«Le banche scommettano sulle imprese»

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- domenica 11 gennaio 2015 -
T R E N T I N O - Pagina: 18 -
la crisi economica
«Le banche scommettano sulle imprese»
Sul ring all’assemblea degli Artigiani, Rossi chiede fiducia, rivendica i risultati ottenuti e promette meno burocrazia
◗ TRENTO
Per accogliere il presidente della Provincia Ugo Rossi, il capo
degli artigiani Roberto De Laurentis aveva preparato un ring
vero e proprio con tanto di
guantoni. Una scenografia significativa, quella scelta per
l’assemblea dell’Associazione
Artigiani che si è svolta ieri al
PalaRotari di Mezzocorona, davanti a 800 persone. L’anno
scorso si era ancora in luna di
miele, Rossi aveva trovato ad
accoglierlo una tranquillizzante panchina. Quest’anno, anche a dimostrare che il livello
di rabbia dei piccoli imprenditori è salito di molto, un ring
con tanto di musica di Rocky a
tutto volume. Ma il governatore non si è lasciato impressionare più di tanto e ha risposto
colpo su colpo alle sollecitazioni di De Laurentis su credito,
burocrazia, investimenti e sviluppo. Ha promesso: «Il 2015
sarà l’anno della ripartenza» e
ha un po’ glissato sulle continue richieste di assegnare gli
appalti prioritariamente alle
imprese trentine. Alla fine i
due contendenti hanno anche
incrociato scherzosamente i
guantoni, anche se non tutti gli
artigiani presenti hanno apprezzato fino in fondo, tanto
che qualcuno mormorava a
bassa voce: «ciacere».
Il confronto pubblico è stato
preceduto dall’assemblea dei
delegati dove l’umore era nero
con quasi tutti i settori che hanno lamentato di sentire nelle
loro carni i morsi della crisi
senza vedere possibili vie
d’uscita. L’edilizia ha perso
quasi metà delle imprese e degli occupati ed è settore che sta
peggio, ma anche gli altri non
ridono. In molti hanno chiesto
a De Laurentis di rappresentare questa situazione da tregenda a Rossi. Poi è arrivato il governatore, vestito grigio, camicia bianca, senza cravatta. Ha
ascoltato l’introduzione del
presidente degli artigiani che è
partito dai numeri: «In Trentino ci sono 13.248 imprese artigiane che danno lavoro a 35
mila persone, 9.940 di queste
sono iscritte alla nostra associazione. Su un Pil trentino totale di 16 miliardi e 750 milioni,
gli artigiani ne producono il 16
per cento, ovvero 2 miliardi e
670 milioni». Numeri importanti che De Laurentis fa seguire dalle prime bordate: «Io avevo appoggiato Rossi, ma ora vedo più un tentativo di cambiamento che un cambiamento
vero. Manca coesione nella
giunta e ci sono troppe retromarce. Così si perde credibilità».
la polemica
«I sindacati frenano
l’innovazione»
Politici di tutti i colori,
sindacalisti e rappresentanti di
categoria. In platea c’erano Diego
Schelfi, Mauro Gilmozzi, Bruno
Dorigatti, Franco Panizza (molto
coccolato), Vittorio Fravezzi,
Mario Malossini, Gianpiero
Passamani, Maurizio Fugatti,
Loris Lombardini, Michele Dalla
Piccola, Luca Zeni, Walter
Kaswalder. C’erano anche
Lorenzo Pomini della Cisl e Walter
Alotti della Uil che si sono irritati
non poco quando Roberto De
Laurentis li ha presi in giro
dicendo che sono dei frenatori e
che se fosse per loro la macchina
burocratica della Provincia non si
modernizzerebbe neanche in 200
anni. Loro hanno risposto che per
molte cose a frenare è proprio De
Laurentis.
Il governatore non si fa pregare. Ammette che nella maggioranza c’è qualche fibrillazione di troppo, anche per la mancanza di una minoranza degna
di questo nome, ma nega che
non ci siano stati cambiamenti: «Abbiamo un passo da montanaro, ma abbiamo fatto delle
cose. Penso alla riforma delle
Comunità di valle che valorizza il ruolo dei comuni, alla legge che ha ridotto di 3 quarti i
tempi per l’approvazione dei
Prg, all’attenzione alla scuola
con il piano trilingue, alla riforma dell’apprendistato». Poi il
governatore passa a parlare il
linguaggio dei numeri: «Soprattutto, in un momento di crisi
come questo abbiamo aumentato gli sconti fiscali sulle imposte provinciali che adesso valgono 339 milioni di euro. Solo
lo sconto sull’Irap vale 250 milioni, quello sull’addizionale Irpef 60 milioni». Il presidente
poi ha parlato della riduzione
di risorse per le finanze provinciali dovute al Patto di garanzia, ma ha anche rivendicato i
risultati positivi ottenuti in 14
mesi di mandato. Ma De Laurentis, davanti alla platea degli
artigiani, ha subito sfruttato
l’assist facendo un gol a porta
vuota: «Saranno tempi celeri
per una classe politica che non
ha mai lavorato, ma per noi no.
In 13 o 14 mesi un’impresa fa
in tempo a chiudere. Qui si deve capire che se la mucca non
dà il latte, salutiamo tutti i servizi pubblici che vengono erogati grazie alle tasse che paghiamo». E qui la sala si è sciolta in un applauso fin troppo
prevedibile. De Laurentis poi è
passato ad altre sollecitazioni
chiedendo una burocrazia più
snella, una scuola, soprattutto
professionale, più al passo con
i tempi e appalti per le imprese
trentine: «Ogni appalto che va
fuori Trentino è una sconfitta.
Ma come tu Provincia mi chiede di restare sul territorio, di
dare lavoro ai trentini e poi sei
mia nemica». E giù un altro applauso: «Sugli appalti, Rossi
glissa, ma non sulla macchina
pubblica: «Stiamo preparando
il riordino della dirigenza provinciale che entro metà febbraio sarà discussa con i sindacati.
Vorremmo introdurre un approccio che tenga conto dei
tempi e dei risultati. Anche per
questo motivo, i dirigenti non
saranno più a vita. Poi, contiamo di arrivare, nel giro di 2 o 3
anni, a sopprimere alcune figure professionali risparmiando
così 12 milioni di euro che si
andranno ad aggiungere ai risparmi del blocco del turn
over». De Laurentis, a questo
punto, tenta un nuovo scambio di colpi e chiede misure per
evitare il credit crunch, la stretta creditizia da parte delle banche. Rossi da una parte annuncia misure concrete: «Vogliamo trasformare il Mediocredito in una vera e propria banca
d’affari a sostegno delle nostre
imprese attraverso un aumento di capitale cui parteciperà la
cooperazione. Finora Durnwalder aveva sempre detto di no.
Ma io sono riuscito a convincere Kompatscher. Per il resto io
chiedo alle banche un atto di fiducia forte. Faccio un appello
a scommettere sulle nostre imprese. Abbiamo bisogno di più
fiducia». C’è il tempo per la foto con i guantoni e poi tutti a
pranzo, sperando che il 2015
sia davvero l’anno buono.
(u.c.)
- domenica 11 gennaio 2015 - CORRIERE DEL TRENTINO - Pagina: 11