Prospettive settimanali #39

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Transcript Prospettive settimanali #39

12
Zurigo, 19 settembre 2014
Economic Research
Prospettive settimanali #39
Data Ora
22.09. 16:00
Paese Evento/Indicatore
ZE
Fiducia dei consumatori
Set
23.09. 03:45
CN
HSBC Flash Manufacturing PMI
Set
50.2
23.09. 08:45
FR
INSEE fiducia delle imprese
Set
96
23.09. 10:00
ZE
Flash Composite PMI
Set
52.5
52.5
24.09. 10:30
DE
Indice sulla fiducia delle imprese IFO
Set
106.3
105.7 Livello sempre sopra la media a lungo termine
24.09. 16:00
USA
Vendite di nuove costruzioni in migliaia Ago
25.09. 14:30
USA
Ordinativi di beni durevoli, mom
Set
22.6%
26.09. 01:30
JP
Prezzi al consumo, yoy
Ago
3.4%
26.09. 10:00
IT
Fiducia delle imprese ISTAT
Set
95.7
T2
4.2%
26.09. 14:30
USA
Crescita del PIL T1,
3a
stima
Val.pre.
-10.0
Raiffeisen Economic Research
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412
La Fed conferma una prudente normalizzazione
La BNS accentua la retorica
Focus: nessuna spirale ribassista in Europa
La Fed prevede interessi in leggero aumento
Le recenti dichiarazioni della Banca centrale statunitense
confermano la nostra opinione che l'aumento dei tassi avverrà a giugno 2015. Nel comunicato si afferma ancora che
il tasso di riferimento dovrebbe essere aumentato solo «molto tempo» dopo la fine dei periodici acquisti di obbligazioni.
Le previsioni sui tassi leggermente al rialzo per gli anni 2015
e 2016 segnalano tuttavia che i membri del FOMC continuano a non perseguire un ritardo dell'aumento dei tassi. Anche
le previsioni delle «colombe» politico-monetarie si sono spostate leggermente in alto. Pertanto, la nuova composizione
degli aventi diritto di voto il prossimo anno – lo schieramento dei falchi politico-monetari perde un membro – non dovrebbe determinare alcuna variazione significativa della previsione sui tassi. Il tasso di riferimento previsto per la fine del
2015 dai membri del FOMC con diritto di voto dovrebbe
rimanere anche in quel periodo all'1%-1.25% circa. E questo
coincide bene con la nostra previsione di un aumento dei
tassi a giugno 2015. Dal punto di vista dei contenuti, le linee
guida pubblicate per l'ulteriore processo di normalizzazione
della politica monetaria hanno offerto poche sorprese. Per
esempio è stato confermato definitivamente che il Federal
Funds Rate deve essere gestito soprattutto dal tasso di riserva, con il quale la Fed remunera le riserve in eccesso delle
banche commerciali. Tuttavia, il momento prematuro un po'
inatteso della comunicazione mostra che la Fed è già a buon
punto con la pianificazione dei preparativi di uscita. Quanto
ai dati fondamentali, continua a non esserci alcun motivo
favorevole a un intervento ritardato sui tassi. L'inflazione di
base, recentemente in leggero calo, si è verificata in gran
parte a causa degli effetti indiretti dovuti al minore prezzo
del petrolio; sono diminuiti moltissimo per esempio i prezzi
dei biglietti aerei. Nei prossimi mesi prevediamo di nuovo
una maggiore pressione inflazionistica, alimentata dalla dinamica di crescita non esuberante, ma comunque accettabile. Anche l'andamento congiunturale globale non dovrebbe
fermare l'intervento sui tassi. In Cina, di recente i dati industriali sono notevolmente peggiorati e quindi il consenso di
Economic Research
Cons.
Commento
-10.5 L'insicurezza delle famiglie è di nuovo aumentata
50.1
Minore crescita del PIL nel 3° trimestre
L'economia francese continua a ristagnare
430
Nessuna ulteriore forte correzione prevista
Invariate dal 2012
-17.0% Settembre e agosto distorti dagli ordinativi Boeing
3.3% Dinamica alla base (senza imposte) con poco slancio
L'euforia Renzi è scomparsa
4.6%
Il consumo e le esportazioni dovrebbero venire riviste leggermente al rialzo
mercato si è avvicinato alla nostra previsione sul PIL. Gli
impulsi di crescita rimangono tuttavia robusti e non prevediamo una brusca frenata. Anche in Europa non ci aspettiamo una spirale ribassista (vedere pagina 2). Inoltre, l'economia statunitense, fortemente basata sul mercato interno,
viene influenzata comunque solo limitatamente dal commercio estero.
La BNS rivede al ribasso la previsione inflazionistica a
lungo termine
La Svizzera viene invece influenzata molto di più dall'estero e
dopo la valanga di misure della BCE sono giunte voci sulla
possibile introduzione di tassi negativi da parte della Banca
nazionale svizzera. Come da noi previsto, la BNS si è però
limitata a un indebolimento verbale del franco. Ora si afferma che i rischi deflazionistici siano aumentati, dopo che a
giugno si parlava ancora di rischi inflazionistici non individuabili. Ciò è stato quindi rafforzato con una previsione
inflazionistica diminuita: nel 2016 la BNS prevede ora un'inflazione dello 0.5% invece dello 0.9% finora previsto. Come
previsto, anche la previsione sul PIL è stata ridotta dal 2%
circa a quasi l'1.5% per il 2014. Per la crescita delle ipoteche
vi è un parziale cessato allarme: da un lato la crescita diminuirà, ma dall'altro lato rimarranno gli squilibri che si sono
accumulati sul mercato immobiliare. Nel complesso, quindi,
soprattutto la previsione inflazionistica è stata fortemente
rivista al ribasso, il che non dovrebbe far cessare completamente la discussione sulle ulteriori misure (ossia tassi negativi) e dovrebbe tener lontano il CHF dal limite minimo.
Dopo il rifiuto del referendum sull'indipendenza della Scozia
è ora eliminato un importante fattore d'incertezza e la Bank
of England dovrebbe aumentare i tassi d'interesse nel primo
trimestre 2015. Ora l'attenzione è di nuovo rivolta all'andamento dell'Europa continentale: la prossima settimana saranno pubblicati nuovamente importanti indicatori della
fiducia delle imprese dell'Eurozona (vedere pagina 2).
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Focus: nessuna spirale ribassista in Europa
in Cina continua a procedere.
assieme
alla notevole
Zürich,Questo,
19. September
2014
debolezza dell'euro dalla metà dell'anno, che a causa della
soglia minima del tasso di cambio ha determinato anche
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un'effettiva svalutazione del franco svizzero, dovrebbe avere
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un'influenza positiva sulle previsioni sulle esportazioni
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nell'Eurozona e in Svizzera nonostante
l'effetto Russia.
Economic Research
I dati di crescita per il secondo trimestre in Europa, deludenti
rispetti a quelli degli Stati Uniti, si sono riflessi nella stima
congiunturale delle banche centrali. La BCE si è mostrata
negativamente sorpresa e per il trimestre corrente invece di
una dinamica moderata prevede ora solo una velocità «mediocre», con preoccupazioni per una spirale ribassista negli
indicatori della fiducia. Dopo la stagnazione del PIL svizzero
anche la retorica della BNS è stata molto più pessimistica in
occasione della valutazione trimestrale della situazione. Inoltre, questa settimana il nono calo consecutivo delle importanti aspettative congiunturali ZEW per la Germania ha ulteriormente alimentato i dubbi su una ripresa congiunturale
anche solo lenta nell'Eurozona. E la prossima settimana comincia la serie di settembre degli importanti indicatori della
fiducia delle imprese, tra cui i provvisori PMI per l'Eurozona e
l'indice tedesco IFO sulla fiducia delle imprese. Negli ultimi
mesi, i risultati del sondaggio sono nettamente peggiorati a
causa dell'aumento dell'incertezza dovuta alla crisi ucraina e,
in misura notevole, del rallentamento della dinamica della
domanda globale nel primo semestre.
Wochenausblick #8
L'indicatore anticipatore globale mostra stabilizzazione
0.0
-1.0
-2.0
-2.0
-4.0
-3.0
-6.0
-4.0
-5.0
gen.06
-8.0
gen.08
attual e %, 5 giorni %, YTD
8859
2011
3288
9857
4481
Fonte: Bloomberg,
1)
Brent
0.7
0.7
1.6
2.1
0.9
8.0
8.8
5.8
3.2
4.3
Greggio 1)
gen.14
Fonte: Datastream, CPB, Bloomberg, Raiffeisen Research
I solidi dati industriali all'inizio del terzo trimestre sono stati
complessivamente di nuovo più soddisfacenti. In Italia, a
luglio la produzione industriale è stata di nuovo deludente,
accompagnata da una correzione della fiducia complessivamente forte dopo l'iniziale euforia per l'inizio del mandato di
Matteo Renzi. Ma in Francia, dopo un primo semestre negativo, l'industria mostra di nuovo segni di vita. E soprattutto
per quanto riguarda la locomotiva industriale europea, la
Germania, che è strettamente collegata alle aziende fornitrici
nei paesi vicini, sono aumentati sia la produzione sia gli ordini in entrata nell'industria manifatturiera. La volatilità dei dati
industriali è in parte dovuta ad aspetti tecnici. A causa dell'inizio delle vacanze insolitamente ritardato in molti Länder
federali per agosto per la Germania è probabile una certa
controreazione dei dati della produzione. Tutto sommato,
nonostante numerosi ostacoli vediamo tuttavia buone possibilità che nel secondo semestre la congiuntura dell'Eurozona
progredisca di nuovo almeno leggermente – anche perché i
venti contrari per il consumo sono diminuiti in modo duraturo a causa delle minori misure di risparmio dei bilanci pubblici e di una stabilizzazione del mercato del lavoro. Di questo
dovrebbe beneficiare anche la Svizzera. I dati commerciali
per i primi due mesi del terzo trimestre hanno confermato la
tendenza rialzista delle esportazioni La battuta d'arresto
dell'economia del secondo trimestre non dovrebbe quindi
essere duratura.
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Tassi
attuale %, 5 giorni
EURCHF
USDCHF
EURUSD
Oro
gen.12
Produzione industriale mondiale, dinamica a 3 mesi in % (sc.d.)
Valute/Materie prime
SMI
S&P 500
Euro Stoxx 50
DAX
CAC
gen.10
Indicatore anticipatore, standardizzato
Nonostante i numerosi conflitti geopolitici latenti, il nostro
indicatore anticipatore per la congiuntura globale, che si
basa sugli attuali indicatori disponibili dell'attività delle importanti regioni del commercio mondiale, si è di nuovo stabilizzato ultimamente dopo l'andamento incerto nel primo
semestre (vedi grafico). Oltre all'economia statunitense di
nuovo in corsa, arrivano in genere stabili segnali di crescita
dall'Asia, anche se il rallentamento strutturale della crescita
Economic Research
2.0
0.0
Le esportazioni europee hanno già reagito con forza nel
primo semestre. In Germania e nell'Eurozona nel suo complesso la flessione a metà anno ammontava a circa un quinto dell'intero volume delle esportazioni verso la Russia. In
Svizzera, rispetto al periodo dell'anno precedente il calo nel
primo semestre è stato comunque ancora di un buon 6%.
Rispetto a questo, le esportazioni di generi alimentari gravate da poco tempo di un divieto d'importazione russo, eccetto nei paesi baltici, sono poco rilevanti. Per l'UE, la percentuale dei prodotti interessati sulle esportazioni complessive è
di un bassissimo 0.1%. Nel secondo semestre, nell'Eurozona
e anche in Svizzera la cautela negli investimenti, aumentata a
causa della situazione incerta, dovrebbe avere invece più
indirettamente un effetto negativo sulla congiuntura.
19.09.2014 09:58
Ago-14
1.0
L'inasprimento delle sanzioni contro la Russia e da parte
della Russia nonché il rischio di un'ulteriore escalation non
fanno escludere un altro forte peggioramento della fiducia
delle imprese. Tuttavia vediamo buoni motivi per evitare nel
complesso una spirale ribassista.
Azioni
4.0
2.0
1.207
0.937
1.289
1223
97.6
0.2
-0.4
-0.6
-0.6
0.5
%, YTD
1.7
-4.7
-6.2
1.4
-11.9
CHF
USD
EUR (DE)
GBP
JPY
3M
10YR
bp, YTD
0.01
0.23
0.08
0.57
0.12
0.54
2.64
1.10
2.59
0.56
-53
-39
-83
-44
-18
Zürich, 19. September 2014
Economic Research
EDITORE
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Economista capo Martin Neff
Brandschenkestrasse 110d, CH-8002 Zurigo
Tel.: 044 226 74 41
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37
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Wochenausblick #8
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