petizione colantuoni - Unione Nazionale Giudici di Pace

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Transcript petizione colantuoni - Unione Nazionale Giudici di Pace

Testo originale della petizione:
Io sono un giudice di pace. I miei compiti sono stabiliti dall’art.7 del codice di
procedura civile italiano e dalle norme vigenti in materia penale ed amministrativa e
sono diversi ma nello stesso tempo uguali a quelli di un giudice ordinario. Sono
competente a decidere, con tutti i doveri che spettano ai magistrati ordinari, le
controversie c.d. di minor valore, che costituiscono, però, più della metà del
contenzioso ordinario. Scrivo sentenze civili e penali “ In nome del popolo italiano”,
ma per lo Stato Italiano io non ho nessun diritto. In primo luogo non ho diritto alla
stabilità del posto di lavoro: i giudici di pace, secondo la legge istitutiva, restano in
carica per tre mandati di quattro anni ciascuno; nei fatti però, a causa di una serie di
proroghe , svolgono i magistrati onorari le loro funzioni in via precaria anche dal
1995 . In secondo luogo non ho diritto ad un equa retribuzione: sono pagato a cottimo
con indennità calcolate al tempo della Lira non rivalutate come per legge , con un
risibile fisso mensile di circa €.250,00, che dovrebbe servire a pagare il mio
aggiornamento professionale, ma che viene decurtato se per caso mi assento per
qualche giorno. In terzo luogo non ho diritto ad alcuna delle forme di previdenza o
assistenza che spettano a tutti i lavoratori: se mi ammalo e non posso lavorare non
guadagno più e devo sperare che qualcuno dei miei familiari mi aiuti. Per le Colleghe
è ancora peggio non essendo previsto alcun sussidio in caso di maternità.
Conseguentemente lo Stato non versa alcun contributo previdenziale comunque
obbligatorio per tutti i lavoratori. Non posso svolgere nessun altra attività lavorativa,
se non quella di avvocato fuori dal Distretto della Corte di Appello dove sono
Giudice di pace con ovvia dispersione delle energie lavorative tanto che come me
tanti altri colleghi sono di fatto solo magistrati onorari a tempo pieno non potendo
dedicare altre energie a diversa attività lavorativa. Dicono che questa assenza di tutela
sia dovuta al fatto che sono un magistrato onorario, ma di onorario nel mio ruolo c’è
ben poco: infatti sono soggetto a tutti i doveri disciplinari che toccano ad un
magistrato ordinario, pur non avendo nessuna delle garanzie che spettano al
magistrato ordinario. Tutto questo è molto grave perchè in questo modo lo Stato
italiano viola i principi di terzietà ed imparzialità del giudice, che tutti reputano
fondamentali quando si tratta di c.d. magistrati ordinari, affidando gran parte del
contenzioso a giudici pagati a cottimo e temporanei. Ora il Ministro della Giustizia ha
annunciato una riforma della magistratura onoraria: sostanzialmente i giudici oggi in
servizio verranno sostituiti da altri ancora una volta pagati a cottimo ed in misura
inferiore a quella odierna. In questo modo con la rottamazione dei giudici in carica si
disperderanno le professionalità formatesi in questi anni con aggravamento dello
stato della Giustizia . Chiedo che venga riconosciuta anche ai Magistrati Onorari ,
come a tutti gli altri lavoratori italiani, i diritti alla stabilità del posto di lavoro,
all’equa retribuzione, alla previdenza ed alla assistenza. Attualmente ancora una volta
è stato proclamato uno stato di agitazione da parte di tutte le associazioni di categoria
dal momento che ogni richiesta legittima è stata disattesa dal Ministero della
Giustizia Italiano . Il Giudice di Pace ha un mandato di quattro anni, rinnovabile per
un totale di tre mandati (12 anni). In linea di fatto, però, a seguito della mancata e
tempestiva promozione dei concorsi, molti GdP sono rimasti in carica per quasi 20
anni. Attualmente sono in servizio GdP per lo più vincitori del concorso del 2001 e
immessi nelle funzioni nel 2002. In molti uffici, peraltro, sono ancora in servizio GdP
nominati prima del 2000, successivamente prorogati più volte e con il solo limite dei
75 anni di età.Con disciplina transitoria del 2015 è stata disposta la cessazione di
coloro che compiranno 72 anni entro la fine di dicembre 2015 e poi del 2016. Un
primo quesito pertanto è il seguente: è compatibile con la normativa europea lo
svolgimento di una funzione temporanea in astratto e continuativa in linea di fatto?
Spetta al GdP, per disciplina di diritto europeo, il diritto alla continuità del mandato,
senza limite dei tre mandati quadriennale, e con il solo limite dell’età (ad oggi 75
anni e solo in via transitoria ad anni 72 fino al 31.12.2016)?? * * * La Costituzione
italiana prevede che la retribuzione debba essere equa e dignitosa, commisurata alla
funzione concretamente svolta; il GdP è di fatto il Giudice di primo grado in più del
50% dei giudizi civili, nella quasi totalità dei giudizi in materia di immigrazione e di
sanzioni amministrative. Ha anche competenze penali in varie materie e svolge le
funzioni di Giudice delle indagini preliminari e dell’esecuzione. Inoltre la legge
istitutiva prevede l’aggiornamento ogni tre anni delle indennità, mai attuata. L’Italia è
quindi inadempiente alle proprie stesse norme nazionali. Un secondo quesito pertanto
è il seguente: è compatibile con il diritto europeo una retribuzione in tema di servizio
pubblico fondata sul cottimo, che non tiene conto della importanza della funzione
giurisdizionale e che dal 1991 non è mai stata aggiornata, nonostante la previsione
normativa del diritto interno?? * * * Il GdP percepisce indennità che, ai fini fiscali,
sono assimilate al reddito di lavoro dipendente; ciò è stato deciso con risoluzione
dell’Agenzia delle Entrate in data 10.05.2004. Il GdP riceve un CUD annuale,
subisce le ritenute alla fonte come un qualsiasi dipendente, con le stesse modalità e
aliquote, dichiara il detto reddito nel quadro C del mod. Unico o 730. Tuttavia il GdP,
pur esercitando una funzione pubblica e facendo parte dell’Ordinamento Giudiziario,
non gode di alcuna assistenza malattia né di copertura previdenziale. Ecco quindi il
terzo quesito È compatibile con il diritto europeo attribuire una funzione
giurisdizionale ad un soggetto che fa parte dell’Ordinamento Giudiziario senza
garantirgli una assistenza malattia e una copertura previdenziale, con suddivisione
degli oneri in analogia ai dipendenti dello Stato??? * * * I Giudici di Pace
attualmente in servizio in Italia sono convinti che l’attuale disciplina normativa
vigente nello Stato italiano costituisca aperta e indiscussa violazione dei diritti umani
e dei lavoratori, nonché di tutti i principi di diritto europeo. Chiedono che il
Parlamento europeo adotti qualsiasi provvedimento utile alla correzione delle
violazioni sopradescritte ed al ristabilimento di una condizione di dignità e di diritto.
Ringrazio per l'attenzione prestata Avv. Vincenzo Colantuoni Romagnoli GDP presso
l’Ufficio di Grosseto
15.12.15