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Venerdì 21 Ottobre 2016
13
Accusando Hillary Clinton di essere favorevole all’aborto anche a gravidanza avanzata
Trump ha sparato gli ultimi colpi
E ha messo in guardia dai brogli elettorali (già successi)
da Washington
ALBERTO PASOLINI ZANELLI
D
onald Trump ha sparato l’ultima raffica.
Anzi, un paio di raffiche nell’ultima occasione che gli si è offerta nel testa
a testa conclusivo con Hillary
Clinton. Un paio di colpi a
casaccio e qualcuno mirato gli
hanno consentito di ottenere il
suo miglior risultato in un dibattito, Anche stavolta ha vinto
la candidata democratica, però
con la percentuale più bassa tra
tutti i confronti diretti, il 52 %.
E ha sfiorato il rischio di trovarsi, per una volta, indietro.
È stato quando il candidato repubblicano ha tirato fuori
la sua ultima arma, non segreta
ma tenuta finora nel cassetto:
l’aborto. Con un appello alla
forte ala del repubblicanismo
conservatore di costume e religioso, Trump si è scagliato contro Hillary, che da democratica
tradizionale è sempre stata
prudentemente ma sostanzialmente morbida su questo tema,
accusandola di favorire anche
la forma più controversa di in-
terruzione delle nascite: quella
a «gravidanza avanzata», che le
autorità religiose e la destra repubblicana paragonano all’uccisione di un bambino. Questo è
un tema tenace degli scontri fra
i due partiti, con tante battaglie
nei diversi Stati, nelle corti, nei
referendum. Quest’anno era rimasta nel cassetto e Trump l’ha
ritirata fuori sperando di cogliere impreparata l’antagonista.
Così è stato solo per
metà, soprattutto inizialmente. Poi Hillary si è ripresa ed è
passata al contrattacco su un
tema pericoloso non solo per
Trump ma per i repubblicani in
genere: la Corte Suprema, cui
è stata staccata la spina dopo
la morte del giudice Scalia, un
superconservatore. Il presidente Barack Obama avrebbe
dovuto scegliere il successore
da sottoporre al voto del Congresso ma i repubblicani, che
detengono solide maggioranze
al senato e alla camera, hanno
preannunciato il loro rifiuto
fino alla successione alla Casa
Bianca in gennaio. Non è solo
una questione di principio:
l’attuale opposizione ideologi-
ca della Corte ha prodotto, fra
l’altro, una sentenza assai discussa: l’autorizzazione a sostenitori privati a elargire ai candidati somme di denaro senza
limiti. Un chiaro vantaggio per
i repubblicani, che una Corte
cambiata potrebbe togliergli. E
questo è fra i programmi della
Clinton.
Il dibattito, che si è tenuto
a Las Vegas, è rimasto acceso
fino alla conclusione, quando
Trump ha giocato quella che
può essere stata la sua ultima
carta: denunciando le irregolarità che si vanno preparando in
molti seggi elettorali, al punto
da mettere in pericolo l’onestà
del voto presidenziale. E ha invitato gli attivisti repubblicani
e gli elettori in genere a «controllare le operazioni di voto
per prevenire gli abusi». Altrettanto arroventata e indignata,
la risposta della Clinton: «Ci
vogliono rubare i nostri voti».
Anche questa in realtà è una
polemica antica e non priva di
fondamento. Coltivando ciascuno il proprio interesse, i partiti
hanno presentato spesso soluzioni nel proprio interesse.
I repubblicani di solito
vanno più numerosi alle
urne, sopratttutto nelle votazioni per senatori, deputati
e governatori. Questo perché
sono in genere adulti, disciplinati e di etnie europee. I democratici puntano soprattutto sulle minoranze etniche e cercano
dunque di facilitare al massimo
l’accesso alle urne anche saltando sulla mancanza di una
parte almeno di documenti di
identità. Una operazione che
ha avuto particolare successo
quando si è trattato di appoggiare Obama. I repubblicani
reagiscono cercando invece di
rendere l’affluenza alle urne il
più ridotta possibile con l’esclusione degli elettori spinti alle
urne dai partiti.
Ci sono esempi molto lucidi, per esempio nelle città
universitarie, dove gli studenti
hanno una doppia residenza:
quella di ateneo e quella di famiglia. Brogli ci sono stati, soprattutto in passato. Il repubblicano
George W. Bush diventò presidente con una maggioranza
di 532 voti in Florida, contestati
per settimane dai democratici.
E perfino sull’elezione di John
Kennedy nel 1960 restano le
ombre di irregolarità da parte
dei democratici a Chicago, riassunte nella frase attribuita
al sindaco: «Andate alle urne e
votate, votate, votate». Trump
ha ritirato fuori questo tema
e ha annunciato, con un gesto
più teatrale che concretamente
attuabile, che se ci saranno irregolarità non riconoscerà il risultato delle elezioni presidenziali.
Di qui la controaccusa circa il
«furto dei voti». Ma si tratta di
parole. Non ci sono leggi che
prevedono che il candidato
sconfitto possa fare annullare
le elezioni.
E un portavoce del candidato repubblicano si è
gettato subito nel fuoco per
spegnerlo: «Naturalmente
Trump riconoscerà l’esito
delle elezioni. Per un semplice motivo: che vincerà lui”.
I sondaggi dicono, però, che
Hillary è ancora in testa, sia
pure con un margine ridotto:
47 per cento contro il 42 per
cento del rivale.
[email protected]
© Riproduzione riservata
RIVOLUZIONE 4.0
Addio lavori fisici e ripetitivi. Il futuro è la managerialità diffusa
DI
LUIGI CHIARELLO
insegne di Aldai-Federmanager;
tutti professionisti a cui la scuola di
management Sda Bocconi di Milano
ha tastato il polso, realizzando un’indagine sul loro sentiment, nell’ambito
di un progetto di ricerca promosso
dall’Aica, l’Associazione italiana per
l’informatica e il calcolo automatico.
A condurre e leggere il monitoraggio,
Alfredo Biffi, associato di organizzazione aziendale all’università dell’Insubria (Varese) e Sda professor (information system unit) in Bocconi.
IL CAMPIONE. L’istantanea sul futuro
delle imprese è stata scattata usando due questionari. Uno inviato agli
associati Aidp, a cui hanno risposto
115 direttori del personale (età media 48 anni, anzianità media nel ruolo 14 anni). L’altro spedito agli iscritti
Federmanager, a cui hanno risposto
in 257 (età media 55 anni, anzianità
Nelle aziende che si convertono a Industria 4.0, cioè alla digitalizzazione
e completa automazione dei processi produttivi e dei prodotti, il lavoro
operativo fisico e il lavoro concettuale
ripetitivo «saranno» letteralmente
«distrutti dalle tecnologie». Mentre «il
lavoro concettuale», quello di livello,
«potrebbe risentire dell’impatto» dettato dal cambiamento, «ma non potrà
essere sostituito». Le aziende dovranno quindi affrontare una sfida enorme:
bilanciare le opportunità di business
generate dalle nuove tecnologie con
gli effetti negativi sull’occupazione.
Di più: «Nel prossimo decennio assisteremo all’impatto più dirompente;
alla rapida obsolescenza delle competenze esistenti, operative e gestionali. Saranno continuamente sostituite
per i prossimi 15 anni». Però,
la quarta rivoluzione industriale «genererà nuovo lavoro che compenserà quello
perso». Sul versante manaUna mobile app rivoluzionerà il modo di
geriale, invece, non è detto
vendere di Ideal Standard. L’azienda miche il cambio di paradigma
lanese, leader nella commercializzazione in
finisca per ridurre il numero
Italia e all’estero di materiali e accessori per
di manager in attività. Quel
il bagno, nei prossimi 12 mesi conta di pasche è certo è che il loro ruolo
sare da un modello di business tradizionale,
cambierà radicalmente; a
basato su una rete di show room fisici e di
premiare saranno «capacità
distributori sul territorio, a un modello basato
di leadership e visioning»,
su dispositivi digitali, che consentiranno non
oltre che «competenze di insoltanto di velocizzare e moltiplicare i contatti
novazione». A disegnare quecoi clienti (sia professionisti che privati), ma
sto scenario, le cui ricadute
anche di raccogliere informazioni utili per
dovrebbero manifestarsi in
migliorare la sua offerta e il suo approccio al
appena due lustri, sono i disingolo cliente profilato.
rettori del personale iscritti
Questa trasformazione è resa possibile dal
all’Aidp (Associazione per
progetto Sap Fiori Cloud, la mobile app svila direzione del personale)
luppata per Ideal Standard da Altevie Teche i manager riuniti sotto le
90% dei manager e l’88% dei direttori del personale, sarà sostituito dai
computer. Le macchine tenderanno a
sostituire anche il lavoro di concetto,
grazie ad applicazioni di intelligenza
artificiale. Nonostante ciò, molti intervistati restano convinti: «Si genererà
nuovo lavoro che compenserà quello
perso (57%)».
LE SFIDE. Per i direttori del personale
«sapremo usare meglio la tecnologia,
ma non è detto che sapremo controllarla a pieno». Comunque, ad essa non si
potrà sfuggire: «La tecnologia rappresenterà il cardine della progettazione
organizzativa delle aziende, tanto da
renderla fondamentale nelle scelte di
selezione del personale», avvertono gli
associati Aidp. E i manager? Sono preparati alla rivoluzione? Dal questionario emerge chiara una tendenza:
delle tecnologie loro proposte, oggi i
manager conoscono meglio
il cloud computer, l’internet
delle cose e la stampa a 3D.
Di più, le considerano «le
nologies, che è stata presentata ieri in Fiera
tecnologie più interessanti,
Milano City nel corso del Sap Forum Milano.
con cui fare business». Già,
E che si basa sulla soluzione Hana Cloud
ma cosa faranno da grandi?
Platform, il sistema di gestione di basi di dati
Il loro responso è chiaro: per
colonnare e in memory sviluppato e commercompetere, le aziende sarancializzato da Sap, che faciliterà la gestione dei
no basate su processi più auprocessi interni di Ideal Standard.
tomatizzati; di conseguenza
Già a gennaio prossimo, per esempio, grazie
il manager si trasformerà in
a Sap Fiori Cloud, l’architetto o il distributore
una sorta di progettista e acpotrà visitare lo show room virtuale d’Ideal
celeratore dell’innovazione.
Standard e quindi concordare la visita a uno
Sarà, dunque, sempre meno
show room fisico che, nel frattempo, predisporgestore delle persone che
rà l’area espositiva per fargli meglio visionare
eseguono i processi. Anche
i prodotti cui è interessato. Nel giro di pochi
perché la competenza mamesi la stessa cosa potranno farla i clienti prinageriale sarà più diffusa; ci
vati, magari organizzati in gruppi omogenei.
saranno tecnici manager, in
Luisa Contri
grado di coordinarsi in modo
autorganizzato tra di loro.
media nel ruolo 15 anni). Le attività
in cui sono impegnati i professionisti
«sondati» sono le più svariate. Tra i
manager la prevalenza è nelle vendite e nelle funzioni di amministratore
delegato. Il comparto in cui opera la
maggior parte dei direttori del personale intervistati, invece, è l’industria
(elettronica, elettromeccanica, alimentare e costruzioni), seguita da servizi
alle imprese e commercio.
I N TERMINI DI IMPATTO SUL LAVORO
esiste tra gli intervistati la consapevolezza che siamo di fronte a una
«discontinuità, differente rispetto alle
opportunità tecnologiche del passato»
(60% dei rispondenti). Per l’84,3% dei
manager e l’83% dei direttori del personale «robot e automazione sostituiranno gran parte del lavoro umano
in fabbrica». E andrà anche peggio al
lavoro impiegatizio ripetitivo: per il
Un’app rivoluziona le vendite Ideal Standard