L`amore è ricambiato

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Lettere e Commenti
TRENTINO LUNEDÌ 10 OTTOBRE 2016
ragione & sentimento
il coraggio di vivere
IL PICCOLO ALEX
E L’UMANITÀ
DA RITROVARE
O
ggi vi racconto una storia, la più recente in ordine di tempo, toccante sul piano umano ma significativa per evidenziare ancora
una volta le contraddizioni di
questo mondo, con la speranza che ognuno faccia le sue riflessioni come è stato per me,
per nutrire la propria coscienza e aumentare il proprio amore per la vita.
Prima una premessa. Il grado di disumanizzazione della
civiltà è molto difficile da riconoscere, perché ognuno vede
ciò che può vedere e fa quello
che può fare, pensandolo come la cosa più ovvia. Ma se misuriamo la realtà, ipotizzando
atteggiamenti e sentimenti
quali la sensibilità, la disponibilità, la fiducia, l’empatia, il
perdono, la solidarietà, la fratellanza, ecc. – tutti tratti
dell’umana natura – ci rendiamo conto che la situazione è, a
dir poco, drammatica. Non è
difficile, per chiunque, riconoscere i sentimenti di segno opposto che governano la nostra
vita e la nostra contemporaneità come la paura, la rabbia, il
rancore, la diffidenza, il pregiudizio, il tornaconto, ecc. Ogni
ambito è pervaso e influenzato
da questi animi, da queste
emozioni, e non può essere diverso, visto che tutto ciò che si
crea e si caratterizza è un nostro prodotto, scaturito dal nostro essere, dal nostro sentire e
dal nostro relazionarci. Allo
stesso modo se ipotizziamo la
salute come condizione naturale ne avremmo d’avanzo per
interrogarci sulle ragioni del
nostro stato: vere e proprie epidemie, che non destano nessun sospetto, e quindi, ai più,
risulta normale vivere e mangiare in un certo modo, avere
dipendenze farmacologiche,
morire trenta/quarant’anni
prima del previsto… il dramma vero è non rendersene conto dando tutto per scontato.
Ora veniamo alla storia. Alex
(così chiamerò il mio piccolo
amico) ha nove anni, ed è affetto da una neoplasia importante. Incontro i suoi genitori, perché la madre ha avvertito, quello che lei dice, un “impulso” a
contattarmi. Mi raccontano la
loro vicenda con una dignità
insolita, intrisa di comprensibile disorientamento e preoccupazione, soprattutto per la sofferenza di Alex, ma ancor più
sentono il bisogno di “capire”
cosa sta succedendo e, soprattutto, se possono fare qualcosa
per il loro bambino. Come
spesso accade i percorsi oncologici non lasciano margine di
cura e di interpretazione. Non
è nemmeno la cosa che personalmente penso sia sbagliata
in se. Ciò che meraviglia nella
pratica medica di oggi – che ci
porta a quanto detto sopra – è
la ridotta sensibilità a percepire le implicazioni umane del
caso. Tant’è che difronte alla
domanda, innocente e angosciata, del bambino, se la cura
avrebbe sconfitto il suo male, il
medico a pensato bene di rispondere: “Non si può dire,
seppur basse, ci sono delle probabilità che possa tornare”.
Alex, i genitori, da allora vivono con questo pensiero, con
questo tormento. Ma non solo.
Fa specie il totale abbandono
della famiglia. Non parlo di
mancanza di professionalità o
competenza medica, o dell’opportunità di avere un affiancamento psicologico d’ufficio.
Parlo di quel sostegno amorevole che può venire solo dalla
propria umanità e visione della vita, quel modo spontaneo
ed empatico capace di accompagnare le persone verso il
cambiamento necessario, sia
nelle dinamiche che nei comportamenti favorendo il processo vero di guarigione. Con i
genitori di Alex condivido queste considerazioni e riflessioni,
e insieme decidiamo come fare per recuperare lo spirito e
l’inquietudine di Alex. Lo incontro per la prima volta dieci
giorni fa. Sono sorpreso dalla
sua maturità e dalla sua dolcezza. Con lui gioco la carta della
complicità e dell’immaginazione: esiste un segreto, tra me e
lui, che devo mantenere tale.
Cerco di fargli percepire l’esistenza della luce, dell’energia e
gli spiego che le esperienze dolorose sono solo delle prove
per diventare persone speciali
nella vita. Poi, sempre coinvolgendolo attivamente, definiamo delle strategie a sostegno
delle sue prossime battaglie.
Alex, cambia atteggiamento,
affronta con un altro stato
d’animo il nuovo ciclo di chemio. Cominciamo una conversazione via whatsapp carica di
affetto e di sostegno. Ieri sera,
in una telefonata, a nove anni,
è capace di dire: “Ho capito
che questa malattia è venuta
per insegnarmi tante cose, a
mangiare meglio, a diventare
più forte ma soprattutto mi ha
dato la possibilità di incontrare una persona, un amico speciale, come te”. Con il cuore
pieno di gratitudine e gli occhi
bagnati dalle lacrime, l’ho salutato dicendogli: “Che la luce
sia con te, piccolo/grande
guerriero”.
Corrado Ceschinelli
www.corradoceschinelli.com
la lettera e la risposta
L’amore è ricambiato
Un generico “amore” asimmetrico è pura fantasia
L
o so, si è già occupata di
gelosia. Ma la mia domanda è forse diversa: si
può essere gelosi di chi non si
ha? Fatico sempre a spiegarmi, ma a volte accettiamo che
un amico o un'amica stiano
con un'altra o con un altro e ci
diciamo che in fondo, se solo
fossero soli, vorrebbero stare
solo con noi. Siamo dunque
gelosi, ma dentro e dietro una
strana corazza che ci siamo costruiti. Corazza che si sgretola
quando la persona che amiamo e che comunque sentiamo
un po' nostra lascia il ragazzo
o la ragazza e non sceglie noi
ma un'altra persona ancora.
In questo caso la gelosia diventa feroce, dolorosa e persino
inspiegabile: perché continuiamo a non avere l'amato, ma...
Potrebbe proseguire lei la frase?
AF
■ Io rimango persuasa di una
cosa: non si è innamorati, non si
può affermare sul serio di
amare, quando non si è
ricambiati. Possiamo credere
che sia così, perché ci piace
qualcuno e vorremmo che
stesse insieme a noi.
Ma dato che insieme a noi, di
fatto, non ci sta non possiamo
conoscere l’esperienza
dell’amore che è
necessariamente legata ad un
rapporto, a quel rapporto.
L’amore “generico” è
letteratura. O meglio fantasia.
Magari anche estremamente
piacevole, ma pur sempre
fantasia.
E’ l’amore concreto, che si
tocca, che si vive, che si parla ,
che si ride, che si litiga, che fa
l'amore che è amore. Il resto
sono solo speranze e
immaginazione. E frustrazione,
come quando ci intestardiamo
così tanto da non volere sentire
più ragioni. Si tratta di capricci,
però in fondo. O di
incapricciamenti. Che si
possono manifestare in mille
modi, tra cui la gelosia. Ma
anche nell’invidia, nella
cattiveria, nel pettegolezzo.
Tutto pur di attirare attenzioni
che non saranno mai per noi.
Tutto, a volte, per screditare chi
quelle attenzioni, senza
faticare, le ha ottenute al posto
nostro. Ma non perché siamo
“di meno”. O “non andiamo
bene”. Semplicemente perché il
contatto tra le persone rimane
un assoluto mistero. “Più belli o
le foto dei lettori / la nuvola di et
■ ■ La “nuvola di ET” oppure “incontri ravvicinati”: foto di Franco Ballardini da Riva del Garda
più brutti” conta fino ad un
certo punto. A valere sono altre
alchimie ed è ovvio che dentro a
queste bizzarrie della vita a
volte ci si infila altre volte no. E’
la gestione del rifiuto il vero
fardello. Possiamo trasformalo
in tragedia o in una occasione.
Solitamente si cade nella prima
ipotesi. Del resto è la più facile,
la più immediata e alla quale
riusciamo a dare tutta una serie
di giustificazioni. A volte penso
che ci piaccia stare male, farci
del male.
Fin ché la cosa si ferma qui,
tutto sommato, per quanto
antipatici, si tratterebbe di fatti
privati. E’ che, amanti del
melodramma, e inconsapevoli
dei propri limiti, spesso si
preferisce concedersi anima e
corpo (spesso anche lingua) alla
nostra sofferenza.
Che però, permettetemi, è una
sofferenza totalmente stupida.
Cioè tutti ci siamo passati. Io mi
ricordo che addirittura un tipo
che mi piaceva stava a
chiacchierare con me, perché
sapevo parlare, e intanto stava
con la mia amica (che nel suo
angolo ci stava ad ascoltare),
che era decisamente più bella di
me (ma non spiccicava verbo,
forse per timidezza, ma mai lo
sapremo). Ovvio che ci sono
rimasta male. Ma ad un certo
punto mi è pure venuto da
ridere a pensare alla fatica che
doveva fare 'sto tipo per
riuscire a portarsi a letto
qualcuno. Ammesso e non
concesso che ci sia poi riuscito.
Anche questo non l’ho mai
saputo. Sono ricordi
dell’adolescenza, chiaro. Che è
l’età dell’inizio della
sperimentazione di noi stessi,
del nostro carattere, perché è
anche l’età in cui si viene scusati
più facilmente (nell’infanzia
non si è perdonati così tanto).
Quando si cresce un po’ si
dovrebbe avere più confidenza
con il rispetto che dobbiamo
avere verso noi stessi. Cosa
facile a parole, difficile o molto
difficile nei fatti. Perché non è
scontato per niente che non si
ceda e ci si trovi impantanati in
qualcosa che è diventato più
grande di noi, quasi a
prescindere dalla nostra
volontà.
Ma qua entra in gioco la forza
del carattere.
Oltre al desiderio di essere
amati da qualcuno che
riteniamo di amare. Il che mi
parrebbe lo spartiacque
decisivo. Se non ci riusciamo c’è
qualcosa che non funziona in
noi. Talvolta anche di grave,
come nei brutti casi di stalking.
Il limite estremo, lo so. Ma
sembra che in questa società in
cui vige la regola “del tutto è
mio” (o comunque che non
deve essere tuo), sia più facile
cadere nel tranello
dell’ossessione. Tutto non è
mio.
Lo può essere una casa, una
macchina, un paio di scarpe. Ma
mai una persona.
L’avere messo le persone sulle
stesso livello degli oggetti da
decoro ha creato l’implosione
del nostro sistema di valori.
Stiamo scoppiando da dentro.
Vittime (a questo punto) del
tutto consapevoli (e colpevoli)
di un grave processo
infiammatorio che continuiamo
ad alimentare in un accumulo
bulimico del “tutto è mio”. E’
ovvio che si finisce per
vomitare, poi. E il risultato è
quello che vediamo in giro.
Sfoggio dell’apparenza. E
dell’appartenenza. Ad un uomo,
ad una donna, ad un partito, ad
un luogo. Ad una relazione. A
volte purchè sia. Non è un
manifesto contro
l’appartenenza il mio. So
perfettamente che è anche
molto bello sentirsi parte di
qualcosa o di qualcuno. Ma,
come sempre, si tratta di una
questione di limiti. Anche
perché a volte è così
strepitosamente bello (e sano)
sentirsi liberi dal dover per
forza appartenere a quel
qualcuno o a quel qualcosa.
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Alberto Faustini
ARIETE
21/3 - 20/4
Specialmente nel corso della
mattinata avrete più da fare che
se fosse una giornata lavorativa. Ma almeno ne trarrete il vantaggio di aver fatto contente le
persone care.
toro
21/4 - 20/5
Controllate la vostra esuberanza e riflettete bene prima di
parlare. Potreste involontariamente turbare la suscettibilità
di qualcuno. Un programma diverso per la sera.
GEMELLI
21/5 - 20/6
Vi sentirete un po’ malinconici
per la fine di un rapporto d’amore, che avevate considerato
eterno. Il periodo di vuoto sentimentale che vi attende si rivelerà prezioso.
CANCRO
21/6 - 22/7
Vi trovate a vivere un momento
molto delicato. Dovrete fare
molta attenzione ai sentimenti
di chi amate, in modo da evitare
di ferirlo involontariamente. Riposo.
LEONE
23/7 - 22/8
Per la giornata odierna scegliete un tipo di svago che non vi
impegni fisicamente. Avete i
nervi molto stanchi e dovete ritrovare rapidamente un equilibrio migliore. Relax.
VERGINE
23/8 - 22/9
Vi attende una giornata ricca di
piacevoli contrattempi. Sono favoriti gli incontri. I rapporti sentimentali subiranno un impulso
positivo: datevi da fare. Tempestività.
bilancia
CAPRICORNO
23/9 - 22/10
Un certo nervosismo tra voi e i
vostri cari renderà tesa l’atmosfera in famiglia. Anche in amore qualche nuvola potrebbe offuscare il vostro rapporto. Un
po’ di svago in serata.
22/12 - 19/1
Sentirete l’esigenza di tonificare il vostro corpo dedicandovi a
qualche sport. Anche se la fatica
e lo sforzo saranno notevoli, alla fine ne uscirete rinvigoriti. Un
invito.
SCORPIONE
ACQUARIO
23/10 - 22/11
Ore serene e riposanti quelle
del mattino, Un po’ più impegnativo il resto della giornata.
Non intestarditevi su un progetto che per ora non è realizzabile. Bene l’amore.
SAGITTARIO
23/11 - 21/12
Il clima allegro e spensierato
della giornata odierna vi spingerà verso piacevoli avventure
sentimentali. Nuove iniziative
stimoleranno la vostra curiosità
e vi divertiranno.
20/1 - 19/2
Non godete del favore degli
astri e per la giornata sono previsti incontri di una certa importanza. Comportatevi con molta
diplomazia e non abbiate fretta.
Cautela in amore.
PESCI
20/2 - 20/3
Comportatevi in modo da non
suscitare la gelosia della persona amata. Il vostro rapporto affettivo ha infatti bisogno di serenità e di equilibrio. Un po’ di
svago in serata.