Sacchetti: «Ritrovate fiducia e sicurezza Felici solo

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Transcript Sacchetti: «Ritrovate fiducia e sicurezza Felici solo

Basket > Da domani Final Eight di Coppa Italia
Sacchetti: «Ritrovate
fiducia e sicurezza
Felici solo se vinciamo»
• Brian, capitano di Sassari detentrice: «E' stato strano quando
hanno cacciato papà, per un po' mi sono sentito spaesato»
Brian Sacchetti, 29 anni, 5.7 punti a partita in 20.4 minuti d'impiego medio
Massimo Oriani
I
l triplete è lontano, ma
Sassari non guarda più indietro. Solo avanti, alle Final Eight che l'aspettano al Forum da detentrice. Capitan
Brian Sacchetti è però il tramite tra il gruppo dei trionfi dell'anno scorso e quello che sta
cercando di rimettersi in carreggiata dopo metà stagione
tutt'altro che brillante.
Sacchetti, come arrivate alla
Coppa Italia?
«L'umore è buono, anzi, ottimo. Stiamo lavorando bene, la
vittoria a Venezia ci ha dato fiducia e sicurezza di testa oltre
che essere stata cruciale per la
classifica visto che venivamo
da un periodaccio».
Avete cambiato quasi tutto in
estate, ora aggiungete un altro
pezzo in Akognon.
SERIE A
CIAMILLO
«L'ho trovato molto disponibile, ci ha detto subito che sa bene di non poter tirare 30 volte
a partita come faceva in Cina.
Si sta allenando bene e inserendo in fretta negli schemi. E
poi c'è anche Kadji, un ritorno.
Arriviamo sicuramente più rodati rispetto alle ultime due
partite, non possiamo lamentarci».
Tra gli innesti in corsa c'è anche
Tony Mitchell.
«E' un bel tipino... Ma vuole
vincere e fa tutto quello che
serve per centrare l'obiettivo.
Chiaro, sappiamo chi è, ha alti
e bassi, ma quando è in serata
dobbiamo saperlo cavalcare
perché ti può far vincere col
suo talento offensivo. Si è inserito bene nel gruppo, può essere utile in più ruoli oltre che
per le giocate estemporanee».
Logan resta il baluardo della Dinamo?
«E' un grande professionista,
lavora sempre duro, è il nostro
faro in attacco, senza sottovalutare la fase difensiva, visto
che spesso pressa il portatore
di palla avversario. E' un leader silenzioso, sa caricarsi la
squadra sulle spalle».
E poi c'è un tale Brian Sacchetti...
«Io sono sempre a disposizione
dell'allenatore, cerco di dare
qualcosa di diverso, dietro le linee nemiche, visto che talento
ne abbiamo in tutti i ruoli. Provo a ritagliarmi spazio facendo
le cose che magari non si notano».
Allenatore che ora è Marco Caivani e non più suo padre.
«Lo ammetto, all'inizio, appena lo hanno esonerato, è stato
strano. E' stato mio allenatore
per 6 anni e mio papà per tutta
la vita. Mi sono trovato spaesato, ma Calvani si è approcciato
nel modo giusto. Sono un professionista e penso al bene della squadra. Con papà mi sento
tutti i giorni, ora è più sereno».
Da dove arriva il nome Brian?
«Papà è tifoso di tutte le squadre di Boston, quindi nel
basket i Celtics, oltre ai Red
Sox nel baseball di cui va pazzo. Il suo idolo era Larry Bird,
ma il nome lo ha scelto perché
gli piaceva molto Brian Winters. Ci ho messo 20 anni a capire chi fosse (ex guardia ala
dei Milwaukee Bucks dal '75
all'83, ndr.), non essendo una
SERIE A
superstar non lo conoscevo...
Poi l'ho scoperto e devo dire
che sono contento della scelta.
Anche se lui faceva più canestro di me!».
Tornerete in Sardegna da Milano felici solo se...
«Avremo alzato la Coppa. Conta solo vincere in queste manifestazioni. Siamo attrezzati
per riuscirci, le gare secche sono particolari, le sorprese sono
sempre dietro l'angolo. Dovremo scendere in campo aggressivi in difesa e giocare con attenzione sin dalla palla a due».
I tifosi mugugnavano dopo le
troppe sconfitte, e hanno fatto
arrabbiare il presidente Sardara. Ora però è pace fatta.
«Li abbiamo abituati bene, è
normale aspettarsi di continuare a vincere. A volte non
hai la bacchetta magica, sbagli
delle scelte, devii dal percorso.
Ma la gente ci è sempre stata
vicina, nel bene e nel male».
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