Dalla politica sociale alla politica dell’impiego (dalla

Download Report

Transcript Dalla politica sociale alla politica dell’impiego (dalla

Dalla politica sociale alla
politica dell’impiego
(dalla hard alla soft law?)
Il titolo VIII del trattato di Amsterdam
(artt. 125-130)
Il contesto storico


La disoccupazione diventa in Europa un
problema che impone strategie urgenti
Fra il 1991 e il 1996 l’economia europea registra
i risultati peggiori dal dopoguerra per quel che
concerne sviluppo e occupazione
Politica
dell’occupazione



Contenuto: Mercato del lavoro
(creazione di nuovi posti di lavoro
o mantenimento di quelli esistenti,
formazione, capabilities, ageing)
Metodo: Misure più di carattere
politico che giuridico: soft law
diretta dal governo comunitario,
più autorevolezza e persuasione
che decisione. Regolazione
economica
Obiettivi: lotta all’esclusione sociale
(inserimento nel mdl di giovani
donne disoccupati)
Politica sociale



Contenuto: Diritti collettivi ed
individuali dei lavoratori
subordinati (regolazione del
rapporto di lavoro)
Metodo: più misure di carattere
legale che politico (direttive ecc.).
L’approccio comunitario classico
basato sulla hard law (esercizio del
potere decisionale). Regolazione
sociale.
Obiettivi: regolamentazione
migliorativa dei rapporti di lavoro
tradizionali
Altro elemento di contesto: il modello
sociale USA v. il modello sociale Europeo



Nel periodo mentre il tasso di occupazione in Europa
crolla dal 62% al 60,5, il tasso corrispondente negli
USA e nel Giappone tocca il record del 75%
Le allarmanti cifre della disoccupazione giovanile (sotto
i 25 anni) in Europa: il 20%, il doppio del livello degli
adulti.
Si registrano forti disparità tra i paesi membri: dal 3%
nel Lussemburgo al 22.1% in Spagna (disoccupazione
generale)
La sfida e la risposta…una parola
chiave



Nell’epoca dell’Euro: come conciliare, le
politiche macroeconomiche, monetarie, sociali e
le politiche dell’impiego.
Recuperare in un progetto più popolare
l’atteggiamento sempre più cinico e pessimistico
dei cittadini europei
La parola d’ordine: “modernizzare per
sopravvivere”
I vincoli sociali per gli stati nazionali
dopo la moneta unica



Non è più possibile alimentare l’occupazione attraverso
svalutazioni competitive e aggiustamenti dei tassi di interesse: la
moneta unica impone una centralizzazione progressiva delle
politiche monetarie a livello europeo.
La moneta unica e l’adozione del Patto di stabilità (1997)
impediscono politiche di espansione del debito pubblico e quindi
precludono la possibilità di combattere la disoccupazione
attraverso politiche di creazione di posti di lavoro nel settore
pubblico
Il diritto comunitario della concorrenza incominciò a interferire
con le politiche occupazionali limitando progressivamente certi
tipi di aiuti di stato alle imprese in specifici settori e attraverso la
concessione o il diniego di fusioni e acquisizioni di controllo
Il cambiamento istituzionale e i suoi
anticipi


Cambiamenti legali




Il nuovo titolo VIII del
trattato: obiettivi
Allineare la politica
monetaria e la politica
dell’impiego
Collocare l’obiettivo della
promozione occupazionale nel
cuore delle misure
dell’Unione (nuova base
costituzionale)
Il processo politico (Lussemburgo)



Metodo:



Graduale convergenza e non
più armonizzazione
Promuovere
l’interdipendenza fra tutti
gli attori
Sorveglianza comunitaria
(peer review) e
benchmarking delle migliori
pratiche


Nuovo punto di partenza nel pensiero
e nell’azione: promuovere
l’occupazione attraverso la soft law e
il coordinamento
SEO strategia europea per
l’occupazione. Ritmo programmato,
sviluppato come un processo multi
annuale e multilivello con l’obiettivo di
un coordinamento transnazionale
delle politiche del lavoro nazionali
intorno a delle priorità concordate
comunemente.
SEO basata interamente sulla soft
law e su metodi persuasivi non
impositivi legittimata da una
concezione della sussidiarietà dove
differenti sfere di azione sono
interrelate
Esigenza di bilanciare l’obiettivo di
preservare le diversità e un grado
flessibilità per le politiche degli
attori nazionali e locali,
contemporaneamente esaltando
l’interdipendenza degli obiettivi
sociali ed economici dell’Unione in
un’era di rapida globalizzazione
Metodo simile a quello adottato per
le politiche monetarie (obiettivi e
criteri convergenti – indicatori
economici – ma senza sanzioni
Il titolo del trattato sull’occupazione
(approccio intergovernativo)


Il Parlamento marginalizzato e ruolo della
Commissione come “supporting player”
Art. 126 (§2) colloca la responsabilità sugli stati membri
che “ attraverso le loro politiche in materia di
occupazione, contribuiscono al raggiungimento degli
obiettivi di cui all'articolo 125 in modo coerente con gli
indirizzi di massima per le politiche economiche degli
Stati membri e della Comunità adottati a norma
dell'articolo 99, paragrafo 2)
Obiettivi della SEO


125 : Gli Stati membri e la Comunità, in base al presente titolo, si
adoperano per sviluppare una strategia coordinata a favore dell'occupazione,
e in particolare a favore della promozione di una forza lavoro competente,
qualificata, adattabile e di mercati del lavoro in grado di rispondere ai
mutamenti economici, al fine di realizzare gli obiettivi di cui all'articolo 2
del trattato sull'Unione europea e all'articolo 2 del presente trattato.
Interesse economico (art. 127 §2):


Nella definizione e nell'attuazione delle politiche e delle attività comunitarie si tiene
conto dell'obiettivo di un livello di occupazione elevato.
Significa che nessuno stato membro può considerare
l’occupazione un obiettivo secondario. Tuttavia non sono previsti
indicatori vincolanti (come nelle politiche monetarie: debito,
deficit, tasso di inflazione) né sanzioni legali (sanzioni di misura
appropriata: art. 104 § 11).
Base legale per le misure di
convergenza (art. 129)
“Il Consiglio… può adottare misure di incentivazione dirette a
promuovere la cooperazione tra Stati membri e a sostenere i loro
interventi nel settore dell'occupazione, mediante iniziative volte a
sviluppare gli scambi di informazioni e delle migliori prassi, a
fornire analisi comparative e indicazioni, nonché a promuovere
approcci innovativi e a valutare le esperienze realizzate, in
particolare mediante il ricorso a progetti pilota”. Soft law
Tali misure non comportano l'armonizzazione delle disposizioni
legislative e regolamentari degli Stati membri.

Art. 130 Il comitato per l’occupazione
Il Consiglio, previa consultazione del Parlamento europeo, istituisce un
comitato per l'occupazione a carattere consultivo, al fine di promuovere il
coordinamento tra gli Stati membri per quanto riguarda le politiche in
materia di occupazione e di mercato del lavoro. Il comitato è incaricato di:
— seguire la situazione dell'occupazione e le politiche in materia di occupazione
negli Stati membri e nella Comunità,
— (…) formulare pareri su richiesta del Consiglio o della Commissione o di
propria iniziativa, e contribuire alla preparazione dei lavori del Consiglio di
cui all'articolo 128.
 Non è previsto alcun potere formale per i partner sociali di
adottare accordi quadro sotto tale titolo: soltanto un diritto ad
essere consultati dal Comitato

Art. 128: il procedimento (commenti
oltre)

L’approccio alla strategia per l’occupazione è
ispirato al già esistente processo di convergenza
in campo macro economico (Essen); è il livello
nazionale statale che rimane prioritariamente
responsabile delle politiche del lavoro e dei suoi
risultati sebbene l’occupazione è considerata
questione di interesse comune per il livello
nazionale ed Europeo
segue
1.
2.
3.
4.
5.
6.
In base a una relazione annuale comune del Consiglio e della
Commissione, il Consiglio europeo esamina annualmente la situazione
dell'occupazione nella Comunità e adotta le conclusioni del caso.
Alla stessa cadenza il Consiglio elabora e adotta linee guida comuni
approvandole a maggioranza qualificata.
Ciascuno Stato membro trasmette al Consiglio e alla Commissione una
relazione annuale sulle principali misure adottate per l'attuazione
della propria politica in materia di occupazione, alla luce degli
orientamenti in materia di occupazione di cui al paragrafo precedente
(PAN)
La commissione si aspetta che i governi coinvolgano nella redazione
degli stessi i partner sociali a vari livelli sia nell’elaborazione che
nell’attuazione dei piani.
Una valutazione annuale ha luogo sulla base della quale sono elaborate
delle raccomandazioni che il Consiglio può inviare agli Stati membriLe raccomandazioni inviate agli Stati le cui politiche non sono state
valutate in linea con lineeguida non alcun effetto obbligatorio ma
possono sortire un forte effetto simbolico ( significato politico:
“named and shamed effect”)
The graphic of the process….
Joint annual report Comm.
Council.
New
Evaluation of
Naps and
Recommendation
Council and Commission
Nap: National action plan:
scheduled measures to
implement guidelines, (MS)
Guidelines Com.
Council
Commento generale

Due strategie alternative per l’azione sociale di livello
comunitario:



quella che Streeck definisce “neovolontarismo” (inclusiva
anche della diffusione delle buone pratiche
e il coordinamento delle politiche nazionali intorno a linee
guida comuni definite a livello comunitario
In questo contesto procedure come la SEO possono
presentare vantaggi sia per gli stati membri sia per la
stesso UE contribuendo alla costruzione di un
coordinamento sopranazionale
The process in action in ( urgent and
preventive) action: the Luxembourg process





Since the Luxembourg summit in autumn 1997, the annual European
employment guidelines have been organised under four pillars:
a) improving employability aimed at improving the access of the
unemployed to the labour market, it entails two explicit objectives,
developing a ‘preventive approach’ to avoid long term unemployment and
implementing ‘activation policies’;
b) developing entrepreneurship making it easier to start and run a new
business and to recruit people to it, reducing administrative constraints
and making the tax structure more employment-friendly;
c) encouraging adaptability both for employees and in businesses; this
entails the modernization of work organization and other forms of
adaptability in enterprises;
d) strengthening equal opportunity policies this involves a gender
mainstreaming approach for all the four pillars, tackling the gender gap,
reconciling work and family life, facilitating re-integration into the
labour market after absence due to pregnancy.
Alcuni commenti







Il linguaggio utilizzato richiama la terminologia tipica della agenda politica“terza via”
associata alla politica dell’allora presidente americano Clinton e soprattutto del New
Labour di Tony Blair
Sono considerate risposte ai dilemmi della globalizzazione, dell’individualizzazione dei
rapporti sociali, della sensazione di lontananza dei governi. Una strategia alternativa a
quella socialdemocratica classica
Viene posta maggiore enfasi sulla attività dei governi anche al di là delle misure di
assistenza al lavoro (dalle misure passive alle misure attive9
Si promuove il partenariato pubblico privato piuttosto che le tradizionali forme di
intervento pubblico
Il progresso sociale fondato sul c.d. individual empowerment (richiama la teoria delle
capabilities di A. Sen: eguali opportunità nei punti di partenza), non più sui diritti.
Ruolo dei governi è di incoraggiare “la solidarietà competitiva” che orienta e non
impone i comportamenti degli individui (critica implicita alla c.d. colonizzazione degli
ambiti di vita sociale da parte del diritto della regolazione legale)
Imbrigliare il potere del mercato in modo da renderlo funzionale al pubblico interesse
(illusione o possibilità? L’esperienza negativa della privatizzazione dell’ente ferroviario
in GB)
Come lavorano i “pillars”


Lineeguida più che raccomandazioni
Una nuova generazione di soft law: si tratta di
diritto soft “ma non troppo”
Le linee guida





Sono “normative” nella loro struttura negli effetti nel senso che
sono obbligatorie per gli stati membri che debbono tenerne in
debito conto
Le linee guide non intendevano né hanno la capacità di produrre
strutture stabili di regole obbligatorie
Ma: per gli stati membri che partecipano alla SEO è come salire
su una scala mobile che inesorabilmente conduce vero una
convergenza di obiettivi
Esse rappresentano una sintesi di approccio politico al problema
della disoccupazione da parte degli Stati membri ma senza che
alcun modello in particolare finisca per prevalere.
Esse sono stabili nel tempo
Esempi di linee guida






Under the four pillars 18 employment guidelines were addressed for 2001:
Pillar 1. Improving employability: tackling youth unemployment and
preventing long-term unemployment (G 1); a more employment-friendly
approach: benefits, taxes and training systems (G 2); developing a policy for
active ageing (G 3); developing skills for the new labour market in the
context of Lifelong Learning (G 4, 5); active policies to develop job
matching and to prevent and combat emerging bottlenecks (G 6); combating
discrimination and promoting social inclusion by access to employment (G 7)
Pillar 2: Developing entrepreneurship and job creation: making it easier to
start up and run businesses (G 8, 9); new opportunities for employment in
the knowledge-based society and services (G 10); local action for
employment (G 11); tax reforms for employment and training (G 12)
Pillar 3: Encouraging adaptability of businesses and their employees:
modernizing work organization (G 13, 14); supporting adaptability in
enterprises as a component of Lifelong Learning (G 15)
Pillar 4: Strengthening equal opportunities policies for women and men:
gender mainstreaming approach (G 16); tackling gender gaps (G 17);
reconciling work and family life (G 18)
Influenza del pensiero neoliberale?


La linea guida sull’occupabilità: influenza della ideologia
della terza via (ad ogni persona disoccupata deve essere
offerta un occasione di impiego entro un anno
dall’inizio dello stato di disoccupato) Nel caso di
giovane disoccupato entro sei mesi (anche sotto forma
di opportunità di formazione)
La linea guida sull’imprenditorialità: eliminare le rigidità
del mercato del lavoro come le tasse sull’impresa, la
rigidità della struttura retributiva e altri disencentivi.
Il terzo pilastro: l’adattabilità




Contrasta la spinta verso la deregolazione: conciliare flessibilità e
sicurezza
Incentivare nuove forme di organizzazione del lavoro basato su
alta professionalità, elevate relazioni fiduciarie e imprese di
qualità e ad alta flessibilità organizzativa.
Sviluppo economico all’interno di una struttura in grado di
preservare standard di lavoro “decenti” e sostenibili livelli di
garanzie (coinvolgimento dei partner sociali nel forgiare i nuovi
modelli di lavoro flessibile).
Il modello basato sul partenariato (entrambi gli attori accettano
la sfida di rinnovare la propria organizzazione)

Effetti: direttiva quadro sui diritti di informazione dei lavoratori
(2002/14): statuto dell’impresa europea (reg. 2157/2001)
IV pilastro: uguaglianza di genere come mainstream
delle politiche sociali ed economiche




Sottolinea la interelazione dei diversi temi.
Affrontare i gap di genere nell’impiego in
generale e in settori particolari
Riconciliare tempi di vita e tempi di lavoro con
misure adeguate per la cura dei figli
Facilitare il ritorno delle donne al lavoro dopo
l’assenza per maternità o per l’educazione dei
figli.
Valutazione finale dei quattro
pilastri.


Le politiche e le misure per l’occupazione nei singoli
stati sono state ispirate da ideologie diverse: per es.
quella neoliberale (riduzione dei costi del lavoro
indiretti, misure di flessibilità, ecc.), quelle più
tradizionalmente socialdemocratiche (contratti di
solidarietà, riduzione dell’orario di lavoro, part time, e
misure mirate di formazione professionale)La SEO implica in qualche modo lo sganciamento delle
politiche dal lavoro da qualsiasi tipo di background
ideologico. La riduzione del costo del lavoro diviene per
es. una strategia perseguita sia dai governi di destra che
di sinistra.
Il coinvolgimento dei partner sociali
nella SEO


All’inizio sono stati coinvolti in modo insufficiente nel
processo di produzione dei PAN, che nei primi anni
sono rimasti una questione che ha riguardato
esclusivamente i governi.
Dopo il summit di Lisbona si è registrato un aumento
del loro coinvolgimento: 8 partner ha messo in piedi
strutture tripartite per questo scopo (Germania, Svezia,
Irlanda, Belgio, Grecia Italia, Portogallo e Spagna)
Cambiamenti nel 2001 per incoraggiare la
partecipazione delle parti sociali

Le parti sociali sono invitati seriamente a rafforzare il proprio
contributo alla elaborazione delle linee guida


Ci si aspetta che le parti sociali creino un “processo dentro il processo”
attraverso il quale esse diventino responsabili dello sviluppo di misure
entro la propria sfera di competenza (articolo Guarriello). Ad esse è stata
assegnata la esclusiva responsabilità per l’attuazione di due linee guida
relative al pilastro dell’adattabilità: la n. 13 relativa alla modernizzazione
dell’organizzazione del lavoro e la 15 relativa al contributo della
educazione e della formazione permanente alla adattabilità
Su entrambe le questioni si presume che essi stipulino accordi ed
in particolare sulla modernizzazione dell’organizzazione del
lavoro; si attende un rapporto annuale sui negoziati portati a
termine e sul livello di loro attuazione oltre che sull’impatto
sull’occupazione e sul mercato del lavoro.
Valutazione finale sul coinvolgimento
delle parti sociali nella SEO


Sebbene la consultazione sui PAN generalmente ha luogo
soltanto a livello centrale, spesso tale consultazione non
coinvolge i più alti dirigenti nazionali. Questo è in contraddizione
con l’esperienza della contrattazione dei patti sociali di livello
nazionale, dove normalmente partecipano i dirigenti top level,
Possibile contrasto tra la logica tripartita dei patti nazionali (che
spesso rispondono alla logica della competizione tra stati) e della
SEO (che implica invece il coordinamento)


Mentre la SEO mira all’obiettivo di una migliore convergenza delle
politiche del lavoro nazionali, i patti sociali nazionali normalmente
cercano di sfruttare vantaggi allo scopo di migliorare la posizione
competitiva delle economie domestiche a livello europeo o globale
Nel complesso il processo di consultazione sui PAN non sembra
aver generato nuove iniziative o nuove strategie contro la
disoccupazione di cui le parti sociali sono state protagoniste.
Il miglior risultato


Riguarda il pilastro dell’adattabilità (accordi di
flexcurity): accordi a vario livello per cui alle
concessioni in termini di maggiore flessibilità
degli orari di lavoro hanno corrisposto rinunce
datoriali a provvedimenti espulsivi di
manodopera.
Accordi in materia di salute e sicurezza
Come il processo lavora in pratica

Ciascun anno

1.
2.
Vengono emanate delle linee guida (ora ridotte e
razionalizzate), esse vengono monitorate con
riferimento a:
Indicatori di perfomance or
Benchmarking (messa a raffronto)
Vantaggi del metodo (governance
attraverso le linee guida/soft law)


Accresce l’impegno degli stati membri ad assumersi responsabilità decisionali in
ambito europeo sulle misure per l’impiego: the EES provides the Member
States with a planned sequence of meetings, new statistical tools and
procedures, as well as a longer term perspective, which puts them in a
better position to define, accept and implement EU guidelines.
b) The EES should lead to decisions which are better adjusted to the
national diversity of institutions and employment policies (subsidiarity).

1.
2.
3.
4.
5.
The EES contains five elements favoring respect for national diversity.
The annual guidelines generally define overall objectives to be met, whereas
concrete means for implementation are left to individual Member States.
On several issues, Member States are encouraged to set up their own
national targets.
The EU assessment is carried out on the basis of the relative progress
made by each country compared to its point of departure.
The absence of legal sanctions in case of non-compliance creates significant
room for maneuver in national implementation of the EU guidelines.
Member States are aware that employment remains primarily a national
issue, which legitimizes in their eyes the continuing diversity in institutional
arrangements and outcomes
Advantages…

(c) As a result of this iterative process, decisions are expected to become more realistic
and less prone to ‘would-be-policy’.



the ‘back and forth’ process increases the likelihood of decisions being actually taken,
whereas earlier regulatory mechanisms (legislative and contractual) could not often be
activated in a timely manner and thus remained elements of a ‘would-be policy’.
d) The EES is now a subject of EU ‘high politics’ involving a variety of economic, social and
political actors at multiple levels from the supranational through the national to the regional,
which should increase both the input legitimacy of EU decisions (more actors involved) and
their output legitimacy (better employment performance). A pure multilevel form of
government
e) The iterative EES process also leads to a change of content and priorities (employment
but after the Lisbon summit combating social exclusion) in the EU agenda and to an
enlargement of its competences in a way which can be ‘acceptable’ to Member States.



Previously, EU social policy initiatives were often linked (either directly or indirectly) to the
creation of the internal market, to facilitate its functioning or correct some of its negative
social consequences.
the EES deals with issues that are central to all Member States, their employment policies,
labor markets and industrial relations systems.
The EES can be a useful procedure for dealing with issues that lie outside the legal
competence conferred by the Treaty (for instance: wages, quality of job and low wage
interconnections.
Commission/Council evaluation of
NAPs (the final report)


No mere ‘State watching attitude’ but ‘named
and shamed’ designed to spur competition
between state and internal political criticism.
The commission must exercise firm control,
but must not irritate Member States by
ongoing harassment or undermine their own
voluntary political engagement.

whereas the monitoring of the 2000
recommendations to the Member States had
caused certain annoyance among some of them, the
monitoring procedure for the 2001
recommendations has changed and proved to be
more diplomatic.
An evaluation of the EES (before Lisbon
summit and 2001 economic cycle upset) in
terms of results.

The employment gains :
 Since mid-1999, the EU economy has seen its growth rate increase
from 2.5 per cent in 1999 to 3.4 per cent in 2000 . Unemployment
fell from 9.2 per cent in 1999 to 8.7 per cent by mid-2000. Despite
moderate growth in 1998/99 strong employment gains were
achieved with four million jobs created over the two years. The
overall employment rate in the Union rose to 62.2 per cent in 1999
which brings the employment rate back to the same level as in 1990
. More than 14 million people remain however out of work.

The final objective : 70% male and 60% female by 2010.

Anyway,
it is quite difficult to separate the effects of
the EU guidelines from those induced by purely national
policies and macroeconomic growth more generally.
Role of the Commission


The Commission plays a major role in the process. That explains its
stability .
The Commission carries out an important initiative and coordination
function:









.
it proposes guidelines and future themes for debate through its COM
papers,
assesses the content of the NAPs against the guidelines,
monitors their actual implementation,
assesses how far they address the problems and needs of each country
verifies that national social partners have been involved,
accelerates the adoption of common statistical instruments and policyevaluation methods
proposes recommendations concerning Member States’ inadequate
implementation
identifies ‘best practices’, monitors peer review meetings between a cluster
of Member States in order to disseminate these practices.
Methodology of comparison: the
indicators

Joint employment report as a vehicle to
assess the implementation of guidelines by
describing the starting position of each MS
on a comparable basis highlighting the top
three States across performance indicators
COM(2001)-313

Indicator 2 : Quality of work
Dimension I - Characteristics of the Job Itself
Intrinsic job quality
Key policy objectives and standards: To aim to ensure that jobs are
intrinsically satisfying, compatible with persons' skills and abilities, and
provide appropriate levels of income.
Main instruments: EU and Member State economic and social policies
generally; Broad Economic Policy Guidelines; Employment Guidelines; social
partners.
Possible indicators:
* Job satisfaction among workers, taking account of job characteristics,
contract type and hours worked, and level of qualification relative to job
requirement
* Proportion of workers advancing to higher paid employment over time
* Low wage earners, working poor and the distribution of incomes
Skills, life-long learning and career development
Key policy objectives and standards: to help people develop their potential
abilities to the full through appropriate support for life-long learning.
Main instruments: education and life-long learning, legal framework, including
mutual recognition of qualifications.
Possible indicators:
* Proportion of workers with medium and high levels of education
* Proportion of workers undertaking training or other forms of life-long
learning
* Proportion of workers with basic or higher levels of digital literacy
Other qualitative indicator


Gender equality
Key policy objectives and standards: To promote equality of opportunity between women and men
in respect of equivalent value jobs, and in terms of life-time careers
Main instruments: EES, legislation, social partners, ESF, action programmes
Possible indicators:
* Gender pay gap, appropriately adjusted for such factors as sector, occupation and age
* Gender segregation - extent to which women and men are over or under-represented in different
professions and sectors.
* Proportion of women and men with different levels of responsibility within professions and
sectors, taking account of factors such as age and education
Health and safety at work
Key policy objectives and standards; To ensure that working conditions are safe, healthy and
supportive - in both physical and psychological terms
Main instruments: new health and safety strategy, including legislation backed by monitoring and
benchmarking, social partners.
Possible indicators:
* Composite indicators of accidents at work - fatal and serious - including costs
* Rates of occupational disease, including new risks e.g. repetitive strain
* Stress levels and other difficulties concerning working relationships
Flexibility and Security
Key policy objectives and standards: To encourage positive attitudes to change at the workplace
and in the labour market generally and ensure there is appropriate support for those who lose
their jobs or are seeking alternative. And to encourage full use of abilities and flexible career
choices through appropriate support for occupational and geographical mobility, including within
the new European labour markets.
Main instruments: open method of co-ordination, taxation, legislation, social partners;
transferability of supplementary pension rights, information and agency support.
An evaluation of the EES (before Lisbon
summit and 2001 economic cycle upset) in
terms of results.

The employment gains :
 Since mid-1999, the EU economy has seen its growth rate increase
from 2.5 per cent in 1999 to 3.4 per cent in 2000 . Unemployment
fell from 9.2 per cent in 1999 to 8.7 per cent by mid-2000. Despite
moderate growth in 1998/99 strong employment gains were
achieved with four million jobs created over the two years. The
overall employment rate in the Union rose to 62.2 per cent in 1999
which brings the employment rate back to the same level as in 1990
. More than 14 million people remain however out of work.

The final objective : 70% male and 60% female by 2010.

Anyway,
it is quite difficult to separate the effects of
the EU guidelines from those induced by purely national
policies and macroeconomic growth more generally.
More cautious approach at present
(COM(2004) 24 final (in your material)
This Joint Employment Report (JER) provides the first assessment of the progress made by Member
States in implementing the new Employment Strategy agreed for 2003-2006: A strategy based
around the three over-arching objectives of full employment, quality and productivity in work and
strengthened social cohesion and inclusion. The report is released at a time when the goals of the
Lisbon strategy are being seriously challenged by the labour market situation.

Europe continued to feel the impact of the economic downturn throughout most of 2002 and 2003.

Employment growth came to a standstill by the beginning of 2003 and is expected to rise only
slowly over 2004-2005.

Unemployment has gradually increased to 8.1% in 2003.

The reforms undertaken over the past few years have made Europe's labour market more robust in
adapting to shocks, but unless the economy picks up, and further labour market reforms are
implemented, there is a risk of stagnation in employment, and of higher unemployment and
inactivity.

Progress towards the Lisbon 2010 target of a 70% overall employment rate has come to a standstill
and, at 64.3%, it is now clear that the EU will miss the intermediate employment rate target for
2005 of 67%.

The employment rate for women improved in 2002 (55.6%), and remains on track towards the
intermediate target for 2005 (57%). Progress towards the target for 2010 will crucially depend
upon improvements in the employment rate of older workers. Although this rate has increased to
just over 40% in 2002, the 2005 target of 50 % for 2010 is a considerable way off.
In term of concrete shortcoming of
the procedure
1.
2.
3.
4.
5.
The main focus of most NAPs is on ‘employability’, followed by the
‘entrepreneurship’ pillar. The implementation of the four pillars’ provisions is
uneven, which is especially true for the ‘adaptability’ and ‘gender equality’ pillars.
Most plans often consist of a mere list of discrete initiatives that Member
States already had in stock, lacking in overall integration and coherence among
the four different pillars.
Under many guidelines with no quantified objectives, or where target setting is
left to individual Member States, policy progress is slow and less visible, which
makes the assessment of the guidelines’ impact difficult.
Most Member States lack a coordinated strategy or structure for creating synergy between the
various ministries involved in the EES
As for the new employment rate targets fixed in Lisbon in March 2000 it is mainly those
countries that are already above or close to the planned objective which have set their own
national targets as required
A final evaluation of EES I stage
CONTRA
policy
PRO






EES enhances Member States’ political
commitment in EU decision-making,
placing them in a better position to
control, accept and implement EU
guidelines;
EES involves a very wide range of
economic, social and political actors at
various levels (supranational, national,
regional) ;
Greater attention to vertical
coordination between levels of
governance on the employment policy
Improved statistical and steering
capacity of the MS regarding the labour
market
preventive approach to unemployment
it should increase both the legitimacy (of
decisions) by input (more actors involved)
and the legitimacy (of decisions) by
output (better employment performances
are expected










the lack of real sanctions;
the subordination of EU employment
guidelines to monetary
the scarcity of EU financial resources for
facilitating the development of an active EU
employment policy (though the EU structural
funds are not to be neglected);
the complexity of the multi-governance
process implied given the multiplicity of
processes and of actors involved
the nature of jobs created: more the
number of jobs created rather their
substantive quality
The weak involvement of social partners
The difficulty to find common statistical
parameter.
The refusal of some Members States to
discover clear data.
Is it real transparent and democratic the
process? (see II part of seminar of OMC)
Regional employment disparities within
certain EU countries remain wide