Sanifonds non decolla - Federazione Trentina della Cooperazione

Download Report

Transcript Sanifonds non decolla - Federazione Trentina della Cooperazione

Sanifonds non decolla
«Manca visione unitaria»
I dubbi sollevati dalla Cooperazione e anche dall'associazione Artigiani
L'attivismo di Pensplan Med e l'interesse di UniSalute (gruppo Unipol)
Sanifonds stenta a decollare. Il
fondo sanitario integrativo
provinciale, costituito dopo
una lunga gestazione, davanti
al notaio Piccoli l'8 luglio scorso, non sa ancora cosa vuole
fare: se essere un fondo chiuso
o aperto, contrattuale o mutualistico, se affidarsi ad un gestore nazionale o sperimentare soluzioni regionali. «Non
c'è ancora una visione unitaria» ammette il presidente
(provvisorio) Roberto De Laurentis, numero uno degli Artigiani. «Non è chiaro quale natura gli si voglia fare assumere,
se di fondo chiuso, di fatto obbligatorio, o mutualistica» conferma Michele Odorizzi sintetizzando le perplessità della
Cooperazione. Non sono dubbi da poco posto che, se gli industriali hanno rinviato la propria adesione per non appesantire un costo del lavoro già
eccessivo, Cooperazione e Artigiani rappresentano un'altra
bella fetta di potenziali aderenti. Va chiarito subito che siili'
obiettivo di garantire in una
stagione di welfare calante
una buona assistenza sanitaria integrativa sia per i lavora-
tori dipendenti, sia per gli autonomi, tutti concordano. I
problemi nascono sul "come"
realizzarlo. Se i sindacati plaudono all'estensione di una voce contrattuale già esistente in
molte categorie, se per Confcommercio e Confesercenti si
tratta di passare dai rispettivi
fondi nazionali a quello provinciale, se Confindustria chiede tempo e gli albergatori non
sollevano obiezioni, per Coop
e Artigiani la questione è più
complessa. Perché sono le uniche organizzazioni che hanno
già dato vita a due fondi integrativi provinciali e vogliono
capire cosa ne sarà.
«Abbiamo rilanciato Cooperazione e salute nel 2005 ed oggi contiamo 14 mila associati
con 30 mila prestazioni erogate» dice il presidente Odorizzi
«Rispetto alle ipotesi iniziali,
oggi sembra che Sanifonds,
più che uno strumento mutualistico, si avvìi a diventare una
specie di assicurazione obbligatoria regionale, in buona sostanza un fondo chiuso per lavoratori dipendenti e qualche
autonomo. In secondo luogo
dubito che la creazione di un
contraente unico per le prestazioni sia sempre la soluzione
più efficace, viene meno la flessibilità e la capacità di rispondere alle necessità specifiche
degli associati». Se l'idea di un
consorzio era buona, pare di
capire, non entusiasma la creazione di una "macchina" previdenziale parapubblica in cui i
25 mila dipendenti della Provincia, Comuni ed enti vari, faranno sentire tutto il loro peso.
«Noi crediamo nella mutualità
e nella sussidiarietà, che sono
un'altra cosa» puntualizza
Odorizzi.
L'ombra della «provincializzazione» si fa sentire anche
con la costituzione su delibera
della giunta regionale dell'ottobre 2012, di Pensplan Med
che, attraverso due gestioni separate, si propone come società di servizio per i fondi integrativi di Trento e Bolzano. «Significa che Sanifonds sarà, di
fatto, obbligato a servirsi di
questa controllata pubblica?»
si domanda De Laurentis che
non mostra di gradire l'invadenza, né di affidare senza discussione, né garanzie i 10 mi-
la associati del fondo Siartt, 11
mila tra titolari artigiani e familiari, e del fondo Sia3, 12 mila
dipendenti di imprese artigiane, alla neo nata creatura del
prolifico Pensplan, la quale, gira voce, sinora non ha dato
gran prova di sé nelTelaborare
nomenclatori (l'elenco delle
prestazioni sanitarie) adeguati. Con una perplessità in più,
suscitata dall'ipotesi di uno
sbarco in regione di Unisalute
di Bologna, gruppo Unipol, il
principale assicuratore sanitario nazionale, 240 milioni di
raccolta premi e 163 milioni di
erogazioni. «Non so nulla» dice De Laurentis. Ma la domanda naturale per la Cooperazione e per i fondi artigiani potrebbe suonare così: perché
mai versare i nostri premi ad
una società extra regionale?
Perché sperperare il patrimonio d'esperienza integrativa
sin qui maturato? Perché abbandonare la dimensione mutualistica per una specie di
centralismo pubblico? Interrogativi che non hanno ancora risposta. Per questo, e non per
altro, a sei mesi dalla nascita
Sanifonds è fermo.