La_corte_costituzionale_ci_da_ragione_aadi

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LA CORTE COSTITUZIONALE
PARALIZZA
IL POTERE DISCIPLINARE DEI
COLLEGI
IPASVI
L’AADI PRECORRE I TEMPI
Roma 11.10.2016
LA SILVESTRO CHIEDA
SCUSA
Con la sentenza n. 215 del 7 ottobre 2016, la Corte Costituzionale, in via
incidentale
e
su
ricorso
dell’Ordine
degli
Odontoiatri,
ha
dichiarato
illegittimo l’articolo 17 del D.Lgs n. 233 del 1946, ossia la norma che ha
istituito la famosa commissione centrale per l’esercizio delle professioni
sanitarie (Cceps) presso il Ministero della Salute, nella parte in cui
assegna
al
Ministero
stesso
il
potere
di
nominare
alcuni
membri
viziandone, così, il requisito di imparzialità.
La Commissione Centrale per gli esercenti delle Professioni Sanitarie,
verso la quale l’AADI in più occasioni ha presentato ricorso per difendere
i
poveri
malcapitati
infermieri
espulsi
dai
collegi,
con
un
processo
sommario, per non aver pagato le quote d’iscrizione o per altre infrazioni
disciplinari, non ha più poteri di revisione cioè è paralizzata finché non
verrà costituita una nuova formazione che garantisca assenza di soggezione
e
controllo
collegi
e
da
degli
parte
del
ordini
Ministero
professionali
e,
aggiungiamo
che
noi
perseguono,
dell’ADI,
non
ragioni
dei
di
giustizia, ma politiche.
La Commissione non può essere un inutile ulteriore grado processuale dove
già è tutto deciso a tavolino perché il presidente IPASVI o un membro
IPASVI influente presso la Commissione o a livello politico, desideri
punire a tutti i costi l’infermiere; NO!
Deve essere una effettiva rivalutazione degli atti che hanno costituito la
formazione
procedurale
su
cui
si
dovrà
decidere,
senza
coercizioni,
pressioni od altro.
La Corte accusa la Commissione di aver violato il comma 1 dell’art. 117
Costituzione che così recita: “La potestà legislativa è esercitata dallo
Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli
derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”.
E quali vincoli dell’ordinamento comunitario sono stati violati?
L’art. 6, comma 1 della CEDU cioè della Convenzione per la salvaguardia
dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, che così stabilisce:
“Diritto a un equo processo Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia
esaminata equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un
tribunale indipendente e imparziale, costituito per legge, il quale sia
chiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di
carattere civile o sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei
suoi confronti”.
Il processo non potrà mai essere equo se all’interno della Commissione
spiccano
due
rappresentanti
ministeriali
che,
tra
l’altro,
detengono
poteri di indirizzo giuridico della controversia, cioè, in poche parole,
impongono alla Commissione l’interpretazione giuridica del caso in esame,
con il reale pericolo che il caso venga letto in chiave pro-statale cioè
pro-ministeriale.
Queste
ingerenze,
dice
la
Corte,
non
sono
tollerabili
in
un
sistema
democratico e ancor più se si pensa che l’art. 15, comma 3-bis del D.L. 13
settembre 2012 n. 158, escluse, specificamente, la riforma renziana sulla
Commissione ad opera dei sei job act governativi di cui alla legge 4
novembre
2010
n.
183,
e,
quindi,
la
Commissione,
avrebbe
dovuto
continuare, a differenza di tutte le altre commissioni italiane, con la
vecchissima normativa del 1946, priva di tutele, di diritti, di difese per
gli infermieri malcapitati.
STRANO CHE NON SI VOGLIANO TUTELARE
SOLO I DIRITTI DELLE PROFESSIONI SANITARIE
In tutto questo, ci si chiede, dove fosse l’Onorevole Silvestro, visto che
siede in Senato e dovrebbe, quantomeno, vigilare sugli attacchi frontali
che vengono promossi dal suo capo contro gli infermieri.
Per chi ieri sera ha potuto seguire la trasmissione Report condotta da
Milena Gabanelli, ha potuto constatare quante volte e con quale gravità e
naturalezza
vengono
nominati
nelle
alte
sfere
della
pubblica
amministrazione, criminali tangentisti che, peraltro, nel caso trattato
ieri, ha riguardato la massima rappresentanza europea del governo italiano
in materia di farmaci e salute.
Proprio
questo
commissione
potrebbero
noi
avevamo
favorita
minare
da
il
denunciato
legami
decorso
cioè
politici
naturale
un
o
possibile
comunque
della
di
procedura
vulnus
della
vantaggio
che
disciplinare
in
grado di appello.
Ora
che
anche
la
Corte
Costituzionale
ci
da
ragione,
si
apre
un
contenzioso non da poco soprattutto nei confronti di tutti quei ricorsi
pendenti
per
risposta;
i
quali
risposta
incostituzionale,
decine
che
la
e
decine
ovviamente
commissione
di
non
non
colleghi
arriverà
potrà
stanno
mai
adottare
attendendo
perché
alcuna
essendo
decisone
essendo illegittima.
Ricordiamo che il Ministero della Salute è l’Ente che vigila sugli di
ordini e sugli albi delle professioni sanitarie e lo fa attraverso la
CCEPS, che guarda caso è a sua volta illegittima e quindi in linea teorica
saremo
tutti
illegittimi
pur
pagando
una
tassa
ai
relativi
collegi
professionali, ma questo già lo sapevamo, l’illogicità della tassa IPASVI
per
i
dipendenti
pubblici
era
oramai
un
nostro
cavallo
di
battaglia,
attendevamo gli eventi che non hanno tardato a venire, ed adesso???
Adesso, coloro che costituivano la vecchia federazione IPASVI cioè, in
poche parole, l’esimia Onorevole Annalisa Silvestro e i collegi accoliti,
dovrebbe cospargersi il capo di cenere e chiedere scusa alle decine di
centinaia
pericolosi
di
per
colleghi
infangati
l’incolumità
e
altrui
additati
…
ma
già
come
evasori,
sappiamo
che
abusivi
questo
e
non
avverrà e che saremo sempre noi a pagare, con buona pace di tutti coloro
che attendono giustizia.
La prossima volta che sarete chiamati a votare i vostri rappresentanti in
seno al collegio IPASVI, accertatevi che la persona alla quale darete il
voto capisca qualcosina di giustizia e non abbia amicizie influenti nei
palazzi del potere, perché non farà i vostri interessi ma i loro.
Il Direttivo