Prospettive settimanali #47

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Transcript Prospettive settimanali #47

12
Zurigo, 14 novembre 2014
Economic Research
Prospettive settimanali #47
Raiffeisen Economic Research
[email protected]
Tel. +41 44 226 74 41
Data Ora
17.11. 00:50
Paese Evento/Indicatore
JN
PIL, qoq
T3
17.11. 15:15
US
Produzione industriale, mom
Ott
1.0%
18.11. 02:30
CN
Prezzi dei nuovi immobili a uso abitativo, yoy Ott
-1.3%
19.11
JN
Decisione sui tassi della BoJ
19.11. 20:00
US
Verbale della riunione del FOMC
Ott
20.11. 02:45
CN
HSBC Manufacturing PMI
Nov
20.11. 10:00
ZE
Composite PMI
Nov
52.1
52.3 Nessuna recessione prevista per la fine dell'anno
20.11. 14:30
US
Prezzi al consumo di base, mom
Ott
0.1%
0.2% La dinamica economica si riflette in un aumento dei prezzi
0.2% Previsto indebolimento dopo il forte mese precedente
La correzione dei prezzi prosegue
Non si attende alcuna nuova misura
Timori di recessione meno acuti per L'Eurozona
L'iniziativa sull'oro mette sotto pressione il cambio
EUR / CHF
Focus: la Grecia rimane l'incognita
Dopo la stagnazione nel secondo trimestre, come previsto nel
terzo trimestre il PIL dell'Eurozona è di nuovo leggermente
aumentato. Rispetto ad altre importanti regioni economiche
si è registrato un modesto aumento del 0.2% nei confronti
del trimestre precedente. Un notevole contributo è stato
fornito dai due più grandi paesi: Dopo due trimestri con
crescita zero, l'economia della Francia ha dato di nuovo un
debole segnale di vita (+0.3%) e la Germania, che dopo il
calo nel 2° trimestre ha evitato una recessione tecnica, ha
ritrovato la strada verso un positivo tasso trimestrale (+0.1%).
In Italia il calo del PIL ha rallentato (-0.1% dopo -0.2%). Nel
complesso le prospettive di crescita per il resto dell'anno e
per il 2015 rimangono moderate. I recenti dati economici
confermano tuttavia che l'Eurozona non si trova di fronte a
una recessione, come si era temuto ancora in ottobre.
Nonostante la leggera normalizzazione nell'Eurozona, nelle
ultime due settimane il franco svizzero si è rivalutato. Il
cambio EUR / CHF si è avvicinato al limite minimo della BNS
come non avveniva dal 2012, quando si temeva ancora una
disgregazione dell'Eurozona. Attualmente il motivo della
rivalutazione dipende dalla Svizzera: corre voce che in caso di
accettazione dell'iniziativa sull'oro il 30 novembre per la
Banca nazionale sarà più difficile in futuro difendere il corso
minimo. Così come per la sterlina britannica prima del
referendum sulla Scozia, il movimento dei corsi è stato
rafforzato dai rispettivi risultati dei sondaggi. I risultati del
secondo e ultimo sondaggio della SRG saranno pubblicati nei
prossimi giorni. Lo schieramento dei no potrebbe recuperare
terreno, poiché di recente le implicazioni di un'accettazione
sono state discusse più a fondo. Se tuttavia il CHF dovesse
rivalutarsi ulteriormente, con un corso di 1.2010 circa la BNS
dovrebbe intervenire, così come per l'ultimo intervento del
2012. Se alla fine si arrivasse a una maggioranza del popolo e
dei cantoni prevediamo che i mercati metteranno alla prova il
limite minimo. Tuttavia, per il momento la BNS non cambierà
quasi la sua politica di tasso di cambio La percentuale del
20% di oro dovrebbe essere raggiunta solo fra 5 anni a causa
Economic Research
Val.pre. Cons. Commento
-1.8%
0.5% I consumi registrano una leggera ripresa dopo l'aumento dell'IVA
Adeguamento della forward guidance in primo piano
50.4
50.3 I recenti dati congiunturali sono stati leggermente inferiori alle attese
della fase di transizione. E per il finanziamento degli acquisti
di oro la BNS può ricorrere in parte alle sue riserve in USD per
non penalizzare l'EUR. Continuiamo a prevedere che il limite
minimo resisterà.
A livello internazionale, la prossima settimana è di nuovo in
primo piano la politica dei tassi statunitense. Prevediamo che
dopo il comunicato anche il verbale della riunione sarà
piuttosto «aggressivo». Durante l'ultima riunione, i due
«falchi» politico-monetari del FOMC non hanno dato alcun
voto contrario. Negli ultimi mesi avevano richiesto ancora di
sostituire la formulazione: «I tassi rimarranno ancora «per
molto tempo» sullo zero». Il verbale dovrebbe ora
probabilmente indicare che questo testo nel prossimo
comunicato di dicembre sarà modificato, per esempio con:
«La Fed procederà «con pazienza» per quanto riguarda il
primo aumento dei tassi. Questa formulazione era stata in
precedenza già utilizzata dalla Fed: circa sei mesi prima
dell'inizio dell'ultimo ciclo di aumento dei tassi nel 2004
aveva modificato il testo da «per molto tempo» in «con
pazienza». La prossima settimana, la congiuntura attualmente
positiva dovrebbe riflettersi anche nell'inflazione. Il minore
prezzo del petrolio spinge al ribasso la variazione mensile
dell'inflazione complessiva. Nei prezzi di base si prevede
tuttavia un robusto aumento dello 0.2%.
Anche la crescita del PIL giapponese per il 3° trimestre
dovrebbe essere molto considerata. I dati sul commercio al
dettaglio e gli ordinativi per macchinari mostrano una leggera
ripresa dei consumi privati e degli investimenti per impianti e
attrezzature dopo lo shock dell'aumento dell'IVA. Il
commercio estero e la costituzione di scorte molto forte nel
trimestre precedente hanno tuttavia un effetto frenante sulla
crescita. Nel complesso prevediamo un aumento del PIL dello
0.4% rispetto al trimestre precedente. Se la crescita fosse
deludente, aumenta la probabilità che il nuovo aumento
dell'IVA previsto per il 2015 venga posticipato. Le voci e le
supposizioni che le elezioni potrebbero essere anticipate a
dicembre hanno spinto al rialzo il Nikkei. A nostro parere, un
rinvio dei progetti fiscali metterebbe in dubbio la credibilità
del governo. A causa dei forti acquisti della banca centrale,
per il momento i tassi a lungo termine dovrebbero però
rimanere estremamente bassi (attualmente allo 0.5% circa).
[email protected]
Focus: la Grecia rimane l'incognita
Economic Research
Nella prima metà di ottobre, le preoccupazioni per la crescita
soprattutto dell'Eurozona hanno determinato sui mercati
finanziari un aumento della volatilità. Ciò non ha però
provocato un riacutizzarsi della crisi del debito. Nonostante
una previsione congiunturale sempre solo modesta e i
connessi previsti superamenti degli obiettivi di deficit di
bilancio di diversi paesi dell'Eurozona, non da ultimo Francia
e Italia, è ritornata rapidamente in gran parte la calma –
anche a causa del segnale della BCE di allentare ancora la
politica monetaria. E il tentativo di dare di nuovo maggiore
slancio alle economie in difficoltà mediante una politica di
risparmio più lenta e programmi di investimento viene accolto
favorevolmente sui mercati, perlomeno attualmente.
Wochenausblick #8
Per un paese in crisi lo scetticismo dopo un lunga fase
tranquilla rimane tuttavia a un livello elevato: la Grecia. Là alla
fine dell'anno termina, quasi dimenticato, il secondo
programma di aiuti. Nel frattempo il paese ha ricevuto oltre
EUR 230 miliardi di fondi diretti o di riduzioni del debito, il
che corrisponde al 130% circa del PIL greco. L'Irlanda e il
Portogallo sono già riusciti senza difficoltà ad affrancarsi
dall'aiuto internazionale e da allora si rifinanziano da soli sul
mercato dei capitali a condizioni molto accettabili. Il
rendimento per le obbligazioni irlandesi a due anni è
addirittura vicino allo zero dalla metà dell'anno. E l'aumento
della probabilità di massicci acquisti di titoli di stato da parte
della BCE nasconde in linea di massima perfino un ulteriore
potenziale ribassista per i rendimenti delle obbligazioni a
lungo termine dei paesi periferici. Al momento, per la
Repubblica Ellenica non sono tuttavia garantite né una facile
uscita dal programma di aiuti né una qualificazione per
possibili acquisti della BCE.
Ultimamente, dopo un crollo lungo e profondo il paese, con
una revisione al ribasso delle aspettative originarie, sempre
necessaria, può alla fine annunciare un ritorno dell'economia
nella zona di crescita. In precedenza il PIL reale era crollato di
un enorme 25%. E nel frattempo le finanze pubbliche
completamente fuori controllo, dopo le drammatiche misure
di risparmio dal 2010 (vedi grafico), possono essere di nuovo
quasi coperte senza ulteriori aiuti. Intanto la quota del debito
ha raggiunto un nuovo valore record di oltre il 175% del PIL,
nonostante il taglio del debito del 2012. Rimane quindi forte
la paura che la Grecia senza una stretta sorveglianza non
possa mantenere le elevate eccedenze di bilancio necessarie
per un lungo periodo di tempo per ridurre rapidamente la
quota del debito. Ai dubbi contribuisce in modo
determinante l'incerta situazione politica. L'attuale governo si
mostra sempre relativamente cooperativo ed è in carica fino a
Azioni
SMI
S&P 500
Euro Stoxx 50
DAX
CAC
8926
2039
3052
9263
4203
Fonte: Bloomberg,
1)
Economic Research
Anche le nuove trattative della Grecia con la troika
(Commissione UE, BCE e FMI) vanno infatti verso una
graduale uscita dal programma di aiuti con una successiva
linea di credito precauzionale mediante il Meccanismo
europeo di stabilità (MES), che è sempre collegato a
determinate condizioni. Per il momento, questo sviluppo ha
bloccato l'aumento del premio di rischio. In realtà si punta a
un accordo entro l'inizio di dicembre. Poiché il governo greco
deve correggere ancora il budget per il 2015, poiché alcuni
parlamenti europei dovrebbero approvare una simile ampliata
promessa di aiuto e dato che le elezioni presidenziali si
avvicinano rapidamente, un'attuazione dovrebbe però
prolungarsi probabilmente almeno fino all'inizio del 2015. In
questo caso esiste ancora potenziale per un'elevata volatilità
fino a quando non si troverà una soluzione definitiva, che poi
dovrebbe contenere anche ulteriori diminuzioni del debito,
forse indirettamente sotto forma di un ridotto servizio del
debito. Infatti un nuovo evidente taglio del debito non può
essere fatto accettare facilmente ai contribuenti dai creditori
pubblici che nel frattempo detengono oltre l'80% dei debiti.
Riduzione del deficit in punti percentuali del PIL dal 2009/10
al 2014 (misurato sul saldo primario depurato dagli effetti
ciclici)
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
Francia
Italia
Brent
1.2
0.4
-0.4
-0.3
0.3
8.8
10.3
-1.8
-3.0
-2.2
Greggio1)
1.202
0.964
1.246
1153
77.6
Grecia
[email protected]
Tassi
a ttual e %, 5 giorni
EURCHF
USDCHF
EURUSD
Oro
Spagna Portogallo Irlanda
Fonte: Commissione UE, Raiffeisen Research
Valute/Materie prime
a ttua l e %, 5 gi orni %, YTD
14.11.2014 10:11
giugno 2016. Il prossimo
mese
di febbraio
sono tuttavia
Zürich,
14. November
2014
previste le elezioni presidenziale. E i voti della coalizione
governativa non sono sufficienti per la necessaria
Raiffeisen Economic Research
maggioranza del 60%. Nel caso non improbabile del
[email protected]
fallimento dell'elezione del presidente a marzo dovrebbero
+41 044 di
226
74 41 mostrano
svolgersi nuove elezioni. QuiTel.
i sondaggi
opinione
un chiaro vantaggio del partito di sinistra di opposizione
Syriza, che non partecipa alla politica di consolidamento.
L'incertezza si riflette in un aumento dei premi di rischio.
Dopo un minimo del 5.5%, ultimamente il rendimento per i
titoli di stato a dieci anni % è di nuovo quasi dell'8%.
0.2
0.2
0.0
-2.1
-7.0
%, YTD
2.1
-7.4
-9.3
-4.4
-30.0
CHF
USD
EUR (DE)
GBP
JPY
3M
10YR
bp, YTD
0.01
0.23
0.08
0.56
0.10
0.38
2.34
0.79
2.15
0.48
-70
-69
-114
-87
-26
Zürich, 14. November 2014
Economic Research
EDITORE
TEAM
Raiffeisen Svizzera, Economic Research
Economista capo Martin Neff
Brandschenkestrasse 110d, CH-8002 Zurigo
Tel.: 044 226 74 41
E-Mail: [email protected]
Roland Kläger (Svizzera)
Tel.: 044 226 74 22
E-Mail: [email protected]
Alexander Koch (UME, Germania)
[email protected]
Tel.: 044 226 74
37
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Tel. +41 044 226 74 41
Santosh Brivio (Economia mondiale)
Tel.: 044 226 74 35
E-Mail: [email protected]
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Tel.: 044 226 74 38
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