Le parole non bastano

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Le parole non bastano
Il nostro Paese non può che esprimere soddisfazione sentendo ripetere che sono in crescita le
esportazioni di prodotti alimentari “Made in Italy” elaborati dalle filiere o dalle industrie. Ma ci
accorgiamo che stiamo diventando anche più grandi importatori di prodotti agricoli primari, cioè
dell’unica vera fonte di tutti i nostri alimenti.
Mentre l’olivicoltura italiana, bloccata e paralizzata dalla pretesa di voler conservare gli attuali
paesaggi agricoli, avrebbe già ridotto le proprie produzioni di almeno 1/3. Nel 2015 abbiamo
importato oltre 500 milioni di chili di olio dichiarati (non sempre) extra vergini (da Spagna, Grecia,
Tunisia, ecc.), mentre la nostra produzione nazionale forse non ha superato neppure i 300 milioni di
chili. Quelle importazioni sono fonti di un gran numero di frodi. Si calcola che nel 2015 siano
quadruplicate contraffazioni, falsificazioni, adulterazioni, ecc. Spesso sono facilmente riconoscibili,
sopratutto nei casi in cui una bottiglia di olio extra vergine etichettata viene posta in vendita a prezzi
inferiori alla metà di quelli che sono gli oneri di produzione che i nostri agricoltori devono sostenere.
Non occorrerebbe neppure una analisi quando il prezzo rivela chiaramente che il prodotto non può
essere quello che si intendeva acquistare. I giornali divulgano che tre contenitori su quattro
contengono oli importati e miscelati. Nei luoghi di vendita, oli imbottigliati ed etichettati sono
manomessi almeno in 2 bottiglie su 3…
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