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Giovedì 7 Luglio 2016
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Cioè l’alleanza fra D’Alema e Berlusconi inventata da Giampaolo Pansa su l’Espresso nel 1996
Ritornano in scena i Dalemoni
Uniti per detronizzare, non Prodi, ma stavolta Renzi
DI
FRANCESCO DAMATO
O
ddìo, dalla lettura
combinata di dichiarazioni, interviste e
titoli di giornali si
ha la sensazione che stia tornando, se non è già tornato,
Dalemoni: il personaggio inventato sull’Espresso di una
ventina d’anni fa da Giampaolo Pansa incrociando i
nomi, e le teste, di Massimo
D’Alema, allora potente segretario dei Democratici di
sinistra, ultima edizione del
disciolto Pci, e Silvio Berlusconi. Che era stato appena sconfitto nelle elezioni
politiche anticipate del 1996
da Romano Prodi conservando però un forte potere
contrattuale sul percorso di
una riforma costituzionale
inutilmente inseguita già
negli anni della tanto vituperata prima Repubblica.
Il pur ormai rottamato
D’Alema, riprendendo con
La Stampa dopo l’ultima
riunione della direzione del
Pd, dov’è rimasto silenzioso, il discorso avviato dopo
le elezioni amministrative
di giugno col Corriere della
Sera, è tornato a spiegare
che il suo annunciato e convinto no referendario alla
riforma costituzionale serve
a una crisi ministeriale finalizzata, non allo scioglimento
anticipato delle camere, ma
alla formazione di un altro
governo per una riforma più
condivisa, come si dice in
gergo politico. Una riforma
cioè, a cominciare dalla legge
elettorale, approvata con un
consenso parlamentare più
largo di quello ottenuto da
Renzi, ricorrendo alla fiducia,
con il cosiddetto Italicum,
valido solo per la Camera e
caratterizzato dal premio di
maggioranza alla lista, non
alla coalizione più votata. Il
pur convalescente e affaticato Berlusconi ha lasciato
l’ospedale milanese dove è
stato operato un mese fa a
cuore aperto, spiegando che
anche il suo no referendario
alla riforma costituzionale
serve, in fondo, ad arrivare
ad un altro governo per cambiare l’Italicum. Che nella
versione attuale garantirebbe la vittoria nelle prossime
elezioni politiche, anticipate
o ordinarie che siano, al movimento di Beppe Grillo,
con ciò riconoscendo che allo
stato delle cose, senza avere
altro tempo a disposizione, il
centrodestra che lui spera di
ricostruire non sarebbe competitivo col Pd.
A conforto delle opinioni espresse da Dalemoni,
e condivise nell’ultima riunione della direzione del Pd
non solo dalle minoranze di
sinistra ma anche dal forte
azionista di maggioranza
Dario Franceschini, una
specie di cane da tartufo nel
suo partito per l’abilità già
dimostrata di avvertire dove
e quando scavare per trovare
il tesoro di una nuova combinazione di potere, ci sono i
dati appena esposti sul Corriere della Sera da Nando
Pagnoncelli. Che, sondaggi
alla mano, ha segnalato due
cose. Il primo dato è il sorpasso dei grillini sul Pd, sia
pure per meno di un punto.
Il secondo dato, ancora più significativo, è la
conferma di ciò che si è visto
nei ballottaggi comunali di
giugno, dai quali il partito
guidato da Matteo Renzi
è uscito con le ossa letteralmente rotte. In un secondo
turno di elezioni politiche il
movimento di Grillo supererebbe non di uno ma di ben
13 punti il Pd. Ripeto: tredici
punti, ai quali concorrerebbero, com’è appunto accaduto
nei Comuni conquistati dai
pentastellati, molti elettori
di area di centrodestra. Che,
alle strette, non avendo un
loro candidato da votare preferirebbero quello dei grillini.
Il risultato cambierebbe ma
di poco se il Pd, con o senza
Vignetta di Claudio Cadei
Renzi, archiviasse la famosa
vocazione maggioritaria, predicata all’origine da Walter
Veltroni e riesumata dallo
stesso Renzi, per fare blocco
con la sinistra esterna, come
fece del 2013 l’allora segretario Pier Luigi Bersani con i
vendoliani. Il vantaggio dei
grillini scenderebbe da 13 a 9
punti. Che sarebbero ugualmente tanti. Non ci sarebbe
insomma trippa per gatti,
direbbero a Roma, dove intanto i grillini fanno le loro
pur sofferte e goffe prove di
INDISCREZIONARIO
DI
PUCCIO D’ANIELLO
romanzo in cinquina La femmina nuda di
Elena Stancanelli edito da La Nave di
Teseo. Il cast del film è al momento ancora
top secret, si sa che la protagonista sarà
una star del cinema francese.
Non solo sport: oggi la Farnesina ospiterà
l’evento di presentazione delle iniziative promosse dal Sistema
Italia in occasione
* * *
dei XXXI Giochi
Saranno alcuni tra i nomi più
Olimpici e dei XV
importanti del mondo delle
Giochi Paraolimpiistituzioni, dell’imprenditoria
ci di Rio de Janeiro,
e della comunicazione ad anidal titolo "L’Italia
mare la serata di mercoledì 13
a Rio 2016", con il
luglio al Circolo del Tennis del
ministro degli AfForo Italico nella quale saranfari esteri e della
no svelati i vincitori della secooperazione interconda edizione del premio Agol
nazionale Paolo
“Giovani Comunicatori”, iniGentiloni, alla
ziativa nata per offrire stage e
presenza del miniborse di studio a laureandi e
stro dei Beni e delle
professionisti che operano nel
attività culturali e
mondo della comunicazione e
del turismo Dario
alla quale hanno partecipato
Franceschini e del
oltre 700 concorrenti. Nella
sottosegretario allo
serata, da parte dell'associaSviluppo economico
Paolo Gentiloni
zione presieduta da PierangeIvan Scalfarotto.
Fine dell’evento, valorizzare le diverse ini- lo Fabiano verrà consegnato un premio
ziative che veicoleranno in Brasile un mes- speciale ad Ettore Bernabei per celebrare
saggio forte sul “marchio Italia” durante i la sua lunga carriera nel mondo della codue grandi eventi sportivi internazionali dei municazione.
XXXI Giochi Olimpici e dei XV Giochi Para* * *
olimpici di Rio de Janeiro. Interverranno tra
gli altri l’ambasciatore del Brasile in Italia Presto palazzo Spada dovrà “diventare uno
Ricardo Neiva Tavares, il presidente del spazio completamente fruibile”: parole del
Coni Giovanni Malagò, il presidente del direttore del Polo Museale del Lazio Edith
Comitato paralimpico Luca Pancalli, il di- Gabrielli, pronunciate ieri pomeriggio
rettore generale della Rai Antonio Campo all’interno dell’edificio che ospita anche la
sede del Consiglio di Stato, presieduto da
Dall’Orto.
Alessandro Pajno. Gabrielli presentava
* * *
presso la Galleria Spada, diretta da AdriaLa cerimonia per incoronare chi vincerà na Capriotti, grazie al partenariato reail premio Strega si svolgerà domani sera, lizzato con la Pinacoteca di Brera diretta da
a Roma, ma c’è chi ha già messo le mani James Bradburne, un’opera del pittore
avanti: Pietro Valsecchi ha acquisito per caravaggesco Antiveduto della GrammaTaodue Film i diritti cinematografici del tica (Siena 1571 – Roma 1626).
governo in Campidoglio giocando come i vecchi e odiati
partiti con le caselle e i nomi
degli assessori, pur di una
giunta monocolore: quella
di Virginia Raggi. Anche
le stelle, come le rose, hanno
evidentemente le loro spine
in politica.
Accennavo prima al
tempo di cui Berlusconi,
ottimisticamente propostosi di essere ancora «utile
all’Italia», avrebbe bisogno
per ricostruire un centrodestra competitivo col Pd.
Un centrodestra certamente
non a trazione leghista, come
ancora sognano Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ma
comprensivo almeno di una
parte, se non di tutti i pezzi staccatisi negli ultimi tre
anni, a cominciare dal più
grosso, che è il Nuovo Centro Destra costituito nel 2013
dall’allora e ancora ministro
dell’Interno Angelino Alfano.
Che ha in qualche modo fatto le prove di rientro con le
elezioni comunali di Milano,
riconoscendosi nella candidatura di Stefano Parisi a sindaco e sfiorando la vittoria
sul renziano Giuseppe Sala.
Ma, ammesso e non concesso
che Milano sia politicamente esportabile nel resto del
pese senza perdere il necessario collegamento con
la Lega di Salvini, non è ancora francamente valutabile
quanta parte del partitino
di Alfano sia recuperabile al
progetto di Berlusconi.
Gli alfaniani infatti
sono divisi fra quanti non
vedono l’ora di tornare con
l’ex presidente del Consiglio
e quanti, a cominciare proprio da Alfano, sono attratti
da un’alleanza organica con
Renzi, sempre che questi
naturalmente esca indenne
dal referendum sulla riforma costituzionale, come si è
appena augurato, sia pure
per altri e più alti fini, l’ex
presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano. La posizione di Alfano, negli ultimi giorni, sembra indebolita
da quelli che lui ha definito
«scarti» di un’inchiesta giudiziaria su appalti e altri
affari ministeriali. Scarti
costituiti dalle ormai solite
intercettazioni telefoniche
che gli inquirenti non hanno, almeno sinora, ritenuto
sufficienti a coinvolgere il
ministro dell’Interno nell’inchiesta ma nelle quali se ne
fa il nome, o il cognome, per
via di un fratello assunto
in un’azienda delle Poste.
È una vicenda, questa, che
indebolendo Alfano potrebbe far gioco politicamente a
Berlusconi. Il quale tuttavia
non potrebbe mai vantarsene senza contraddire il garantismo di cui è in qualche
modo la bandiera.
Formiche.net