Banche: First Cisl, invece di Opa ostili Mion risani BpVi

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26-09-2016
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Ferrara, per Carife aperti quattro tavoli
di Stefano Ciervo25 settembre 2016
Incubo ‘spezzatino’ in caso di mancata vendita: per Nicastro è scenario estremo, stop dei
sindacati
FERRARA. La “proroga tecnica” per la conclusione del processo di vendita di Nuova Carife
e delle altre tre banche sarà più breve del prevedibile, e servirà anche e soprattutto per dare
un futuro proprio all’istituto ferrarese.
Il ministero dell’Economia sta infatti trattando con Bruxelles un allungamento dei tempi
rispetto alla scadenza del 30 settembre, motivato con il fatto che mentre la Commissione
Ue preme per vendere il prima possibile, la Bce fa le pulci a ogni possibile offerta e
compratore, rallentando quindi il procedimento: su queste basi non si può tirare troppo la
corda, un paio di mesi o fine anno al massimo.
In questo lasso di tempo Roberto Nicastro e la struttura di risoluzione di Bankitalia
dovranno cercare di evitare il ricorso all’ultima carta disponibile, che ipotizzata ieri
dal Corsera ha subito suscitato fibrillazioni. Si tratta dello scenario secondo il quale Nuova
Carife rimarrebbe senza compratore nè salvatori bis, e dovrebbe quindi essere venduta a
grappoli di sportelli, liquidando tutto il resto. Si tratta, stando a fonti vicine alle new bank, di
uno scenario estremo, che viene al quarto posto rispetto a quelli prioritari ai quali stanno
lavorando Nicastro e soci. Nell’ordine, l’acquisto delle quattro banche in blocco, quello della
sola Carife e l’intervento del Fondo interbancario per salvare gli istituti rimasti sul tavolo. A
quanto si apprende, i tavoli per le banche sono ancora aperti, con possibili interlocutori
seduti di fronte ai venditori, anche difficilmente vi potrà rientrare Ubi, che ha sì smentito
l’imminenza di un’offerta per le tre banche extra Ferrara, ma non la possibilità che il suo
interessamento si concretizzi proprio in quella direzione nonostante il pressing per indurlo a
un’offerta in blocco.
Di fatto, lo “spezzatino” seppellirebbe definitivamente l’esperienza Carife, creando enormi
problemi occupazionali e conseguenze anche sui clienti: ecco perché Nicastro lo considera
solo come estrema ipotesi. L’idea di un intervento del Fitd è stata finora zavorrata dalla
contrarietà delle grandi banche, poco propense a mettere altri soldi in salvataggi, ma se
rimanesse sul tavolo la sola Carife, magari da integrare con Caricesena, l’impegno
diventerebbe modesto. Ed è pronto l’intervento di Giulio Romani, segretario nazionale First
Cisl, che considera lo spezzatino «una soluzione alquanto mortificante. Non consentiremo
soluzioni che penalizzino i lavoratori di una qualsiasi delle banche oggetto di risoluzione.
Costoro, infatti, hanno compiuto in questi mesi uno sforzo straordinario, operando spesso
in condizioni proibitive e diventando vittime incolpevoli del clima di tensione e perfino di odio
generatosi dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo. Tocca al governo - conclude
Romani - farsi garante affinché nessuna delle quattro banche coinvolta venga penalizzata,
individuando soluzioni concrete che, attraverso la tutela dell’integrità delle aziende e
dell’occupazione, grantiscano i lavoratori e le comunità di riferimento di ogni singola banca».
Banche: Romani (Cisl),Mion pensi a risanare Popolare Vicenza
Piuttosto che 'improbabili e illusorie ambizioni aggregative'
(ANSA) - ROMA, 25 SET - "Anziché coltivare improbabili e illusorie ambizioni aggregative, il Signor
Mion si preoccupi di risanare la Banca Popolare di Vicenza, ponendola al servizio del territorio e
dell'occupazione": così Giulio Romani, segretario Generale First Cisl, commenta l'ipotesi di fusione
con Veneto Banca che, continua Romani: "viste le reazioni della dirigenza pedemontana, assomiglia
più ad un tentativo di opa ostile che ad un progetto di risanamento, come lo si vorrebbe far passare.
Peccato, però, che per lanciare un'opa ostile occorra avere risorse che non ci sembrano essere nella
disponibilità attuale di BPVI". "Il reiterarsi di queste dichiarazioni rischia di destabilizzare il rapporto
tra le due banche e i propri clienti: in particolare, si corre il rischio di creare scompiglio tra le imprese
locali, preoccupate per l'inevitabile sovrapposizione degli affidamenti cui andrebbero incontro. Ci
domandiamo a chi giovi tutto questo e soprattutto chi, nel caso, si farà carico dei danni prodotti.
Leggendo alcune sue considerazioni - sottolinea Romani - verrebbe perfino da chiedersi se il
Presidente Mion, stante la sua omonimia con una nota catena di supermercati veneti, non confonda
il proprio ruolo: se sei l'unico punto vendita di alimentari di un quartiere, magari puoi fare affari, visto
che commercializzi prodotti di largo consumo, ma una banca non funziona alla stessa maniera di un
supermercato. Se questo non gli fosse chiaro, sappia che la differenziazione dell'offerta finanziaria
è indispensabile per un'economia locale sana, come hanno dimostrato i molti anni di sviluppo e di
crescita del sistema economico veneto, che il Signor Mion dovrebbe ben conoscere. Ricordiamo al
Presidente che i dissesti delle due Popolari venete non sono dovuti alla loro coesistenza sul territorio,
ma alla pessima e "personale" gestione di alcuni ex amministratori e che le fusioni non possono
essere lo strumento per nascondere i propri deficit e tirare a campare un altro po'. I danni
all'occupazione che un simile progetto produrrebbe sembrano non turbarlo minimamente, ma conclude Romani - sia chiaro che non consentiremo che a pagare il conto delle malversazioni
passate e delle improvvisazioni presenti siano i lavoratori e l'occupazione".
(ANSA).
BANCHE: FIRST-CISL, INVECE DI OPA OSTILI MION RISANI BPVI
Roma, 25 set. (AdnKronos) - "Piuttosto che lanciare opa ostili, Mion pensi a risanare Popolare Vicenza. Non
lasceremo che i lavoratori paghino il conto di soluzioni improvvisate e dannose". Così Giulio Romani,
segretario generale First Cisl, commenta l'ipotesi di fusione con Veneto Banca.
"Ci pare quantomeno inopportuno che, nonostante le smentite provenienti da Montebelluna, il Presidente
di Banca Popolare di Vicenza continui a insistere su un progetto che riteniamo assurdo", prosegue. "Viste le
reazioni della dirigenza pedemontana, assomiglia più ad un tentativo di Opa ostile che ad un progetto di
risanamento, come lo si vorrebbe far passare. Peccato, però, che per lanciare un'Opa ostile occorra avere
risorse che non ci sembrano essere nella disponibilità attuale di Bpvi"
NOTIZIE FLASH: 2/A EDIZIONE - L'ECONOMIA (9) =
(AdnKronos) - Roma. "Piuttosto che lanciare opa ostili, Mion pensi a risanare Popolare
Vicenza. Non lasceremo che i lavoratori paghino il conto di soluzioni improvvisate e
dannose". Così Giulio Romani, segretario generale First Cisl, commenta l'ipotesi di fusione
con Veneto Banca. "Ci pare quantomeno inopportuno che, nonostante le smentite
provenienti da Montebelluna, il Presidente di Banca Popolare di Vicenza continui a insistere
su un progetto che riteniamo assurdo", prosegue. "Viste le reazioni della dirigenza
pedemontana, assomiglia più ad un tentativo di Opa ostile che ad un progetto di
risanamento, come lo si vorrebbe far passare. Peccato, però, che per lanciare un'Opa ostile
occorra avere risorse che non ci sembrano essere nella disponibilità attuale di Bpvi".
AdnKronos
BANCHE: FIRST-CISL, INVECE DI OPA OSTILI MION RISANI BPVI (2)
(AdnKronos) - "Il reiterarsi di queste dichiarazioni rischia di destabilizzare il rapporto tra le due banche e i
propri clienti: in particolare, si corre il rischio di creare scompiglio tra le imprese locali, preoccupate per
l'inevitabile sovrapposizione degli affidamenti cui andrebbero incontro. Ci domandiamo a chi giovi tutto
questo e soprattutto chi, nel caso, si farà carico dei danni prodotti", prosegue sottolineando i possibili danni
all'occupazione che un simile progetto produrrebbe.
"Sia chiaro che non consentiremo che a pagare il conto delle malversazioni passate e delle improvvisazioni
presenti siano i lavoratori e l'occupazione. Anziché coltivare improbabili e illusorie ambizioni aggregative, il
Signor Mion si preoccupi di risanare la Banca Popolare di Vicenza, ponendola al servizio del territorio e
dell'occupazione. Le assurde retribuzioni, allegramente percepite da tutto il top management della sua
banca, egli compreso, dovrebbero almeno imporgli questa priorità", conclude.