrificio, esige continuità, umiltà, reazione ai disagi, al rischio della sfiducia.
* Crescere: è imparare, un poco ogni giorno. Rende possibile una gioia
grande: "So volare!". E’ rifiuto della pigrizia e della noia!
* Un modello: l'esempio di Gesù (crescere in età, sapienza e grazia).
* Vocaz:ione: "leggersi" come cristiano in Gesù (è la storia del Figlio del
Grande Gabbiano)
In cosa allenarsi e dove prepararsi:
nello studio;
nell'essere disponibili e generosi;
nel coraggio di difendere le proprie idee;
nell'ottimismo;
nella responsabilità;
nella religiosità, vivere con una marcia in più.
In gruppo
1) Provare a costruire un grande orologio in cui si divide il quadrante
secondo i vari impegni/attività della giornata-tipo di un ragazzo della loro
età. Dopo questa prima operazione, costruire un nuovo orologio secondo
gli impegni che maggiormente possono aiutare nel prepararsi al domani.
2) Rifare lo stesso lavoro del punto
precedente, usando questa volta
un “PIANO DI VOLO”,
specificandone le tappe,
gli scali tecnici,
i rifornimenti, ecc.
DALLA
VITA
AL
DIALOGO
CON
DIO
Il dono del tempo: darsi da fare per sviluppare i doni ricevuti.
Lettura bibilca: I talenti (o le monete d'oro, in Matteo 25,14-30)
NARRATORE - Dal Vangelo di San Matteo.
In quel tempo Gesù disse questa parabola:
GESÙ - Così sarà il Regno di Dio.
Un uomo doveva fare un lungo viaggio. Chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi soldi.
A uno consegnò cinquecento monete d'oro, a un altro duecento e a un altro cento:
a ciascuno secondo le sue capacità. Poi partì. il servo che aveva ricevuto cinquecento monete andò subito a investire i suoi soldi in affari e alla fine guadagnò altre
cinquecento monete. Quello che ne aveva ricevute duecento fece lo stesso e alla
fine ne guadagnò altre duecento. Invece quello che ne aveva ricevute soltanto
cento scavò una buca in terra e vi nascose i soldi del suo padrone.
Dopo molto tempo, il padrone tornò a casa e cominciò a fare i conti con i suoi servi.
Venne il primo, quello che aveva ricevuto cinquecento monete d'oro. Portò anche le
altre cinquecento e disse:
1. SERVO - Signore, tu mi avevi consegnato cinquecento monete. Guarda:
ne ho guadagnate altre cinquecento.
GESÙ - E il padrone gli disse:
PADRONE - Bene. Sei un servo bravo e fedele. Sei stato fedele in cose da poco: ti
affiderò cose più importanti. Vieni a partecipare alla gioia del tuo Signore.
GESÙ - Poi venne quello che aveva ricevuto duecento monete e disse:
2. SERVO - Signore, tu mi avevi consegnato duecento monete d'oro. Guarda: ne ho
guadagnate altre duecento.
PADRONE - Bene. Sei un servo bravo e fedele! Sei stato fedele in cose da poco. Ti
affiderò cose più importanti. Vieni a partecipare alla gioia del tuo Signore.
GESÙ - Venne infine quel servo che aveva ricevuto solamente cento monete d'oro e
disse:
3. SERVO - Signore, io sapevo che sei un uomo esigente. Raccogli anche dove non
hai seminato e fai vendemmia anche dove non hai coltivato. Ho avuto paura, e
allora sono andato a nascondere i tuoi soldi sotto terra. Ecco: te li restituisco.
PADRONE - Servo malvagio e fannullone! Dunque sapevi che io raccolgo dove non
ho seminato e faccio vendemmia dove non ho coltivato. Perciò dovevi almeno mettere in banca i miei soldi: al ritorno li avrei avuti indietro con l'interesse. Portategli
via le cento monete e datele a chi ne ha mille. Perché, come dice il proverbio: chi ha
molto riceverà ancora di più; chi ha poco, gli porteranno via anche il poco che ha. E
questo servo inutile gettatelo fuori, nelle tenebre: là piangerà come un disperato.
Meditazione: Ho tutto il futuro davanti a me
Ho tutto il futuro davanti a me;
tutta la vita, o Signore.
E l'affido a te
perché io possa viverla aiutando gli altri
e pensando agli altri,
cioè vivere una vita di gioia e di generosità.
Signore, ho tutta la vita davanti a me,
e l'affido a te, Signore:
i miei studi, le mie gioie,
la mia giovinezza e il mio lavoro.
E in questo momento sono davanti a te,
e vorrò esserlo per sempre,
perché io ho bisogno di te
perché mi aiuti nelle mie difficoltà
e in quelle degli altri,
perché li aiuti a diventare uomini. (Lorena)
IMPEGNO DI VITA
Mi sforzerò nella giornata di oggi di
svolgere nel miglior modo possibile
tutti gli impegni richiesti, in particolare
quelli dove di solito sono portato a
essere pigro.
Invocazione
G. Quando pensiamo ai grandi doni che ci hai dato e alle responsabilità che ci affidi,
Signore, rimaniamo sconvolti:
T. non permettere che rimaniamo oziosi a sfruttare, oggi e domani, la fatica
degli altri; ma accresci questa nostra volontà.
G. il nostro avvenire ci esalta e ci spaventa. Come porteremo il peso dei nostri impegni, Signore?
T. Abituaci già da oggi alla vita responsabile e all'impiego serio del nostro tempo.
G. Ci hai dato dei "talenti", Signore: a ciascuno i suoi. Li portiamo sempre con noi,
indifferenti alla loro preziosità. Tu premi coloro che li fanno fruttare e condanni il
pigro che li tiene inattivi per paura.
T. Fa', o Signore, che ne scopriamo, giorno dopo giorno, la grandezza e la bellezza
e che diventi per noi costante l'impegno di utilizzarli per rispondere così al tuo
progetto di amore.
G. Preghiamo
T. Signore, attraverso l'esperienza scolastica tu ci educhi alla vita, alla responsabilità, all'impiego dei talenti che ci hai dato. Ti ringraziamo per questo tuo dono.
Fa' che in esso scopriamo il tuo progetto su di noi, le vie attraverso le quali ci
rendi degni di vivere nella famiglia umana. Amen.
GIOCHI NELLA 'TERRA DEI GABBIANI
Jonathnn acquista velocità
* Ambientazione: il Vecchio Dixan e gli allenamenti di Jonathan Junior.
* Materiale: una scopa di legno, un piatto di
plastica o altro.
* Giocatori: almeno sei.
* Svolgimento dd gioco:
Tutti i giocatori sono seduti in cerchio. L'animatore (= Vecchio Dixan!) al centro fa girare
per aria un piano di plastica e chiama per
nome un giocatore. Costui deve riuscire ad
afferrare il piatto prima che cada. Se ci riesce, si ferma al centro ed è lui a lanciare il piatto (e a fare da Vecchio Dixan!). Altrimenti: penitenza (e via con la
fantasia!) e l'animatore (o chi per esso a occupare il posto di Dixan) prosegue
con il gioco.
* Variante: Invece di far girare il piatto, il vecchio Dixan può tenere dritta in
piedi una scopa (o un bastone), poggiata per terra. Nel momento in cui chiama
il giocatore, lascia la presa. Anche in questo caso il giocatore deve afferrare la
presa prima che cada.
Top Gun (Lezioni di volo!)
* Luogo: cortile o prato.
* Giocatori: 2 squadre di 8-10 giocatori.
* Materiale: un pallone; il necessario per tracciare il campo.
* Svolgimento:
fl campo prevede una base larga all'incirca 3 m dal fondo, che chiameremo
piattaforma.
La prima squadra (A) si sparpaglia all'interno del campo di gioco, mentre la
seconda squadra (B) si raduna nell'estremità del campo, fuori dall'area di gioco, dalla parte opposta della piattaforma.
Uno della squadra B lancia il pallone nel campo di A (il pallone di rimbalzo può
anche uscire dal campo) e poi parte di corsa verso la piattaforma. Una volta
giuntoci non può sostare più di 5-10 secondi, ma deve ritornare indietro dai
compagni, per totalizzare il punto.
Intanto la squadra A, dopo aver raccolto il pallone, cercherà di colpire l'avversario mentre corre verso la piattaforma o mentre cerca di tornare indietro.
Alcune regole per la squadra A:
- chi raccoglie il pallone non può muoversi dal posto in cui
l'ha preso;
- il pallone può essere solo passato, e chi lo riceve non può
più muoversi fino a quando non lo ha passato;
- chi commette un fallo non può più tirare al fuggitivo.
Le parti si scambieranno quando saranno presi almeno 5 ragazzi della B, o se il pallone sarà preso al volo da uno della A
Vince chi riuscirà ad arrivare per primo a 100.