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L’altro Shimon Peres, quello degli arabi | 1
venerdì 30 settembre 2016, 11:00
L’altro Shimon Peres, quello degli arabi
Per gli arabi, e i palestinesi in primis, è rimasto l'ex falco, l'uomo delle prime colonie ebree
di Redazione
Per Shimon Peres, ‘l’uomo che ha cambiato la storia’, come lo ha definito Barack Obama, oggi, a Gerusalemme, sono
arrivati, per accompagnarlo sul Monte Herzl, dove riposerà con i grandi di Israele, tutti i maggiori leader del mondo, o
meglio quelli dell’Occidente. Oltre a Obama, e al suo predecessore, Bill Clinton, insieme con la moglie Hillary, il
Segretario generale Onu Ban Ki-moon, e poi, tra le decine di delegazioni, il Presidente francese Francois Hollande, il re
Filippo VI e il principe Carlo con l'ex Premier Tony Blair, il presidente tedesco Joachim Gauck, Boris Johnson, Ministro
degli Esteri britannico, Donald Tusk, Presidente del Consiglio europeo, Federica Mogherini, Alto rappresentante per la
politica estera Ue, il Primo Ministro canadese Justin Trudeau; la delegazione italiana è guidata da Matteo Renzi. Presente
anche il Presidente palestinese Mahmoud Abbas, che ha definito il vecchio Presidente un «partner coraggioso per la pace».
Una partecipazione annunciata dopo non poca riflessione da parte palestinese, molti sono stati i dubbi dei vertici
palestinesi, non solo perché la partecipazione ai funerali rappresenta la prima visita pubblica a Gerusalemme dal 15
settembre 2010 -quando incontrò Benjamin Netanyahu-, ma perché il mondo arabo ha vissuto questa morte con
sentimenti opposti a quelli dell’Occidente. Abbas presente, i leader dei Paesi mediorientali decisamente assenti.
Peres è stato l’uomo degli accordi di Oslo del 1993, con i quali Israele riconobbe dell'Organizzazione per la liberazione
della Palestina (Olp) e viceversa, e del Nobel per la pace del 1994, condiviso con lo storico leader palestinese Yasser
Arafat e l'allora Primo Ministro israeliano Isaac Rabin -accanto al quale Peres riposerà-, ma per gli arabi, e i palestinesi
in primis, è rimasto l'ex falco, l'uomo che ha appoggiato le prime colonie ebree nella Cisgiordania occupata, colui
che era Premier nell'aprile 1996, quando l'aviazione israeliana bombardò il villaggio libanese di Cana, uccidenndo 106 civili.
Se per gli israeliani Peres era l'ultimo sopravvissuto della generazione dei padri fondatori dello Stato ebraico, grande vecchio
saggio pacifista, il due volte Premier (1984-1986 e 1995-1996) e Presidente dal 2007 al 2014, per alcuni arabi è ‘un
assassino’, così è stato definito da 'al Akhbar', giornale libanese vicino alle milizie sciite degli Hezbollah. La morte di Peres è
stata accolta dal mondo arabo tra il silenzio ufficiale dei governi e l'aperta ostilità dell'opinione pubblica che lo
considera un ‘un criminale di guerra’. Anche Egitto e Giordania, gli unici Paesi arabi a firmare trattati di pace con Israele, non
hanno espresso particolari omaggi a Peres, il Ministro degli Esteri del Cairo è presente ai funerali, il re Abdullah di Giordania
ha inviato un telegramma di condoglianze. Nonostante gli accordi di Camp David nel 1979 (Egitto-Israele) e quelle del 1994
(Giordania-Israele), le opinioni pubbliche nei due Paesi rimangono in gran parte ostili a Israele. In Egitto, dove il 6 ottobre, (la
guerra del Kippur nel 1973), è un giorno festivo, i decenni di guerra con Israele restano un ricordo doloroso. Per esempio, nel
mese di marzo, il Parlamento egiziano ha escluso un deputato, Tawfiq Okasha, che aveva ricevuto a casa sua
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale, reperibile su http://www.lindro.it/laltro-shimon-peres-quello-degli-arabi/
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l'Ambasciatore israeliano per cena. In Giordania, dove più della metà della popolazione è di origine palestinese,
l'antagonismo con Israele resta molto evidente. «Mille dannazioni alla sua anima. Anche se ho voluto per lui l' inferno, ha
avuto una morte che si adatta ai suoi crimini contro gli arabi ed i palestinesi», ha detto in un comunicato il Ministro
dell'Informazione libanese, Wael Abou Faour. L'unico Paese arabo ad omaggiare Peres è stato il Bahrein: «Riposa in pace
presidente Shimon Peres, guerriero e uomo di pace che manca ancora in Medio Oriente», ha twittato lo sceicco Khaled bin
Ahmed al-Khalifa, Ministro degli Esteri. Dall'Iran al Marocco, i titoli della stampa testimoniano l'immagine negativa data a
Shimon Peres. 'Peres, l'ingegnere del massacro di Cana è morto', ha titolato 'Al Ahram', giornale di Stato egiziano. Peres 'Ha
commesso crimini di guerra contro i palestinesi e il Libano', recitava l'altro giornale egiziano, 'Al-Masry Al-Youm'. In
Giordania, il quotidiano 'Al-Rai' ha protestato contro i «discorsi ipocriti dei colonizzatori occidentali» che presentano
Peres come un uomo di pace, dimenticando «i suoi crimini». 'Il padrino degli insediamenti è un assassino', ha titolato il
libanese 'al Akhbar'. In Tunisia hanno ricordato che Peres era Primo Ministro quando ci fu il bombardamento della sede
tunisina dell'OLP da parte dell'aviazione israeliana a Hammam Chott, vicini a Tunisi, nel 1985, bombardamento che ha fatto
68 morti (50 palestinesi e 18 tunisini) e cento feriti. Sui social network in lingua araba, i commenti sono stati ancora più
aspri.
di Redazione
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