Vasche di laminazione - I.de.A TRATTAMENTO ACQUE

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Transcript Vasche di laminazione - I.de.A TRATTAMENTO ACQUE

I.De.A. Trattamento Acque
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Vasche di laminazione
Le vasche di laminazione sono dei sistemi preposti ad affrontare uno dei problemi del nostro paese
tra i più scottanti e attuali in materia ambientale: quello del dissesto idrogeologico.
Veniamo ormai da svariati decenni di cementificazione pressoché incontrollata che hanno portato
l'Italia ad una situazione di dissesto idrogeologico conclamato. Questo, in concomitanza agli ormai
scientificamente dimostrati cambiamenti climatici, sta provocando inondazioni e fenomeni franosi
(che ne sono spesso conseguenza) sempre più frequenti. Riguardo il rischio idrogeologico è possibile
reperire in rete sul sito dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) un
rapporto del 2015 ("Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio"),
gratuitamente scaricabile. La mappa riportata sotto ed estratta dal rapporto illustra l'indice di franosità.
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Secondo i dati qui raccolti in Italia le frane interessano un’area di 22.176 km2, pari al 7,3% del
territorio nazionale.
Quanto al rischio alluvioni, secondo l'ISPRA il 12,1% del territorio nazionale presenta una situazione
di pericolosità idraulica media (8,1%) o elevata (4%). Il rischio idrogeologico nel suo complesso
interessa addirittura il 70% dei comuni secondo il Centro Documentazione Anci-Ifel su dati Ministero
dell’Ambiente.
I due fenomeni combinati (frane e alluvioni, ossia il complesso del rischio idrogeologico) sono ben
illustrati dalla seguente mappa, anch'essa elaborata dall'ISPRA e riportata nel sopracitato rapporto.
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Tutto ciò, come detto, è dovuto ad ovvie motivazioni: la cementificazione e l'antropizzazione
sostituisce il terreno naturale con costruzioni e infrastrutture rendendolo non più in grado di assorbire
le acque piovane. Di conseguenza il normale deflusso delle acque su altre porzioni di suolo porta
queste ultime ad essere eccessivamente “congestionate”, rendendo queste acque in eccesso
"irricevibili" dal punto di vista idraulico. Da ciò ne consegue un anormale (e spesso abnorme) afflusso
alle condotte di drenaggio (che diventano pertanto sottodimensionate per le nuove situazioni) e da
queste al corpo recettore finale, che risulterà pertanto fonte di rischio di esondazioni anche di carattere
violento e improvviso.
Si comprende quindi facilmente come si vadano a innescare i fenomeni che causano alluvioni e frane:
immediata saturazione dei terreni (in primis i più adiacenti alle aree cementificate), ingrossamento
dei corsi d’acqua, saturazione di alcune falde idriche.
La soluzione più ovvia per far fronte a tali fenomeni è l'adozione appunto delle vasche di laminazione.
Queste (se ben progettate e dimensionate) accumulano le acque piovane che cadono su aree
impermeabilizzate nei momenti che susseguono gli eventi meteorici per poi restituirle ad una ben
precisa portata, allo scopo di annullare il fenomeno appena illustrato fungendo da "polmone". In
alcuni casi il “rilascio” avviene con l'uso di pompe opportunamente dimensionate e installate nelle
vasche stesse, in altri attraverso tubazioni di diametro più esiguo installate sul fondo vasca.
E' evidente che queste installazioni prevedano spesso volumi molto alti ma in caso di superfici
impermeabilizzate più contenute è economicamente conveniente l'utilizzo di vasche prefabbricate
(spesso combinandone più di una mediante collegamenti stagni sul fondo dei manufatti). Lo Studio
Associato di Ingegneria Ambientale è a tal proposito a disposizione per un consulto gratuito per
individuare la soluzione più adeguata.
Dal punto di vista normativo e amministrativo sono in aumento sia le emissioni legislative che lo
stanziamento di fondi, specialmente a seguito dell’aumento della frequenza di eventi che sempre più
spesso assumono risvolti drammatici. Le Marche ad esempio sono una delle regioni più "sensibili" al
fenomeno, mentre da un punto di vista più locale sembra essere invece il Comune di Trento uno dei
più mobilitati ed attivi in proposito. Come detto è in aumento l’emissione di specifiche Norme
Tecniche elaborate dalle Autorità di Bacino, come del resto sono sempre di più gli Enti che stanno
mettendo il problema tra le loro priorità a livello di regolamento urbanistico.
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Da un punto di vista tecnico il principio fondamentale di progetto è quello della cosiddetta "invarianza
idraulica”, il quale prevede che alla conversione di un’area da verde a urbanizzata non deve
conseguire l'incremento della portata di piena delle acque meteoriche di dilavamento delle superfici
in questione che vanno recapitate al corpo idrico recettore. Questo incremento è diretta conseguenza
della sostituzione di zone "permeabili" (le aree verdi appunto) con pavimentazioni e coperture
impermeabili all'acqua. Non è il caso di approfondire qui l'argomento: si ricorda che soltanto che i
volumi da destinare all'accumulo di acqua (cioè la volumetria delle vasche di laminazione) sono
stabiliti e calcolati in base alla durata dell'evento meteorico tenendo conto di adeguati tempi di ritorno
(fino a 50-100 anni).
Infine, si noti che spesso le vasche di laminazione sono abbinate agli impianti di prima pioggia; il
caso più frequente è quello di superfici impermeabilizzate destinate al transito e/o al parcheggio di
mezzi meccanici. In questi casi l'impianto di laminazione riguarda solo ed esclusivamente la seconda
pioggia e non la prima: quest'ultima infatti viene stoccata dall'apposito bacino dedicato e trattata solo
al termine delle piogge.