Le varie tipologie di scale e la teoria modale

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LE SCALE MUSICALI
La Teoria Modale
Tipologie di scale
Allievo : Andrea Balzani
Conservatorio A.Casella
Corso V° di Ear Training/Approfondimenti Teorici
M.ro : Ezio Monti
LE SCALE MUSICALI
In musica, si definisce “Scala” una progressione di suoni disposti in
modo scientifico ed organizzato nell’ambito di una o più ottave, sia in
senso ascendente che in senso discendente. Il numero di scale esistenti è
molto vasto, ogni cultura ne possiede un proprio repertorio che variano
dai 2 a 12 suoni a seconda dell’epoca e dei vari sistemi di accordatura.
Una scala è contraddistinta dai seguenti elementi :
- Successione intervallare : intende la possibilità di poter avere qualità
traspositive, cioè che la successione degli intervalli deve rimanere
identico in qualsiasi altezza si trasportano.
- Altezze determinate : ogni scala deve avere un solo numero di altezze
individuali (ad esempio la scala di DO maggiore individua le sue altezze
escludendo quelle degli altri toni)
- Funzione indifferenziata : una scala in sé non ha un significato
intrinseco (una scala di DO maggiore non significa altro che una
successione di intervalli a una certa frequenza hertziana)
- Organizzazione data : la scala ha anche una organizzazione più
complessa, estendendosi sia all’aspetto armonico verticale che a quello
melodico e polifonico in senso orizzontale.
La Teoria modale
Per “scala modale” si intende una progressione di intervalli derivati da
una corrispondente scala musicale variandone la nota iniziale.
Nell’antica Grecia i modi prendevano il nome di “Harmoniai”
(ἁρμονίαι), una serie di scale discendenti formati da due Tetracordi con
4 note in grado congiunto.
I canti gregoriani e molta musica posteriore sono costruite sul sistema
modale ; fondamentali sono i 4 modi ecclesiastici (“Protus – Deuterus –
Tritus – Tetrardus”) suddivisi in “Autentici” e “Plagali” quest’ultimo
costruito una quarta sotto del primo.
Fondamentali sono le funzioni della nota “Finalis” su cui termina la
melodia e la nota “Repercussio” sul quale ruota la melodia.
Gli otto modi gregoriani sul rigo. La lettera F indica le note finali, la D le dominanti
Il seguente schema riporta nel dettaglio l’esposizione dei modi con la
relativa terminologia greca : Dorico, Frigio, Lidio e Misolidio per
riferirsi ai modi autentici I, III, V, e VII rispettivamente. Per i modi
plagali si aggiunge il prefisso ipo al nome del relativo modo autentico,
quindi : il II diventa il modo Ipo-Dorico, il IV modo l'Ipo-Frigio, il VI
Ipo-Lidio e l'VIII ipo-Misolidio.
La Scala Tonale
La musica tonale è, in senso lato, ogni tipo di musica organizzata
attorno a un suono centrale (detto “Tonica”). In senso più stretto, si
chiama "Tonale" la musica che stabilisce un rapporto di gerarchia tra la
tonica e tutti gli altri suoni di una scala diatonica maggiore o minore.
Secondo una prospettiva storica, la musica tonale è quella composta in
Occidente tra l'inizio del XVIII secolo e la fine del XIX secolo. Con
l'inizio del novecento, con l’avvento delle sperimentazioni, la
dodecafonia, l’Alea fino all’elettronica, la musica tonale di tradizione
colta è entrata in crisi, ma in altri ambiti (musica applicata e di
consumo) musica più o meno basata su principi tonali ha continuato a
essere scritta. Con la fine delle avanguardie e l'avvento del postmodernismo la musica tonale ha conosciuto una nuova stagione.
Fondamentale importanza per la scala tonale è quindi la funzione della
“Tonica” la prima nota e quella di “Dominante” la quinta, su cui si
genera la modulazione o il ritorno alla tonica.
Scala di DO maggiore diatonica
1° Grado = TONICA
2° Grado = SOPRATONICA
3° Grado = MEDIANTE
4° Grado = SOTTO DOMINANTE
5° Grado = DOMINANTE
6° Grado = SOPRADOMINANTE
7° Grado = SENSIBILE
(8° Grado = Tonica)
La Classificazione delle Scale
Si dicono “Scale Pratiche” quelle in cui i gradi formano un tutto
omogeneo dal punto di vista pratico dove il numero dei primi non
supera mai il numero di sette suoni.
Questa definizione porta alla catalogazione della scala in 4 gruppi
fondamentali usando come parametri fondamentali “consonanza” e
“distanza” :
- Gruppo Prediatonico
- Gruppo Diatonico
- Gruppo Cromatico
- Gruppo Equalizzato
Le scale prediatoniche sono quelle che, usando suoni naturali all’interno
del rapporto di ottava, contano meno di sette suoni; non tutti i rapporti
al loro interno sono per gradi congiunti (per questo motivo sono dette
anche “scale difettive”).
Appartengono a questa categoria le scale “Pentatoniche” ed
“Esatonali”. La prima detta anche “cinese” per il suo carattere
orientaleggiante appartiene a quasi tutte le culture extraeuropee, sia
orientali che africane, sudamericane ed est europee, la seconda possiede
la caratteristica di procedere per toni interi evitando il semitono e la
sensibile, conferendogli un carattere di vaghezza, indeterminatezza ed
ambiguità. Entrambe sono state ampiamente utilizzate da Debussy e da
quei compositori che hanno intrapreso successivamente il cammino
della post-tonalità.
Scala Pentatonica
Scala Esatonale
Le scale diatoniche sono quelle più conosciute ed usate. Si basano sulla
successione di suoni naturali. Tipiche della cultura occidentale alcune
appartengono anche alle culture orientali.
Le scale cromatiche sono quelle che presentano una divisione irregolare
dei gradi, sia dei suoni alterati che di quelli naturali.
Tipica è la scala detta “enigmatica” usata da Verdi nel suo “Ave
Maria”.
Scala enigmatica di Verdi
Altre tipologie di scale cromatiche sono la scala emitonica (tipica della
cultura giapponese) e quella di sesta napoletana che presentano le
alterazioni sul secondo, sesto e settimo grado.
Scala minore napoletana
Le scale equalizzate sono quelle che presentano una divisione in parti
uguali degli intervalli usati all’interno dell’ottava.
Un esempio è la scala cromatica temperata che divide l’ottava in dodici
parti uguali usando l’intervallo di semitono cromatico, ma possono
presentarsi anche scale di uso più raro.