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Università degli Studi di Salerno
Lezione a distanza n. 1
Dalla logica della separazione/esclusione
alla prospettiva dell’inclusione: l’iter normativo
(1 ora e 30 minuti)
Prof. Maurizio Sibilio
Obiettivo generale
Definire i concetti di inserimento, integrazione ed
inclusione attraverso lo studio dell’evoluzione della
normativa speciale italiana e le Convenzioni
internazionali.
Università degli Studi di Salerno
Obiettivi specifici
Al termine di questa lezione i docenti avranno acquisito
conoscenze di base riguardo:
 le fasi storiche del processo di integrazione/inclusione:
• separazione/esclusione (1908-1960);
• passaggio dalla medicalizzazione all’educazione e riconoscimento
del principio di educabilità (1960-1970);
• inserimento (1971-1976: Legge 30 marzo 1971, n. 118, Nuove norme in
favore dei mutilati ed invalidi civili; Documento Falcucci del 1975);
• integrazione (1977-1994: Legge 4 agosto 1977, n. 517, Norme sulla
valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre
norme di modifica dell'ordinamento scolastico; Legge 5 febbraio 1992, n. 104,
Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone
handicappate);
Università degli Studi di Salerno
Obiettivi specifici
• inclusione (dal 1994 ad oggi: Legge 8 ottobre 2010, n. 170, Nuove
norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambiente educativo;
D.M. 12 luglio 2011, Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli
studenti con disturbi specifici di apprendimento; D.M. 27 dicembre 2012,
Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica; Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo
2013).
 il passaggio dalla prospettiva dell’integrazione all’inclusione:
• The Salamanca Statement and Framework for Action on Special Needs
Education (1994): modello dell’Inclusive education e la child-centred pedagogy;
• Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con
disabilità (2006).
Università degli Studi di Salerno
I primi passi della legislazione speciale
Novecento
Interesse
educativo per
tutte le forme di
disabilità
Ottocento
In Europa vengono istituite scuole speciali per cerebrolesi
(Polonia), alunni con difficoltà di apprendimento
(Copenaghen), bambini deficienti (Barcellona), bambini con
molteplici e differenti tipologie di minorazione (Germania),
bambini con ritardo mentale (Italia).
Pavone, 2014
Università degli Studi di Salerno
I primi passi della legislazione speciale
Diversi fattori concomitanti hanno fornito uno stimolo allo
studio e all’evoluzione degli atteggiamenti nei confronti dei
minori con disabilità:
 istituzione dell’obbligo scolastico (in Italia la legge
sull’istruzione elementare obbligatoria è del 1877 – Legge
Coppino);
 affermazione di discipline quali la psicologia sperimentale, la
psicanalisi, la sociologia, la pedagogia scientifica;
 progresso medico-scientifico che conduce allo sviluppo
delle conoscenze relative alle patologie;
 consolidamento di una nuova concezione dell’infanzia a cui
contribuiscono il movimento delle Scuole Nuove e le
correnti che fanno capo alla Pedagogia dell’Attivismo.
Pavone, 2014
Università degli Studi di Salerno
L’Italia è uno dei primi paesi europei che
ha previsto forme di accoglienza degli
alunni con disabilità nei contesti
scolastici, passando dall’esclusione all’
inserimento, all’integrazione fino ad
accogliere nel 2009 la prospettiva della
full inclusion proposta dalla Convenzione
delle Nazioni Unite del 2006.
d’Alonzo & Caldin, 2012
Università degli Studi di Salerno
Fasi storiche del processo di
integrazione/inclusione
Università degli Studi di Salerno
Il passaggio dalla logica della separazione
(esclusione), propria dei primi decenni del secolo
scorso, ad una scuola per tutti e ciascuno ha costretto la
scuola a cercare soluzioni, elaborare strategie, ripensarsi
nelle sue finalità, sviluppare collaborazioni
Logica della
separazione
Scuola per
tutti e
ciascuno
Carta di Lussemburgo (1996)
Università degli Studi di Salerno
Separazione/Esclusione
1908 - Nascita delle
prime classi differenziali
Pedagogia emendativa e
curativa
Pavone, 2012
Università degli Studi di Salerno
Classi
differenziali
Accolgono alunni
tardivi o con lievi
anomalie psichiche
e sensoriali
Scuole
speciali
Riservate ad alunni
che presentano
gravi deficit
Fino agli anni Venti, tali istituzioni nascono grazie
all’iniziativa dei Comuni e dei privati, in quanto lo
Stato risulta pressoché assente nel settore
dell’educazione dell’infanzia disabile
Pavone, 2014
Università degli Studi di Salerno
Il termine pedagogia emendativa e curativa tende a sottolineare
l’intervento che modifica, integra, raddrizza, nei limiti del possibile,
storture o deficienze originarie o acquisite nell’età evolutiva.
azione
educativa
“correttiva e
curativa”
posizione
recettiva
“malata,
distorta e
deficitaria”
Nel suo complesso e nella sua accezione di rieducazione, tale
impostazione pedagogica ha assunto un significato e
finalità prevalentemente negative: colmare carenze, correggere
storture
Pavone, 2012
Università degli Studi di Salerno
1923 - La Riforma Gentile
innalzamento dell'obbligo scolastico sino al quattordicesimo anno di età;
disciplina dei vari tipi di istituzioni scolastiche, statali, private e parificate;
insegnamento obbligatorio della religione cattolica;
creazione dell'istituto magistrale per la formazione dei futuri insegnanti elementari;
istituzione di scuole speciali per gli alunni
portatori di handicap;
la messa al bando dello studio della psicologia, della didattica e di ogni attività di tirocinio;
graduale messa al bando dagli istituti scolastici di ogni ordine e grado delle lingue delle comunità
nazionali appena annesse all'Italia (tedesco, sloveno e croato).
1923 - La Riforma Gentile
Segna l’intervento diretto e indiretto
dello Stato nel settore dell’educazione
speciale, con l’obiettivo di
razionalizzare la miriade di istituzioni
esistenti
I cosiddetti «anormali psichici» sono esclusi dal diritto/dovere
dell’obbligo scolastico e indirizzati alle classi differenziali, alle
classi annesse o all’asilo-scuola
Pavone, 2014
Nel periodo fascista,
con l’obiettivo del
recupero funzionale
della disabilità,
molti bambini furono
tolti dall’ambiente
familiare e destinati
ad appositi istituti
riabilitativi
All’educazione e
all’inserimento fu
quindi sostituito il
principio della
medicalizzazione
d’Alonzo & Caldin, 2012
Università degli Studi di Salerno
R.D. 31-121923
• Nascono apposite
strutture scolastiche
destinate ai bambini
minorati di scuola
elementare:le scuole
speciali, le classi
differenziali, gli istituti per
sordi e ciechi
R.D.
415/25
n.653
• Si stabilisce che tutti coloro
che non hanno le capacità
funzionali degli organi
idonee per sostenere prove
di profitto, possono essere
dispensati parzialmente o
totalmente dai normali
esami con l’obbligo di
sottoporsi a prove
equipollenti.
Università degli Studi di Salerno
Relativamente alle classi differenziali si stabilisce che:
“[...] quando gli atti di permanente indisciplina siano
tali da lasciare il dubbio che possano derivare da
anomalie psichiche, il maestro può, su parere conforme
all’Ufficiale Sanitario, proporre l’allontanamento
definitivo dell’alunno al Direttore didattico il quale
curerà l’assegnazione dello scolaro alle classi
differenziali”
Regolamento Generale approvato
con R.D. 26/4/1928, n. 1297
Università degli Studi di Salerno
Il passaggio dalla logica dell’esclusione/separazione prevede il
riconoscimento del principio di educabilità ed il passaggio dal
concetto di medicalizzazione a quello di educazione.
«L’inserimento scolastico del bambino disabile è stato
caratterizzato, fino alla fine degli anni ‘60, da un
approccio prevalentemente medico, in una situazione di
diffusa emarginazione e istituzionalizzazione»
(Cottini, 2008)
Università degli Studi di Salerno
Medicalizzazione
L’indicatore concettuale della medicalizzazione reca una
reale accezione negativa allorché rimanda ad una visione
organicistica, protesica e farmacologica, dei disturbi e
delle condizioni di disabilità
(Crispiani, 2012)
Università degli Studi di Salerno
Educazione
L’educazione si presenta nella funzione di sostegno al
soggetto nella ricerca delle proprie capacità, abilità e
predisposizioni, ricostruendo il senso umano.
(Crispiani, 2012)
Università degli Studi di Salerno
Non c’è educazione se non si afferma il «principio
dell’educabilità» che si esplicita nella:
intensa fiducia nell’umanizzazione
dell’educando
“apertura alle possibilità di orientarsi verso
una propria meta”
“libertà di decisione che deve diventare
qualità personale nel contesto di vita”
Frauenfelder & Santoianni, 1997
Università degli Studi di Salerno
In Italia il riconoscimento dell’educabilità delle persone con
disabilità inizia a consolidarsi con l’attività di Montesano, De Sanctis
e Montessori e con l’apertura dei primi “asili-scuola”, “scuole
ortofreniche” e “istituti medico-pedagogici” tra il 1899-1901.
Ancor prima, nel 1889, l’antesignano Gonnelli Cioni, pedagogista,
aveva fondato a Chiavari il primo istituto italiano dei frenastenici
aveva compreso la necessità di intervenire tempestivamente a favore
di quanti ancora reclusi negli ospedali e nei manicomi attendevano
interventi di aiuto pedagogico per poter recuperare il loro equilibrio.
Lo studioso parla, inoltre, di un metodo legato all’educazione fisica
e morale e dedica particolare attenzione anche all’educazione in
famiglia.
De Anna, 2014
Università degli Studi di Salerno
1948
La Costituzione Italiana
Rappresenta il
primo vero
documento che
afferma i diritti
del
diversamente
abile
Definisce i
compiti dello
Negli articoli 3,
Stato nel
34, 36 stabilisce
rimuovere ogni
l’uguaglianza e
tipo di ostacolo
il diritto allo
che non consenta
studio da parte
al cittadino la sua
di tutti i cittadini
piena
affermazione
Università degli Studi di Salerno
1968
Anno
della
scoperta
della
diversità
• L’handicap si trasforma
in diversità, risorsa da
riconoscere e integrare
socialmente sulla scia dei
principi di uguaglianza
sociale, recuperando la
dignità dei soggetti
portatori di handicap con
il loro graduale
inserimento nella vita
sociale e scolastica
Università degli Studi di Salerno
Assemblea Generale delle Nazioni Unite
DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DEGLI HANDICAPPATI MENTALI
(1971)
“Il fanciullo che si trova in una situazione
di minoranza fisica mentale e sociale ha
diritto a ricevere il trattamento,
l’educazione e le cure speciali di cui esso
ha bisogno per il suo stato e la sua
condizione”
Università degli Studi di Salerno
Inserimento
Legge 118/71 Nuove norme in favore
dei mutilati ed invalidi civili
Tale strumento normativo apre le porte
del sistema scolastico normale, prevedendo
per gli studenti con minorazione
psicofisica il diritto all’inserimento [i
sensoriali dovranno attendere il 1976 (non
vedenti) e il 1977 (i sordi)]
Università degli Studi di Salerno
Inserimento
Legge 118/71 Nuove norme in favore
dei mutilati ed invalidi civili
«L’istruzione dell’obbligo deve avvenire nelle
classi normali della scuola pubblica, salvi i casi
in cui i soggetti siano affetti da gravi
deficienze intellettive o da menomazioni fisiche
di tale gravità da impedire o rendere molto
difficoltoso l’apprendimento o l’inserimento
nelle predette classi normali» (Provvedimenti per
la frequenza scolastica, art.28).
Università degli Studi di Salerno
Inserimento
Legge 118/71 Nuove norme in favore
dei mutilati ed invalidi civili
Per sostenere la fattibilità della scelta la legge
afferma che non basta introdurre gli studenti
disabili ma devono essere assicurati svariati
presidi:
- trasporto gratuito;
- superamento delle barriere architettoniche;
- assistenza durante l’orario scolastico degli
invalidi più gravi.
Università degli Studi di Salerno
Inserimento
Legge 118/71 Nuove norme in favore
dei mutilati ed invalidi civili
Riconosce il diritto dei minori con deficit ad
avere un posto nella scuola comune
preoccupandosi di garantire le condizioni della
loro presenza, senza entrare nel merito della
qualità dell’esserci, della validità ed efficacia
del progetto formativo, delle relazioni
interpersonali e della socializzazione
Università degli Studi di Salerno
Aspetti positivi della prospettiva
dell’inserimento
“La prospettiva dell’inserimento ha implicanze
di tutto rispetto, in quanto chiama in causa la
messa a disposizione di presidi, professionisti
e azioni deputati a rendere sostenibile la
presenza di minori con disabilità negli
ambienti scolastici ordinari, così da far
diventare reale il diritto soggettivo
all’istruzione”
Pavone, 2012
Università degli Studi di Salerno
Limiti della prospettiva
dell’inserimento
“Che il modello dell’inserimento non sia
sufficiente ad assicurare il valore del
progetto/processo di formazione della
personalità dello studente fragile e il benessere a
scuola per lui come per i compagni e per gli
insegnanti, è evidente: la quantità dei presidi
erogati non può riassumere in sé, né da sola
assicurare la qualità del percorso e del risultato”.
Pavone, 2012
Università degli Studi di Salerno
In quegli anni di trasformazione si è aperto un dibattito sulla
riforma del sistema scolastico mosso dall’esigenza di
riordinare lo stato giuridico del personale direttivo,
ispettivo, docente e non docente di ogni ordine e grado della
scuola.
Decreti
delegati
del 1974 e del
1975
Rinnovare la scuola in
una visione d’interazione
con la società
de Anna, 2014
Università degli Studi di Salerno
In questo nuovo tipo di comunità scolastica, la funzione
docente veniva ad intendersi come “esplicazione
essenziale della trasmissione della cultura, di contributo
all’elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei
giovani a tale processo e alla formazione umana e critica
della loro personalità
(D.P.R. 31 maggio 1974, . 417, art 2)
Sibilio, 2003; Pavone, 2014
Università degli Studi di Salerno
Nella dinamica di tale rinnovamento, si
pensava di poter arrivare al superamento di
quelle situazioni di emarginazione umana,
culturale e sociale in cui si trovava
l’infanzia “handicappata”, come era
definita allora.
Pavone, 2014
Università degli Studi di Salerno
Commissione Falcucci (1975)
Commissione di esperti per
studiare la questione
dell’inserimento dei bambini con
disabilità
- Organizzazione di una scuola attenta
alle diversità, accentuando le azioni
educativa verso alunni in difficoltà.
- Valorizzazione dell’handicap come
un’opportunità, una risorsa per fare
scuola, per avviare ricerche e introdurre
metodologie innovative.
Università degli Studi di Salerno
Principi pedagogici della Commissione Falcucci
Affermazione delle potenzialità, prima della
considerazione della patologia
La necessità di costruire obiettivi comuni alle varie
istituzioni scolastiche
La ridefinizione del modello di scuola e dei sistemi di
valutazione
La presa di coscienza della pluralità delle intelligenze
La necessità dell’interazione soggetto-classe
Sibilio, 2003
Università degli Studi di Salerno
Commissione Falcucci: in questo documento
troviamo riflessioni pedagogiche valide ancora oggi
ed in linea con il concetto di inclusione
L’attenzione della risoluzione del Senato non si fissa sull’allievo con
disabilità, ma è rivolta, prima di tutto, allo sviluppo di un sistema
integrato di collaborazione sul territorio con i servizi sanitari e sociali.
Pur affermando la centralità primaria de ruolo della scuola, viene
affrontato il problema della trasformazione del modo di essere della
scuola affinché possa concretamente portare a maturazione, sotto il
profilo culturale, sociale e civile, le possibilità di sviluppo di ogni alunno
(de Anna, 2014).
Università degli Studi di Salerno
Commissione Falcucci, 1975
Tra gli obiettivi vi sono:
• la preparazione e l’aggiornamento permanente dei
docenti, non solo sotto il profilo tecnico-scientifico, ma
anche in relazione alla continua riflessione sulle esperienze
pedagogiche fatte e da farsi;
• l‘attuazione di un’articolazione della vita scolastica a
“tempo pieno”, intesa non come una sovrapposizione di
momenti diversi del tempo scolastico, ma come una
successione organica ed unitaria di momenti educativi;
• la presenza nella scuola di insegnanti specializzati e
di operatori non docenti (psicologo scolastico, assistente
sociale, etc.) a sostegno del processo di integrazione
de Anna, 2014
Università degli Studi di Salerno
Verso
l’integrazione
Legge 517
del 1977
Università degli Studi di Salerno
Legge 517 del 1977
“l’utilizzazione
dei docenti, di
La scuola prevede
ruolo o incaricati
l’attuazione di
“con la prestazione
a tempo
forme
di insegnanti
indeterminato in
d’integrazione
specializzati
scolastica attraverso
servizio nella
assegnati” per la
l’inserimento degli
scuola media e in
scuola elementare
studenti disabili nelle
possesso di
istituzioni scolastiche
particolari titoli di
specializzazione”
Università degli Studi di Salerno
La legge 517 propone che
l’integrazione si realizzi attraverso
Classi aperte
Flessibilità
Programmazione
Valutazione
Sibilio, 2003
Università degli Studi di Salerno
Integrazione attraverso l’inserimento
nelle scuole normali e abolizione
delle classi differenziali
Legge 517/’77
Necessità di un’azione
interistituzionale
Nasce la programmazione come
modalità per far crescere le
potenzialità e riconoscere le differenze
DF – PDF - PEI
Sibilio, 2003
Università degli Studi di Salerno
Legge 517/’77
Suggerimenti
metodologicodidattici
Sibilio, 2003
La
programmazione
educativa può
comprendere
attività
scolastiche
anche a carattere
interdisciplinare
organizzate per
gruppi di alunni
della stessa
classe o di classi
diverse
Iniziative di
sostegno anche
allo scopo di
realizzare
interventi
individualizza
ti in relazione
alle esigenze
dei singoli
alunni
Università degli Studi di Salerno
C.M. 167/1978
Si ritiene di affiancare al corpo docente l’azione di
insegnanti con particolare competenza nell’affrontare
i problemi psicopedagogici dell’età evolutiva
favorendo così la piena realizzazione di quegli
obiettivi di organizzazione scolastica e di azione
didattica previsti dalla legge 517/77.
de Anna, 2014
Università degli Studi di Salerno
C.M. 199/1979
de Anna, 2014
Segna una svolta importante dal punto di vista pedagogico per
l’affermazione del pieno coinvolgimento dell’insegnante di
sostegno nella programmazione didattica della classe.
Vengono, infatti, definiti i compiti dell’insegnante di sostegno e la
sua assegnazione.
Si fa sempre più riferimento al’orientamento di una
programmazione educativa dell’inserimento degli alunni con
disabilità, finalizzata e qualificata dalla collaborazione tra gli
insegnanti di sostegno e gli insegnanti di classe
approfondendo le metodologie e la didattica degli interventi
Università degli Studi di Salerno
Sentenza 215/1987
La sua lettura non è solo un a disamina giuridica del
problema, ma è fondamentalmente una conquista
pedagogica (de Anna, 2014)
“L’alunno con disabilità proprio in quanto pone alla scuola una
domanda più complessa di aiuto educativo e di sostegno-didattico
necessita più di ogni altro di una particolare attenzione educativa
volta a realizzare un progetto individualizzato unitario che, pur nella
differenziazione dei tre ordini di scuola – materna, elementare e
media – consenta un’esperienza scolastica di ampio respiro, priva di
fratture e sempre coerente con gli individuali bisogni educativi e ritmi
di apprendimento” (Sentenza 215/1987).
Università degli Studi di Salerno
La prospettiva dell’integrazione
nella Legge 5 Feb.1992, n. 104
La prospettiva dell’integrazione trova il suo
naturale approdo nello sforzo di
razionalizzazione della Legge 5 Feb. 1992,
n.104 Legge – quadro per l’assistenza,
l’integrazione sociale e i diritti delle persone
handicap
LEGGE 104 5/2/1992
Integrazione
scolastica come
parte del processo di Scansione delle fasi
(DF, PDF, PEI).
integrazione sociale
che coinvolge tutte
le istituzioni
Sibilio, 2003
Università degli Studi di Salerno
Diagnosi Funzionale
Redatta a seguito
dell’individuazione del
soggetto con deficit
Fornisce una descrizione
delle potenzialità e
difficoltà dell’allievo
Profilo Dinamico
Funzionale
Dopo un primo periodo
di inserimento scolastico
Si Individuano i livelli
prevedibili di sviluppo
raggiungibili a seguito di
interventi educativi
specifici
PEI
Progettazione ed
Implementazione di degli
interventi e delle attività
ritenute utili.
Il Pei dovrebbe
rappresentare una
modalità di
programmazione
longitudinale in grado di
accompagnare verso un
sempre maggiore livello di
autonomia
Università degli Studi di Salerno
Pavone, 2012
ATTENZIONE
ALLE DINAMICHE
DI ACCOGLIENZA
INTEGRAZIONE
TENSIONE VERSO
UNA VISIONE
ECOLOGICOSISTEMICA
IDENTIFICAZIONE
DEI BISOGNI E
STRATEGIE
DIDATTICHE
FAVORENTI
D’Alonzo & Caldin, 2012
Università degli Studi di Salerno
La prospettiva dell’integrazione
«Quando entra a scuola un minore con deficit,
riservargli una posizione valorizzante comporta per la
comunità scolastica notevoli responsabilità:
- capacità di identificare i suoi bisogni e quelli del
nucleo familiare;
- preparazione professionale anche specializzata;
- disponibilità e capacità di costruire un percorso di
apprendimento
adeguato,
improntato
alla
collegialità e reciprocità»
Pavone, 2012
La prospettiva dell’integrazione
Sul piano didattico, la progettualità orientata
all’integrazione comporta l’adozione di strategie e
metodologie favorenti, quali l’apprendimento
cooperativo, il lavoro di gruppo e/o a coppie, il
tutoring, l’apprendimento per scoperta, la
suddivisione del tempo in tempi, l’utilizzo di
mediatori didattici, di attrezzature ed ausili
informatici, di software e sussidi specifici.
Pavone, 2012
La prospettiva dell’integrazione
«L’integrazione guarda alle dinamiche dei
processi di accoglienza, sia individuali che
collettivi e vuole armonizzare l’istanza di
sviluppo personale con la qualità e flessibilità
degli interventi programmatici, organizzativi e
didattici comportamentali d’aula e di istituto»
Pavone, 2012
La prospettiva dell’integrazione
«Alla base del concetto (dal lat. Integer: rendere
qualcosa completo, più valido aggiungendovi
ulteriori elementi; inserire una persona in un
ambiente in modo che ne diventi parte
organica) c’è la tensione verso una visione
ecologico-sistemica»
Pavone, 2012
La prospettiva dell’integrazione
L’integrazione indica il processo attraverso cui
diverse entità (individuo e gruppo) tendono a
costituire una totalità e a raggiungere un
equilibrio.
Pavone, 2012
La prospettiva dell’integrazione
“In presenza di risorse adeguate, la qualità
dell’azione educativo-didattica locale si
determina attraverso il reciproco adattamentoaccomodamento attivo tra l’individuo e la
situazione ambientale immediata, includendo
anche le interconnessioni tra più situazioni
ambientali, nonché le influenze esterne che
derivano dalle condizioni ambientali di
carattere più generale”
Pavone, 2012
La prospettiva dell’integrazione
«La prospettiva dell’integrazione trova
corrispondenza nel modello sociale della
disabilità introdotto dall’OMS nel 2001 con la
Classificazione Internazionale del Functioning
and Health – ICF»
Pavone, 2012
La prospettiva dell’integrazione
«L’innovativo paradigma considera la persona
non soltanto dal punto di vista sanitario, ma
ne promuove un approccio globale attento alle
risorse soggettive e alle potenzialità
complessive, tenendo presente che il contesto
personale, naturale, scolastico, sociale e
culturale incide sulla possibilità che tali risorse
hanno di esprimersi».
Pavone ,2012
Pavone, 2012
Dalla prospettiva dell’integrazione all’inclusione
•
Per ritrovare alcune delle tracce di un percorso storico a
livello internazionale occorre mettere in correlazione due
importanti eventi:
La dichiarazione di Salamanca
Conferenza mondiale sull'educazione
92 governi e di 25
organizzazioni internazionali
alla Conferenza mondiale
sull'educazione e le esigenze
speciali riunita a Salamanca
(Spagna) dal 7 al 10 giugno
1994
Università degli Studi di Salerno
La dichiarazione di Salamanca
Conferenza mondiale sull'educazione
Si parla di «educazione per tutti», si punta
l’attenzione sui «bisogni educativi speciali» e
sulla necessità di «trasformare i sistemi
educativi», promuovendo un approccio
integrativo dell’educazione, al fine di permettere
alle scuole di divenire un servizio per tutti i
bambini ed in particolare per quelli con bisogni
educativi speciali
Università degli Studi di Salerno
La dichiarazione di Salamanca
Conferenza mondiale sull'educazione
Dalla “Dichiarazione di
Salamanca” emerge che
l’Inclusive Education
richiede che i sistemi educativi
sviluppino una Pedagogia
centrata sul singolo bambino
(child-centred Pedagogy),
rispondendo in modo flessibile
alle esigenze di ciascuno.
Tale pedagogia, si fonda
sull’idea innovativa che
le differenze vadano
considerate come
risorsa e non come
ostacolo.
Lascioli, 2011
Università degli Studi di Salerno
«L’inclusione interessa un raggio sempre più
ampio di studenti piuttosto che quegli studenti in
possesso della certificazione per l’handicap.
Riguarda tutti gli allievi che rischiano di essere
esclusi dalle opportunità scolastiche, a seguito del
fallimento del sistema scuola»
Principi Guida per promuovere la qualità nella Scuola Inclusiva –
Raccomandazioni Politiche, Odense, Danimarca: European
Agency for Development in Special Needs Education, 2009.
Università degli Studi di Salerno
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti
delle persone con disabilità, 2006
Solo dopo tale Convezione è possibile
parlare di sistema educativo inclusivo,
intendendo l’inclusione come affermazione
del diritto e dovere di tutti i cittadini di
creare una società inclusiva
Pavone, 2012
Università degli Studi di Salerno
Con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009,
il Parlamento italiano ha ratificato la Convenzione ONU
per i diritti delle persone con disabilità.
La ratifica della Convenzione
rappresenta una prima garanzia
del riconoscimento dei pieni
diritti alle persona con disabilità
de Anna, 2014
L’Italia ha partecipato attivamente
alla stesura del testo ed è stata
fortemente ascoltata grazie agli
interventi dei nostri rappresentanti
Università degli Studi di Salerno
La prospettiva dell’inclusione
•
Secondo l’approccio culturale inclusivo, prevalente nei
documenti internazionali, la persona con disabilità è parte
della comunità a pieno titolo, al pari degli altri.
•
I principi di funzionamento e le regole del contesto
devono essere formulati avendo presenti tutti i
componenti, ognuno portatore della propria specificità: la
diversità di ciascuno diviene la condizione normale
nella società, nella scuola, in aula.
•
In quest’ottica è il sistema scolastico che deve adattarsi
preventivamente alla eterogeneità degli alunni; perciò
anche i servizi sociali vanno portati quanto più possibile
nei contesti scolastici.
Pavone, 2012
INSERIMENTO
Il concetto di
inserimento chiama
in causa la
dimensione del
diritto ad avere
riconosciuto un
posto all’interno
della scuola di
tutti, richiamando i
servizi e le risorse di
cui il soggetto
necessita
INTEGRAZIONE
Il processo di
integrazione attiene
al come gli attori si
coinvolgono e
interagiscono, per
perseguire
intenzionalità di
educazione e di
istruzione dialogiche
e condivise.
INCLUSIONE
La prospettiva
dell’inclusione adotta un
approccio valorialeprogettualeorganizzativo radicale,
rivolto a priori ad un
gruppo eterogeneo, in
cui la diversità diventa la
condizione naturale della
convivenza.
Pavone, 2012
Università degli Studi di Salerno
Riferimenti bibliografici
• Cottini, L. (2008). Progettare la didattica in una scuola in movimento: modelli a
confronto. Roma: Carocci Editore.
• Crispiani, P. (2012). “Tendenze epistemologiche della pedagogia e della
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Università degli Studi di Salerno