Oralità e scrittura

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ACCADEMIA DELLA CRUSCA
Dall’oralità alla scrittura
Vaiano, 15 dicembre 2011
La
lingua parlata è diversa da quella scritta
dal punto di vista teorico.
Perché
è importante lavorare sul parlato
a scuola.

Suggerimenti pratici e “didattici” su come
lavorare a scuola sul parlato e sullo
scritto…anche ”cantando”!
Ogni lingua presenta differenti varietà secondo il punto
di vista da cui la si osserva: il momento storico in cui
viene parlata, il luogo in cui viene parlata, lo strato
sociale di chi la parla, il contesto comunicativo in cui la
si usa, il mezzo usato per diffondere il messaggio.
Pertanto è chiaro che la lingua non è un’entità
monolitica, ma varia oltre che sull’asse del tempo, dello
spazio, della società e delle situazioni comunicative,
anche sull’asse del mezzo attraverso il quale si realizza.
Il mezzo o canale di trasmissione (variabile diamesica)
attraverso il quale si diffonde il messaggio è una delle
variabili in base alle quali la lingua cambia.
• Mezzo fonico-uditivo (lingua parlata)
• Mezzo visivo (lingua scritta)
• Mezzi moderni come il telefono, la radio, la televisione e
Internet, che possono utilizzare sia la lingua scritta sia la
lingua parlata, a volte anche combinandole tra di loro.
Recenti indagini internazionali (indagini PISA Programme for
International Student Assesment) affermano che le abilità di
scrittura e di parola si basano non tanto sulla padronanza
delle competenze e abilità previste dal curricolo scolastico,
quanto su ciò che gli studenti dovranno sapere e saper fare
dopo l’uscita da scuola.
Ẻ perciò tanto più necessario che le attività sulla scrittura
valutino le competenze nello scrivere testi corretti e adeguati
alle richieste più diverse.
Così come è importante che gli studenti comprendano quali
sono le caratteristiche linguistiche che differenziano il parlato
dallo scritto, oltre a conquistare una solida abilità
nell’impostazione di un discorso orale, che non sia la semplice
conversazione spontanea.
Infatti è necessario che si acquisisca la consapevolezza
che esiste un parlato programmato, diverso da quello
spontaneo, che deve essere solidamente acquisito per
poter effettuare interventi orali di qualsiasi genere, nella
scuola e poi, un domani, nel mondo del lavoro.
Tale necessità è contemplata anche nel Quadro di
Riferimento per l’Italiano messo a punto dall’Invalsi nel
Febbraio del 2011
(www.invalsi.it)
LA PADRONANZA LINGUISTICA
Dal QdR per l’ITALIANO
La padronanza linguistica, una delle competenze
di base che la scuola deve sviluppare, consiste nel
possesso ben strutturato di una lingua assieme
alla capacità di servirsene per i vari scopi
comunicativi.
La padronanza linguistica si esplica in questi ambiti:
i n t e r a z i o n e v e r b a l e (= partecipare a uno
scambio comunicativo orale in vari contesti);
l e t t u r a (= comprendere ed interpretare testi
scritti di vario tipo);
s c r i t t u r a (= produrre testi di vario tipo in relazione ai
differenti scopi comunicativi).
Anche l’INVALSI, che notoriamente nelle sue prove saggia
solo la competenza di lettura, ha inserito tra gli argomenti
oggetto di analisi anche aspetti pragmatici del linguaggio
(fenomeni del parlato, funzioni dell’enunciato, ecc.).
Dal QdR per l’Italiano, sezione“grammatica”, codice 6
ambito Testualità.
DOMANDA 1:
ESISTE UN SOLO TIPO DI PARLATO?
DOMANDA 2:
GLI STUDENTI SANNO COME SI DIFFERENZIA,
LINGUISTICAMENTE, IL PARLATO DALLO SCRITTO?
DOMANDA 3:
POSSIAMO LAVORARE IN CLASSE SUL PARLATO IN
MODO STRUTTURATO?
Il parlato rappresenta la forma primaria della comunicazione
linguistica: il linguaggio verbale, infatti, ha avuto origine
nell'oralità
ontogenesi e filogenesi.
• parlato-parlato, il parlato spontaneo che si realizza solo in
presenza sia dell’emittente sia del destinatario del messaggio;
• parlato-scritto, ha un più alto grado di programmazione e si
appoggia a un testo precedentemente scritto;
• parlato-recitato,
tipico
dei
testi
recitati
(teatrali,
cinematografici…), ha sempre una base scritta in funzione della
realizzazione orale.
La distinzione più importante e utile ai fini dell’insegnamento è
quella tra parlato spontaneo (cioè il parlato-parlato) e parlato
pianificato (cioè il parlato-scritto).
Quali sono i fenomeni generali che caratterizzano il parlato
spontaneo e lo distinguono dal parlato pianificato?
L’INTONAZIONE è l’elemento linguistico
caratterizza la conversazione spontanea.
principale
che
•frequenza di elementi che servono a stabilire o mantenere il
contatto con l’interlocutore (elementi fàtici);
•presenza di deittici (le parole che indicano con precisione
elementi spaziali e temporali del contesto, come pronomi e
aggettivi dimostrativi, avverbi di tempo e di luogo);
•generale frammentazione e segmentazione del discorso;
•tendenza alla semplificazione della sintassi (prevalenza di
paratassi sull’ipotassi), alla ripetizione, alla minore densità
lessicale rispetto allo scritto.
Per rispondere alla domanda 3
ascoltiamo la lezione del prof. BALBONI:
Verba volant, ma se ben gestite, forse
manent….
Per rispondere alla domanda 3
ascoltiamo un’esperienza reale condotta
con alcuni ragazzi della scuola
secondaria di I grado qualche anno fa:
La lingua trasmessa condivide tratti sia del parlato sia dello
scritto.
La definizione di lingua “trasmessa” si deve a Francesco
Sabatini: essa fa riferimento alla lingua utilizzata dai mezzi di
comunicazione di massa a distanza (telefono, radio, televisione),
che trasmettono da un luogo anche molto lontano da quello in
cui si trovano i destinatari dello scambio, in un sistema in cui
però la comunicazione è sincrona.
IL PARLATO-TRASMESSO CONDIVIDE CON IL PARLATO:
- la possibilità di utilizzare codici diversi da quello puramente
verbale (ad esempio, quello gestuale),
- la tendenza a imitare nelle sue strutture il parlato spontaneo in
presenza.
IL PARLATO-TRASMESSO CONDIVIDE CON LO SCRITTO:
- la possibilità di far pervenire il contenuto del messaggio a
destinatari lontani e in numero potenzialmente illimitato.
Attualmente si parla di scritto-trasmesso per riferirsi ai testi
scritti diffusi attraverso Internet e i cellulari.
Una caratteristica generale dei testi trasmessi è la necessità di
demarcare in modo esplicito i confini del testo, che sono
tendenzialmente abbastanza concisi, per esigenze di palinsesto
o in genere della programmazione dei mezzi di comunicazione
di massa. Lo scritto-trasmesso tende ad una a generale
semplificazione sintattica e testuale, e all’uso di abbreviazioni
(sms, ecc.).