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Parrocchia di San Maurizio

15

11 aprile 2015 Anno XIV° - n°681

www.brusson.net

Chiediti: quand'è l'ultima volta che hai fatto qualcosa per la prima volta?

Maria Paola Sacchetti

Buona Pasqua dai Falabrac

Brusson, 6 aprile 2015.

Proseguono le prove della compagnia teatrale Le Falabrac per il Printemps Théâtral che si svolgerà ad Aosta il 25 aprile 2015 al cinema Splendor. A tutti, buona Pasqua, dai Falabrac.

Prima

Comunione

Manca poco più di un mese dal giorno della Prima Comunione, che si celebrerà il 24 maggio. Ricordiamo ai genitori dei bambini che lunedì 13 aprile, dopo i laboratori di catechismo, alle 18h30, di venire nella sala dela casa parrocchiale per la prova delle tuniche, che verranno consegnate alle famiglie per eventuali aggiustamenti.

Inoltre tutti i martedì alle 20h15 in sala parrocchiale ci sono

le prove di canto

per la Prima Comunione.

Lidia Létey neo laureata

Torino, 28 marzo 2015.

Congratulazioni a Lidia Létey, laureata alla Facoltà di lingue e letterature straniere di Torino con la tesi “Analisi di fi tonimi dialettali in Valle d'Aosta".

Cronaca Sportiva

Tsan

Serie B Girone B

Challand S.V. - Brusson I 439 - 511

Serie C Girone B

Valtournenche - Brusson II 1364 - 1572

Juniores

Chatillon - Brusson 1914- 1919

Sconfi namenti

tentativo di leggere la Via Crucis con occhi pasquali

Brusson, 3 aprile 2015.

Venerdì Santo abbiamo celebrato la Via Crucis partendo dalla chiesa parrocchiale, passando attraverso i prati di La Péa, per poi concludere nella cappella di Vollon.

Ad accompagnarci lungo il cammino sono state alcune rifl essioni prese in prestito da un testo di don Angelo Casati, tutto incentrato sugli "sconfi namenti" di Gesù di Nazareth. Proponiamo qui di seguito una sintesi di questi pensieri rielaborati e adattati per la Via Crucis. .

Uno dei modi di stare al mondo di Gesù possiamo riassumerlo nel verbo "sconfi nare”.

Gesù, lui per il primo, ha lottato una vita contro coloro che avevano imbalsamato Dio, rendendolo temibile e lontano, fuori portata. Lui, che aveva raccontato il volto di Dio così vicino da farsi chiamare papà, è stato imbalsamato a sua volta, reso innoquo e posto lontano, seduto su un trono. Durante i secoli è avvenuta una imbalsamazione anche di Gesù: nei nostri catechismi, nelle nostre tradizioni e

abitudini religiose, nelle nostre Messe, nelle nostre prediche.

Proviamo ad approfondire questo verbo "sconfi nare" così caro a quest'uomo eccezionale. Il verbo sconfi nare è legato al verbo amare. Due verbi che li trovi sempre insieme. Se sono separati la vita si ferma. Se un amore, un’amicizia, una relazione, un gruppo, non sconfi nano, se siamo privi di eccessi, che passione è quella che ci spinge? E’ un movimento che lentamente scade in una pallida abitudine. Diventiamo spenti e fermi, ingessati anche noi.

Gesù comincia sconfi nare scompigliando molto presto, quando ancora è nascosto nel grembo di Maria. Con quel suo modo strano di venire al mondo va a scompigliare la vita di una ragazza, con quel gonfi ore del corpo che le incollerà addosso gli occhi curiosi e sospettosi dei suoi concittadini e gli occhi inquieti e sofferenti di Giuseppe. Sconfi na. Nasce ed è fuori i confi ni della casa.

E' ancora giovane, quando Gesù muore fuori i confi ni, fuori dalla città, muore di croce, tra due malfattori. Più fuori dei confi ni di lui non c’è stato nessuno. In mezzo, tra nascita e croce, Gesù passa una vita a sconfi nare.

Il motivo dell’arresto e della sua condanna lo troviamo propio in questa sua passione di passare i confi ni.

Lui aveva parlato di un Dio che è il Dio dello sconfi namento. Questo faceva inviperire i gruppi religiosi intransigenti, chiusi come caste, come corporazioni. Perché un Dio che sta nei suoi confi ni, è un Dio che fa comodo a chi comanda.

Gesù per gli osservanti di una religione immobile era un pericolo pubblico e lo hanno fermato uccidendolo. Pensavano di averlo fermato. Gesù, per non smentirsi, ha sconfi nato. Risorgendo.

Gesù, per abituare i suoi amici all’idea del suo prossino sconfi namento, di quello che lo avrebbe portato lontano dai loro occhi, aveva iniziato a parlare dello Spirito.

E lo paragonava al vento.

Lo Spirito, come il vento non conosce confi ni.

Non sai di dove viene e dove va, e non può essere contenuto o fermato dentro i nostri recinti.

E aggiungeva: come sconfi na il vento e come sconfi na lo Spirito, così sconfi nano anche quelli che vivono come lui, o che almeno ci provano. Gesù, a chi lo vuole seguire, non impone un’inquadramento, ma uno sconfi namento. Nel salutarli, Gesù aveva dato una consegna ai discepoli: “Andate”. Noi a volte, o sovente, diciamo: “Venite”. Venite da noi, dentro la nostra organizzazione, dentro gruppi connotati dall’ansia dell’appartenenza, con bandiere, stendardi, tessere, etichette e protocolli da osservare. Andate! Diceva Gesù. Sconfi nate.

Nella Chiesa è rimasto qualcosa di questo sbilanciamento vissuto da Gesù? Noi viviamo una cultura dello scontro, una cultura in cui quello che non serve è getto via, come uno scarto. Per uscire da questa cultura che crea povertà e guerre, dobbiamo ripensare e tradurre in iniziative concrete una “cultura dell’incontro”, una cultura dell’amicizia. In altre parole una cultura del passare confi ni.

E allora possiamo sostituire la parola “sconfi namento” la parola “Pasqua”. E’ la stessa cosa. Fare Pasqua vuole dire sconfi nare. Se è così aspettiamoci delle sorprese. Buona Pasqua tutti i giorni.

Geremia Momo

ORaRI SANTE

Lunedì 13 aprile

Non ci sarà la S. Messa

Martedì 14 aprile

Non ci sarà la S. Messa

Mercoledì 15 aprile

-

a La Pila

20h00 S. Messa Giovedì 16 aprile - a Vollon 20h00 - S. Messa anniv. def. Gens Eligio Venerdì 17 aprile - in chiesa 20h00 - S. Messa anniv. def. Ceseracciu Piero e Fassin Maria

Sabato 18 aprile

18h30 - S. Messa def. Catellino Vincenzo

- in chiesa

20h00 - S. Messa def. Rous Edvige e Angela

Domenica 19 aprile

- in chiesa

7h30 - S. Messa 10h00 - S. Messa - anniv. def. Giachino Marco

Telefono Azzurro

ferma la violenza con un fi ore

una piantina di calancola con 12 euro di donazione dopo le S. Messe di sabato 18 aprile e domenica 19 aprile Padre della notte

che voli insieme al vento togli dal mio cuore la rabbia ed il tormento e fammi ritornare agli occhi di chi ho amato quando è poca la speranza che resta nel mio cuore Padre della notte che le stelle fai brillare tu che porti vento e sabbia dalle onde del mare Tu che accendi i nostri sogni e li mandi più lontano come barche nella notte che da terra salutiamo dammi una pace limpida come un limpido amore Padre della notte ovunque è il Tuo mistero dentro ogni secondo come in ogni giorno intero Tu che hai dato a noi la fede come agli uccellini il volo Padre della terra Padre di ogni uomo Padre della notte della musica e dei fi ori Padre dell'arcobaleno dei fulmini e dei tuoni Tu che ascolti i nostri cuori quando soli poi restiamo nel silenzio della notte solo in Te noi confi diamo Fa' che questa mia canzone diventi una preghiera.

Sergio Cammariere

in bacheca

(…) Ho affrontato su Nigrizia il problema del

volontariato internazionale

e delle ong che, per me, erano

troppo legate

ai fi nanziamenti elargiti dalla Cooperazione Italiana. Fummo sommersi da critiche durissime da parte degli organismi di volontariato. Nigrizia sosteneva che gli organismi potevano ricevere una parte dei fondi da parte del ministero degli Esteri, ma il resto dovevano raccoglierlo loro, sensibilizzando e informando il popolo italiano. Altrimenti i volontari rischiavano di diventare i

paletti avanzanti del mercato

italiano. (…) Con il berlusconismo la cooperazione è stata trasformata in un cinico

business

gestito dal ministero degli Affari Esteri. (…) È quanto hanno continuato a fare i governi Monti, Letta, ma soprattutto il governo Renzi. (…) Quand’è che i nostri governi comprenderanno che la cooperazione, da governo a governo, non fa altro che

arricchire le élite del Sud

del mondo, mentre le masse popolari sprofondano in una miseria incredibile? (…) Renzi a Maputo ha detto che l’Eni investirà 50 miliardi di euro per il gas e che “serve ciò che stiamo facendo in Mozambico”. E invece

è proprio questo “sviluppo”

che forza la gente a fuggire dalle zone rurali per ammucchiarsi nelle baraccopoli o per imbarcarsi sui “barconi della speranza”.

tratto da "Gli affari spacciati per cooperazione di Alex Zanotelli -“il Fatto Quotidiano” - 4 aprile 2015

Laboratori di catechismo

lunedì 13 aprile 16h45h00 - ex-asilo

Auguri a

Notizie

dall'Italia

Attenzione, immagini forti Ora che di soldi non ne arrivano quasi più, chissà mai che tornino di moda gli ideali

Alberto Zorloni

La scuola, l’istruzione, il sapere. Fanno paura.

il manifesto - 4 aprile 2015

Redazione: Geremia Momo - tel 0125 300 113 - cellulare 347 25 82 830 - e-mail: [email protected] - fotocopiato con mezzi propri