Ottanta voglia di Berlusconi

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Ottanta voglia di Berlusconi | 1
giovedì 29 settembre 2016, 18:30
Ottanta voglia di Berlusconi
I suoi primi ottant'anni e il 'rischio ritorno'. Con alcune profonde riflessioni sul tempo (e i tempi)
di Gabriele Della Rovere
E, dunque, visto che Silvio Berlusconi compie gli ottanta (80) anni Giovedì 29 Settembre 2016 (maiuscole dovute
dinnanzi a tale personalità) essendo nato a Milano il 29 Settembre 1936, non possiamo che fargli gli auguri. 'I miei
primi ottant'anni', analogamente ai 'quaranta' di Marina Ripa di Meana, è sicuramente convinto il Sire di Cologno
Monzese, Eretto di Arcore, Gran Balivo (anche nel senso di Caterina) d'Italia e della Brianza tutta, Cavaliere della Repubblica
Italiana (ex ad essere precisi, ma si tratta di marginalità legate ad una certamente ingiusta condanna ingiustamente
inflittagli per una bazzecola come la frode in bilancio da giudici altrettanto certamente comunisti), Presidente 'a
prescindere', di tutto e tutti, dalle sue aziende al 'suo' Milan, al nostro Paese tutto, come Presidente del Consiglio (passato ed
auspicabilmente, almeno da lui e dai suoi, futuro) e quasi Presidente della Repubblica. Nulla è escluso in prospettiva,
anzi. Per quanto riguarda il resto dell'Europa, e del mondo, la prima parte dei suoi secondi ottanta anni sarà
certamente dedicata al consolidamento globale della sua presenza politica ed economica. Segretario Generale
dell'ONU non sarebbe male, ma forse è un po' troppo poco al momento per lui, anzi per Lui, ché bisogna anzitutto
provvedere a rafforzare i poteri della carica, e ad eliminare da tutte le legislazioni dei 193 Paesi che delle Nazioni Unite
fanno parte (e dei 2 ammessi come Osservatori) la inique Leggi sul Conflitto di interessi che eventualment vi allignino. Poi si
vedrà, e Lui magnanimamente vedrà, se si concederà di concedersi. Dovendo comunque davvero cominciare a fare i
conti con il tempo che passa, e con cui ha un rapporto conflittuale e drammatico. Il rapporto con il tempo (e i tempi, e i
Tempi) è conflittaule e drammatico per ciascuno di noi, come ben sa chiunque si sia posto il problma reale della propria
esistenza e del trascorrere del bene più prezioso in assoluto, cui tutti gli altri compresi affetti e realizzazioni ideali, pratiche,
personali stanno in subordine. Per noi, 'noi' come plurale maiestatis dell'autore della presente narrazione, e 'noi' nel senso di
tutti noi. Che in comune abbiamo il drammatico corpo a corpo con il tempo che passa e vola a terminare. Per tutti escluso
l'autore (o gli 'autori', ché 'qui dentro' come nella testolina di Snoopy siamo in tanti) del presente pezzo. Ché ritiene che per
quanto lo riguarda la 'fine del tempo', quella che volgarmente viene chiamata morte, sia al massimo ipotesi biologica, e che
nella denegata ipotesi che possa realmente riguardarlo si tratti in ogni caso solo di una momentanea assenza, come Califano
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/ottanta-voglia-di-berlusconi/
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non escludendo il ritorno. E che in ogni caso con la eventuale fine del suo tempo si realizzi anche la 'Fine dei tempi',
con tutto ciò che di escatologico ed apocalittico questo comporta. Per noi, quindi per ciascuno di noi, ché il pensarci morti
con gli altri vivi è probabilmente (diciamo pure certamente) quanto più ci addolora del deprecabile evento in questione.
Come si rammaricava Gassman: «Ma guarda te se è giusto che io che sono Vittorio Gassman debba morire, e tanti imbecilli
rimanere in vita». Quanto poi alla effettiva individuazione degli imbecilli è determinazione assolutamente arbitraria e
soggettiva, ed il ritenere che più o meno tutti gli altri lo siano è sintomo quasi certo di imbecillità, o almeno che in quel
momento la sua ala stia passando da quelle parti.Comunque: tutti no, molti sì. E, ridunque, partendo dal suo, anzi dal Suo,
compleanno siamo passati a parlare di ben più nobili e profonde, e universali, cose. Ai suoi 80 anni vanno aggiunti almeno i
già previsti 40 per arrivare ai 120, già a suo tempo preconizzati e promessi assieme al proprio sodale (o complice, a seconda
dei punti di vista) Luigi Verzè, il sacerdote fondatore del San Raffaele di Milano che tanta proficua (per Lui e per loro) parte
ha avuto nell'avventura imprenditoriale di Berlusconi. Promessa contigua e correlata alla sconfitta globale e definitiva del
cancro. Ma con certe delinquenziali uscite su un ambito che tante persone riguarda e colpisce, come ebbe sacrosantamente
a scrivere allora Massimo Gramellini su 'La Stampa', siamo oltre il limite del divertimento e dell'umanamente accettabile,
e quindi torniamo al punto. Che siano 'solo' 40 gli anni che Berlusconi ha ancora davanti, o effettivamente 80, o magari di
più, o quandanche di meno, in ogni caso si rischia che sfascio ed incapacità generali e specifiche portino per l'ennesima
volta alla sua ennesima 'resurrezione', e magari all'ennesima guida del Paese, da Palazzo Chigi come già successo o dal
Quirinale come stava per succedere. A lui lo auguriamo. A noi no di certo.
di Gabriele Della Rovere
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