Lecco Solidale delude le aspettative: solo 600 i piatti serviti

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Lecco Solidale delude le aspettative: solo 600 i piatti serviti
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LECCO – Un’iniziativa lodevole che, purtroppo, è stata ben sotto le aspettative: 600 piatti di amatriciana
serviti, invece dei 5 mila che gli chef volontari erano pronti a cucinare per raccogliere fondi a favore dei
terremotati del Centro Italia.
La pioggia mattutina ci ha messo lo zampino e avrà fatto cambiare programma ai molti che avrebbero voluto
contribuire, perlomeno al pranzo, in piazza Garibaldi. Eppure la domenica è proseguita col sereno e ci aspettava
che l’evento rock, nella stessa piazza, sarebbe stato in grado di attirare il pubblico giovanile in serata che, invece,
ha dato “buca” al concerto lecchese.
Così, durante l’esibizione degli ospiti di punta, Shandon e Iron Mais, i primi ben noti nel panorama dello ska punk
italiano e i secondi protagonisti della 10° edizione di X Factor, c’era solo un centinaio di presenze di fronte al palco.
Nonostante una scaletta musicale di tutto rispetto, Lecco si è dimostrata ancora una volta incapace di attrarre
l’attenzione dei giovani, come un locale senza appeal, che si evita per non incappare nell’ennesima serata
deludente.
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Un vero peccato, sia per il fine benefico dell’iniziativa che per gli sforzi degli organizzatori. Alle 8.30, con il concerto
serale ancora da svolgersi, il banchetto della pasta ha chiuso con 600 piatti veduti a 10 euro a porzione; con
l’amatriciana solidale sono stati raccolti 6 mila euro che verranno utilizzati per finanziare un progetto legato alla
ricostruzione di Accumoli, rasa al suolo dal sisma.
Poco è meglio di niente, a Bergamo però, con un analogo evento, ne erano stati raccolti 172 mila di euro in
un mercoledì di fine agosto. Forse l’iniziativa lecchese è giunta tardiva rispetto a quelle di altri comuni vicini che
già nelle scorse settimane hanno programmato le cene di solidarietà (solo a Pescate erano stati serviti 630 piatti di
amatriciana nel fine settimana precedente), in piazza Garibaldi è poi mancato un riferimento visivo (sarebbe bastato
un cartello o un’insegna con “Amatriciana Solidale”) che segnalasse il tipo di evento e dove acquistare l’amatriciana,
visto il disorientamento dei tanti che si trovavano a passare dalla piazza e si domandavano appunto di cosa si
trattasse.
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Un buon bicchiere rosso avrebbe potuto ben accompagnare la pietanza laziale e incrementare la raccolta
fondi (a Bergamo ne erano state vendute mille bottiglie), lo stesso sarebbe stato per la birra durante il concerto.
La scelta, etica a quanto sembra, degli organizzatori è stata però quella di non vendere alcolici e potrebbe aver
contribuito a penalizzare gli incassi dell’iniziativa; eppure il vino a tavola non è mancato, qualcuno ha fatto da sé
acquistandolo in centro o addirittura portandoselo da casa. Il paradosso è l’aver visto persino il sindaco Virginio
Brivio bere un sacro santo bicchier di vino con l’Amatriciana… quando si dice che il troppo stroppia anche nei divieti.
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