Universitá Sulkhan-Saba Orbeliani nuova sede, nuove

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Dal Mondo Stimmatino
Georgia
Universitá
Sulkhan-Saba Orbeliani
nuova sede, nuove facoltà
Venerdì 13 settembre c. a. a Tbilisi ci fu l’inaugurazione
ufficiale della nuova sede dell’Università cattolica intitolata
al grande cattolico Sulkhan-Saba Orbeliani (1658-1725),
consigliere del re Vaxtang VI, fondatore della prima Casa
editrice georgiana e autore del monumentale Dizionario
georgiano (50.000 lemmi) compilato in un trentennio
(1686-1716).
Cerimonia svoltasi secondo i soliti canoni: posa di una
pianticella di ulivo e taglio del nastro a tre mani: Preside Nunzio - p. Gabriele in rappresentanza del Vescovo, mons.
p. Giuseppe Pasotto, assente per motivi di salute.
Il significato di essa apparve chiaro attraverso i discorsi
di circostanza.
Il Preside, sig. Vaja Vardidze, si soffermò sul significato più immediato della parola “nuova” università: ne
fece cioè una breve storia. Fondata nel 2002 dal nostro
vescovo, p. Giuseppe, era chiamata originariamente “Istituto di filosofia, teologia, storia e cultura Sulkhan-Saba
Orbeliani”. Aveva solo tre classi e due piccole stanze per
l’Amministrazione.
Via via prese il volo e, all’atto di una richiesta di esistenza ufficiale, venne riconosciuta come “università” ed ebbe
come sede alcuni piani del grande antico palazzo vescovile.
Per adeguarsi alle nuove esigenze, puntò poi lo sguardo su
uno spazio abbastanza vasto ove ora sorge il nuovo edificio.
Del precedente stabile che l’occupava, al presente restano i
muri perimetrali che inglobano un edificio ultramoderno,
Nelle foto: durante la posa della pianta di ulivo e nella pagina a destra durante il discorso letto da p. Gabriele Bragantini.
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tutto a vetrate: vi accoglie
un ampio salone luminoso a tutto campo; di qui,
tramite ascensore o comode scale si sale ai piani
superiori, dove ci sono i
vari ambienti: numerose
aule scolastiche fornite di mezzi audiovisivi,
biblioteca, aule magne,
servizi igienici, segreterie,
mensa scolastica e perfino stanze di soggiorno
e pernottamento. Alla
sua sommità vi accoglie
un ampio salone a tutto
campo quasi in parallelo
a quello d’ingresso: esso
dà su una terrazza da cui
si può spaziare sulla città.
“Nuova” università
anche perché ora non ha una sola Facoltà di umanità per
baccalaureato in teologia e filosofia con programmi di comunicazione interculturale, ma anche la Facoltà di legge e
affari con riferimento al turismo e all’amministrazione. I
programmi si adeguano agli standard europei; i professori
sono georgiani (cattolici e ortodossi, laici o del clero) e stranieri; si promuovono scambi internazionali, partecipazione
ad attività pubbliche; l’accesso è gratuito per gli alunni più
meritevoli.
Poi fu la volta del Vescovo, presente con uno scritto
letto da p. Gabriele. Egli punta sullo spirito della nuova
università:
- spero che l’Università Saba ponga l’uomo al posto centrale; - ho fiducia che l’Università Saba contribuisca alla
crescita della società e sia concepita come una famiglia
composta di professori, studenti e genitori;
- nutro la speranza che l’Università Saba corrisponda alle
aspirazioni della comunità civica concorrendo alla formazione del vero cittadino.
A ribadire l’intento spirituale intervenne anche il Vicepresidente dell’Associazione tedesca Renovabis con sede in
Frisinga, il Sig. Dr. Gerhard Albert: “Lo spirito della nostra
Associazione - egli disse - è rivolto ai Paesi dell’Est, ne vuole
“rinnovare” il volto (et renovabis faciem terrae) creando una
nuova umanità. Solo animata da questo spirito, Renovabis
si accollò quasi l’intero costo dell’opera.
Prese la parola anche il Nunzio, S. E. mons. arciv. Ma-
Mons. João Carlos Seneme,
vescovo di Toledo
rek Solczynski, che rivolse, per lo più, un augurio alla nuova Università: cresca e porti pace, come la tenera pianticella
di ulivo messa a dimora all’inizio della cerimonia.
Non si può non accennare da ultimo ai rappresentanti
degli attuali circa 500 studenti (che circolavano numerosi
in magliette bianche etichettate SABA): essi fecero sentire
la loro voce non sono leggendo un indirizzo di circostanza, ma anche col canto: tre ragazze eseguirono un canzone
prettamente georgiana, caratterizzata da accordi dissonanti e accompagnata dallo strumento popolare a tre corde, il
panduri.
Un omaggio ai vari oratori (e anche al costruttore) intonato alla circostanza, ossia tre bottiglie di vino, concluse la
cerimonia.
Ma del buon vino e cibi squisiti vennero offerti all’ultimo piano spazioso, precedente nominato, anche a tutti i
presenti al termine della visita ai vari ambienti scolastici:
ottima occasione per familiarizzare, trattandosi per lo più
di docenti, anche ex della prima ora come me.
Tutto risultò ben organizzato e ben riuscito; con una
sola pecca: non era presente alcuna autorità civica, benché
invitata, né alcuna Tv.
Che sia lo stile del seme evangelico, nascosto sotterra
ma poi sbocciato in piante rigogliose?
p. Luigi Mantovani
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