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ottobre 2016
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Ogm, non è tutto oro ciò che luccica
ATTUALITÀ
O
GM, non è tutto oro quello
che luccica. I presunti benefici economici derivanti dall’utilizzo di OGM dipendono da una
serie di fattori come la tecnologia
sulle pratiche e le rese agricole, i
costi, la concentrazione industriale
nella produzione e nella distribuzione degli input agricoli, l’attitudine dei consumatori a comprare o
meno prodotti derivanti da OGM, i
requisiti normativi e non meno importante la dipendenza economica
dell’agricoltore dalle multinazionali.
Per riuscire a guadagnare con gli
OGM, un agricoltore deve considerare quattro fattori che incidono
sulla convenienza a usarli:
La “tariffa tecnologica” sulle sementi geneticamente modificate:
la semente costituisce un costo di
produzione perché le multinazionali oltre al prezzo della semente in
sé, fanno pagare una “tariffa tecnologica” aggiuntiva per i costi di
ricerca. Per comprare sementi inoltre gli agricoltori devono firmare un
accordo con le multinazionali che
aumenta la dipendenza economica
e diminuisce la libertà di scelta del
coltivatore.
Le differenze nel raccolto: si so-
stiene che i costi più elevati per
l‘approvvigionamento dei fattori di
produzione agricoli sarebbero compensati da rese maggiori e dalla
riduzione dei trattamenti e dei fitofarmaci. In realtà non sempre le
varietà OGM hanno aumentato la
resa rispetto all’agricoltura convenzionale e quando ciò si verifica non
solo non è sufficiente a coprire i costi di produzione ma ci sono anche
ribassi delle quotazioni all’origine.
Costi per i fitofarmaci: contrariamente a quanto si pensa, con l’utilizzo di colture OGM si assiste ad
un aumento dell’utilizzo dei fitofarmaci e, quindi, ad un aumento dei
costi.
Prezzi di mercato inferiori: dall’ introduzione delle colture geneticamente modificate il mercato si è
ristretto e gli agricoltori di colture
OGM adesso ricevono remunerazioni inferiori rispetto a prima e più
basse rispetto a quelle ricevute dagli agricoltori non OGM e dagli agricoltori biologici.
Un primo svantaggio in termini di
perdita di redditività è dunque legato al concetto dell’introduzione
tecnologica. Gli agricoltori che per
primi adottano la tecnologia, guadagnano un premio in termini di
innovazione e tendono a ricavare
maggiori benefici rispetto a coloro
che la adottano in un secondo momento quando ormai l’innovazione
non è più tale e ha esaurito l’utilità marginale che l’imprenditore
agricolo potrebbe sfruttare. Inoltre, quanti più agricoltori adottano
la tecnologia tanto più la riduzione
dei costi si traduce in un calo dei
prezzi all’origine e quindi della redditività per le imprese agricole. Un
altro effetto è l’incremento dei costi
di produzione, infatti il cambiamento tecnologico implica un maggiore
investimento di capitale, che può
essere compensato solo attraverso
livelli alti di produzione. Gli agricoltori che tendono a coltivare colture
più remunerative per trarre vantaggi economici dal commercio, sono
forzati ad adottare pratiche che includono l’uso di OGM, fertilizzanti e
pesticidi. Ciò comporta un aumento
dei costi generale anche in termini di manutenzione per non contaminare i terreni convenzionali con
quelli coltivati ad OGM visto che il
rischio di contaminazione è altissimo. Non bisogna poi dimenticare
che l’approvvigionamento dei prodotti o sementi OGM dipende da un