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
Desire (love as absence)

The power of sight

Distance/Displacement

Intellectual Narcissism/ Intellectual failure

Representation
In letteratura la sessualità è un linguaggio in cui quello
che non si dice è più importante di quello che si dice...
Persino agli scrittori la cui immaginazione erotica vuole
oltrepassare ogni barriera, accade d’usare un linguaggio
che, partendo dalla massima chiarezza, passa a una
misteriosa oscurità proprio nei momenti di maggiore
tensione, come se il punto d’arrivo non potesse essere
altro che l’indicibile
(I. Calvino, Definizioni di territori: l’erotico, 261)
Anch’io, naturalmente, non sognavo altro
che d’incontrare Ursula H’x, ma dato che
nella mia caduta seguivo una retta
assolutamente parallela a quella che
seguiva lei, mi pareva fuori luogo
manifestare un desiderio irrealizzabile.
Certo, a voler essere ottimista, restava
sempre la possibilità che, continuando le
nostre parallele all’infinito, venisse il
momento in cui si sarebbero toccate.
(Cosmicomiche, 138-139)
La memoria, a saper ricostruire con pazienza le ore
passate, secondo per secondo, gli apriva paradisi
sterminati…
His memory, if he could patiently reconstruct the hours he
had passed, second by second, promised him boundless
Edens…
Un muovere di vento, un ronzio, un odore d’alberi gli
parevano cose di cui dovesse in qualche modo
impossessarsi
A gust of wind, a buzzing, an odor of trees seemed to him
things he should somehow grasp and enjoy
ordinò un caffè, scelse un biscotto nella bacheca delle
paste e l’addentò, prima con avidità poi con l’espressione di
chi ha la bocca alterata da una nottata irregolare.
choose a sweet biscuit in the glass pastry case, a bit into it,
first with hunger, then with the expression of a man with bad
taste in his mouth after a wild night
A ben altre carezze—parevano dire le guance di Gnei al
pennello che le avvolgeva di schiuma calda,--a ben altre
carezze che non le tue siamo avvezzate!” “Raschia,
rasoio—pareva dire la sua pelle—non raschierai quello che
ho sentito e so!
Far different carresses -- Gnei’s cheeks seemed to say to
the brush that encased them in warm foam -- far different
caresses from yours are what we’re used to!
Scrape, razor--his skin seemed to say--you won’t scrape off
what I have felt and how!
… il suo sguardo correva sui titoli senza muovere
alcuna relazione di pensieri. Gnei non riusciva a
leggere: chissà se risvegliata dal cibo, dal caffè
caldo o dallo smorzarsi dell’effetto dell’aria
mattuttina, lo riassalì un’ondata di sensazioni della
notte.
His gaze ran over the headlines and his thoughts
remained unconnected. Geni couln’t manage to
read: perhaps—who knows?— stirred by the food,
by the hot coffee, or by the dulling of the morning
air’s effect, a wave of sensation from the night
came over him.
Gnei sentiva il bisogno di parlare, di esprimere, di
comunicare. E il barbiere non diceva più niente. Gnei fece
due o tre volte per aprire bocca mentre quello sollevava il
rasoio, ma non trovava le parole….
Gnei felt the need to talk, to express, to communicate, and
the barber didn’t say anything further. Two or three times
Gnei started to open his mouth when the young man lifted the
razor, but he couldn’t find any words…
Ma lo rodeva un’ansia di non potere mai essere pari a quello
che era stato, di non risucire a esprimere, né con allusioni e
men che meno con parole esplicite, e forse neppure col
pensiero, la pienezza che sapeva d’aver raggiunto.
He was consumed by an anxiety, that he could never live up to
what he had been, could never succeed in expressing, with
hints, or, still less, with explicit words, and perhaps not even
with his thoughts, the fullness he knew he had reached.
… così come nella memoria di Gnei un opaco bianco
andava cancellando ogni ricordo di sensazioni, e la
presenza del sole era segnata da un’indistinta, ferma
macchia di luce, come una sorda fitta di dolore.
In Gnei’s memory an opaque whiteness was wiping out
every memory of sensations, and the presence of the
sun was marked by a vague, still patch of light, like a
secret pang of grief.
Come talvolta gli uomini la cui vita è più condizionata dagli
altri, più dispersa all’esterno, Federico tentava
incessantemente a difendere un proprio stato di
concentrazione interiore, e in verità gli bastava pochissimo,
una camera d’albergo, uno scompartimento ferroviario tutto
per lui, e già il mondo si ricomponeva in armonia con la sua
vita, pareva creato apposta per lui…
As sometimes happens with men whose lives are more
conditioned by others, exterior, poured out, Federico tended
constantly to defend his own inner concentration, and
actually it took very little, a hotel room, a train compartment
all to himself, for him to adjust the world into harmony with
his life…
La sua forza era sempre stata quella d’espellere dall’area
dei suoi pensieri ogni aspetto della realtà che lo
disturbasse o che non gli servisse. Cancellò l’uomo
seduto nell’angolo opposto al suo fino a ridurlo un’ombra,
una macchia grigia.
His forte had always been to dismiss from the area of his
thoughts any aspect of reality that upset him or was of no
use to him. He erased the man seated in the corner
opposite his, reduced him to a shadow, a gray patch.
He rose, took [the overcoat] off, flung it over himself
like a blaket, leaving his shoulders and chest free but
still trying to spread it out so as not to make ugly
weinkles. He turned onto his other side. The sweat had
spread over his body that now he felt evoked thoughts
of physical freedom, the sea, nakedness, swimming,
running, and all this culminated in the embracing of
Cinzia, the sum of the good of existence. And there,
half asleep, he could no longer distinguish present
disconfort from the yerned-for good; he had everything
at once…
Tommasina Gabriele, Italo Calvino: Eros and
Language, Rutherford: Fairleigh Dickinson University
Press, 1994.
Continuava a seguirla col pensiero, quel trotterellare veloce
per il cortile, il portone, il marciapiede, fino alla fermata del
tram. Il tram lo sentiva bene, invece: stridere, fermarsi, e lo
sbattere della pedana a ogni persona che saliva. «Ecco, l’ha
preso», pensava, e vedeva sua moglie aggrappata in mezzo
alla folla d’operai e operaie sull’«undici», che la portava in
fabbrica come tutti i giorni. Spegneva la cicca, chiudeva gli
sportelli alla finestra, faceva buio, entrava in letto.
Il letto era come l’aveva lasciato Elide alzandosi,ma dalla parte
sua, di Arturo, era quasi intatto, come fosse stato rifatto allora.
Lui si coricava dalla propria parte, per bene, ma dopo
allungava una gamba in là, dov’era rimasto il calore di sua
moglie, poi ci allungava anche l’altra gamba, e così a poco a
poco si spostava tutto della parte di Elide, in quella nicchia di
tepore che conservava ancora la forma del corpo di lei, e
affondava ii viso nel suo guanciale, nel suo profumo, e
s’addormentava.
Elide andava a letto,
spegneva la luce. Dalla propria
parte, coricata, strisciava un
piede verso il posto di suo
marito, per cercare il calore di
lui, ma ogni volta s’accorgeva
che dove dormiva lei era più
caldo, segno che anche Arturo
aveva dormito lì, e ne provava
una grande tenerezza.