Latte: TAR di Parma annulla prelievo su quote

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Assessore Fava
Latte: TAR di Parma annulla prelievo su quote
È caporetto per ministro Martina
"La sentenza del Tar di Parma, che ieri ha annullato il prelievo sulle quote latte comminato da Agea nei confronti di
cinque aziende agricole, è la Caporetto del latte per il ministro Martina, che non ha mai voluto ascoltare i suggerimenti
della Lombardia per una gestione diversa del Fondo per gli investimenti nel settore lattiero caseario. E ora non lo dice
solo Fava, ma anche la giustizia". Lo dice l'assessore all'Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, commenta la
sentenza depositata ieri in segreteria dal Tar dell'Emilia-Romagna (sezione staccata di Parma), che ha accolto il ricorso
degli allevatori e pesantemente censurato l'atteggiamento di Agea, colpevole di non aver nemmeno
preventivamente consultato la Commissione europea, come imposto a ogni Stato membro. Temi che oggi Fava
porterà all'attenzione della Commissione Politiche agricole in Conferenza delle Regioni.
GESTIONE AGEA INEFFICIENTE - "La gestione di Agea sulla questione delle quote latte è in linea con l'inefficienza già
mostrata in altre occasioni dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura e ribadita, in questo particolare contesto, con il
deposito fuori termine dei documenti richiesti a integrazione da parte del Tar - spiega Fava -. Questo non esclude che
domani possano rifare il provvedimento, motivandolo adeguatamente, ma siamo ormai al teatro dell'assurdo".
SI E' APERTO UN VARCO - "Non si può non riconoscere - dice l'assessore - che con questa sentenza si è aperto un varco
e che il ministero delle Politiche agricole dovrebbe esprimere la propria posizione, indicando che cosa fare e senza
costringere tutti gli allevatori non in regola con la produzione regolata dalle quote latte per l'annata 2014/2015 a fare
ricorso".
CASSATO DAI TRIBUNALI - "Più volte avevo sollevato la questione - ribadisce l'assessore lombardo - venendo cassato
dal ministro Martina, per il quale evidentemente la zootecnia da latte non è un problema da risolvere. Peccato, perché
il ministro, a furia di non ascoltare quanto gli avevo suggerito, si è andato a schiantare sul Fondo Latte, bocciato non
solo dalla Lombardia, ma ora anche dai tribunali".
GOVERNO RENZI BOCCIÒ PROGETTO LUNGIMIRANTE - Quanto alle multe per la campagna 2014/2015, l'ultima col
regime delle quote latte, la revisione dei valori della materia grassa avrebbero potuto scongiurare le sanzioni ai
produttori, ma la proposta di alcuni Stati membri venne cassata in sede comunitaria, con l'Italia del governo Renzi
schierata in favore della bocciatura di un provvedimento invece lungimirante.
ANCHE IL MONDO AGRICOLO NON CAPÌ- "Purtroppo sul tema anche parte del mondo agricolo non capì che gli
allevatori avrebbero potuto beneficiare di un adeguamento del tenore di grasso - ricorda Fava -. Lo stesso presidente
di Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel luglio 2014, si affrettò a dichiarare che aveva fatto bene il ministro Martina a
rigettare le proposte di alcuni paesi del Nord Europa per chiedere una misura di correzione al tenore di grasso nel latte
che si sarebbe tramutata in un aumento della quota latte; sarebbe stata discriminatoria verso coloro, e sono la
stragrande maggioranza degli allevatori, che hanno provveduto ad acquisire quote latte o a contenere le produzioni".
MEGLIO ALLINEARSI PROPOSTA EUROPEA - "Sarebbe stato meglio allinearsi alla proposta europea, piuttosto che
accanirsi su un fondo ministeriale che è causa sia della stragrande maggioranza delle multe, ma anche di profili di
illegittimità della norma in contrasto col regolamento europeo a meno che non fosse raccogliere fondi da distribuire a
chi era in regola".
(fonte Lombardia News 8 giugno 2016)
www.giornaledellisola.it – giugno 2016