Articolo - Dinamo Sassari

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L'anticipo di Serie A: gara dai due volti per la squadra di Pasquini a Bologna
La Dinamo si perde dopo 20'
Reggio Emilia risale da -12 e vince in volata
Sotto gli occhi di
Meo Sacchetti, ufficialmente al PalaDozza per salutare il figlio, in realtà per
spiare due sue prossime
avversarie, la Dinamo offre
il meglio e il peggio: sale sul
+12 a metà gara ma al rientro, dopo essere stata perfetta, si scioglie, la Reggiana ritrova l'entusiasmo e la
fiducia perdute e si impone
allo sprint (86-80). Non ci
sono spiegazioni: Sassari,
vecchio vizio (ma con altri
giocatori) è rimasta nello
spogliatoio, perché a essere deciso è stato il contro
break del terzo quarto che
ha portato la Grissin Bon
da sotto di 12 a sopra di
due. Riaprendo la partita e
scatenando i cattivi pensieri nella capoccia dei ragazzi di Pasquini.
L'APPROCCIO. Eppure il
giusto approccio al match è
stato sinonimo di grande
forza mentale: la Dinamo
ce l'ha perché dopo l'8-2
del 3'48" schizza sul 12-5
del 4'51". L'ottimo ingresso
nella gara è più facile poi se
la difesa (anche a tutto
campo) sporca tutti i palloni altrui. Al primo impaccio Pasquini ribalta il quintetto, con tre cambi: altro
segnale della grande fiduBOLOGNA.
Lydeka prova a opporsi all'entrata di Aradori [LAPRESSEJ
eia che il tecnico ha di tutto il roster. Sfida muscolare, la Dinamo non si tira indietro. La tripla "aperta" di
Savanovic, costruita benissimo dalla squadra, fissa un
bel 28-19 a-4'06". Sì, gioca
molto di squadra Sassari,
aiutandosi in difesa e cercandosi in attacco. Pasquini insiste, e fa bene, su
Stipcevic playmaker e Johnson Odom guardia. Più
undici a -l'44", Sassari
sembra in controllo, grazie
proprio a Johnson già in
doppia cifra: 42-30 all'intervallo lungo è il risultato
più giusto. Ma match tutt'altro che chiuso.
LA RIMONTA. E infatti al
rientro la Grissin Bon spara un cazzotto, simbolico,
in faccia al Banco di Sardegna: break di 11-0 e sul 4443 per Sassari il quintetto
di Pasquini deve ripartire
daccapo, ma nessuno si era
SERIE A
illuso che Reggio svendesse
la pelle. Pareggio a quota
55 a cento secondi dalla fine del terzo quarto, e poi
anche il sorpasso (57-55):
Sassari in affanno, e questa
non è una bella cosa, è
mancata l'autorevolezza
per tenere a bada (e distanza) la Grissin Bon. Break,
ingiustificato e ingiustificabile, di 27-13: colpa di una
difesa, quella sassarese,
che ha mollato gli ormeggi.
Tutto rinviato a un rischiosissimo mini-match di dieci minuti. La parità non si
schioda: 70-70 a -3'52".
Cuore in gola, non sembra
neanche la seconda di
campionato ma una sfida
che decide la stagione.
Doppia tripla di un gigantesco Johnson Odom, uno
che si assume in scioltezza
pesanti responsabilità.
LA VOLATA.
Si va allo
sprint: Sassari lo comincia
avanti (77-76) dopo la tripla di Stipcevic. È il classico "testa o croce", che la
Dinamo avrebbe fatto meglio a evitare. A -23" match
inchiodato sull'80 pari ma
palla in mano alla Reggiana. Il match si decide dalla
lunetta: il Banco di Sardegna sbaglia, la Grissin Bon
no. Ma non di doveva arrivare a un finale così. Sconfitta che fa riflettere: aver
mollato in difesa è stato
l'errore più grave, quello
che Sassari non avrebbe
mai dovuto commettere.
La reggiana è entrata in ritmo, i suoi talentuosi attaccanti hanno rivisto il canestro: era l'unica cosa irrinunciabile per una Dinamo
bella a metà.
Nando Munì
SERIE A