Alex Schwazer, nuovamente positivo al doping

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Transcript Alex Schwazer, nuovamente positivo al doping

24/06/2016
Alex Schwazer, nuovamente positivo al doping, scaricato da Coni e Federatletica.
Inflessibili i dirigenti dello sport
Alex Schwazer è un uomo solo. La sua solitudine sembra essersela cercata e l’ultimo errore, se verrà confermato, gli
ha chiuso la strada con lo sport che è, alla fine, la sua unica ragione di vita, la sua vera professione. La positività di
gennaio, rivelata solo tre giorni fa, ha messo una distanza infinita tra chi vedeva in Alex ancora un atleta che, resosi
conto dello sbaglio commesso con il doping, poteva ancora competere e vincere. La Federatletica italiana lo ha
scaricato, ferita dal comportamento del marciatore. «Noi abbiamo sempre messo al centro il rispetto delle regole», ha
spiegato un comunicato al termine del Consiglio federale senza entrare nel merito della vicenda. «Non ci
appartengono valutazioni oltre gli atti formali. L’atletica italiana è ferita nei suoi sentimenti più profondi dalla positività
di Alex Schwazer – ha aggiunto la nota – È chiaro che bisognerà attendere il completamento dell’iter formale per
arrivare a un giudizio solido su questa vicenda». Insomma, i dubbi di Sandro Donati sono rispediti al mittente.
Arrabbiata la Federazione, molto di più il Coni che tanto aveva scommesso su Schwazer. Giovanni Malagò, deluso
anche per il caso scoppiato nel giorno della consegna del tricolore ai portabandiera di Rio da parte del presidente della
Repubblica, chiude le speranze di vedere Alex a Rio. «Io sono uno che la speranza ce l’ha sempre – ha detto il
presidente – Ma la casistica e la storia lasciano intendere un altro tipo di direzione, salvo invece che si dimostri
qualcosa di diverso». Le controanalisi sono previste il 5 luglio anche se potrebbero essere anticipate di qualche
giorno. È ferita e incredula l’atletica italiana dopo questo nuovo caso di doping del marciatore altoatesino. Le
sofisticate tecniche utilizzate dal Laboratorio di Colonia hanno smascherato il doping di un campione che dopo l’oro di
Pechino 2008 sembra aver deragliato. Per lui lo sport è diventato ossessione, la voglia di essere il migliore lo ha
tormentato e le voci, anzi qualcosa in più, delle tecniche utilizzate dai colleghi russi lo hanno mandato fuori giri. La sua
personalità, che definiremmo doppia, gli ha fatto seguire altre strade. Ha inseguito anche lui la via della scorciatoia,
ossia del doping. All’inizio dice di aver fatto tutto da solo, ha cercato in rete l’Epo, ha chiesto come fare e ha, come ha
ammesso, provato di tutto, anche gli anabolizzanti. Adesso giura di essere pulito, grida al complotto, sostiene che non
lo vogliono a Rio. I dati del test però sono chiari. Il caso è venuto alla luce dopo l’analisi del test del primo gennaio a
Vipiteno. Non tutto era proprio normale, c’era qualcosa che lasciava perplessi come il rapporto
testosterone/epitestosterone. Quel rapporto, assai superiore a 1-1,5 ma inferiore a 4, inserito nel suo passaporto
biologico dava dubbi. Esattamente come era avvenuto con il test – allora con l’Epo – del primo aprile 2012 a Nizza.
Quel test in Francia ha fatto accendere la spia agli esperti. Il dubbio di Colonia è stato risolto con un test sofisticato
(l’Irms) che ha chiarito che il testosterone presente nelle sue urine era di natura esogena, ossia proveniente
dall’esterno. Siamo di fronte a un caso incredibile. Se tutto verrà confermato, il tradimento di Schwazer sarà senza
appello e, a quel punto, ci sarà davvero da occuparsi del ragazzo Alex che avrà perso tutto, e non parliamo di podi,
record e medaglie. L’operazione recupero sarà complicata: non ci sarà da programmare un allenamento ma un
percorso che lo porti fuori dal pericolo. (Carlo Santi – Il Mattino)